CAMPANIA POMPEI
POMPEI La posizione geografica di Pompei è estremamente favorevole, a pochi km da Napoli e Salerno, vicino ad Ercolano, alla costiera Sorrentina e alla Costiera Amalfitana Pompei è nota in tutto il mondo per la tragedia che l'ha colpita nel 79 d.C., quando la ricca città romana fu sepolta dall'eruzione del Vesuvio, insieme a Stabia ed Ercolano.
GLI SCAVI Gli scavi ci permettono di visitare il salotto buono dei templi, gli edifici pubblici, le ricche ville patrizie, ma anche di passeggiare tra le antiche botteghe, le case popolari, le "osterie" e i lupanari, dove il cittadino comune dipanava la sua vita.
I CALCHI Particolarmente toccante è la vista dei calchi in gesso, un‘ "istantanea" dell'agonia a cui gli antichi pompeiani furono sottoposti dai gas roventi provenienti dal Vesuvio.
LE VILLE Sono relativamente poche le ville ritrovate a Pompei: queste particolari costruzioni residenziali, a cui sempre veniva aggiunta una parte dedicata alle attività agricole, come celle vinarie, torchi e presse, erano costruite solitamente in luoghi isolati e panoramici, lontano dal centro abitato.
LA VILLA DEI MISTERI La Villa dei Misteri è situata poco fuori porta Ercolano e la sua costruzione risale al II secolo a.C.: fu esplorata tra il 1909 ed il 1910 ed in seguito tra il 1929 ed il 1930; deve il suo nome ad una serie di affreschi presenti nel triclinio, con figure a grandezza naturale, tecnica chiamata megalographia, che rappresentano o uno spettacolo di mimi, o momenti di un rito, oppure i preparativi per un matrimonio. La villa, a due piani, presentava sia ambienti rustici, come il forno, le cucine ed il torchio, sia residenziali, come l'atrio, una veranda ed il quartiere termale.
LA VILLA IMPERIALE Originariamente su due piani, oggi ne rimane il portico, il triclinio, una diaeta, un oecus e parte del peristilio. L'oecus è di forma rettangolare, alto otto metri, lungo sette e largo sei ed è largamente decorato, mentre la parte alta e la volta sono affrescate. Il pavimento era probabilmente realizzato in marmo ed aveva una forma esagonale, così come dimostrato dalle impronte rimaste sul piano di calpestio. Le pareti sono decorate con uno zoccolo rosso seguito da una breve striscia in nero e poi un'ampia zona centrale che presenta al centro un affresco a tema mitologico, diviso dal resto della parete da colonne, alla cui base è decorato con fregi con putti. Le scene mitologiche delle edicole centrali raffigurano rispettivamente Dedalo ed Icaro, il più bello ritrovato a Pompei, che ritrae Icaro al suolo aiutato da una ninfa e Dedalo in volo; Teseo ed il Minotauro, con il mostro battuto e l'eroe circondato da fanciulli, con due ninfe che assistono alla scena, e Teseo che abbandona Arianna a Nasso, l'unico a non essersi perfettamente conservato. La parte superiore invece, a fondo nero, con raffigurazioni dionisiache. A completare le decorazioni sei pinakes che raffigurano poeti, tra cui Saffo.
Peristillio Affreschi Soffitto
LE CASE Le case erano strutturate principalmente in tre tipologie, a seconda del ceto sociale e delle ricchezze del proprietario: le domus appartenevano ai ricchi ed erano abitazioni molto grandi che si disponevano solitamente intorno ad un atrio; avevano inoltre una zona dove si svolgeva la vita domestica, come cucine e stanze da letto ed una zona di rappresentanza, come il tablino, triclinio ed un peristilio con al centro il giardino, spesso ornato con fontane e non di rado un quartiere termale. Case più piccole invece erano di proprietà del ceto medio ed erano composte per lo più da un cortile centrale scoperto intorno al quale si aprivano i cubicoli ed un piccolo giardino adibito ad orto. Infine le cosiddette pergule, piccole case che appartenevano ai commercianti, formate da un vano che affacciava sulla strada ed utilizzato come bottega e, sul retro, piccole stanze, sfruttate sia come magazzini che come abitazioni.
LA CASA DEL FAUNO Costruita nel II secolo e poi ampliata in quello successivo, la Casa del Fauno è tra le più belle ma soprattutto ampie dimore di Pompei. La sua superficie copre 2970 metri quadrati. Entrando per il porticato in pietra di tufo si arriva nel vestibolo. Il pavimento è decorato con triangoli in marmo e pietra calcarea. Si accede poi all’atrio dove al centro è posto l’impluvium – che qui è realizzato in travertino e non in tufo, com’era consueto – all’interno del quale fu ritrovato un satiro danzante, il quale dà il nome alla dimora. La statua è la rappresentazione di un fauno danzante, una divinità della natura corrispondente al satiro della cultura greca. L’originale si trova ora al Museo di Napoli mentre lì è stata posta la riproduzione esatta.
IL FAUNO DANZANTE
IL FORO ll Foro è il centro di ogni città romana ll Foro non è solo il luogo della preghiera, è anche quello della politica e della giustizia. Al Foro si andava anche per chiedere giustizia. La giustizia si amministrava nella Basilica, che sta sullo stesso lato corto della piazza, ma dall’altra parte rispetto al comitium. La basilica era appunto il tribunale. ll Foro svolgeva infine un’ultima fondamentale funzione: quella di mercato. Nell’angolo vicino al capitolium troviamo il macellum.
I TEMPLI La maggior parte delle strutture sacre di Pompei furono costruite tra il III ed il II secolo a.C. e poi notevolemente ampliate a seguito della dominazione di Lucio Cornelio Silla. Tempio di Apollo Tempio di Dioniso Tempio Dorico Tempio della Fortuna Augusta Tempio di Giove Tempio di Iside Tempio di Venere Tempio di Vespasiano
IL TEMPIO DI APOLLO Il Tempio di Apollo è uno dei più antichi di Pompei: fu infatti costruito tra il 575 e 550 a.C. e restaurato prima nel II secolo a.C. e poi a seguito del terremoto del 62]; la struttura è circondata da un quadriportico in tufo, con colonne in stile ionico e trabeazione dorica. La scala d'accesso immette sull'alto podio, dove è posta la cella, pavimentata con pietre policrome; Nel cortile sono poste le statue di Apollo e Diana nelle sembianze di arcieri, oltre ad un altare risalente all'80 a.C. ed una meridiana costruita probabilmente in età augustea.
IL TEMPIO DI GIOVE Il Tempio di Giove, situato nei pressi del foro, risale al II secolo a.C. ed è così chiamato per il ritrovamento della testa di una statua appartenente a Giove, anche se l'intero complesso era dedicato alla Triade Capitolina, ossia agli dei Giove, Giunone e Minerva. Il tempio poggia su un alto podio, restaurato tra il 13 e il 47 ed è caratterizzato da due ordini di colonne; la cella aveva una pavimentazione in pietra policroma.