Alcol: i consumi e le problematiche, il mese di prevenzione alcologica Dr Claudio Annovi Settore Dipendenze Patologiche AUSL Modena
CHE COS’E’ L’ALCOL è la sostanza psicoattiva più diffusa al mondo è la più antica droga nota all’essere umano e da esso creata un’abitudine consolidata nella nostra cultura è una fonte di interesse economico un fattore di rischio per la salute una possibile causa di danno sociale ed economico (malattie, incidenti stradali, sul lavoro, domestici, invalidità, danni in gravidanza, assenteismo, abusi sessuali, violenze su minori) 2 2 2 2 2
NON ESISTONO QUANTITA' SICURE DI ALCOL Il rischio è zero solo a livello di non consumo, ed è più adeguato, per le conoscenze attuali, parlare di quantità “a basso rischio”, anche per piccole assunzioni di bevande alcoliche. 3
CONSUMO A RISCHIO CONSUMO GIORNALIERO NON MODERATO DI ALCOL Un consumo di bevande alcoliche che eccede le: - 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini - 1 unità alcoliche al giorno per le donne e per gli anziani sopra i 65 anni - qualsiasi quantità giornaliera di consumo alcolico per i minori di 16 anni. CONSUMO FUORI DAI PASTI Altra modalità di consumo a rischio è il consumo di bevande alcoliche al di fuori dei pasti. BINGE DRINKING Abitudine di consumare eccessive quantita' di alcol, convenzionalmente 5 o piu' bicchieri, in una sola occasione, come ad esempio durante una stessa serata o una festa. Questa modalità di consumo si trova prevalentemente nei giovani. 4
CLASSIFICAZIONE DEL CONSUMO ALCOLICO CONSUMO RESPONSABILE/A BASSO RISCHIO: un livello di consumo a stomaco pieno al giorno che non eccede :2 unità alcolica per gli uomini e 1 per le donne e per gli over 65 CONSUMO A RISCHIO CRESCENTE : livelli di consumo o modalità del bere che possono determinare rischio crescenti nel caso di persistenza o incremento di tali abitudini. CONSUMO DANNOSO: una modalità di consumo alcolico che causa danno alla salute, a livello fisico o mentale. A differenza del consumo a rischio, la diagnosi di consumo dannoso può essere posta solo in presenza di un danno alla salute del soggetto. ABUSO: Uso continuo della sostanza, nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente o ricorrente causato o accentuato dall'alcol, ma che non soddisfa i criteri per la dipendenza. ALCOLDIPENDENZA: insieme di fenomeni fisiologici, comportamentali e cognitivi in cui l'uso di alcol riveste per l’individuo una priorità sempre maggiore rispetto ad abitudini che in precedenza avevano ruoli più importanti. La caratteristica predominante è il continuo desiderio di bere. 5
Global status report on alcohol and health 2014 Di tutte le morti nel mondo il 5,9% sono attribuibili al consumo di alcol; questo dato è superiore, per esempio, alla proporzione di morti per HIV / AIDS (2,8%), per violenza (0,9%) o per tubercolosi (1,7%). È attribuibile all'alcol il 5,1% del carico globale di malattia e infortuni nel 2012. Queste cifre si traducono in 3,3 milioni di decessi alcol-attribuibili, tenendo conto degli effetti benefici di modelli a basso rischio di consumo di alcol su alcune malattie.
DATI PROVINCIA DI MODENA 2015 Stima 2.5 % di alcolisti (N. 7.500-8000 )tra i consumatori di bevande alcoliche Stima consumatori con danno clinico ( Fonte SIA)* 5% (N.15.000-16.000) Stima consumatori problematici: Fonte Istat 108.000 Fonte Passi 112.000
OBIETTIVI DI SALUTE PUBBLICA Il consumo di alcol, i danni alcol-correlati e la dipendenza da alcol fanno parte di un continuum , il rischio cresce con l’aumento delle quantità. Non è possibile stabilire veri limiti prefissati o un vero effetto soglia. OBIETTIVI: Riduzione delle quantità di alcol consumate: non più di 2 bicchieri per gli uomini; non più di 1 bicchiere per le donne, in media al giorno. In nessun caso il consumo di alcol deve essere raccomandato per motivi di salute. Eliminazione del consumo in determinate situazioni o condizioni: guida, lavoro, gravidanza, allattamento, adolescenza, obesità, presenza di patologie, uso di farmaci, presenza di problemi alcol-correlati.
LA RETE DEI SERVIZI A MODENA La rete dei servizi e delle unità di offerta che operano in ambito alcologico nella realtà provinciale è rappresentata da: - 7 Centri Alcologici - 7 Ospedali collegati per ricoveri programmati per diagnosi e cura PAC ( Baggiovara, Policlinico, Carpi, Mirandola, Sassuolo, Pavullo, Vignola ) - 2 Case di cura convenzionate per ricoveri specialistici Villa Rosa ( 8 posti), Villa Igea (4 posti D. Diagnosi) - 1 Centro Diurno "Colombarone" di Formigine (7 moduli nell’anno di 12 posti ciascuno) - 20 CAT (Club Alcolisti in Trattamento) - 11 Gruppi A.A. (Alcolisti Anonimi) - 8 Gruppi Al-Anon (Familiari di Alcolisti) - 1 Gruppo Al Ateen (Figli di Alcolisti)
DATI PROVINCIA DI MODENA 2015 N° utenti trattati dali Centri alcologici: 1387 N° utenti in carico: 1046 N° nuovi utenti: 234 N° utenti inseriti nei moduli del centro diurno: 54 N° dei ricoveri dedicati in ospedali pubblici e privati convenzionati: 126 N° utenti inseriti in strutture residenziali: 46 N° partecipanti corsi info-educativi (30) di 1°livello effettuati per art 186 c.d.s: 516 N° partecipanti corsi info-educativi (9 ) di 2°livello per recidivi effettuati per art 186 c.d.s: 105
L’ATTENZIONE DEGLI OPERATORI SANITARI (Studio Passi, 2010-2012) In Emilia-Romagna il 17% degli intervistati di 18-69 anni ha riferito che un operatore sanitario si è informato sul loro consumo di alcol, valore di poco superiore a quello nazionale (15%). Questa percentuale è più alta negli uomini (23%) rispetto alle donne (11%) e non mostra differenze significative per classe d’età. Solo il 3% ha dichiarato di aver avuto il consiglio sanitario di bere meno; questa percentuale sale al 7% tra i consumatori di alcol a maggior rischio e al 9% tra quelli binge.
GRUPPO AZIENDALE ALCOL AUSL MODENA Il progetto alcol si articola in 4 sottoprogetti: Prevenzione dei disturbi alcol correlati Trattamento dei disturbi alcol correlati Alcol e lavoro Alcol e guida
SOTTOPROGETTO PREVENZIONE Finalità: Prevenzione PAC attraverso: - attività informative/educative rivolte alla cittadinanza e a gruppi target, con particolare riguardo alle iniziative rivolte ai giovani e al mondo della scuola azioni di sensibilizzazione degli Enti e messa in rete delle risorse a livello distrettuale e provinciale mese di prevenzione alcologica a tema progetti di prossimità progetto Peer Education
ANAMNESI ALCOLOGICA CON AUDIT C Chiedere a tutte le donne in gravidanza informazioni sullo stile di vita e, in particolare, se consumano bevande alcoliche (in quale quantità, modalità, frequenza): “Avrei bisogno di alcune informazioni da parte sua, quindi le farei alcune domande riguardanti il suo stato di salute e il suo stile di vita, sul fumo, l’alimentazione, l’attività fisica, l’alcol e l’uso di sostanze stupefacenti”. Informarsi anche sulla presenza di eventuali indicatori clinico-sociali di rischio per abuso di alcol (altri stili di vita a rischio, familiarità per alcolismo, ansia/depressione, solitudine, ecc). Da ricordare sempre che nella donna in gravidanza o allattamento è raccomandibile il non consumo di alcol
ANAMNESI ALCOLOGICA CON AUDIT C L' AUDIT C, composto da 3 domande, è un valido strumento di screening che permette di valutare il consumo di alcol e fornisce un contributo essenziale per l'identificazione precoce del consumo a rischio. È raccomandabile porre le domande non ad inizio visita, ma introdurle dopo avere stabilito un contatto empatico con la donna in gravidanza e inserirle tra le altre domande sullo stile di vita globale. Modalità di somministrazione: Rassicurazioni sulla riservatezza, un approccio non giudicante, una buona comunicazione e l’uso di strumenti di screening possono aiutare l’apertura dell'anziano al colloquio: trattenersi dal fare commenti o dall’avere reazioni negative; rendersi conto che rivelare il consumo di alcol può essere difficile; fornire un rinforzo positivo alla decisione della donna di cercare informazioni.
AUDIT C Punteggio da 0 a 4 per gli uomini e da 0 a 3 per le donne = negativo Punteggio ≥ 5 per gli uomini o ≥ 4 per le donne = consumo a rischio
I LIVELLI DI INTERVENTO DELL'OPERATORE SANITARIO TIPOLOGIA DI CONSUMO TIPOLOGIA D'INTERVENTO Responsabile o moderato (Audit C negativo) Informazione/educazione alla salute Problematico / A rischio di danno Raccomandazione di ridurre il consumo/ Intervento Breve/ Intervento motivazionale Elevato-Abuso-Dipendenza Invio al MMG e/o ai Centri Alcologici distrettuali dell'AUSL di Modena
AVVISO BREVE Avvertire/suggerire/informare con una modalità personalizzata per ciascun donna in gravidanza che: - non consumare bevande alcoliche è la scelta più sicura che donne in gravidanza possa fare in quanto non è stata identificata una quantità di alcol sicura; Assistere le donne in gravidanza nel ridurre il consumo di bevande alcoliche o a smettere di bere attraverso rinforzi positivi a coloro che si stanno astenendo dal consumo, informazioni sulle conseguenze del consumo di alcol ed intervento breve allo scopo di supportare la decisione di astenersi Organizzare il supporto per la donna in gravidanza programmando ulteriori consulenze e, se necessario, un invio ai servizi specialistici.
LE FASI DELL'INTERVENTO BREVE 1) INFORMARSI SUGLI STILI DI VITA delle donne in gravidanza - Domandare lo stili di vita del soggetto; - lodare le donne che mantengono uno stile di vita sano, ricordandone i vantaggi; - valutare le condizioni cliniche di ciascuna donna, cercando i sintomi collegabili e gli stili di vita; approfittare dell'esame obiettivo per motivarlo a cambiare i comportamenti non salutari; - affrontare l'argomento con tutti.
LE FASI DELL'INTERVENTO BREVE 2) CONSIGLIARE A TUTTE LE DONNE IN GRAVIDANZA DI CAMBIARE LO STILE DI VITA NON SANO - fornire un consiglio chiaro e personalizzato, spiegando sia i rischi di uno stile non salutare che i benefici di un cambiamento dello stesso; - utilizzare tutte le opportunità cliniche per parlare degli stili di vita non salutari, valorizzando gli indicatori di rischio; - incoraggiare a fare un tentativo per cambiare.
LE FASI DELL'INTERVENTO BREVE 3) VALUTARE LA VOLONTA' DELLA DONNA IN GRAVIDANZA DI FARE UN TENTATIVO DI CAMBIAMENTO Se la donna è disponibile a fare un tentativo, valutare insieme a lei le modalità di cambiamento. Se la donna non è disponibile, effettuare un intervento motivazionale con l‘invito di riflettere per poi parlarne in un'altra occasione.
LE FASI DELL'INTERVENTO BREVE 4) AIUTARE LA DONNA A CAMBIARE GLI STILI DI VITA NON SALUTARI a) con un piano personalizzato b) con il supporto motivazionale c) con materiale supplementare 5) PROGRAMMARE IL FOLLOW UP Monitorare l'andamento delle fasi di cambiamento, prevenendo il ritorno a stili di vita non salutari.