-La mafia: introduzione -giuseppe fava: Vita e omicidio

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Transcript della presentazione:

-La mafia: introduzione -giuseppe fava: Vita e omicidio

La mafia La mafia è un’organizzazione criminale che non si limita a compiere atti illegali, ma punta alla gestione del potere e al controllo del territorio e della società, contando su legami di sangue (infatti si parla di “famiglie mafiose” anche perché molti mafiosi sono imparentati tra loro). Per questo è molto difficile combatterla, perché dietro la mafia c’è una mentalità che cambia e peggiora la società. In molte zone dove la mafia ha potere, ci sono complicità di tanti cittadini che, pur non compiendo niente di illegale, nei fatti difendono o approvano con i comportamenti le azioni criminali della mafia (omertà = il silenzio di chi non denuncia i criminali).

In italia ci sono diversi tipi di mafia,secondo la provenienza regionale: - in Sicilia la mafia locale si chiama Cosa Nostra,molto presente anche negli Stati Uniti(gestisce circa 13 miliardi di euro) -In Calabria troviamo la ‘ndrangheta,diventata ricca con i sequestri di persona,ha un giro d’affari di 44 miliardi di euro( il 2.9 % del PIL italiano) - La Camorra è la mafia che soffoca Napoli e la Campania( riciclaggio del denaro),con un giro di affari di circa 12 miliardi - In Puglia c’è la Sacra Corona Unita, molto indebolita negli ultimi anni. Si ritiene guadagni circa 2 miliardi di euro l’anno

LA VITA Giuseppe fava nasce a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, il 15 settembre 1925. Profondamente innamorato del suo paese natale, durante la sua vita ci ritorna spesso e dedicando pensieri e opere. Negli anni ‘40 si trasferisce a Siracusa per frequentare il ginnasio e il liceo. Sono gli anni della guerra in Sicilia e dedica, a quel soggiorno, bellissime pagine. Dopo gli studi, si trasferisce a Catania e si laurea in giurisprudenza, ma alla carriera di giurisprudenza preferisce quella da giornalista, che inizia come cronista al “Giornale dello Sport” di Catania.

Alla fine degli anni ’50, oltre all’impegno quotidiano, sviluppa una profonda vocazione artistica, letteraria e pittorica. Nel 1960 vince il premio ‘Vallecorsi’ con ‘Cronaca di un uomo’ e, nel 1970, il premio ‘Idi’, con ‘La violenza’, dalla quale Florestano Vancini trae il film di successo ‘Violenza e potere’. Successivamente, pubblica opere di grande maturità e complesso intellettualismo, che consacrano lo scrittore siciliano come acuto testimone del suo tempo e come profondo studioso ed esperto del fenomeno della mafia siciliana. Nel 1982, Fava costituisce, insieme a parte della redazione del ‘Giornale del sud’, una cooperativa radar e registra una nuova testata: ‘I Siciliani’. Affronta diversi argomenti: la devastazione dell’ambiente, la trappola nucleare di Comiso e la lotta alla mafia.

“A che serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare?” È una vita per la verità, quella di Giuseppe Fava, fatta di scrittura, poesia, pittura, ma soprattutto di giornalismo. La sera del 5 marzo 1984, a Catania, la mafia pose fine alla passione e all’amore per la sua Sicilia.

GIORNO DELL’OMICIDIO Quel giovedì, Giuseppe Fava lasciò la redazione alle 21:30 per andare a prendere la nipotina al teatro stabile. Purtroppo non uscì vivo dalla sua Renault 5. Cosa nostra lo freddò con 5 colpi alla nuca. <<lo hanno ucciso perché era troppo intollerabile>>, verso la mafia, spiegherà suo figlio. I ‘Siciliani’, il suo giornale mensile, era pieno di inchieste e denunce, di verità nascoste portate a galla, tanto da diventare il simbolo del movimento anti-mafia. Pochi giorni prima di essere ucciso, venne intervistato da Enzo Biagi, mandando un messaggio molto forte e chiaro: <<i mafiosi stanno in parlamento, i mafiosi sono i ministri, i mafiosi sono i banchieri, i mafiosi sono quelli che, in questo momento, sono i vertici della nazione>>.

Precisò: << Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante>>. Dopo essere diventato un giornalista professionista, Fava iniziò a scrivere su diversi quotidiani. Ma la denuncia di Fava non passava solo per il giornalismo. Ne ‘L’Ultima Violenza’, afferma: << Io mi batterò sempre per cercare la verità, in ogni luogo ove ci sia confronto fra violenza e dolore umano>>.

FAVA FU UCCISO DA COSA NOSTRA FAVA FU UCCISO DA COSA NOSTRA. CON IL TERMINE “COSA NOSTRA” SI INTENDE L’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE DI STAMPO MAFIOSO, NATA IN SICILIA, LA PIU FAMOSA E, FINO ALL’INIZIO DEGLI ANNI ’90, LA PIù POTENTE TRA LE oRGANIZZAZIONI MAFiOSE A LIVELLO INTERNAZIONALE. A LUNGO IDENTIFICATA CON LA PAROLA DI ORIGINE SICILIANA “ MAFIA”, COSA NOSTRA HA GIOCATO UN RUOLO importante E HA AVUTO UN PESO NELLE VICENDE POLITICHE DELL’ITALIA UNITA SIN DALLE ORIGINI, CHE NESSUN’ALTRA ORGANIZZAZIONE MAFIOSA PUò VANTARE. LA MAFIA DI TUTTI I GIORNI SI UNISCE E COLLABORA PORTANDO AVANTI LE SUE ATTIVITà CRIMINALI COME IL NARCOTRAFFICO, L’ESPORTAZIONE ILLEGALE DI ARMI, LA PROSTITUZIONE E IL GIOCO D’AZZARDO, RAPPRESENTANDO UN PROBLEMA PER L’ITALIA, PER L’ORDINE CIVILE DELLA SOCIETA’ E IL QUIETO VIVERE.