COMPRENDERE L'INTENZIONE DELL'ALTRO: Dott. Massimiliano Petrillo RIELABORAZIONE DEL TEST DI MELTZOFF (REVISIONE DI RENZO, 2007) E SUA APPLICAZIONE NEI BAMBINI AUTISTICI Dott. Massimiliano Petrillo Psicoterapeuta IdO
Disturbi del Neurosviluppo AUTISMO (DSM-V, APA, 2013). Marcata compromissione dell'integrazione socio-relazionale e della comunicazione e presenza di comportamenti ristretti e ripetitivi (DSM-V, APA, 2013). Disturbi del Neurosviluppo Comportamenti anomali e deficitari in aree quali l’interazione sociale, la comunicazione e pattern di comportamento, interessi e attività ristretti e ripetitivi. Il ritardo in una di queste aree o nell’utilizzo della capacità simbolica deve presentarsi prima dei 3 anni di vita.
Istituto di Ortofonologia (IdO) Ricerca sulla comprensione dell’intenzione altrui nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico effettuata tramite la prova di comprensione delle intenzioni di Meltzoff (1995) (Revisione Di Renzo e coll., 2007)
Mentalizzazione Risultante di un processo evolutivo grazie al quale il bambino si mostra capace di riconoscere se stesso e gli altri come entità dotate di pensiero, e in grado di riconoscere stati mentali, in termini di intenzioni, desideri e credenze, sia in sé stesso che negli altri. Nello sviluppo tipico tali capacità fanno la loro comparsa già a partire dai 18 mesi di vita, con la capacità di comprendere l’intenzione altrui.
A 4 anni di vita, il bambino raggiunge un livello di competenza in tali abilità che risulta complesso e sofisticato, che gli permette di riferirsi alla mente propria e altrui, per spiegare e predire quello che sé stessi e gli altri possono fare, dire e pensare.
Comprensione degli stati mentali ed emotivi Rappresenta l’elemento strutturante della modalità dello stare in relazione con l’altro e definirsi come individualità dotata di pensiero.
La capacità di creare meta-rappresentazioni della mente altrui risulta deficitaria nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (Baron-Cohen, 1991, 1995, 2001; Williams & Happé, 2010).
Istituto di Ortofonologia (IdO) Processo diagnostico Valutazione degli stati mentali come capacità del bambino di comprendere intenzioni Valutazione del livello di sintomatologia Autistica (ADOS, ADOS II) Valutazione cognitiva (LEITER-R)
Prima fase di Valutazione Per indagare la presenza di intenzionalità nel bambino autistico, era stato inizialmente preso in considerazione il paradigma sperimentale della “falsa credenza” elaborato da Wimmer e Perner (1983) successivamente semplificato da Baron-Cohen (1985), per valutare come i bambini arrivino a comprendere che le persone possiedono una propria rappresentazione della realtà che possa guidare il loro comportamento, attraverso il Sally-Anne Test.
Sally-Anne Test
I bambini del Progetto Tartaruga per l'Autismo Serie difficoltà sia nel sostenere l’attenzione durante la presentazione della situazione stimolo sia nel risolvere il compito, tendendo prevalentemente a rispondere in base allo stato effettivo delle cose e non facendo riferimento allo stato mentale dei personaggi. Attenzione rivolta alla comprensione di stati mentali più semplici della falsa credenza.
Prova di dimostrazione dell'intenzione Behavioral enactment procedure (Meltzoff, 1995) Compito messo a punto per indagare la comprensione dell’intenzione altrui, che implica uno stato mentale meno evoluto, quale appunto l’intenzione, considerato precursore della teoria della mente
Contesti di Ricerca La valutazione di tale capacità nei bambini autistici è un campo di ricerca recente, e gli studi sono caratterizzati generalmente da bassa numerosità dei campioni utilizzati e da risultati poco generalizzabili. Inoltre, in questi studi, non si fa quasi mai riferimento all’influenza che i diversi livelli di gravità della sintomatologia autistica potrebbero avere sulla comprensione delle intenzioni.
La capacità di comprendere le intenzioni dell'altro coinvolge sia la componente cognitiva nella comprensione delle azioni criteriali che la motivazione sociale per riconoscere e condividere le emozioni con l'altro, aspetti che nello sviluppo tipico sono evolutivamente combinati. I bambini con autismo possono presentare la comprensione cognitiva della funzione dell'oggetto, ma la comprensione socio- emotiva risulta particolarmente compromessa (Rogers et al. 2005, 2003; Tomasello et al. 2005).
I bambini autistici mostrano difficoltà nell'attenzione condivisa e nella comprensione degli stati mentali altrui (Baron-Cohen, 1989, 1995, 2001 ) e diversi autori hanno sottolineato l'aspetto emotivo- relazionale di tale abilità, per cui la capacità di comprendere le intenzioni si svilupperebbe a partire dalla relazione psicologica e emotiva con l'altro (Carpenter et al. 1998; Tomasello, 1995, 1999; Meltzoff, 2002).
IdO Ricerca in fase di pubblicazione Obiettivo: verificare la presenza della Comprensione delle Intenzioni di bambini con autismo, inseriti in un progetto terapeutico di tipo evolutivo, in uno studio di tipo longitudinale. Ipotesi: la Comprensione delle Intenzioni sia compromessa nei disturbi dello spettro autistico più che nelle disabilità intellettive (campione di controllo) in quanto espressione di una competenza più socio-relazionale che cognitiva.
Altri obiettivi Valutare la Comprensione delle Intenzioni al momento della presa in carico in bambini con disturbo dello spettro autistico confrontati con bambini con disabilità intellettive e esaminare la correlazione con QI e età cronologica. Valutare come cambiano le competenze di Comprensione delle Intenzioni, QI e la sintomatologia autistica dopo due anni di trattamento e verificare la predittività della Comprensione delle Intenzioni sulla sintomatologia autistica dopo due anni.
Campione di ricerca Disabilità intellettive Disturbi misti dello sviluppo Disturbi della sfera emotiva 68 Autismo, 32 spettro autistico
Risultati * * Comprensione delle Intenzioni nei diversi gruppi Quoziente intellettivo nei diversi gruppi
Risultati Valutazione dell’UOI Iniziale : i 100 bambini del campione ottengono punteggi più bassi del gruppo di controllo. Inoltre, i bambini AD ottengono punteggi significativamente più bassi degli SD e dei CWDD. Non rilevate differenze tra SD e CWDD. Valutazione cognitiva: AD ottengono punteggi significativamente inferiori agli SD e ai CWDD, mentre non rilevate differenze tra SD e CWDD. L'età cronologica dei bambini ha un effetto significativo sull’UOI: i bambini AD della fascia di età 3-5 anni ottengono punteggi inferiori nell’UOI rispetto a quelli AD di 6-13 anni. Tale differenza di età non risulta significativa all’interno del gruppo SD né in quello CWDD. Le differenze di genere non risultano significative.
Comprensione delle Intenzioni Risultati * Comprensione delle Intenzioni Nelle diverse Età
Dopo 2 anni di trattamento Riduzione significativa della sintomatologia autistica Dei 68 bambini AD all’intake, 11 sono diventati Spettro e 6 sono usciti dall’autismo Dei 32 bambini che erano Spettro all’intake, 21 sono usciti dall’autismo
Predittività La Comprensione delle Intenzioni iniziale al momento della presa in carico rappresenta il miglior predittore della riduzione di punteggi ADOS
Conclusioni Importanza di indagare nei bambini con autismo la Comprensione delle Intenzioni in quanto correlata al livello di sintomatologia e alle capacità cognitive che il bambino presenta, e soprattutto per il valore predittivo che tale capacità può assumere a livello prognostico.
Nonostante tutti i bambini (CWA e CWDD) fossero caratterizzati da ritardo cognitivo, la UOI era significativamente più bassa nei bambini con AD, rispetto sia agli SD che ai CWDD.
I dati della ricerca suggeriscono che la prova di Intention condition of behavioral enhancement procedures di Meltzoff (Revisione Di Renzo e coll., 2007) possa permettere di discriminare bambini AD da bambini SD (discriminazione basata sui punteggi ADOS), più di quanto facessero le prove di comprensione della falsa credenza.
Il deficit dell’UOI si presenta come caratteristica specifica dell’autismo e non della sola disabilità intellettiva, poiché non risulta compromessa nel gruppo CWDD.
La prova è di rapida e facile somministrazione, richiede un tempo minimo di attenzione da parte del bambino e risulta utilizzabile anche nei casi con sintomatologie severe.