Appunti per la formazione degli animatori del gruppo Adulti

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Appunti per la formazione degli animatori del gruppo Adulti Compagni Di Strada Appunti per la formazione degli animatori del gruppo Adulti

Struttura del testo Accompagnare le vite adulte nella prospettiva della fede Il responsabile educativo a servizio degli adulti La formazione dell’animatore del settore adulti

Accompagnare le vite adulte nella prospettiva della fede Vuole focalizzare l’attenzione: sul significato del compito educativo nel contesto attuale del mondo adulto sul profilo dell’adulto credente che il settore adulti intende promuovere sulle caratteristiche portanti della proposta formativa del settore adulti e delle sue linee metodologiche

Il responsabile educativo a servizio degli adulti Sposta l’attenzione sulla figura dell’animatore per descriverne il profilo di base e lo stile che trovano il loro senso solo in una logica di responsabilità educativa condivisa.

La formazione dell’animatore del settore adulti Precisa il metodo,gli strumenti ed i contenuti della formazione specifica di un animatore di un gruppo adulti di AC Individua cinque competenze basilari da cui partire per rinnovare l’attenzione formativa verso gli animatori Cura della vita spirituale Cura di relazioni significative Cura del gruppo Cura della progettazione e della verifica Cura della gestione dei momenti formativi

Aver presente ciò a cui si tende: Primo incontro 13 ottobre 2016 La cura della progettazione (scheda 4)

L’animatore deve saper guidare le persone per un tratto ed ha bisogno non solo di mettere bene a fuoco la meta e gli obiettivi, i passi da compiere,ma deve anche essere sempre disponibile a fermarsi per favorire la verifica e, perché no? anche per auto-verificarsi. Deve saper riconoscere l’importanza dei contenuti proposti inserendoli in un percorso costruito ogni anno in ascolto delle persone del proprio gruppo sempre tenendo presenti le domande ed i bisogni della realtà, del territorio e della comunità reale.

Assumere una logica progettuale La logica progettuale guarda avanti È concreta È aperta al cambiamento È riflessiva È collaborativa

La logica progettuale guarda avanti La logica progettuale non ripete, ma guarda avanti. Questo significa non voler cambiare sempre tutto a tutti i costi ma, “pensare”, “ideare” chiedendoci: Su quali aspetti formativi vogliamo lavorare insieme quest’anno? Perché scegliamo proprio questi aspetti? In che modo risultano importanti per la nostra realtà, per il nostro gruppo?

La logica progettuale è concreta Un’idea diventa progetto quando assume contorni precisi. Quindi: Passare dalla generica affermazione di quanto si vuole fare, al costruire un percorso che coniughi idealità e fattibilità Non solo fissare le date, ma pensare ad un percorso Adattare il percorso alle caratteristiche del gruppo

La logica progettuale è aperta al cambiamento Progettare non significa che dobbiamo ingabbiare tutto e prevedere ogni minimo passaggio, ma piuttosto avere chiara una mappa di riferimento ed essere disposti a modificarla a seguito dell’interazione con le persone e di quanto va accadendo.

La logica progettuale è riflessiva La progettazione non si esaurisce nella fase iniziale del percorso ma segue tutto il cammino sapendo aggiustare il tiro e, se il caso, sapendo cambiare. La valutazione e la verifica hanno un ruolo fondamentale permettendo al progetto di non chiudesi in se stesso, ma di assumere sempre uno sguardo prospettico.

La logica progettuale è collaborativa Nel campo formativo si costruiscono percorsi e momenti formativi non “sulle persone”, ma per e con loro: Ciò significa coltivare una specifica attenzione all’ascolto, alla ridefinizione dei passi alla luce del confronto e del dialogo nel gruppo; Significa coltivare spazi dedicati alla valutazione, fatta insieme, del cammino che si sta compiendo.

Alcuni passi… per crescere Dedicare tempo alla progettazione del percorso Non aver paura di cambiare Valutare il percorso che si sta facendo Attenzione alla conclusione “generativa” di ogni tappa

Dedicare tempo alla progettazione del percorso Si tratta di tracciare la finalità del cammino dell’anno avendo ben presente le persone che compongono il gruppo, ed il contesto Immaginare e delineare i passi più importanti che si vogliono compiere assieme al gruppo Ogni tappa non è fine a se stessa, ma parte di un cammino Questo momento di progettazione può essere fatto da soli, ma forse meglio in equipe o assieme ad altri partecipanti al cammino.

Non avere paura di cambiare Non avere paura a cambiare i passi previsti inizialmente alla luce delle richieste (esplicite o meno) che possono emergere dal gruppo

Valutare il percorso che si sta facendo Valutare man mano l’andamento del percorso per verificare se in linea coi fini che ci si è prefissati Può essere utile preparare una scheda di valutazione che permetta di verificare quanto avviene nei vari incontri

Attenzione alla conclusione “generativa” di ogni tappa Curare per ogni tappa una concretizzazione a vari livelli: personale,di gruppo, rivolta alla comunità Provare a dare concretezza a questa domanda: che cosa ha generato il tratto di strada che abbiamo percorso?