La novella nella letteratura italiana

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La novella nella letteratura italiana

La novella nella letteratura italiana La novella, o comunemente detta racconto, è una breve narrazione in prosa contenente elementi reali e fantastici che spesso si fondono tra loro il vero tratto distintivo del racconto è la brevità - la capacità di esprimere un significato spesso “interessante e profondo” nella più rigorosa essenzialità La novella è limitata alla narrazione di un solo episodio (o un numero assai limitato di episodi) che costituisce il nucleo di una storia. Come tale si differenzia dal romanzo perché esaurisce la vicenda senza gli sviluppi più complessi di un’opera di largo respiro. Generalmente, il modello di novella tradizionale ha un intento moralistico, ma nel tempo il racconto ha mantenuto costante solo la caratteristica della brevità e della concisione nella storia assumeva delle tendenze narrative sempre più diverse.

Le origini della novella I primi numerosi esempi di novella sono rintracciabili nell’antica letteratura egizia (Le avventure di Sinuhe, Racconto del naufrago e altri) si trattava di racconti realistici, vivaci, con elementi storico-geografici, e con fondo fantastico. La “patria” della novella è stata il mondo indiano, il quale ha presentato una produzione narrativa assai ricca di forme e più strettamente connessa a concezioni filosofico-religiose Molti aspetti (l’aspirazione ad un mondo perfetto ultraterreno, la caduta di quello inferiore, la riunione nel mondo perfetto…) sono poi confluiti nella celebre raccolta di novelle Le mille e una notte (databili a partire dal IX secolo) vasta antologia di racconti di origine persiana, araba e indiana, spesso dotati di una morale Con essa nasce per la prima volta l’idea di inserire tante novelle all’interno di un “macro – racconto”: sarà ripresa più in seguito dal Boccaccio.

ESEMPI DI NOVELLISTICA NELLA LETTERATURA GRECA E ROMANA La letteratura classica greca e latina offrono semplici spunti o esempi sporadici del genere della novella in senso proprio. la novellistica orientale non ha potuto esercitare dei forti influssi sulla letteratura greca e romana, dal momento che la nascita del mito ne ha adombrato e soffocato la fioritura solamente nel V secolo poté affermarsi una narrazione che avesse come protagonisti degli uomini. Racconti Sibaritici, dei racconti umoristici, spiritosi e burleschi, che avevano come protagonisti e vittime gli abitanti di Sibari Echi della produzione orientale sulla letteratura greca e latina si trovano nelle fabulae milesiae (II sec.) di Aristide di Mileto all’interno di più lunghi testi narrativi come il Satyricon di Petronio Arbitro nelle Metamorfosi di Apuleio e nell’omonima opera di Ovidio.

LA NOVELLISTICA MEDIEVALE Nel Medioevo la novella ebbe una straordinaria diffusione e venne rielaborata in varie forme narrative. I primi tentativi provengono dalla Francia, dove, tra la fine del XII e l’inizio del XIV secolo, si affermano i fabliaux I fabliaux sono racconti in versi che presentano tratti umoristici e cinici: ritraggono, in buffe avventure, numerosi personaggi, di svariata posizione sociale come nobili, popolani, mariti traditi o poveri di spirito, donne fedeli beffate e spregiudicate figure femminili. I lai erano componimenti poetici di origine bretone, narrativi o lirici, concepiti per essere cantati e accompagnati dalla musica; sono racconti in versi che cantano l'amor cortese e sono particolarmente notevoli per il ruolo inedito conferito allo studio psicologico. Fabliaux e lai rappresentano due indirizzi della novella medievale: uno umoristico- realistico, l’altro a sfondo storico o avventuroso-fantastico A questi si aggiunge poi l’exemplum, breve racconto, con articolazione strutturale più complessa, dotato di una morale.

Molti aspetti di queste forme medievali si trovano, alla fine del 200’ (XIII secolo), nel Novellino – la raccolta di un centinaio di novelle di autore ignoto Si tratta di testi brevi che rappresentano con freschezza e semplicità scene e azioni esemplari, si concentrano su una sentenza o un motto di spirito, raffigurando personaggi di ogni genere e di ogni posizione sociale I temi del Novellino sono tipicamente cavallereschi e lo stile dell’opera è semplice e limpido 300’ G. Boccaccio (1313-1375) segna una tappa importante per lo sviluppo del genere della novella La sua opera più celebre, il Decameron, è una raccolta di cento novelle narrate da un gruppo di dieci amici che, per scampare alla peste, si rifugiano in una villa fuori Firenze.

Sette donne e tre uomini trascorrono dieci giornate (da cui il titolo dell'opera) intrattenendosi con una serie di racconti narrati a turno. Il Decameron è uno specchio fedele della società comunale del tempo, dei suoi vizi e delle sue virtù: l’autore mostra gli infiniti casi della vita in un mondo dove la concezione della Provvidenza sembra lascia il passo a quella della Fortuna In alcuni casi si parla di beffe organizzate con ingegno, altre volte prevale il tema dell’amore, sia quello lieto che quello non corrisposto. si afferma una mentalità borghese e commerciante F. Sacchetti (1332-1400), Trecento novelle, le sue novelle sono legate ai temi medievali Le tematiche morbide, stravaganti 400’ E.S. Piccolomini, Historia de duobus amantibus, raccolta di novelle in latino, scritta nel 1444, la tematica amorosa

DAL QUATTROCENTO AL SETTECENTO 500’ Nel Rinascimento, in seguito alle teorie di Pietro Bembo sulla questione della lingua, Decameron fu considerato un modello supremo della prosa volgare Decameron ha influito in modo determinante sulla produzione dei secoli successivi, come risulta dalle Novelle di Matteo Bandello (1485-1561) Novelle di Bandello, manca il simbolismo dei numeri, i temi legati al corte, Bandello racconta le storie reali William Shakespeare conosceva la traduzione francese delle novelle di Bandello, da cui trasse il soggetto per le commedie Molto rumore per nulla, La dodicesima notte e la tragedia Romeo e Giulietta. 600’ il periodo delle Arcadie Venezia – Accademia degli Incogniti; Novelle amorose – la raccolta di 100 novelle amorose di vari autori G. Basile, (Napoli) Il pentamerone, raccolta di novelle che assomigliano alle fiabe, la raccolta scritta in dialetto napoletano domina lo stile barocco, il concetto della meraviglia

700’ - la novella illuministica G. Gozzi (Venezia) pubblicava le sue novelle in varie riviste, scriveva novelle di sapore illuministico C. Gozzi (Venezia) suo fratello, scriveva racconti 800’ Nell'Ottocento il successo del racconto fu agevolato dalla sua diffusione su riviste popolari e letterarie Nelle novelle dell’Ottocento domina l'interesse per le motivazioni del comportamento dei protagonista Scrittori dei racconti più famosi dell’800: Edgar Allan Poe, Henry James, Prosper Mérimée, Guy de Maupassant,Nikolaj Gogol (nelle sue novelle si mescolano elementi umoristici e grotteschi alle cui si ricollega il racconto fantastico di Fëdor Dostoevskij Il coccodrillo)

L'Ottocento nella letteratura italiana fu un secolo fondamentalmente romantico nella prima parte, verista nella seconda e la novella ne seguì le correnti. Il poeta Giuseppe Giusti, l’autore di satire politiche, ha scritto alcune novelle argute e briose. Agli ideali romantici s'ispirava anche Edmondo De Amicis, autore del popolarissimo libro Cuore, una raccolta di novelle un po’ patetiche, scritte per i ragazzi. I temi dell'irrazionale, dell'ironia e del sogno caratterizzarono invece i racconti della scapigliatura lombarda: Arrigo Boito e Iginio Ugo Tarchetti Un posto a parte spetta a Ugo Tarchetti (Racconti) che, pur essendo vissuto a metà dell'Ottocento, sembra preludere con la sua narrativa a temi e gusti che torneranno nel secolo seguente.Le sue novelle si muovono ai confini dell'assurdo. Scrittore per ragazzi fu anche Carlo Lorenzini, noto con lo pseudonimo di Collodi, autore di Pinocchio, ma anche di fiabe e novelle.

la novella verista: Il siciliano Giovanni Verga, più illustre rappresentante del verismo italiano, scriveva bellissime novelle, le più famose raccolte sono Novelle rusticane e Vita dei campi. Gabriele D'Annunzio ha vissuto tra Ottocento e Novecento, poeta, romanziere, drammaturgo ed autore di novelle. Nelle sue raccolte Terra vergine (1882) e Le novelle della Pescara (1884- 1886) l'ambiente è sempre la sua aspra terra d'Abruzzo, altera, pagana e selvaggia. Tra 800’ e 900’ Grazia Deledda, (Premio Nobel per la letteratura 1926) era vicina all'arte del Verga e alla poetica verista. Il mondo rude e primitivo della sua Sardegna è scenario di buona parte dei suoi romanzi e delle sue novelle. Raccolte di novelle: I giuochi della vita (1902), Chiaroscuro (1912), Il fanciullo nascosto (1915), Il ritorno del figlio, La bambina rubata (1919), Cattive compagnie (1921), Il flauto nel bosco (1923)

IL NOVECENTO L. Pirandello (1867-1936), Novelle per un anno sono una raccolta di novelle scritte da Luigi Pirandello, pubblicata in 15 volumi editi tra il 1922 e il 1937 (ultime 15, postume) Pirandello si propone una novella al giorno Tra le più famose vi sono La giara e Ciàula scopre la luna. la novella è spesso una prova breve, un tentativo e una sperimentazione di temi e di argomenti che verranno sviluppati più ampiamente nel romanzo e nel teatro La brevità dell’intreccio gli permette di raggiungere un equilibrio tra la vicenda, l’episodio narrativo, e la parte riflessiva, quasi saggistica, che sempre accompagna la scrittura molte delle novelle sono state trasposte in opere teatrali, con i dovuti adattamenti da parte dell'autore, soprattutto tramite le didascalie ed i ritocchi delle circostanze. È il caso di drammi molto famosi, quali “Non è una cosa seria”, “Pensaci, Giacomino!”, “Lumie di Sicilia” ecc.

Corrado Alvaro, Gente in aspromonte (1930) ancora legato alla poetica del verismo, si ispira alla vita problematica della gente del meridione d'Italia. Massimo Bontempelli (realismo magico) (1878-1960) anche lui drammaturgo e narratore, scriveva anche racconti irreali ed impensabili con lucida e realistica chiarezza. Raccolte di racconti: Sette savi (1912), La donna dei miei sogni e altre avventure moderne (1925), Donna nel sole e altri idilli (1926), seguiti nel 1931 da Mia vita, morte e miracoli (1931) La novella nella seconda metà del Novecento: Dino Buzzati (reaismo magico) (1906-1972) Sessanta racconti (1958), La boutique del mistero 1968. Con un tono narrativo fiabesco, Buzzati affronta temi e sentimenti quali l'angoscia, la paura della morte, la magia e il mistero, la ricerca dell'assoluto e del trascendente, la disperata attesa di un'occasione di riscatto da un'esistenza mediocre, l'ineluttabilità del destino.

Alberto Moravia (1907-1990) Racconti romani (1954) è una raccolta di 70 racconti di Alberto Moravia che descrivono la realtà della vita quotidiana di Roma nel secondo dopoguerra Poetica neorealista Le vicende sono narrate in prima persona, i protagonisti appartengono a diversi ceti socialu condizione sociale. Moravia ha espresso un ricco quadro di costume, borghese e popolare, rappresentato con oggettività e senza alcuna pretesa morale. Cesare Pavese (1908-1950), il neorealismo – Racconti (raccolta postuma, 1960) Italo Calvino (1923-1985), I racconti è un'antologia curata dall'autore e pubblicata nel 1958, che riunisce racconti precedentemente pubblicati in riviste o in altre raccolte Primo Levi (1919-1987), Il sistema periodico, Lilít e altri racconti - il tema etico Antonio Tabucchi (1943-2012), Il gioco del rovescio e altri racconti (poetica postmoderna) Niccolò Ammaniti (1966), Il Fango