Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” Presentazione in power point a cura di: Vincenzo De Giovanni Facoltà di agraria Corso di scienze agrarie
C.I.R.A.A.
UN PO DI STORIA… Dal medioevo fino all'unità d'Italia la tenuta di Tombolo fu di proprietà della mensa arcivescovile di Pisa; poi passò nella dotazione di casa reale e, deposta la monarchia dei Savoia, nel secondo dopoguerra al demanio dello Stato e quindi all'Università di Pisa: questa ha gestito l'ex tenuta come normale azienda agraria per tutti gli anni sessanta e, dai primi anni settanta alla metà degli anni ottanta ne ha affidata la gestione prima ad un Centro di ricerche agrarie e aziendali e quindi, dall'anno accademico 1988-89, al Centro interdipartimentale di ricerche agro - ambientali "Enrico Avanzi" (d'ora in poi chiamato Centro), il quale da allora è cresciuto come strutture, attività e personale. Nel luglio 2004 l'intera proprietà dei terreni e degli immobili è passata all'Università di Pisa. Sempre nel 2004 il terreno del Centro è entrato a far parte della RISERVA DELLA BIOSFERA UNESCO denominata "Selva Pisana".
I numeri del CIRAA 1700 ha di superficie totale 900 ha di seminativi (70 destinati ad attività di ricerca) 700 ha di bosco 100 ha di pascolo permanente 200 capi bovini 1200 capi ovini 400 specie di piante vascolari 7 specie di anfibi 17 specie di rettili 26 specie di mammiferi (+ pipistrelli) 70 specie di uccelli nidificanti
I compiti del CIRAA Didattica e formazione Ricerca Produzione servizi
Didattica e formazione Il Centro Enrico Avanzi ha tra i suoi compiti istituzionali quello di supporto alla didattica universitaria; in questo ambito sono stati stabiliti dei protocolli di lavoro per l’effettuazione del tirocinio obbligatorio per la Facoltà di Agraria (C.L. Scienze Agrarie) e facoltativo per quella di Medicina veterinaria, come pure le "giornate didattiche al CIRAA" aperte ai Corsi di Studio che ne volessero usufruire. L’offerta formativa è piuttosto ampia e variegata potendo spaziare dall’agricoltura di pieno campo, alla gestione aziendale, alla zootecnia finalizzata alla produzione di latte e carne, alla viticoltura, alla silvicoltura, alla produzione ed impiego di biomasse vegetali per la produzione di energia, ecc., argomenti centrali nella formazione degli studenti che seguono i corsi della Facoltà di Agraria. Gli studenti della Facoltà di Medicina Veterinaria hanno a disposizione una insostituibile palestra per le attività di gestione zootecnica, per la diagnostica, la clinica e la chirurgia di grossi animali. Il personale del Centro Avanzi coinvolto in questo settore è rappresentato da 12 persone che svolgono attività formativa ed organizzativa. L’attività formativa non è rivolta soltanto agli studenti di livello universitario ma le occasioni didattiche sono offerte anche a studenti della scuola media superiore; in questo ambito è inquadrabile le convenzione stipulata con l’Istituto Santoni di Pisa e con l'Istituto Agrario Cattaneo di Cecina che usufruiscono del Centro Avanzi per sviluppare gli aspetti tecnico-pratici dei percorsi formativi. Una parte non indifferente sul totale di coloro che a qualunque titolo usufruiscono della struttura per scopi formativo-didattici è rappresentata dagli studenti delle scuole dell’obbligo (dalla materna alla media inferiore) e dagli specializzandi di livello universitario e post-universitario (tesisti nel primo caso e dottorandi o specializzandi nel secondo). A titolo esemplificativo il numero medio annuo di “studenti” (dagli studenti veri e propri ai semplici visitatori) espresso in presenza per giorno (cento persone presenti contemporaneamente per una volta equivalgono a cento presenze/giorno ecc.) supera le 2000; un numero significativo che testimonia da un lato l’interesse della comunità alle occasioni che il Centro Avanzi può fornire, dall’altro l’impegno che la struttura dedica a questo ambito di attività
Produttività La primitiva impostazione produttiva, risalente al periodo che va dal 1970 alla fine degli anni ottanta, si basava, per le ragioni appena esposte, nonché per la realtà del marcato agricolo di riferimento, sulle seguenti direttive principali: produzioni cerealicole industriali rappresentate da: frumento tenero e duro, orzo, segale ed avena per i cereali autunno-vernini e colza, girasole, mais, sorgo e più tardi barbabietola da zucchero e soia per le colture primaverili-estive. produzioni foraggere per l’allevamento del bestiame allo stato brado, per gli ovini ed i bovini da carne, nella stalla all’americana per i bovini da latte. Le specie da foraggio erano: erba medica, trifoglio violetto ed alessandrino distribuiti un po’ su tutti i terreni, sulla nei suoli maggiormente argillosi. Sui terreni sabbiosi esclusivamente trifoglio incarnato precoce var. Tombolo (chiamato anche erba greca) di nostra costituzione.
Terreni del centro ”E.Avanzi”
Le varie attrezzature da lavoro
(cingolato = maggiore superficie d’appoggio) Il tipo di ruota per un trattore può fare la differenza: infatti, la ruota che è a destra è più grossa di quella a sinistra. In questo modo la ruota ha una maggiore superficie d’appoggio e quindi maggiore “forza-tiro”. Mentre la ruota meno grossa è utilizzata per spazzi stretti. In collina però, dove vi sono forti pendenze, i trattori sono cingolati in modo da evitare di ribaltarsi (cingolato = maggiore superficie d’appoggio)
Seminatrice pneumatica Macchina agricola utilizzata per mettere a dimora semi su un terreno precedentemente preparato in modo opportuno. Tale attrezzo viene trainato o portato da trattori e realizza congiuntamente il solco di semina, la deposizione dei semi, la chiusura del solco e il parziale costipamento della terra attorno al seme
Il vomere E’ uno degli organi lavoranti dell’aratro, deputato all'esecuzione di un taglio orizzontale alla profondità di lavorazione. Scopo del vomere è quello di effettuare, con l'avanzamento, un taglio orizzontale nel terreno, permettendo il sollevamento e il ribaltamento della fetta da parte del versoio. Per facilitare la penetrazione e l'approfondimento nel terreno il vomere è affiancato da un lato da una punta in acciaio, lo scalpello. La disposizione del vomere influisce sulla larghezza della lavorazione. È in genere posizionato con un angolo di 35°-50° rispetto alla direzione di avanzamento e di circa 20° rispetto all'orizzontale, formando un piano inclinato che si raccorda con la superficie curva del versoio.
La fresatura E’ una lavorazione del terreno eseguita da organi discissori rotativi che provocano lo sminuzzamento e il rimescolamento degli strati superficiali
Nella stalla …
L’allevamento Le femmine (mucche) vengono generalmente fecondate a 15 mesi e a 2 anni, dopo nove mesi di gravidanza, nasce il primo vitello e inizia la prima lattazione (produzione di latte) che dura circa 10 mesi. A tre mesi dal parto circa vengono fecondate, dopo altri sette sono messe in asciutta per ricostruire riserve corporee); dopo altri due mesi avviene il parto successivo. Si punta ad avere un vitello l'anno, una lattazione di 305 giorni con una fase di asciutta di 60 giorni circa Ogni animale dell’azienda viene identificato tramite delle etichette poste sul padiglione auricolare. Su queste etichette vi è scritto un codice che permette agli allevatori di “conoscere” L’animale in questione.
La mungitura La mungitura viene eseguita con mungitrici meccaniche e a seconda del tipo di stabulazione può essere alla posta, cioè senza far muovere gli animali; oppure nella sala mungitura. Cominciano ad avere una certa diffusione i robot di mungitura; le bovine in lattazione vi accedono spontaneamente più volte durante la giornata e vengono munte automaticamente; la diffusione è limitata dall'alto costo degli impianti che li rende economici solo per stalle di dimensioni consistenti
Il quantitativo di latte prodotto giornalmente da ogni singola vacca varia a seconda dello stadio e della lattazione raggiunta: una primipara produrrà una quantità inferiore di latte rispetto a una con maggior numero di parti e lattazioni. Questo incremento di produzione si avrà fino alla sua sesta o settima lattazione, momento alla fine del quale la vacca verrà scartata per l'età che avrà ormai raggiunto. Inoltre, nella singola lattazione, il picco viene raggiunto dopo una trentina di giorni e mantenuto per qualche mese dopo di che la produzione lentamente si riduce; se non avvenisse un nuovo ciclo di fecondazione gravidanza parto si ridurrebbe a quantitativi giornalieri antieconomici.
Appena ha partorito la vacca non produce latte, bensì colostro, un liquido con caratteristiche simili al latte ma non adatto all'alimentazione umana. Nelle prime 24/36 ore dalla nascita, il vitello, che nasce sostanzialmente privo degli anticorpi che proteggono dalle principali malattie, deve assumere tassativamente diversi litri di colostro, che lo dota di detti anticorpi. Dopo una settimana circa, il latte diventa idoneo all'uso umano (per il consumo e per l'uso caseario). Successivamente il vitello sarà alimentato con latte artificiale e poi svezzato.
… E per finire … Il letame o stallatico prodotto dalla fermentazione delle deiezioni animali solide e liquide assieme alla lettiera (generalmente paglia)è molto utile in agricoltura dato che permette di migliorare le proprietà del suolo, sia dal punto di vista fisico, agendo come ammendante, che dal punto di vista chimico, arricchendolo di elementi minerali necessari alla crescita dei vegetali. Infatti tutto il letame delle vacche , del centro Avanzi, viene messo da parte a fermentare ed usato poi come fertilizzante per la coltivazione dei campi.