VALUTAZIONE QUALITATVA DEL RISCHIO

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Transcript della presentazione:

VALUTAZIONE QUALITATVA DEL RISCHIO La nuova analisi del rischio incendio per le aziende e i professionisti FALBO ing. Franco Mario - Sassari

L’incendio e il suo sviluppo

Il rischio di incendio Fase pre flashover Fase post flashover

Studio nella fase prima del FLASHOVER Curva HRR Studio nella fase prima del FLASHOVER Stabilire i tempi di esodo necessari in relazione allo sviluppo dell’incendio e dei suoi prodotti (fumo, gas tossici, calore, fuoco)

Studio nella fase dopo il FLASHOVER Curva HRR Studio nella fase dopo il FLASHOVER Stabilire la durata dell’incendio e le temperature raggiunte per verificare la resistenza delle strutture

Flashover La propagazione

Il pre flashover - Il fumo

Il pre flashover - Il fumo

Pericolosità dei fumi ALTA TEMPERATURA OSCURAMENTO Il pre flashover - Il fumo Pericolosità dei fumi ALTA TEMPERATURA OSCURAMENTO IRRITAZIONE MUCOSE OCULARI TOSSICITÀ ASFISSIA

Il postflashover Analisi termica: metodi avanzati Esempio di modellazione strutturale Esempio di modellazione strutturale 10

Obiettivi di sicurezza Garantire la capacità portante dei manufatti per un periodo di tempo determinato Limitare la propagazione del fuoco e dei fumi all’interno delle opere Limitare la propagazione del fuoco ad opere o materiali vicini Consentire agli occupanti di lasciare l’opera indenni ovvero di essere soccorsi altrimenti Considerare la sicurezza delle squadre di soccorso

Alcune definizioni Pericolo di incendio: proprietà o qualità intrinseca di determinati materiali o attrezzature, oppure di metodologie e pratiche di lavoro o di utilizzo di un ambiente di lavoro, che presentano il potenziale di causare un incendio. Rischio di incendio: probabilità che venga raggiunto il livello potenziale di accadimento di un incendio, nonché le conseguenze dell’incendio sulle persone e sulle cose presenti.

La valutazione del rischio

Testa o croce R = F = 1/2 M = Il rischio, alcuni esempi R = F x M R = INDICE DI RISCHIO F = FREQUENZA M = MAGNITUDO R = F x M Testa o croce R = F = 1/2 M =

Roulette russa R = F = 1/6 M = Il rischio, alcuni esempi R = F x M R = INDICE DI RISCHIO F = FREQUENZA M = MAGNITUDO R = F x M Roulette russa R = F = 1/6 M =

Il rischio, una nuova definizione f (PERICOLO x ESPOSIZIONE) dove ESPOSIZIONE = 1 / 2 / 3 PERICOLO = 0 / 1 PRIORITÀ BASSO MEDIO ALTO RISCHIO 1 RISCHIO 2 RISCHIO 3

Il rischio, una nuova definizione Livello di esposizione 1: possibili danni a beni materiali; persone non esposte direttamente al pericolo. Livello di esposizione 2: possibili infortuni a persone e danni a beni materiali; esposizione al pericolo ma con possibilità di recedere in tempi utili dall’espo- sizione in caso di necessità. Livello di esposizione 3: possibili decessi, infortuni a persone; danni ai beni materiali, possibili incidenti a rapida evoluzione. Pericolo 0: non presenti o presenti in quantità limitata materiali combustibili, sorgenti di innesco assenti o minime, non si effettuano lavori a fiamma libera. Pericolo 1: presente materiale combustibile, presenza potenziali fonti di innesco di incendio indipendentemente dalle misure preventive adottate.

Classificazione del rischio Identificazione dei pericoli di incendio Individuazione persone/beni/attività esposte ai pericoli di incendio Eliminazione/riduzione dei pericoli Classificazione del livello di rischio di incendio Adeguatezza delle misure di sicurezza NO Rischio residuo accettabile SI Redazione/revisione del documento

I pericoli di incendio

Le sostanze Tratto da: NFPA 704 20

Possibili sorgenti di ignizione (EN 1127:2011) Superfici calde Fiamme/gas caldi (incluse particelle calde) Scintille di origine meccanica Materiale elettrico Correnti elettriche vaganti, protezione contro la corrosione catodica Elettricità statica Fulmine Onde elettromagnetiche a radio frequenza Onde elettromagnetiche Radiazioni ionizzanti 11. Ultrasuoni Compressione adiabatica e onde d’urto Reazioni esotermiche, inclusa l’autoaccensione delle polveri

Carenze strutturali ed impiantistiche Compartimentazione Distanze di sicurezza Vie di fuga Cul de sac Aree a rischio specifico Carico di incendio Segnaletica e divieti Trasmissione di fumo e calore Uscite di sicurezza Reazione al fuoco Sistemi di rilevazione ed allarme Luci di emergenza Aerazione Sistemi di estinzione Conformità impianti

Carenze strutturali REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI Classe B-s1, d0 Classe D-s2, d0

Carenze impiantistiche IMPIANTI – D.M. 7/8/2012 ALL. I – Documentazione tecnica allegata all’istanza di valutazione dei progetti A - Attività non regolate da specifiche disposizioni antincendio – Valutazione qualitativa del rischio di incendio La terza parte della relazione contiene la valutazione qualitativa del rischio di incendio [rif. D.M. 10.3.98 – N.d.R.], l’indicazione degli obiettivi di sicurezza assunti e le indicazioni delle azioni messe in atto per perseguirli – Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio) La quarta parte della relazione tecnica contiene la descrizione dei provvedimenti […] con particolare riguardo […] ai presidi antincendio, evidenziando le norme tecniche di prodotto e di impianto prese a riferimento. Relativamente agli impianti di protezione attiva la documentazione indica le norme di progettazione seguite, le prestazioni dell’impianto, le caratteristiche dimensionali […], e quelle dei componenti […], nonché l’idoneità dell’impianto in relazione al rischio di incendio presente nell’attività.

Carenze impiantistiche Impianti e valutazione del rischio di incendio L’IMPIANTO È ADEGUATO AL RISCHIO DI INCENDIO? Quale impianto sprinkler? Livello di prestazione impianto idranti? Quale impianto di rilevazione?

Carenze impiantistiche Impianti e valutazione del rischio di incendio ALCUNE DOMANDE: Il progetto è presente? La dichiarazione di conformità è presente? La dichiarazione di conformità è riferita all’impianto “reale” (es. sono state apportate modifiche non segnalate)? Il progetto è redatto dal professionista secondo quanto previsto dalle norme (D.M. 37/2008 e D.M. 20.12.2012) DICH.CONF. PROGETTO

Carenze impiantistiche Impianti e valutazione del rischio di incendio ALCUNE DOMANDE L’impianto è soggetto a regolare manutenzione? MANUTENZIONE (D.M. 10.3.98, D.M. 20.12.2012) Eseguita in accordo alla “regolamentazione vigente e a quanto indicato nelle norme tecniche pertinenti e del manuale d’uso e manutenzione” Registrata

Classificazione del rischio Identificazione dei pericoli di incendio Individuazione persone/beni/attività esposte ai pericoli di incendio Eliminazione/riduzione dei pericoli Classificazione del livello di rischio di incendio Adeguatezza delle misure di sicurezza NO Rischio residuo accettabile SI Redazione/revisione del documento

Classificazione del rischio Identificazione dei pericoli di incendio Individuazione persone/beni/attività esposte ai pericoli di incendio Eliminazione/riduzione dei pericoli Classificazione del livello di rischio di incendio Adeguatezza delle misure di sicurezza NO Rischio residuo accettabile SI Redazione/revisione del documento

Definizioni del rischio di incendio RISCHIO BASSO Luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata. RISCHIO MEDIO Luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata. RISCHIO ELEVATO Luoghi di lavoro o parte di essi, in cui (per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio) sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a rischio di incendio basso o medio. Vanno inoltre classificati come luoghi a rischio di incendio elevato quei locali ove, indipendentemente dalla presenza di sostanze infiammabili e dalla facilità di propagazione delle fiamme, l’affollamento degli ambienti, lo stato dei luoghi o le limitazioni motorie delle persone presenti, rendono difficoltosa l’evacuazione in caso di incendio. 30

Classificazione del rischio Classe di RISCHIO Pericoli Presenti Condizioni locali di Pericolo di Materiale Probabile danno immediato o difficolta' di evacuazione combustibile o facilmente infiammabile esercizio favorevoli all'insorgere di un incendio Esposizione delle persone propagazione nella fase iniziale P E NO B A S S O NO I C O L NO NO SI M SI O E D I O I N C NO SI NO SI SI E N D I A L T O SI O

Classificazione del rischio Identificazione dei pericoli di incendio Individuazione persone/beni/attività esposte ai pericoli di incendio Eliminazione/riduzione dei pericoli Classificazione del livello di rischio di incendio Adeguatezza delle misure di sicurezza NO Rischio residuo accettabile SI Redazione/revisione del documento

Accettabilità del rischio residuo RISCHIO RESIDUO ACCETTABILE OBIETTIVI DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO SI ACCETTABILITÀ DEL RISCHIO RESIDUO NO NO SI MISURE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO Redazione D.V.R MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO MISURE PER LA RIDUZIONE DELLA FREQUENZA MISURE PER LA RIDUZIONE DEL DANNO 33

Limitare il rischio MISURE DI SICUREZZA PROTEZIONE Incolumità delle persone, riduzione delle perdite materiali PROTEZIONE Limitare le conseguenze dell’incendio PREVENZIONE Evitare l’insorgere dell’incendio PROTEZIONE PASSIVA PROTEZIONE ATTIVA Corretta destinazione d’uso dei locali Corretta ubicazione dell’attività Interposizione di idonee distanze di sicurezza Realizzazione di elementi Realizzazione di impianti di rivelazione automatica di incendio Realizzazione di impianti di allarme Limitazione del carico di incendio Corretta realizzazione delle aree a rischio specifico Esecuzione degli impianti tecnologici a regola d’arte Manutenzione degli impianti tecnologici Rispetto dei divieti e delle condizioni di esercizio Istruzione del personale sul comportamento da tenere per prevenire gli incendi strutturali resistenti al fuoco Compartimentazione congrua con il carico di incendio Corretta organizzazione planivolumetrica dell’edificio Idonea aerazione dei locali Realizzazione di superfici di minor resistenza Corretta realizzazione dei sistemi di vie d’uscita Adozione di materiali classificati in base alla reazione al fuoco Realizzazione di impianti di controllo e scarico dei fumi Realizzazione di impianti fissi di spegnimento Realizzazione di impianti di alimentazione elettrica di emergenza Realizzazione di impianti di illuminazione di sicurezza Addestramento del personale all’uso dei mezzi antincendio Istruzione della squadra di vigilanza Adozione di sistemi portatili di Realizzazione di idonei sistemi di ventilazione estinzione idonei

Adeguatezza delle misure Metodologia operativa OBIETTIVI DI SICUREZZA MISURE DI SICUREZZA COMPENSATIVE MISURE COGENTI E VOLONTARIE VINCOLI ARCHITETTONICI, STRUTTURALI, ECC.

Le misure di prevenzione incendi MISURE SICUREZZA ANTINCENDIO Misure di MISURE PROTEZIONE ANT. dei pericoli di incendio PREVENZIONE PROTEZIONE GESTIONE da innesco e sviluppo dagli effetti dell’incendio del margine residuo di rischio 5) Organizzazione delle squadre antincendio 1) Misure precauzionali di esercizio 3) Protezione attiva (piano procedure ordinarie) 6) Piano di emergenza 2) Misure di prevenzione sugli impianti e sui 4) Protezione passiva 7) Piano di evacuazione processi produttivi

Schema per valutazione rischio di incendio Energia di innesco (livello) Energia di innesco (livello) Intervevento di rivelazione Repressione immediata Classe di RISCHIO Compartimentazione Gestione emergenza Repressione differita ALBERO DEGLI EVENTI PER INCENDI AFFIDABILE AFFIDABILE AFFIDABILE AFFIDABILE AFFIDABILE DISASTRI per persone e beni insediamento DISASTRI per persone e beni A L T NO insediamento NO SI Danni GRAVI per persone e beni Danni GRAVI per persone e beni insediamento O insediamento NO M E SI Danni GRAVI per beni insediamento Danni GRAVI per beni insediamento NO D I O SI Danni GRAVI per beni comparto e Danni GRAVI per beni comparto e danni SERI per beni insediamento danni SERI per beni insediamento B A NO SI Danni SERI per beni comparto e danni Danni SERI per beni comparto e danni S S O LIMITATI per beni insediamento LIMITATI per beni insediamento TOP EVENT TOP EVENT INCENDIO INCENDIO SI NO S Danni LIMITATI per beni comparto e Danni LIMITATI per beni comparto e danni LIEVI per beni insediamento danni LIEVI per beni insediamento

Caso di studio Faretti illuminazione ACETONE GASOLIO ACETONE Temperatura di ebollizione: 56,3° C Densità di vapore: 2 Punto di infiammabilità: -18° C Punto di autoaccensione: 535° C Limite inferiore infiammabilità: 2,5% Limite superiore infiammabilità: 13% GASOLIO Temperatura di ebollizione: 294° C Densità di vapore: 3,4 Punto di infiammabilità: 65° C Punto di autoaccensione: 338° C Limite inferiore infiammabilità: 1,5% Limite superiore infiammabilità: 7,5%