Cinema: processi di identificazione

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Transcript della presentazione:

Cinema: processi di identificazione

Proiezione-identificazione nostri bisogni, aspirazioni, ossessioni, desideri, timori si proiettano nel vuoto  sogni o immaginazioni su ogni persona o cosa Fonte prima parte: Edgar Morin, Il cinema o l’uomo immaginario, Milano, Feltrinelli, 1982; © 1956, Paris

Proiezione-identificazione incorpora nell’io il mondo circostante e lo integra affettivamente Il complesso «proiezione- identificazione- transfert» presiede a tutti i fenomeni psicologici di soggettivazione della realtà è sinonimo di partecipazione affettiva

Partecipazione affettiva Cinema: Realtà pratica svalutata eventi non praticamente vissuti Realtà affettiva accresciuta (rispetto alla vita quotidiana) eventi affettivamente partecipati

Partecipazione affettiva Assenza o atrofia della partecipazione motoria, pratica o attiva   intensità della partecipazione psichica o affettiva Partecipazione dello spettatore non potendo esprimersi in azione diventa interiore Transfert spettatore- spettacolo

Film: impressione di realtà 1a PRIMO MOTIVO L’impressione di realtà si basa sulla centralità della PROSPETTIVA di origine umanistico-rinascimentale realizzata tramite la PROFONDITÀ DI CAMPO (PDC), che consente la riproduzione della «normale» percezione visiva dell’occhio umano. Fonti seconda parte: vd. ultime slides :

Film: impressione di realtà 1b Il codice culturale rinascimentale rappresenta uno spazio centralizzato, omogeneo, armonico e organizzato a partire da un unico punto di vista fisso, che coincide con l’occhio di un Soggetto ideale: l’occhio dello spettatore virtuale (Spettatore implicito), colui per il quale tutta la scena è predisposta come un “doppio” del mondo reale, in cui riconoscersi e «proiettarsi»

La prospettiva

La prospettiva

La prospettiva

La PDC

La PDC

La PDC

Film: impressione di realtà 2a SECONDO MOTIVO nella sala cinematografica buia in cui avviene la proiezione, l’occhio di chi guarda il film (Spettatore reale) tende a identificarsi con l’occhio del Soggetto ideale (Spettatore implicito), dal cui punto di vista prospettico viene spazialmente organizzata l’intera rappresentazione.

Film: impressione di realtà 2b Ogni spettatore è messo nella condizione di percepire sé stesso come colui per il quale viene rappresentato tutto ciò che è proiettato sullo schermo: spazio, tempo, vicenda narrata, personaggi e, in particolare, le vicende del protagonista.

Film: impressione di realtà 2c L’immobilità cui è “costretto” lo spettatore, il suo campo visivo quasi completamente impegnato dallo schermo, e da quanto accade su di esso, tendono a riprodurre l’esperienza primaria detta “fase dello Specchio”

Lo «Specchio» (Lacan) Il bambino, nell’età tra i 6 e i 18 mesi circa, raggiunto un elevato sviluppo delle capacità visive, ma avendo ancora capacità motorie ridotte, impara a riconoscersi come soggetto autonomo: vedendo la propria immagine riflessa su superfici speculari, «identifica» se stesso rispetto al resto del mondo e inizia a «costruire» il proprio Io.

Film: lo «Schermo-Specchio» Sulla base di un’analogia tra SCHERMO e SPECCHIO, nel corso della proiezione cinematografica si può realizzare un processo di identificazione/immedesimazione tramite il quale lo spettatore vive “in prima persona” la vicenda del film, con tutte le emozioni che essa suscita.

Impressione di realtà 3 Il film rappresenta la realtà mediante codici di vario tipo e livello differenza tra film e realtà (nessun film è totalmente realistico) Tuttavia la PDC tende a nascondere tale differenza riproducendo la percezione «normale» dando l’illusione della terza dimensione

Film: impressione di realtà Fonti: Marcelin Pleynet, « Economique, idéologique, formel », in Cinéthique, n. 3, 1969 Jacques Lacan, « Le stade du Miroir comme formateur de la fonction du Je telle qu’elle nous est révélée dans l’expérience psychanalytique », in Ecrits, Editions Du Seuil, Paris, 1966 [trad. ital. Scritti, Torino, 1974]

Film: impressione di realtà Fonti: Jean-Louis Baudry, « Notes sur l’appareil de base », in Cinéthique, n. 7/8, 1970 Jean-Louis Comolli, «Technique et idéologie», Cahiers du cinéma, nn. 229-241, 1971-1972