Crescita in economia aperta - Il modello di Solow per una piccola economia aperta Vantaggi e svantaggi della globalizzazione finanziaria in una prospettiva di lungo periodo Materiali per lo studio: Sorensen Whitta Jacobsen “Introducing advanced macroeconomics” cap.4 pp. 91-118. + slide delle lezioni
Mobilità dei capitali, risparmio e investimento Come sappiamo, in un’economia chiusa, l’unica fonte di finanziamento per l’investimento nazionale è il risparmio nazionale: St – It = 0 Se i flussi internazionali di capitali sono modesti, questa è una buona approssimazione anche per un’economia aperta. Invece in un’economia aperta con mobilità dei capitali: St – It = esportazioni nette di capitali finanziari = saldo del conto corrente Se It>St ci sarà un’importazione netta di capitali finanziari e un deficit di conto corrente. Se It<St ci sarà un’esportazione netta di capitali finanziari e un avanzo di conto corrente
Il vincolo di bilancio intertemporale di un’economia aperta In altri termini, in un’economia aperta senza restrizioni ai flussi internazionali di capitali il risparmio nazionale può essere usato o per aumentare lo stock di capitale produttivo nazionale o per accumulare attività finanziarie estere. Indicando con Ft le attività finanziarie estere nette ( ovvero la posizione patrimoniale netta sull’estero, la differenza tra attività e passività nei confronti dell’estero) con (Kt) lo stock di capitale produttivo e con il tasso di deprezzamento possiamo scrivere vincolo di bilancio intertemporale di un’economia è:
La ricchezza nazionale in economia aperta Mentre in un’economia chiusa la ricchezza nazionale coincide con lo stock di capitale, in un’economia aperta la ricchezza nazionale è data dalla somma dello stock di capitale produttivo e della posizione patrimoniale netta sull’estero (le attività finanziarie estere nette, ovvero la differenza tra attività verso l’estero e passività verso l’estero). (*) Ricchezza nazionale Posizione netta sull’estero (attività estere nette) Ft =PPNEt= At-Pt Stock di capitale Se parte dello stock di capitale Kt è di proprietà estera, esso entrerà in Ft con segno negativo (tra le passività verso l’estero). Il risparmio nazionale aumenta la ricchezza nazionale attraverso l’accumulo di capitale o attraverso l’accumulo di attività finanziarie estere nette. Dato il vincolo temporale e la (*) abbiamo:
il modello di Solow per una piccola economia aperta Possiamo ora provare a ragionare sugli effetti dell’apertura dei mercati finanziari avendo riguardo alla crescita di lungo periodo. Studieremo un modello di crescita Solow esteso per tener conto dei flussi internazionali di capitali. Ci focalizzeremo sull’accumulazione di ricchezza nazionale e sui movimenti di capitale (piuttosto che sull’accumulazione di capitale). Trascureremo del tutto il commercio internazionale. Per semplicità trascureremo del tutto il progresso tecnico (ma l’analisi può facilmente essere estesa per tenerne conto) Domanda centrale alla quale vogliamo cercare di rispondere: quali sono benefici e costi della mobilità dei capitali in una prospettiva di lungo periodo?
Piccola economia aperta… Piccola: L’economia considerata ha un’influenza trascurabile sull’economia mondiale. In particolare, il risparmio e l’investimento interni non hanno effetto sul tasso di interesse internazionale. Aperta: Assumiamo che le merci e i capitale siano liberi di muoversi liberamente tra i confini internazionali, mentre assumiamo che non ci sia mobilità del lavoro. Perfetta mobilità dei capitali: Non ci sono barriere ai movimenti di capitali. L’arbitraggio avviene istantaneamente e senza costi e assicura che il rendimento reale del capitale nazionale sia pari al rendimento reale dell’investimento all’estero. Questo significa che il tasso di interesse interno è determinato dal tasso di interesse internazionale, su cui l’economia in questione non ha influenza. Perfetta mobilità delle merci: Non ci sono barriere alle importazioni ed esportazioni, i beni nazionali ed esteri sono perfetti sostituti. Quindi il prezzo dei beni nazionali deve essere pari al prezzo determinato sui mercati internazionali (+ eventualmente i costi di trasporto). .I prezzi dei beni esportati e importati sono quindi dati esogenamente dall’estero, ovvero il rapporto tra livello dei prezzi interno ed estero è fissato esogenamente; per semplicità lo poniamo =1. Questo equivale ad assumere che tutte le economie del mondo producano lo stesso bene. Con questa ipotesi il modello ovviamente non è in grado di spiegare i flussi del commercio internazionele nè gli aumenti di benessere da esso derivanti: la nostra intenzione è unicamente quella di capire le implicazioni della mobilità internazionale dei capitali per l’accumulazione di rcchezza, e i potenziali benefici (e costi) della mobilità dei capitali.
Il Modello Ipotesi semplificatrice: δ=0 (trascuriamo il deprezzamento) La ricchezza interna è pari alla somma dello stock di capitale e delle attività estere nette : Il vincolo di bilancio intertemporale con δ=0 diventa: Il capitale investito sul mercato internazionale rende un tasso di interesse costante . Se indichiamo con Yt la produzione e reddito interni (il PIL), il reddito nazionale (o PNL), Ynt , sarà pari a:
Come nel modello base di Solow, la produzione aggregata è data da: Il risparmio nazionale è una frazione costante, s, del reddito nazionale: La forza lavoro cresce a un tasso costante pari a n: La massimizzazione del profitto su mercati concorrenziali implica che le produttività marginali del capitale e del lavoro sono pari, ai prezzi reali dei due fattori, pari rispettivamente a rt and wt, dove rt è il tasso di interesse interno. Poichè in una piccola economia aperta il tasso di iteresse interno è pari al tasso internazionale ( ), e data la funzione di produzione, abbiamo quindi che: e Produttività marginale del capitale: Produttività marginale del lavoro:
Il modello completo: 1. Parametri: B, α, s, n _ Variabili esogene: r Variabili endogene: Vt, Lt, Ft, Kt, Yt, wt, Ynt ,St, 2. dato 3. 4. variabili predeterminate in t: variabili endogene che sono date dall’accumulazione passata e dall crescita della forza lavoro. (a differenza delle altre variabili endogene le variabili predeterminate non possono aggiustarsi in t) 5. dato 6. 7. 8.
I legami dinamici del modello Predeterminate: Vt e Lt 1. Dato Lt, trova Kt dalla 7. dato Dati Vt e Kt trova Ft dalla1. 2. Dati Kt e Lt trova Yt dalla 4. e wt dalla 8. 3. Dati Yt e Ft trova Ynt dalla 3. 4. Dato Ynt trova St dalla 6. Trova Vt+1 dalla 2. (dato St ). 5. dato Trova Lt+1 dalla 5. 6. E riparti da capo! 7. 8. Dati i valori iniziali di V0 and L0 il modello produce il sentiero temporale di tutte le variabili endogene per ogni t= 1,2,3, …
Analisi del modello Consideriamo le variabili in termini pro-capite : Date le equazioni 7 e 8: quindi : e L’espressione del reddito nazionale pro capite può quindi essere riscritta come: Il reddito nazionale pro capite è pari alla somma del salario e dei rendimenti della ricchezza nazionale pro capite!
La dinamica dello stock di capitale Aggiustamento immediato di k, senza dinamica di transizione! Attraverso importazioni/esportazioni di capitale, il capitale pro capite kt si aggiusta in ciascun periodo al livello per cui la sua produttività marginale è pari al tasso di interesse mondiale: _ Se k<k* così che f’k>r, il rendimento delle attività nazionali è superiore al rendimento delle attività estere: con perfetta mobilità dei capitali ci sarà un’importazione di capitale dall’estero (afflusso di capitali) , che aumenterà immediatamente k fino al livello k*. L’opposto avviene se k>k* . Analogamente, yt = ktα and wt = (1-α) yt si aggiustano immediatamente : E il rapporto capitale prodotto deve aggiustarsi anch’esso a : La costanza del capitale pro capite e del PIL pro capite (kt e yt) implica che lo stock di capitale Kt e il PIL Yt cresceranno a un tasso costante e pari al tasso di crescita della forza lavoro. Questo avviene immediatamente, senza alcun aggiustamento dinamico.
Poiché lo stock di capitale cresce al tasso costante n abbiamo che: Kt+1 = (1+n)Kt e quindi It = Kt+1 – Kt= nKt. Quindi il tasso di accumulazione del capitale fisso It/Kt, si aggiusta immediatamente al livello costante n: (It/Kt) = n Quanto al tasso di investimento, It /Yt = nKt /Yt , data l’espressione del rapporto capitale prodotto, (Kt /Yt )* =( k*/y*) = α / r , Si aggiusterà immediatamente al livello: Si noti come il tasso di accumulazione di capitale fisico sia indipendente dal tasso di risparmio! Quindi, se le differenze tra paesi nel rapporto St/Yt dipendono principalmente da variazioni del tasso di risparmio s, il modello di Solow per la piccola economia aperta suggerisce che il parametro α1 nella regressione di Feldstein-Orioka dovrebbe essere zero!
Queste proprietà del modello sono totalmente diverse da quelle del modello di Solow per l’economia chiusa. In economia chiusa: il capitale pro capite, il prodotto pro capite e rapporto capitale prodotto (kt/yt = Kt/Yt) convergono solo gradualmente ai loro livelli di stato stazionario. il capitale pro capite, il prodotto pro capite e rapporto capitale prodotto(kt/yt = Kt/Yt)), dipendono dal tasso di risparmio s. In economia aperta: - il capitale pro capite, il prodotto pro capite e rapporto capitale prodotto saltano immediatamente ai loro valori di stato stazionario, e non dipendono dal tasso di risparmio s - Invece di influenzare l’accumulazione del capitale , la propensione al risparmio s, influenza l’accumulazione della ricchezza nazionale
L’equazione dinamica della ricchezza nazionale Diversamente dallo stock di capitale, la ricchezza dipende da s e si accumula solo gradualmente. Dividi per Lt+1=(1+n)Lt e sostituisci l’espressione di S = sYn dalla (6) per ottenere: t Inserisci l’espressione di yn e sostituisci w=w* per ottenere: L’equazione dinamica della ricchezza determina, a partire da un dato valore iniziale v0 , il sentiero temporale di vt . I sentieri temporali del reddito nazionale pro capite (ynt), del consumo pro capite (ct), della posizione netta sull’estero etc. possono essere ricavati di conseguenza: ynt = w*+rvt , ct =(1-s) ynt , ft =vt-k* etc.
costante costante Si noti che, sul piano vt, vt+1 , l’equazione dinamica di v è rappresentata da una retta. Il rendimento della ricchezza addizionale è sempre il tasso di interesse internazionale, a prescindere dallo stock di ricchezza già accumulato. Quindi, mentre il capitale fisico è soggetto a rendimenti decrescenti (produttività marginale decrescente), un aumento Δv della ricchezza corrente comporta sempre lo stesso aumento, pari a rΔv, del reddito nazionale corrente, e lo stesso aumento, pari a srΔv , del risparmio corrente, determinando pertanto lo stesso incremento, pari a (1+sr)Δv/(1+n), della ricchezza nazionale periodo dopo periodo.
Il diagramma di transizione Esiste un equilibrio stabile se: v1 v2 ………
n s La condizione di stabilità . è un’assunzione ragionevole? In un’economia chiusa (Si ricordi il modello di Solow base), il livello di stato stazionario dello stock di capitale (con δ=0) è: e il tasso di interesse di stato stazionario (pari al prodotto marginale di k*) è: n s Poiché il mondo è un’economia chiusa, possiamo assumere che: Sostituendo questa espressione del tasso di interesse internazionale nella condizione di stabilità questa diventa: Che è plausibile, visto che α≈1/3 (ricorda che α èl a quota del capitale sul prodotto)
Variabili chiave in stato stazionario Ricchezza pro capite Per trovare il valore di stato stazionario di v, poniamo vt+1=vt=v* nell’equazione dinamica, e risolviamo per v*, ottenendo: dove Posizione netta sull’estero: Ricordiamo che f* = v* - k* abbiamo appena trovato il valore di v* e, date le espressioni k* e w* (diap.12) segue che: Combinando le espressioni di v*, f* e di k*in funzione di w* otteniamo:
Segue che: dove r*c =αn/s è il tasso di interesse di sato stazionario in economia chiusa Un paese diventa un creditore netto se il tasso di interesse interno di stato stazionario in autarchia è inferiore al tasso di interesse internazionale. Diventa un debitore netto se il tasso di interesse interno di stato stazionario in autarchia è superiore al tasso di interesse internazionale. Intuizione: Se in un paese inizialmente autarchico il tasso di interesse è inferiore al tasso internazionale, un’apertura del mercato dei capitali determina un deflusso netto (esportazione netta) di capitali, e quindi una posizione netta sull’estero positiva (creditoria). Se il tasso di interesse in autarchia è superiore al tasso internazionale l’apertura del mercato dei capitali determina un afflusso netto (importazione netta) di capitali, e quindi una posizione netta sull’estero negativa (debitoria).
Possiamo dire la stessa cosa in altro modo, forse più intuitivo. Poiché e abbiamo che: Quindi, un paese diventa un creditore netto se , cioè se ha una propensione al risparmio relativamente alta. Diventa un debitore netto se , cioè se ha una propensione al risparmio relativamente bassa.
VARIABILI CHIAVE IN STATO STAZIONARIO Reddito nazionale pro capite: Inserendo l’espressione di w* otteniamo: Consumo pro capite : Implicazioni per le politiche strutturali: stimolare più alti valori di B (incentivando il miglioramento tecnologico) e di s/n (incentivando maggiori tassi di risparmio) per ottenere più elevati livelli di reddito nazionale pro capite e consumo pro capite. Questi risultati sono più o meno uguali a quelli per un’economia chiusa, e anche gli effetti quantitativi sono più o meno gli stessi. Sin qui nulla di nuovo...
○ La libera mobilità dei capitali espone un paese dei rischi? Ragionare in economia aperta sin’ora non ha portato a risultati particolarmente interessanti…. Ma le domande cruciali ora sono: ○ L’apertura del mercato dei capitali porta dei benefici all’economia nel lungo periodo? ○ La libera mobilità dei capitali espone un paese dei rischi?
Vantaggi della mobilità dei capitali? Il teorema di base Metodo: Confrontare i livelli di stato stazionario del reddito nazionale pro capite e delle altre variabili rilevanti per un’economia chiusa con i valori per un’economia aperta con perfetta mobilità dei capitali. Risultato : L’apertura dei mercati finanziari determina un livello più alto livello medio del reddito nazionale pro capite, ma la distribuzione funzionale del reddito cambia. In particolare i salari reali cadono in seguito all’apertura se l’economia ha una propensione al risparmio relativamente alta. Qual è l’intuizione?
INTUIZIONE: In autarchia e . Supponiamo che: . Questo significa che: Se un’economia chiusa ha una propensione al risparmio relativamente alta, l’accumulazione di capitale sarà relativamente elevata e (dati i rendimenti decrescenti di k) il tasso di interesse reale sarà relativamente basso Con l’apertura dei mercati finanziari, i capitalisti (proprietari dello stock di capitale) cercherranno di trarre vantaggio del più alto tasso di interesse internazionale ed esporteranno capitali: → deflussi di capitale dall’economia→ riduzione dell’intensita di capitale → aumento della produttività marginale (PM) del capitale e riduzione della PM del lavoro: →il tasso di interesse interno aumenta al livello del tasso internazionale mentre i salari interni diminuiscono L’apertura del mercato dei capitali avvantaggia i capitalisti, grazie a un maggior rendimento della ricchezza, ma svantaggia i lavoratori in quanto i salari reali cadono. (Si noti l’economia con l’apertura diventerà un un creditore netto).
L’opposto accade se in autarchia → Se l’economia ha un tasso di risparmio relativamente basso, il tasso di interesse in autarchia è relativamente alto. L’apertura del mercato dei capitali crea una possibilità di arbitraggio: prendere a prestito sul mercato internazionale e investire nel mercato interno (importazioni di capitale): Afflusso di capitali→ aumento dell’intensità di capitale→ riduzione della PM del capitale e aumento della PM del lavoro → il tasso di interesse interno si riduce a livello del tasso internazionele e i salari reali aumentano. In questo caso l’apertura del mercato dei capitali avvantaggia i lavoratori, mentre svantaggia i capitalisti a causa della caduta del tasso di rendimento della loro ricchezza. (Nota: l’economia diventa un debitore netto) Nel caso limite in cui l’apertura non avrà nessun effetto sui livelli medi del reddito nazionale , né dei salari o del reddito da capitale, secondo il nostro ragionamento.
Dimostrazione che yn*>yc* (non richiesta) Iol modello implica che, a prescindere dalla situazione iniziale, l’apertura del mercato dei capitali aumenta il reddito nazionale pro capite nel lungo periodo. Dimostrazione: Si definisca: Dato che si ottiene:
Dimostrazione che yn*>yc* (non richiesta) x come funzione di ha tre proprietà: 1. If ( ), allora 2. La derivata è pari a zero per 3. La stessa derivata è crescente in se (che è la condizione di stabilità) Ma allora lnx e quindi x raggiunge un minimo globale per ( ) dove ; Per tutti gli altri valori di avremo quindi Fine della prova.
Dimostrazione riguardante w* e wc* (non richiesta) Cnfrontiamo l’espressione del salario ( con δ=0) in economia aperta e chiusa: e Se (il che avviene quando l’economia ha una propensione al risparmio relativamente bassa ( ), abbiamo Se l’economia ha una propensione al risparmio relativamente alta è vero il contrario.
Riassumendo La liberalizzazione dei flussi di capitali tende ad aumentare il reddito nazionale medio pro capite nel lungo periodo, ma diversi tipi di reddito si muoveranno in direzioni opposte (a) Se il tasso di interesse interno iniziale è inferiore al tasso internazionale, l’apertura del mercato dei capitali determina un deflusso di capitali dal paese. I capitalisti nazionali ci guadagneranno, grazie a un maggior rendimento della loro ricchezza, mentre i lavoratori ci perderanno, a causa della riduzione dei salari reali dovuta alla caduta dell’intensità di capitale. Se la ricchezza è equamente distribuita tra i residenti nazionali, il calo nei redditi da lavoro sarà più che compensato dall’aumento nei redditi da capitale per ogni persona. Ma se la distribuzione della ricchezza non è equa (che è quello che accade in pratica) le persone che vivono solo del reddito da lavoro staranno peggio quando un’economia con un alto tasso di risparmio apre il mercato dei capitali. Nota: questa può essere una giustificazione perfettamente razionale del motivo per cui i lavoratori dei paesi relativamente ricchi, con tasso di risparmio relativamente alto, si preoccupano delle conseguenze della globalizzazione …
(b) Se invece il tasso di interesse interno iniziale è superiore al tasso internazionale, l’apertura del mercato dei capitali determina un afflusso di capitali nel paese. I capitalisti nazionali ci perderanno, a causa di un minor rendimento della ricchezza, ma i lavoratori ci guadagneranno, grazie all’aumento dei salari reali dovuto alla caduta dell’intensità di capitale.
Discussione Il nostro teorema base afferma che se i capitali sono liberi di muoversi il reddito nazionale medio di una singola piccola economia aperta sarà maggiore. Segue che se il mondo è formato da un insieme di piccole economie, se ciascuna economia aprisse il proprio mercato dei capitali, tutte le economie ci guadagnerebbero (nel senso che avrebbero un maggior reddito nazionale medio pro capite) Com’è possibile che tutti i paesi ci guadagnino? Da dove deriva l’aumento della torta da dividere? Da un’allocazione globale del capitale più efficiente! Sei prodotti marginali del capitale sono diversi in diversi paesi, si può ottenere un aumento nella produzione e nel reddito globali semplicemente muovendo il capitale dai paesi in cui il suo prodotto marginale è basso ai paesi in cui è alto, senza bisogno di aumentare gli input totali a livello globale…
Discussione In breve, la teoria della crescita suggerisce che la libera mobilità internazionale dei capitali dovrebbe tendere ad aumentare i livelli di prosperità media nel lungo periodo, grazie ad una più efficiente allocazione del capitale a livello globale. Tuttavia, ci sono almeno due avvertimenti: i . Un’economia che apre il mercato dei capitali si espone a shock che un’economia chiusa invece evita: le variazioni dei tasso di interesse internazionale, o shock del tasso di interesse. Quando si tenga conto del rischio paese, e delle fluttuazioni del premio di rischio, l’entità e spesso anche la direzione degli effetti della mobilità dei capitali possono essere messi in dubbio.
Effetti di un aumento permanente del tasso di interesse internazionale Un’economia chiusa non è esposta a shock dei tassi di interesse internazionali. In un’economia aperta con perfetta mobilità dei capitali, invece, che cosa succede se, partendo da uno stato stazionario, il tasso di interesse internazionale aumenta permanentemente? Dalla condizione di arbitraggio (eq. (7)) ) =Bα(Kt/Lt) α-1 . Se aumenta la PM del capitale è inferiore al tasso internazionale, e vi saranno immediatamente del deflussi di capitali finanziari dal paese : Deflussi di capitale → minor intensità di capitale → minor salario reale, minor PIL pro capite e maggior rendimento del capitale interno (si vedano le espressioni di k*, y* e w*). Inoltre, il rendimento della ricchezza nazionale aumenta. * * Effetti sul reddito nazionale ? Il salario reale cade e il rendimento della ricchezza aumenta (sotto la condizione di stabilità); quale sarà l’effetto totale? Come vedremo, ciò dipende dal fatto che il paese fosse inizialmente un debitore netto o un creditore netto. *
Effetti sul reddito nazionale: Passiamo ai logaritmi e deriviamo rispetto al tasso di int. internaz.: Che è la condizione per cui un paese diventa debitore netto con l’apertura dei mercati finanziari! La derivata è negativa se ovvero se Se il paese è un debitore netto (ha una propensione al risparmio relativamente bassa) il reddito nazionale pro capite nel lungo periodo diminuisce in risposta a un aumento del tasso di interesse internazionale Se il paese è un creditore netto (ha una propensione al risparmio relativamente alta il reddito nazionale pro capite nel lungo periodo aumenta in risposta a un aumento del tasso di interesse internazionale Nota: la ricchezza nazionale, v* si muoverà come il reddito nazionale.
In conclusione: Un aumento permanente del tasso di interesse internazionale ha un’influenza negativa sul reddito nazionale pro capite e sulla ricchezza pro capite nel lungo periodo se il paese è un debitore netto, e un’influenza positiva se il paese è un creditore netto I salari e i redditi da lavoro, invece, saranno influenzati negativamente in ogni caso. Se un paese vuole evitare questi ”alti e bassi” associati con gli shock dei tassi di interesse internazionale può scegliere di non liberalizzare i movimenti di capitali.
Rischio Paese Nella realtà gli investitori spesso richiedono un premio di rischio in aggiunta al tasso di interesse internazionale per essere disposti a investire nelle attività finanziarie di una data piccola economia aperta. Tale premio di rischio è soggetto a fluttuazioni, e le variazioni possono essere durature, ad esempio se gli investitori internazionali perdono fiducia in un dato paese Esempio: crisi del Sud Est Asiatico nel 1997-98. I flussi di capitale estero verso le “tigri” asiatiche (Indonesia, Malesia, Corea del Sud e Tailandia) si sono improvvisamente fermati; i paesi non sono più stati in grado di finanziare i loro deficit di conto corrente e sono stati costretti a drastici tagli dei consumi e investimenti interni. Dopo tale perdita di fiducia il premio di rischio richiesto dagli investitori per essere di sposti a finanziare il paese è aumentato enormenente. Esempio: dopo la crisi finanziaria del 2008 gli investitori hanno perso fiducia in molte attività finanziarie e istituzioni finanziarie, e i capitali sono fluiti in misura massiccia verso le attività percepite essere prive di rischio. Per questa ragione i tassi di interesse dei titoli di stato Tedeschi e Statunitensi si sono ridotti a zero mentre allo stesso tempo i premi di rischio in molti altri paesi sono aumentati fortemente, non tanto per una perdita di fiducia nei confronti di un particolare paese, ma come risultato di un’ estrema avversione al rischio di ogni tipo…
Rischio Paese Ora il tasso di interesse che gli investitori richiedono per investire in una data piccola economia aperta è: r+r Dove r è il premio di rischio (che considereremo essere positivo, anche se in linea di principio porrebbe essere negativo, se il paese è considerato particolarmente sicuro) _ Nel nostro modello di Solow per l’economia aperta il tasso di interesse internazionale compare in due equazioni: - La condizione di arbitraggio (eq. 7): r=Bα(Kt/Lt) α-1 - e la definizione di reddito nazionale (eq. 3) Ynt=Yt+rFt . _ _ _ Nella condizione di arbitraggio (7) , r deve ovviamente essere sostituito da r+r _ _ Mentre nella definizione del reddito nazionale (3) r deve essere sostituito da r+r solo de il paese è un debitore netto ( ovvero se Ft<0). Se il paese è un creditore netto, guadagnerà solo r dalle sue attività estere. _ _
Effetti di lungo periodo di un aumento del premio di rischio per un paese debitore Si consideri il caso di un paese debitore netto, inizialmente in un equilibrio di stato stazionario. Quali saranno le conseguenze di lungo periodo di un aumento permanente di r? Questa potrebbe essere la situazione di un paese che si è sviluppato prendendo a prestito, e che pertanto è un debitore netto, in cui qualche evento improvviso causa una riduzione permanente delle aspettative degli investitori riguardo alla performance del paese nel lungo periodo. _ La condizione di arbitraggio (eq. 7) ora è: : r+ r = Bα(Kt/Lt) α-1 _ Pertanto un aumento di r, che aumenta r+ r , avrà esattamente gli stessi effetti che un aumento di r aveva nel modello precedente, e per le stesse ragioni: _ _ r ↑ → r+ r ↑ → deflusso di capitali finanziari→ lo stock di capitale interno diminuisce→ la produzione interna Yt diminuisce→ il reddito nazionale (Ynt=Yt+rFt) diminuisce. Anche i salari reali diminuiscono. _
Effetti per un paese creditore? Gli effetti di un aumento del premio di rischio per un paese creditore netto saranno identici al caso di un paese debitore, visto che la condizione di arbitraggio (eq. 7) è la stessa: i salari, il reddito nazionale e la ricchezza nazionale diminuiranno nel lungo periodo, anche per un paese creditore! Riassumendo: Un aumento del premio di rischio aumenta il tasso di interesse interno e riduce l’intensità di capitale, i salari reali e il reddito nazionale pro capite a prescindere dal fatto che il paese sia inizialmente un debitore o un creditore netto nei confronti dell’estero.
Costi e benefici della mobilità dei capitali: ripensamenti? La storia economica recente suggerisce che le economie emergenti e in via di sviluppo tendono a sperimentare variazioni nelle condizioni del credito intrnazionale rispetto ai paesi avanzati: essi sono più vulnerabili agli umori degli investitori internazionali. Se i rischi associati alle variazioni del premio di rischio non sono troppo seri (e se il livello del premio di rischio-paese non è troppo elevato) un’economia povera con un basso tasso di risparmio potrebbe guadagnarci dall’apertura del mercato dei capitali: la conseguenza dovrebbero essere afflussi di capitali, maggior intensità di capitale e maggiori salari, a beneficio dei lavoratori. Molti economisti hanno visto questo effetto salariale come un’argomentazione fondamentale a favore della mobilità dei capitali, e il trend internazionale è stato infatti quello della liberalizzazione. Tuttavia, ci sono stati molti ripensamenti perchè in molti casi dopo la liberalizzazione si è assistito a un deflusso (invece che un afflusso) di capitali dai paesi poveri!
Ripensamenti sulla mobilità dei capitali: il caso messicano Saldo del Conto Corrente del Messico, e differenziale del tasso di interesse con gli USA Dato l’alto differenziale nei tassi di interesse, tutti si aspettavano enormi flussi di capitali dagli USA verso il Messico (e specularmente un deficit di conto corrente del Messico…) Ma è avvenuto esattamente l’opposto! Il Messico ha cominciato ad avere grossi avanzi di conto corrente nei confronti degli USA, il che significa che i capitali defluivano dal Messico verso gli USA! Nel 1994 gli accordi NAFTA iniziano ad aver effetto (completa liberalizzazione dei flussi commerciali e finanziari che in precedenza erano vincolati).
Ripensamenti sulla mobilità dei capitali: il caso messicano Quando ne ebbero l’opportunità, i ricchi messicani iniziarono a muovere i propri capitali verso gli USA: la (relativamente) povera economia messicana iniziò ad aiutare gli Stati Uniti ad aumentare la propria (già relativamente elevata) intensità di capitale! Con buona pace dei supposti miglioramenti salariali per i lavoratori messicani! Come possiamo spiegare queste osservazioni con il nostro modello? Gli investitori ponevano un premio di rischio così alto sugli investimenti in Messico che, nonostante il tasso di interesse più elevato in Messico, l’investimento negli USA era più attraente! RISCHIO PAESE! La rischiosità percepita dell’investimento in Messico, causata probabilmente anche dalla sfiducia nelle autorità e nelle istituzioni Messicane dell’epoca fu infatti confermata dalla crisi Messicana del 1995 ...
Ripensamenti sulla mobilità dei capitali: il livello del premio di rischio Non solo le oscillazioni del premio di rischio, ma anche la sua costanza a un livello elevato ha importanti implicazioni sugli effetti della mobilità dei capitali In particolare: non è detto che la liberalizzazione del mercato dei capitali beneficerà i lavoratori dei paesi poveri con abbondanza di lavoro attraverso un afflusso di capitali che aumenta l’intensità di capitale e la produttività del lavoro!
Nota: Ovviamente quella del premio di rischio non è l’unica spiegazione possibile. I capitali potrebbero non muoversi verso i paesi più poveri dopo la liberalizzazione dei movimenti di capitale non solo perché il premio di rischio è elevato, ma anche, ad esempio, perché le tecnologie sono inferiori, il capitale umano è inferiore etc., e dunque la produttività del capitale non è affatto più elevata rispetto agli altri paesi…
Tuttavia, i rischi maggiori della libera mobilità dei capitali sono nelle reazioni dell’economia nel breve periodo, e il nostro modello di Solow non può dare una descrizione realistica degli effetti di breve periodo della liberalizzazione dei mercati finanziari e degli shock al tasso di interesse o al premio di rischio. Per esempio, il nostro modello implica che quando l’economia è colpita da uno shock del premio di rischio o del tasso di interesse internazionale i lavoratori subiscono dei tagli salariali, ma almeno rimangono occupati! Ma in pratica un tasso di interesse più elevato nel breve periodo implicherà una riduzione dell’occupazione come conseguenza della riduzione degli investimenti da parte delle imprese e della riduzione della produzione … … analogamente, nel nostro modello le imprese reagiscono a maggiori tassi di interesse riducendo il loro stock di capitale e la produzione, ma rimangono in affari. Tuttavia nella realtà un forte shock al tasso di interesse può causare la bancarotta di molte imprese, e l’investimento si ridurrà di più nel breve periodo che nel lungo priodo.
In breve: poiché il modello di Solow con prezzi pienamente flessibili non consente deviazioni della produzione e dell’occupazione dai loro valori potenziali, non è in grado di catturare il dramma della recessione di breve-medio periodo che tipicamente colpisce un paese a seguito di una crisi finanziaria internazionale.