L’evoluzione del sistema pensionistico in Italia

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LE RAGIONI DI UN SI’ CONVINTO LE RAGIONI DI UN SI’ CONVINTO.
Advertisements

1 Le pensioni Lezione La spesa pensionistica Fornisce una copertura al rischio sociale di carenza di risorse economiche nella parte finale della.
1 Improving Effectiveness in Social Security Prof. Gennaro Olivieri IESS – Intermediate Workshop Rome - 27 th of November, 2015.
AMMORTIZZATORI SOCIALI Camera del Lavoro di Alessandria 1 AMMORTIZZATORI SOCIALI 24 Giugno 2016.
ANTICIPO PENSIONISTICO A CONFRONTO CON PENSIONE DI VECCHIAIA.
Accordo con il Governo 23 luglio 2007: “Protocollo su previdenza, lavoro e competitività per l’equità e la crescita sostenibili” Aspetti previdenziali.
PENSIONI DI VECCHIAIA Requisito contributivo – A decorrere dal 1° gennaio 2012, i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 possono.
Ufficio Sviluppo e Studi Vita FISCALITA’ NELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE LEGGE DELEGA N° Agosto 2004 D.Legs.5 dicembre2005 n. 252 Savona, 07 Febbraio.
previdenza e mercato del lavoro
LA RETRIBUZIONE.
previdenza complementare
La gestione degli esuberi e sistema previdenziale
COSA E’ CAMBIATO E COSA CAMBIERA’ PER I MEDICI E GLI ODONTOIATRI
Aggiornamento con la legge di stabilità 2017 n. 232/2016
La riforma previdenziale (Legge n
Le politiche pensionistiche
La stagione delle riforme. Prima fase (dal 1992 al 2007)
LE RAGIONI DELLA RIFORMA
Accordo Governo – OO.SS. del 23 luglio 2007 La riforma di tutti
Politica per la famiglia in cifre
Riforme della Previdenza Argomenti
Conferenza stampa: «Busta arancione»
Rapporto giuridico contributivo
Esercizio e Pratica Professionale
Presentazione dei contenuti e degli obiettivi didattici del corso
APE VOLONTARIO DPCM 8 SETTEMBRE 2017.
FONDI PER RISCHI ED ONERI (OIC 31)
APE PER LA SCUOLA I principali punti della Legge di Bilancio 2017
AMMORTIZZATORI SOCIALI
VOGLIAMO RISPOSTE CONCRETE SULLE PENSIONI
Certificati medici online: ALLEGATO STATISTICO
LE NOVITA’ SULLE PENSIONI PER I DIPENDENTI DEGLI ENTI LOCALI E SANITA’
PENSIONE Prestazione pecuniaria vitalizia prevista a fronte dei rischi di vecchiaia nonché a fronte di rischi di invalidità (invalidità previdenziale/invalidità.
Rapporto giuridico contributivo
La convenienza ad aderire dipende:
Fondo pensione PREVILABOR
Il sistema pensionistico
Riforma Monti PONTE A BARGI 23 FEBBRAIO 2012 SEMINARIO PREVIDENZA
IL SISTEMA PENSIONISTICO E LA SUA EVOLUZIONE
2. LA POLITICA PENSIONISTICA
Sicurezza Sociale Il principale strumento è rappresentato dalle
Quando il Medico e l'Odontoiatra
SALA CONVEGNI VEGGIOLETTA
A COSA SERVE LA PIANIFICAZIONE PREVIDENZIALE?
Disciplina delle forme pensionistiche complementari
Previdenza obbligatoria e complementare: conoscere per comprendere, comprendere per scegliere.
B9) Per il personale Salari e stipendi Oneri sociali
PENSIONE Prestazione pecuniaria vitalizia prevista a fronte dei rischi di vecchiaia nonché a fronte di rischi di invalidità (invalidità previdenziale/invalidità.
PATRONATO ACLI VARESE 4/5 NOVEMBRE 2011
L'ENPAF eroga prestazioni pensionistiche a favore degli iscritti e dei loro superstiti prestazioni assistenziali in caso di situazioni bisogno economico.
LE RAGIONI DELLA RIFORMA
Il sistema pensionistico
Una riforma per sostenere lavoratori e famiglie con redditi medi
«TRATTAMENTI PENSIONISTICI» RICONGIUNZIONE - TOTALIZZAZIONE - CUMULO
Riassunto di uso comune
€ – € = € % = € € 500 (gennaio ’07) CASO 3 CONTRIBUENTE CHE HA PROVVEDUTO AL PAGAMENTO DELLE RATE SCADUTE FINO AL
RIASSUNTO DI USO COMUNE
La spesa per le pensioni e per la protezione sociale
CISL PENSIONATI TERNI COME POTER ANDARE IN PENSIONE NEL 2019
«TRATTAMENTI PENSIONISTICI»
LA QUOTA MODULARE DELLA PENSIONE
«TRATTAMENTI PENSIONISTICI»
Capitolo VIII. LE PENSIONI.
Il sistema pensionistico italiano: il primo e il secondo pilastro
FONDI PER RISCHI ED ONERI (OIC 31)
LE PENSIONI IN ITALIA.
TOTALIZZAZIONE (art. 1, comma 76, legge 247/07)
LA RIFORMA DEL SISTEMA PENSIONISTICO Legge n. 247/07
«TRATTAMENTI PENSIONISTICI»
SGRAVIO CONTRIBUTIVO SUI PREMI DI RISULTATO
Transcript della presentazione:

L’evoluzione del sistema pensionistico in Italia

Gli ultimi turbolenti anni della previdenza in Italia A partire dagli anni ’90 la previdenza pubblica è cambiata in modo radicale. In ordine cronologico, ecco le principali novità introdotte in Italia dalle riforme del sistema pensionistico pubblico e contemporaneamente l’evoluzione della previdenza complementare: 1992 Riforma Amato 1995 Riforma Dini 2004 Riforma Maroni 2007 Riforma Prodi 2012 Riforma Monti

Sistema pensionistico fino a dicembre 1992 Pensione circa 80% ultimo stipendio. Il lavoratore iscritto all’INPS riceveva una pensione il cui importo era collegato alla retribuzione percepita negli ultimi anni di lavoro. Con una rivalutazione media del 2 per cento per ogni anno di contribuzione, per 40 anni di versamenti, veniva erogata una pensione che corrispondeva a circa l’80 per cento della retribuzione percepita nell’ultimo periodo di attività lavorativa. Inoltre, la pensione in pagamento veniva rivalutata negli anni successivi tenendo conto di due elementi fondamentali: l’aumento dei prezzi e l’innalzamento dei salari reali. In questa fase esperienze di previdenza complementare sono presenti solo in alcune aziende con apposite polizze previdenziali create per i soli dipendenti delle aziende stesse.

Riforma Dini del 1995 (Legge 335/1995) Dal sistema retributivo si passa a quello contributivo. Differenza retributivo/contributivo nel sistema retributivo la pensione corrisponde a una percentuale dello stipendio del lavoratore: essa dipende, dall’anzianità contributiva e dalle retribuzioni, in particolare quelle percepite nell’ultimo periodo della vita lavorativa, che tendenzialmente sono le più favorevoli; nel sistema contributivo, invece, l’importo della pensione dipende dall’ammontare dei contributi versati dal lavoratore nell’arco della vita lavorativa.

Ante Riforma 1995 METODO RETRIBUTIVO: l'importo della pensione era calcolato sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro. Nella maggior parte dei casi, dal 1992 in poi, il calcolo considerava gli ultimi 10 anni. Secondo tale metodo, chi andava in pensione percepiva mediamente il 70-80% dell’ultima retribuzione.

PENSIONI PUBBLICHE PIU’ BASSE Post riforma 1995 METODO CONTRIBUTIVO:l'importo della pensione è strettamente correlato ai contributi previdenziali versati all'INPS e non più all'ultima retribuzione percepita. Il nuovo metodo di calcolo ha nettamente ridimensionato l’importo che si arriverà a percepire al momento della pensione. PENSIONI PUBBLICHE PIU’ BASSE Presumibilmente la pensione pubblica rispetto all’ultima retribuzione percepita sarà: Dal 50 % al 60 % 6

Chi rientra nel calcolo della Riforma Dini La riforma Dini (L.335/1995) ha introdotto il metodo contributivo. Tale cambiamento non ha però toccato in egual modo tutti i lavoratori. In particolare: Anzianità al 31/12/1995 Metodo di calcolo A chi aveva almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 continuava ad applicarsi il sistema retributivo Almeno 18 anni Retributivo A chi aveva meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 si applicava invece un sistema misto (anche detto pro-rata): retributivo per le anzianità maturate fino al dicembre 1995 e contributivo per le anzianità maturate successivamente Meno di 18 anni Misto Infine, a coloro che avevano cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, si applicava il sistema di calcolo contributivo No anzianità Contributivo

RIFORMA MONTI – FORNERO La nuova regola La principale novità della riforma è l’estensione del metodo di calcolo contributivo a tutti i lavoratori. METODI DI CALCOLO A CONFRONTO Con il metodo contributivo l’ammontare della pensione è commisurato ai contributi versati secondo il principio “più versi, più prendi”. I contributi versati si accumulano su un ipotetico conto corrente previdenziale e sono rivalutati di anno in anno al tasso medio quinquennale di crescita del PIL. Al momento del pensionamento, la somma dei contributi versati rivalutati (il cosiddetto montante dei contributi) è convertita in pensione utilizzando dei coefficienti (i coefficienti di trasformazione del montante in rendita) che dipendono dall’età di pensionamento. In particolare, più elevata è l’età, più alta sarà la pensione. Con il sistema di calcolo retributivo la pensione dipende invece dalla retribuzione media degli ultimi anni di lavoro e dall’anzianità maturata. Prescinde invece sia dall’età, sia dall’ammontare dei contributi versati. Dal primo gennaio 2012 tutte le pensioni (per la quota maturata da quel momento in poi e, dunque, pro-rata) verranno calcolate con il sistema di calcolo contributivo.

Che cosa cambia L’estensione a tutti del metodo contributivo dal gennaio 2012 ha effetti sul calcolo delle prestazioni di coloro che avevano almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. Ad essi spetterà una pensione calcolata secondo il criterio del pro-rata, con applicazione del sistema retributivo alle anzianità maturate fino al 31 dicembre 2011 e del sistema contributivo alle anzianità maturate successivamente. Anzianità fino al 31 dicembre 2011 Anzianità maturata dal 1 gennaio 2012 Calcolo retributivo Calcolo contributivo

Una tabella di sintesi Anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995 Anzianità contributiva maturata fino al 31 dicembre 1995 Anzianità contributiva maturata dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2011 Anzianità contributiva maturata dal 1° gennaio 2012 18 anni o più Calcolo Retributivo Calcolo Retributivo Calcolo Contributivo Meno 18 anni Calcolo Retributivo Calcolo Contributivo Calcolo Contributivo Nessuna anzianità contributiva Calcolo Contributivo Calcolo Contributivo

Le nuove pensioni Sintesi dei requisiti NUOVA PENSIONE DI VECCHIAIA anzianità minima: 20 anni età minima: 66 anni per gli uomini e le dipendenti pubbliche 62 anni per le dipendenti private 63,6 anni per le autonome età massima: 70 anni innalzata con la longevità, sino a raggiungere almeno 67 anni nel 2021 gradualmente innalzata sino a raggiungere i 66 anni nel 2018 PENSIONE ANTICIPATA Anzianità: 42 anni e 1 mese per gli uomini 41 anni e 1 mese per le donne con penalizzazione se età inferiore a 62 anni: -1% per ogni anno di anticipo fino a 2 anni -2% per ogni anno di anticipo oltre i 2 anni gradualmente innalzata di 1 mese nel 2013 e di un ulteriore mese nel 2014

Gli effetti delle riforme Sensibile diminuzione della copertura del I pilastro - Ieri - Domani Da qui la necessità di dotarsi di un secondo pilastro e questo pilastro è certamente la previdenza complementare che consente una volontaria e consapevole gestione delle risorse finalizzata anche a garantirsi un tenore di vita adeguato all’età di pensionamento.