Il referendum sulla riforma costituzionale
Informazioni generali In Italia si vota domenica 4 dicembre sulla riforma costituzionale già approvata dalla Camera dei deputati e dal Senato I cittadini iscritti all’AIRE riceveranno il plico elettorale come di consueto Anche i cittadini temporaneamente all’estero e non iscritti all’AIRE possono votare. Devono però avere notificato il comune italiano di residenza entro il 2 novembre Non è necessario raggiungere il quorum: la riforma entrerà in vigore se vincerà il SI e verrà respinta se vincerà il NO, indipendentemente dal numero dei votanti.
I nuovi compiti della Camera dei deputati e del Senato Fine del bicameralismo perfetto: La Camera dei deputati e il Senato non avranno più gli stessi compiti. Il Senato rappresenterà le Regioni. I senatori non saranno più 315 ma 100 e verranno scelti tra sindaci e consiglieri regionali. Non percepiranno uno stipendio per ricoprire la carica di Senatore, ma saranno comunque obbligati a partecipare alle sedute dell’assemblea. Il Senato concorrerà, assieme alla Camera dei deputati, solo all’adozione delle leggi che riguardano la Costituzione, i referendum popolari, la legislazione elettorale nonché le decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione europea. Solo la Camera dei deputati potrà dare (e togliere) la fiducia al Governo e adotterà le leggi ordinarie. Il Senato potrà chiedere di esaminare un disegno di legge, ma sarà la Camera dei deputati ad approvarlo in via definitiva. Il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di pronunciarsi entro 70 giorni su provvedimenti «essenziali per l’attuazione del programma».
Camera dei deputati e Senato, cosa cambia Saranno Senatori a vita solo gli ex Presidenti della Repubblica. Le persone che si sono distinte per altissimi meriti in campo scientifico, artistico e sociale resteranno in carica solo per 7 anni. La Circoscrizione Estero sarà istituita solo per la Camera e non per il Senato, che rappresenta unicamente le Regioni. La seconda carica dello Stato non sarà più il Presidente del Senato, ma il Presidente della Camera dei deputati.
Competenze dello Stato e delle Regioni Lo Stato si occuperà dei problemi di importanza nazionale: tutela e sicurezza del lavoro, scuola, turismo, reti di trasporto e navigazione, porti e aeroporti, produzione e distribuzione dell’energia. In casi eccezionali (ovvero tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica) e su proposta del Governo, lo Stato può servirsi della «clausola di supremazia» statale e legiferare in materia di competenza delle Regioni.
Le motivazioni del Sì Diminuzione del numero dei parlamentari e quindi minor costo del Parlamento Fine del bicameralismo perfetto e quindi snellimento della procedura legislativa che attualmente richiede sempre l’approvazione sia della Camera dei deputati che del Senato Abolizione del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), ritenuto un ente inutile e costoso Soppressione effettiva delle Province che già sono state svuotate delle loro funzioni Il Parlamento avrà l’obbligo di discutere le leggi di iniziativa popolare mentre attualmente ne ha solo la facoltà Il quorum per il referendum abrogativo viene abbassato (e quindi potrà svolgersi più facilmente) se il referendum è stato richiesto da 800.000 elettori Ci sarà una chiara divisione fra competenze regionali e statali, mentre attualmente ci sono molte competenze concorrenti, fonte di frequenti ricorsi alla Corte costituzionale Verranno introdotti referendum propositivi e d’indirizzo, con cui i cittadini verranno consultati su temi specifici al fine di creare nuove leggi, che attualmente non sono previsti Le leggi elettorali verranno sottoposte alla Corte Costituzionale prima del voto
Le motivazioni del No Rimarranno comunque conflitti di competenza fra Stato e Regioni La riduzione dei costi è solo del 20% Aumento del numero di firme da 50.000 a 150.000 per i disegni di legge di iniziativa popolare La funzione legislativa sarà più complicata perché in molti casi interverrà anche il Senato con modalità diverse Ambiguità sul metodo di elezione dei Senatori La legge è stata fatta da un Parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale Accentramento di potere nell’esecutivo: La legge elettorale vigente (Italicum) assegna la maggioranza assoluta dei seggi della Camera dei deputati (340 su 630) alla lista che abbia ricevuto almeno il 40% dei voti al primo turno o la maggioranza al ballottaggio. Poichè la riforma costituzionale prevede che sia solo la Camera dei deputati a dare o togliere la fiducia al Governo e ad eleggere una parte dei membri del Consiglio superiore della magistratura, si teme che venga messo a rischio il sistema di pesi e contrappesi.
Fonti Comitato per il No: «Le ragioni del No» http://media.wix.com/ugd/14a30c_40e29a7edc7a4bea8394cd59c42f6371.pdf Basta un Sì: «La riforma costituzionale articolo per articolo» http://www.bastaunsi.it/la-riforma-costituzionale-articolo-articolo/ Camera dei Deputati: «La riforma costituzionale» http://documenti.camera.it/leg17/dossier/pdf/ac0500n.pdf Senato: «Riforma del titolo V» https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DOSSIER/760034/index.html?part=dossier_dossier1-sezione_sezione11- h1_h17 La Repubblica: «Scheda / La nuova Costituzione e il nuovo Senato» http://www.repubblica.it/politica/2015/10/13/news/scheda_riforma_costituzione_senato_ddl_boschi_solo_testo- 124904893/ Governo.it: «La riforma costituzionale» http://www.governo.it/approfondimento/la-riforma-costituzionale/4153