Storia del CLIL E RIFERIMENTI NORMATIVI CLIL Content and Language integrated Learning APPRENDIMENTO INTEGRATO DI LINGUA E CONTENUTO Storia del CLIL E RIFERIMENTI NORMATIVI
CLIL: Content and Language integrated Learning L’approccio CLIL in Europa e in Italia si sviluppa prima di Maastricht con l’introduzione di interventi legislativi calati dall’alto (top-down) con cui, soprattutto in regioni a statuto speciale, si incoraggia l’uso di più lingue contemporaneamente. (plurilinguismo scolastico, Genesee:1987).
In seguito al trattato di Maastricht si inizia a parlare di lingua straniera veicolare intendendo appunto l’utilizzo su larga scala di una lingua moderna per trasmettere conoscenze diverse da quelle linguistiche (scientifiche, professionali, ecc.) A partire dal 1995 a questo processo legislativo se ne affianca un altro che nasce dal basso (bottom-up) e che propone una gran varietà di modelli educativi atti a promuovere la diffusione dello studio di 3 o più lingue straniere contemporaneamente (ex: Scuole europee di Parma e Varese).
Numerosi sono gli studi pubblicati sul tema: Baker:1996, Cummins:1996, Marsh:1997, Cenoz, Genesee:1998, Balboni: 1999, Masih:1999, Ricci Garotti:1999,2000, Swain: 2001.
Nella raccomandazione 98/6 del Consiglio d’Europa si legge che, per un più esteso plurilinguismo, si suggerisce di “incoraggiare l’uso delle lingue straniere per l’insegnamento delle materie non linguistiche (per esempio, la storia, la geografia, la matematica)”. Ed ancora negli scenari del QRE: “ridurre l’insegnamento formale della prima lingua straniera per usarla invece su basi regolari oppure occasionali per l’insegnamento di un’altra materia..”. L’European Centre for Modern Languages di Graz pubblica due report sul tema Bilingual Education in Secondary Schools: Learning and Teaching Non-Language Subjects Through a Foreign Language, mentre nel Libro Bianco del 1995 della Commissione Europea si legge:
“Si potrebbe argomentare che studenti della scuola secondaria dovrebbero studiare certe materie attraverso la prima lingua straniera appresa, come si fa nelle scuole europee ..” Notevoli sono anche, nel corso degli anni, i convegni e le pubblicazioni su tematiche CLIL: • EURYDICE, 1999 ; • DAVID MARSH, 2002; • THE CHANGING EUROPEAN CLASSROOM, 2005; • COMMISSION OF THE EUROPEAN COMMUNITIES,2005;
IN ITALIA LO SVILUPPO DELL’INSEGNAMENTO VEICOLARE DELLE LINGUE STRANIERE È FAVORITO : Dalla legge sull’autonomia scolastica. Il Decreto 3 settembre 2002, Art.4, Comma 3 recita: Nell’ambito dell’autonomia didattica possono essere programmati, anche sulla base degli interessi manifestati dagli alunni, percorsi formativi che coinvolgono più discipline e attività nonché insegnamenti in lingua straniera in attuazione di intese e accordi internazionali”
Dal Progetto Ministeriale “Lingue 2000” e dal più recente decreto legge del 17/10/05, attuativo della legge 53/03, riguardante il varo del II ciclo della Scuola secondaria, che sancisce che nel 5° anno di tutti i licei l’insegnamento di una disciplina non linguistica è veicolato in lingua inglese (CLIL). Nel liceo linguistico inoltre il CLIL in inglese inizia dal 3° anno, cui si aggiunge il CLIL in lingua 2 a partire dal 4° anno. A tutt’oggi le esperienze in corso sono soprattutto in ambito scolastico, dove esistono numerosi casi di scuole collegate in reti per formare poli di formazione e ricerca permanente:
In Lombardia progetto ALI -Apprendimento Linguistico- Integrato-CLIL: 1999, in Friuli Venezia Giulia (Rete-CLIL: 2000) , in Veneto con l' Università di Venezia “Apprendo in Lingua 2”: 2002, in Piemonte “Lingua, cultura e scienze: apprendimento integrato di lingua e contenuti scientifici”: 2002, in Trentino Alto Adige con l'IPRASE( Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa) e le università di Trento e Venezia (“LI.VE- Lingue veicolari: 2002) e in Emilia Romagna.
Gli istituti universitari coinvolti collaborano a questi progetti fornendo soprattutto una guida scientifica (Coonan: 2002, Langè: 2001,2002, Serragiotto:2003), e formando docenti CLIL, come nel caso del Laboratorio CLIL dell’Ateneo di Venezia e del Corso di perfezionamento post-lauream in Didattica delle lingue moderne. Percorsi di apprendimento in lingua inglese:CLIL, dell'Università "Carlo Bo" di Urbino. Mentre più rari sono i casi di applicazione sistematica del metodo CLIL alla didattica universitaria.
La Riforma Gelmini prevede per i licei linguistici, a partire dall'anno scolastico 2012/13 e cioè dal primo anno del secondo biennio l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica(CLIL), compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie. Dal secondo anno del secondo biennio è previsto inoltre l’insegnamento, in una diversa lingua straniera, di una disciplina non linguistica(CLIL), compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie.
Per tutti i Licei e gli Istituti Tecnici, a partire dall'anno scolastico 2014/15 e cioè all’ultimo anno é previsto l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica(CLIL), compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie. AD OGGI, OGNI SCUOLA PUÒ DECIDERE AUTONOMAMENTE QUALE MATERIA INSEGNARE SECONDO IL METODO CLIL E ANCHE COME ARTICOLARE LA SUDDIVISIONE DELLE ORE TRA INSEGNAMENTO CLIL E INSEGNAMENTO IN LINGUA MATERNA.
Secondo il Regolamento alla Riforma della scuola secondaria superiore (art. 14 approvato il 10/9/2010, ai sensi dell'art. 2, comma 416 della legge 23 dicembre 2007, n. 244), la formazione iniziale degli insegnanti CLIL sarà affidata all'università mediante corsi di perfezionamento. Con il Decreto ministeriale 30 settembre 2011 (pubblicato nella G.U. 299 del 24 dicembre 2011), il Miur ha definito le caratteristiche e modalità di attuazione del percorso universitario finalizzato alla certificazione delle competenze relative all’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica (CLIL).