Il mondo arabo in rivolta In Egitto, Tunisia, Libia, Yemen: cambio di governo. Riforme ottenute a seguito di rivolte (Marocco, Kuwait, Giordania e Oman). Siria (rivolta armata) Proteste diffuse (Algeria, Iraq, Palestina, Libano). Proteste minori (Sahara occidentale, Mauritania, Sudan, Arabia Saudita).
Prima delle primavere arabe Cenni di storia del Vicino e Medio Oriente e del Nordafrica dalle indipendenze alla fine del XX secolo. 2. Il Vicino Oriente arabo Per chi volesse approfondire si consiglia: Ira Lapidus, Storia delle società islamiche, Einaudi, 1995, vol. 3, pp. 73-181 (History of Islamic Societies, Cambridge University Press)
Il Vicino (o Medio?) Oriente Libano Siria Giordania Palestina Iraq Arabia Saudita Yemen Oman EAU Bahrein Qatar Kuwait
Dai mandati alla fine della 1° guerrra mondiale: la nascita del nazionalismo La regione della cosiddetta Mezzaluna Fertile era costituita, negli ultimi decenni del’impero ottomano, da una serie di piccole province autonome una dall’altra. Solo le grandi città di Damasco, Beirut, Aleppo, Baghdad, Mossul erano centri di potere e grandi città commerciali. Gli Stati indipendenti compariranno solo dopo la seconda guerra mondiale e sulla base di una forte ingerenza europea. Tuttavia è proprio qui che nasce un pensiero politico arabo nazionalista, fratello ed erede del riformismo egiziano. Il musulmano ‘Abd al Rahman al-Kawakibi (Aleppo,1849 - Cairo,1902) e il cristiano maronita Negib Azoury (? -1916) furono fra i primi a propugnare un nazionalismo arabo, privo di colorazioni religiose, fortemente antiturco e antiottomano.
Al-Kawakibi e Neguib Azoury Tutti voi che parlate arabo e non siete musulmani, io v'invito a dimenticare le differenze del passato. La discordia che è stata seminata da individui malevolenti deve essere superata... Organizziamo insieme la nostra vita sulla terra e lasciamo alle religioni la cura di occuparsi dell'Aldilà. Viviamo liberi e rispettati in seno alla nostra nazione araba. (al-Kawakibi) Niente è più liberale che il programma della Lega: la patria araba, che vuole, innanzitutto separare, nell’interesse dell’islam e della nazione araba, il potere civile e il potere religioso. (Azoury)
Il sistema dei mandati Gli eventi che conducono alla nascita del sistema dei mandati e alla creazione dei nuovi Stati del V.O. hanno origine nella penisola arabica, dove lo shaykh Husayn della Mecca viene convinto dai Britannici a capeggiare una rivolta contro i Turchi con la promessa che avrebbe poi avuto il loro sostegno per costituire una nazione araba unita, di cui lui stesso sarebbe stato il capo indiscusso. In realtà, Husayn sarà tradito: fu convinto a intraprendere una lunga e dura guerriglia contro i Turchi per conquistare la regione dell’Hijaz (Arabia occidentale) in vista della conquista delle ricche regioni arabe mediterranee, ma in realtà quei territori furono spartiti con la conferenza di San Remo (1920) secondo i piani dell’accordo Sykes-Picot (1916). Lawrence d’Arabia (David Lean, 1962, 7 premi Oscar)
Ha inizio l’epoca dei mandati della Società delle Nazioni. Si trattava di cosiddetti “mandati di classe A”, su aree prima controllate dall’Impero Ottomano, che si riteneva avessero "raggiunto uno stadio di sviluppo in cui la loro esistenza come Nazioni indipendenti poteva essere riconosciuta anche se provvisoriamente soggetta all'assistenza amministrativa di una Potenza Mandataria fino a quando non fossero stati in grado di governarsi da soli". Vennero creati cinque nuovi Stati e posti sotto mandato: Siria e Libano (Francia, 1923); Iraq e Palestina (Gran Bretagna, 1920). Transgiordania (Gran Bretagna, 1922).
Il Libano
La regione del Libano, da sempre centro importante di commerci mediterranei, vive nella seconda metà del XIX secolo un incremento notevolissimo della presenza europea, cui corrispose un risveglio della chiesa maronita* che creò tensioni con altre comunità religiose, in particolare con i drusi**. Nel 1843 gli Ottomani avevano diviso il paese in due distretti, uno settentrionale (maronita) e uno meridionale (druso); poi, nel 1861, decretarono per legge (e per volere delle potenze europee) che il capo del governo dovesse essere un cristiano. * La Chiesa maronita è la chiesa cristiana d’oriente che riprende riti e liturgia della tradizione siriana; prende il nome dal suo fondatore, il siriano S. Marone, che la istituì nel IV secolo, ed è retta da un suo patriarca, che riconosce comunque la Santa Sede. ** I drusi sono sciiti ismailiti. Si costituiscono in Egitto nell’XI secolo, seguaci di al-Darazi, che cominciò a predicare che uno dei califfi fatimidi, al-Hakim, fosse l’incarnazione di Dio. Credono nella metempsicosi e sono monogami.
Il Libano, prima entità prima autonoma dalla Siria e solo in seguito vero e proprio Stato, fu governato sotto mandato da un Alto commissario francese (1923). Nel 1926 il potere politico fu suddiviso fra le diverse comunità religiose: presidente (cristiano), governo (guidato da un sunnita) e parlamento (guidato da uno sciita). Fra il ‘20 e il ‘45 il Libano viene governato sulla base di compromessi continui fra i capi delle varie fazioni religiose (partito del Blocco Nazionale, cristiano maronita, favorevole all’indipendenza ma ostile agli arabi musulmani; il partito del Blocco Costituzionale, musulmano e filosiriano). I continui contrasti venivano puntualmente rafforzati dalla politica francese, con conseguente sviluppo di una rete di clientele e corruzione. Nel 1943 il Libano diviene indipendente: in realtà si trattava di uno Stato debole, creato solo per bilanciare i poteri e le risorse fra le varie fazioni interne.
La Siria
La città di Damasco e tutta la regione siriana erano governate in epoca ottomana da notabili divisi in famiglie rivali, minacciate dalla forte concorrenza commerciale europea. Alla metà del XIX secolo essi videro il loro potere politico ed economico ulteriormente minacciato dal programma modernizzatore (Tanzimat) e dalla azione accentratrice degli Ottomani dopo la breve parentesi della conquista egiziana sotto Muhammad ‘Ali (1831-39). Nei primi anni del XX secolo, la reazione contro la laicizzazione e il forte accentramento dei poteri da parte del governo turco (CUP, 1908) conduce una parte delle élite siriane ad abbracciare le nuove forme di nazionalismo.
Le élite politiche locali conservatrici accettarono in linea di massima il sistema mandatario (1923-1944) e cercarono di sfruttare per i loro interessi specifici il favore delle potenze europee. Ma anche in quest’area, come in Egitto, una nuova intellighenzia, più giovane e colta, spesso occidentalizzata, comincia a rendersi visibile in opposizione alle vecchie classi dominanti e reclama l’indipendenza. Questa generazione più giovane spesso fa parte della casta militare: i giovani ufficiali, provenienti dalle classi medio alte, acquisiscono una posizione dominante nella società mediorientale e ambiscono al potere, appropriandosi dell’ideologia nazionalistica. Citazione p. 105
Altro elemento rilevante anche per la lettura dell’oggi: le potenze mandatarie si adoperarono per acuire, e non per ridurre, le differenze e i conflitti interni etnici e religiosi. Ad esempio in Siria i francesi divisero il paese in base alle etnie che vi abitavano e diedero diverse forme di amministrazione alle varie aree, incentivando le differenze, le discordie e gli scontri. Proprio in Siria il nazionalismo arabo trova in questi anni il proprio acme con la creazione del partito Ba‘ath (Resurrezione), fondato negli anni ‘40 dal cristiano Michel Aflaq e dal musulmano Salah ad-Din Bitar. I concetti chiave sono il concetto classico islamico di qawmiyya (l’appartenenza a un gruppo) e i nuovi concetti, giunti dall’Europa, di unità, democrazia, libertà dei popoli e giustizia sociale. Dopo la seconda guerra mondiale, in Siria (divenuta indipendente nel 1946) il potere politico passerà a queste nuove generazioni militari.
L’Iraq
Nel 1920, dopo un periodo di aspre rivolte locali, gli Inglesi -in qualità di potenza mandataria - decisero di crearvi una monarchia costituzionale, con a capo Faisal (figlio di Husayn d’Arabia): un’élite sunnita e straniera che governava un popolo di sciiti e di curdi. Nel 1932 l’Iraq diviene (solo) formalmente indipendente, ma gli affari esteri e militari rimangono in mano agli Inglesi. Fra la metà degli anni Trenta e l’inizio della seconda guerra mondiale si susseguirono colpi di stato militari e lotte fra fazioni interne. Dal 1939 fino al 1958 governò il giovanissimo Faisal II (1935-1958) con l’aiuto del fido e potentissimo primo ministro Nuri al-Sa‘id. Il colpo di Stato del 1958 pone fine alla monarchia in modo drammatico (uccisione di Faisal a soli 23 anni e di Nuri al-Sa‘id) e salita al potere di un governo repubblicano, che sarà rovesciato nel 1963 dal colpo di Stato dei membri del partito Ba‘ath.
La Giordania
E infine, l’emirato di Transgiordania, creato dagli Inglesi per sistemare l’altro figlio dello shaykh Husayn della Mecca e fratello di Faisal, ‘Abdallah, che fu posto sul trono nel 1922 e governò sino al 1951. Anche qui la proclamazione di una monarchia costituzionale, concessa nel 1928, fu solo formale, poiché gli Inglesi controllavano esteri e esercito. La Transgiordania diviene indipendente come regno di Giordania solo nel 1946, sempre sotto il re ‘Abdallah. Fra il 1948 e il 1950 il suo territorio fu riorganizzato, assorbendo alcuni territori della Palestina e includendo migliaia di palestinesi profughi entro i suoi confini. La storia della Giordania è strettamente legata a quella della Palestina.
La regione mediorientale dopo la 2° guerra mondiale Si sviluppa fra i neonati Stati del Vicino Oriente una visione nazionalistica unitaria. Lotta contro Israele e contro gli intenti imperialistici delle potenze occidentali. Nasce nel 1945 la Lega degli Stati arabi, fortemente voluta dall’Egitto e con sede al Cairo. Negli anni ‘50 il regime nasseriano in Egitto e quello ba‘athista di Siria e Iraq dominano la scena politica con le scelte a livello internazionale e con le loro rivalità interne. Si tratta di regimi militari, centralisti, socialisteggianti, laici. Stati Uniti e Unione Sovietica iniziano una competizione per il predominio su queste aree. In risposta al Patto di Baghdad (Iraq e Turchia, poi Iran e Pakistan, firmano nel 1955 il Patto fortemente voluto da USA e GB in funzione anticomunista), si avrà la Conferenza dei Paesi afroasiatici a Bandung nel 1955 e infine la Conferenza di Belgrado nel 1961 con la quale nasce il movimento dei Paesi non allineati (Tito, Nehru e Nasser ne sono i leader principali).
Gli sviluppi del partito Ba‘ath: Siria e Iraq In Siria, dopo il fallimentare tentativo di unione con l’Egitto (R.A.U.,1958-63), il partito Ba‘ath (che era stato costituito nel 1947) conquistò il potere nel 1963 con un colpo di Stato. La componente alauita (alawita*) in questi anni assume una rilevanza politica notevole, anche perché per decenni aveva goduto di una politica assolutamente favorevole da parte della potenza mandataria, la Francia. Con la salita al potere nel 1970 di Hafez al-Assad, padre di Bashar, di famiglia alauita, questi ultimi assumono ancora più potere e si sviluppa un’opposizione di matrice religiosa, guidata dai FM siriani. L’opposizione degli ‘ulama’ sunniti contro contro il regime di Assad caratterizzerà i decenni successivi della storia della Siria e culminerà con la strage di Hama nel 1982, quando la repressione governativa contro la ribellione della roccaforte dei FM causò un numero imprecisato di morti (fra i 7000 e i 35.000). *Sono sciiti storicamente discendenti da sette come quella dei Nusayri o Ansariyya. Sono considerati eretici perché deificano la figura del cugino e genero del profeta,‘Ali.
In Iraq il potere viene assunto nel 1958 da un gruppo di giovani ufficiali dell’esercito, che giustiziano il re Faisal II, aboliscono la monarchia e instaurano una dittatura militare vicina al partito comunista iracheno. Il loro leader Qassim fu poi rovesciato nel 1963 da un colpo di Stato del partito Ba‘ath, e qualche anno dopo emergerà in questo contesto la figura di Saddam Huseyn, che mantenne ben saldo il potere sino alla sua caduta (1968-2003). Il regime, che poggiava sull’esercito e che fu fautore di imponenti nazionalizzazioni, godeva solo dell’appoggio di una minoranza sunnita (regione di Tikrit) ed era ostile alle componenti sciita e curda del paese (situazione rovesciata rispetto alla Siria). Si sviluppò anche qui una forte opposizione religiosa, in particolare sciita, fortemente repressa. Nel 1980 l’Iraq - appoggiato dall’Occidente – attacca l’Iran khomeinista (la guerra terminerà nel 1988). Nel 1990l’Iraq attaccherà il Kuwait, nel vano tentativo di annetterlo (cosiddetta prima guerra del Golfo) ma verrà sconfitto in breve da una coalizione di 35 Stati capeggiata dagli USA (operazione Desert Storm).
Il Libano ha drammaticamente vissuto anni di guerra civile dal 1975 al 1990, che vede schierarsi due coalizioni contrapposte, una dominata dalle milizie dei cristiano-maroniti di Gemayel; l’altra dal partito socialista progressista druso di Jumblatt, che appoggiava i palestinesi. Nel 1982 Israele interviene nel sud del Libano (operazione pace in Galilea) e da quel momento la presenza della Siria nel Paese si è rafforzata. In Giordania, il re Husayn rimane saldamente al potere dal 1952 (dopo il brevissimo regno del padre Talal), fino alla morte (1999) grazie al carisma della discendenza profetica (hashemita) ma anche grazie al forte appoggio che inizialmente ebbe dagli Inglesi. Governa uno stato conservatore e decisamente filo-occidentale. Gli succederà il figlio ‘Abdallah II, tuttora al potere.
La questione palestinese Dopo la prima guerra mondiale la Società delle Nazioni ratificò il mandato della GB sulla Palestina al fine di favorire la creazione di una “national home” per gli Ebrei. Le aliyah ebraiche fecero crescere il numero degli ebrei residenti in Palestina in maniera esponenziale, anche prima della Shoah (nel 1939, già mezzo milione di ebrei). Si crea un movimento di opposizione palestinese e più in generale arabo, forte ma frammentato: 1920, Comitato esecutivo arabo; 1922, Consiglio musulmano supremo, entrambi guidati dal mufti di Gerusalemme Amin al-Husayini. Negli anni Trenta emerge una opposizione di massa e armata: ‘Izz al-Din al-Qassam elabora un’ideologia basata sul jihād e sulla figura del martire per la causa (shahīd), alla base delle grandi rivolte arabe del 1936-39.
Le rivolte furono sedate dagli Inglesi che assunsero il diretto controllo del territorio. Nel 1939: pubblicazione del Libro Bianco degli Inglesi per limitare l’immigrazione ebraica in Palestina. Gli ebrei sionisti, soprattutto dopo la tragedia della Shoah, si oppongono violentemente a questo cambiamento della posizione inglese e scatenano attentati terroristici contro la potenza mandataria. Nel 1947 la GB rassegna il suo mandato e le Nazioni Unite stabiliscono di dividere la Palestina in due Stati (risoluzione 181 dell’ONU), uno ebraico e l’altro arabo. La Lega degli stati arabi rifiuta. 1948: autoproclamazione dello Stato di Israele (14 maggio): il regno di Giordania (divenuto indipendente nel 1946) ingloba porzioni della Palestina a est del Giordano e l’Egitto assume il controllo della piccola striscia di Gaza.
Dal 1967 la causa palestinese viene rappresentata dall’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), nata nel 1964, una coalizione di gruppi di cui da sempre fa parte la formazione al-Fatah (La vittoria), guidata da Yasser Arafat. Arafat diventerà l’incontrastato leader dell’OLP fino alla morte (11 novembre 2004). Le azioni, spesso violente, dell’OLP hanno scatenato ripercussioni anche negli stessi paesi arabi vicini che ne temevano conseguenze negative sulla stabilità interna e sul controllo politico della popolazione: nel settembre (“settembre nero”) 1970 la Giordania massacra ed espelle migliaia di profughi palestinesi e scaccia dai suoi confini il vertice operativo dell’organizzazione, che si rifugia in Libano.
Durante la guerra civile libanese, Israele invade il sud del Libano (Operazione “Pace in Galilea”, giugno 1982) e, pochi mesi dopo, alla periferia di Beirut, si compì uno dei massacri più atroci della storia del Vicino Oriente, la strage dei campi profughi di Sabra e Chatila (circa 3.500 vittime civili, settembre 1982). La strage viene compiuta come ritorsione, da parte delle falangi maronite e con la “supervisione” dell’esercito israeliano, per l’uccisione del presidente libanese Bashir Gemayel da parte dei servizi segreti siriani. La leadership dell’OLP, che aveva sede in Libano, era appena stata evacuata.
Gli Stati della penisola arabica La penisola arabica è stata, nel periodo che stiamo considerando, piuttosto marginale rispetto al corso degli eventi. L’Islam ha costituito un fattore fondamentale per l’unificazione dei vari gruppi tribali e clan che hanno costituito i vari regni e confederazioni dell’area. I vari sovrani hanno sempre rivestito un forte ruolo religioso e la funzione degli ‘ulama’ non è stata sminuita dal passare del tempo. Solo nella seconda metà del XX secolo si è dato inizio a timide riforme sia in campo politico che cultural-religioso. La scoperta del petrolio, alla fine degli anni Trenta del XX secolo, ha modernizzato (e traumatizzato) società tradizionali ed economie poverissime.
Lo Yemen
Lo Yemen L’islamizzazione dello Yemen coincide con l’arrivo di un imām zaidita* di nome Yahya, che lì si rifugiò e inaugurò una dinastia che governò quasi ininterrottamente dall’893 fino al 1962, pur con ramificazioni e denominazioni diverse, anche se sotto la formale sudditanza all’impero ottomano. Lo Yemen si divide, sin dal secolo XIII, in una parte meridionale, di orientamento religioso sunnita, e una settentrionale, sciita: questo segnò una profonda divisione che fino a tempi recenti ne ha segnato la storia. Nel XIX secolo lo Yemen si divise fra una parte ottomana al nord e una sotto protettorato britannico a sud (1839). Lo Stato rimase abbastanza isolato dal resto del mondo arabo e dai processi di modernizzazione, almeno fino agli anni Cinquanta. *Gli zaiditi sono un ramo degli sciiti che si stacca dal gruppo dei duodecimani fermandosi al quinto imām della catena, Zayd, e proseguendo poi con una diversa successione. Non considerano gli imām divini, ma solo infallibili.
Lo Yemen del nord entra nell’orbita di influenza dell’Egitto nasseriano e dal 1956 stabilì rapporti con l’Unione Sovietica. Nel 1958 fu proclamata l’effimera unione fra RAU e Yemen, che fallì tre anni dopo. Nel 1962, infine, un colpo di Stato guidato da ‘Abdallah Sallal, rovesciò il plurisecolare potere zaidita. Il governo repubblicano era appoggiato dall’Egitto e osteggiato dall’Arabia Saudita. Solo nel 1967 cessò il conflitto fra i due contendenti esterni e si stabilì un governo di larghe intese, a sua volta rovesciato nel 1974 da un altro colpo di Stato, che di fatto proseguì sulla strada del precedente, cercando di mantenere una certa apertura sia verso l’Egitto che verso l’Arabia Saudita.
Lo Yemen del sud diventa una colonia della Corona degli Inglesi (1939), molto interessati al porto di Aden. Si sviluppa una forte opposizione che costringerà gli Inglesi - fra il 1962 e il 1967 - ad andarsene. Verrà proclamata la Repubblica Popolare dello Yemen del sud (1967), poi Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (1969), fortemente improntata all’ideologia marxista-leninista, governata da un partito unico, il Fronte nazionale. L’islam tuttavia continua ad essere religione di Stato. I due Yemen si sono riunificati nella Repubblica Unita dello Yemen nel 1990, governata in maniera assolutistica da ‘Ali ‘Abd Allah Saleh (che governava già sullo Yemen del Nord al 1978), che ha ceduto il suo potere solo nel febbraio del 2012, costretto dalle recenti rivolte.
L’Arabia Saudita Dopo il patto di alleanza con il predicatore Ibn ‘Abd al-Wahhab nel 1745, Ibn Sa‘ud, capo di un piccolo Stato nel centro della penisola arabica, comincia a conquistare le tribù vicine presentandosi come paladino di un rinnovato messaggio religioso di purificazione e unificazione tribale. Nel 1773 conquista Riyad (che diventerà molto tempo dopo la capitale del futuro Stato); nel 1803 i suoi successori conquistano La Mecca, ma vengono ricacciati indietro da Muhammad ‘Ali, inviato dagli Ottomani, che ne distrugge il nascente Stato. Solo nel 1902 la città di Riyad venne riconquistata da ‘Abd al-Aziz, che riuscì a unificare la gran parte delle tribù dell’Arabia centrale e orientale, impadronendosi anche della regione dell’Hijaz e dei Luoghi Santi. Egli si proclamò sultano del Nejd nel 1921. Nel 1932 nasce l’Arabia Saudita, che farà del puritanesimo oltranzista wahhabita la sua ideologia di Stato.
La scoperta del petrolio porterà l’Arabia Saudita ad arricchirsi enormemente, in particolar modo dopo la decisione dell’embargo petrolifero del 1973, presa come reazione dopo la guerra arabo-israeliana dello stesso anno. La modernizzazione economica non ha tuttavia intaccato il forte conservatorismo religioso dell’ideologia di Stato, il wahhabismo. Tuttavia, sia in seno alla stessa famiglia reale che nelle fasce più alte della società, è presente una tendenza più aperta e moderatamente modernizzatrice. Lo Stato è governato attraverso un Consiglio familiare, il Majlis e non prevede elezioni politiche, ma solo municipali, allargate alle donne solo nel 2015. Oggi la dinastia custode dei Luoghi Santi è uno dei più fidi alleati degli Usa e dell’Occidente in generale.
Gli Stati del Golfo Persico (Bahrein, Kuwait, E.A.U., Oman, Qatar)
Infine, i ricchissimi Stati del Golfo Già nel 1798 gli Inglesi siglarono il primo di una lunghissima serie di trattati che stabilì la loro predominanza nella navigazione nel Golfo Persico e la loro incontrastata influenza, che durò fino agli anni Settanta del XX secolo, quando i singoli Stati del Golfo divengono indipendenti. Il Kuwait ottenne per primo la sua indipendenza nel 1961 ed è ancora oggi governato dalla famiglia al-Sabah con un sistema di governo tradizionale parzialmente riformato. Gli Stati della “Costa dei pirati” vennero trasformati in Stati della Tregua e poi in Emirati Arabi Uniti (il più importante è Dubai) nel 1971. Il Bahrein, un arcipelago composto da 33 isolotti, è governato dalla dinastia al-Khalifa dalla fine del Settecento; ha ottenuto l’indipendenza nel 1971, e presenta una società civile più vivace e un sistema politico più aperto. Infine, l’emirato del Qatar e il sultanato dell’Oman, sono entrambi indipendenti dal 1971.