Le note dei Comuni.

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Le note dei Comuni

Comune di Baricella (Emilia Romagna) 6.900 abitanti “Conclusa la fase emergenza terremoto 2012 si sono avviati confronti con associazioni e Asl del territorio per valutare opportunità di accoglienza non avendo stabili idonei pubblici, ma senza esito”

Comune di Paladina (Lombardia) 4.000 abitanti “Il problema principale è la ricerca di alloggi adeguati sul territorio comunale in mancanza di un sostegno reale della popolazione all’accoglienza di migranti ed a difficoltà di alleanza del nostro Comune con le Parrocchie”

Corleto Perticara (Basilicata) 2500 abitanti “Unica motivazione di non adesione allo SPRAR è la carenza di idonea struttura”

Comune di Cerro Tanaro (Piemonte) 650 abitanti “Nel territorio comunale mancano edifici adeguati sia pubblici che privati ad ospitare i soggetti interessati”

Comune di Cozzo (Lombardia) 360 abitanti “Un Comune di 360 abitanti come COZZO ha già 20 migranti alloggiati in una proprietà privata gestiti da una cooperativa creata appositamente e per un territorio così piccolo privo di servizi, attività commerciali, industrie non è possibile offrire loro possibilità di integrazione reale e inoltre Comuni di questa entità non hanno uno straccio di sostentamento economico e spesso si vedono affidare minori oltre alle situazioni di indigenza sociale in continuo aumento con costi economici davvero insostenibili”

Comune di Serravalle a Po (Lombardia) 1500 abitanti “Nella provincia di Mantova…si è instaurato un confronto molto costruttivo con il nostro Prefetto... Serravalle a Po, circa 1500 abitanti e circa 30 migranti presenti, potrebbe essere penalizzata dal fatto che i migranti possano diventare formalmente utenti dei servizi sociali comunali… Per questi motivi, nel ringraziare per l’iniziativa del questionario che può avviare un confronto più ampio anche tra amministratori, ritengo necessario segnalare che il metodo attuale deve essere rivisto in funzione di: - assegnare compiti precisi a chi beneficia dei contributi per l’accoglienza; - i controlli sui servizi erogati devono essere stringenti; -far rispettare ai migranti i dettati della convivenza pacifica e civile nonché gli impegni operativi da individuare a seconda delle propensioni personali; - mettere a disposizione dei comuni le necessarie risorse economiche nel caso di necessari interventi di carattere sociale. “

Comune di Gorlaminore (Lombardia) 8500 abitanti “Nel territorio è presente un CAS prefettizio con 82 migranti – un delirio per l’inadeguatezza della società che gestisce i migranti. Gradirei uno SPRAR in gestione a cooperative selezionate dall’Amministrazione Comunale senza compartecipazioni anzi con le possibilità di sblocco delle assunzioni di personale e maggiori risorse destinate ai fondi sociali”

Comune di Piovà Massaia (Piemonte) 680 abitanti “Il nostro Comune ha ospitato due ragazzi di un progetto SPRAR, fino a quando non hanno scelto spontaneamente di andar via. Nonostante ci fossimo impegnati al massimo per garantire loro un’ottima accoglienza, non si sono dimostrati interessati a rimanere. L’accoglienza è possibile, soprattutto nei piccoli centri come i nostri, ma se non vi sono opportunità economiche, sociali, di lavoro e di sviluppo diventa difficile che si trasformi in vera integrazione. L’integrazione va pianificata in termini socio-economici, altrimenti genera soltanto disperazione, scontento e problemi.”

Comune di Oniferi (Sardegna) 900 abitanti “Il problema dei piccoli comuni come il mio è assolutamente imputabile alla difficolta’ di occupare i soggetti accolti, trovare uno sbocco lavorativo e inserire gli eventuali minori in progetti di integrazione; questo non per mancanza di professionalita’ nel territorio, ma per la mancanza di fondi propri a questo fine destinati o destinabili. Oniferi vorrebbe poter accogliere uno o due nuclei familiari, ma allo stato attuale non potrebbe perche’ non puo’ esistere un’accoglienza fine a se stessa. Non vogliamo creare parcheggi umani. Vorremmo accogliere, ma umanamente e dignitosamente”

Comune di Montechiaro d’Acqui (Piemonte) 540 abitanti “Le ridottissime dimensioni di questo Comune (540 ab) rendono difficile, se non impossibile, una gestione diretta di un progetto SPRAR, che andrà valutato in ambito di funzione delegata all’Associazione per la gestione dei servizi Socio-assistenziali. Anche in questo caso, si ritiene che la soluzione idonea per progetti del genere sia individuare e non superare la percentuale del 2,5 per mille della popolazione, come indicato nella recente circolare del ministro Alfano”

Comune di Riva presso Chieri (Piemonte) 4240 abitanti “Necessaria consulenza personalizzata per far fronte alla procedura burocratica che lo SPRAR richiede.Difficile dedicare personale per questa operazione. Noi abbiamo già 20 migranti sul nostro Comune tramite Prefettura affidati a Coop. Sociale”

Comune di Merano (Trentino Alto Adige) 39500 abitanti La nostra città ospita tra i 120 e 130 profughi. La scelta della Provincia autonoma di Bolzano è stata quella di creare strutture di medio/grandi dimensioni in cui ospitare i profughi, dandone l’affidamento ad agenzie e cooperative del territorio. Siamo ora nella fase di riflessioni e di operatività sul dopo, per quelle persone che, con permesso o meno, resteranno sul nostro territorio. La loro condizione di autonomia e di inserimento attualmente è insufficiente a garantire percorsi di vita che abbiano senso per loro e per il territorio che li ospita.

Comune di Palazzo San Gervasio (Basilicata) 4900 abitanti “…Il Ministero dovrebbe finanziare il recupero di alcune abitazioni private e vuote del centro storico in grado di accogliere un numero adeguato di persone in relazione alla popolazione…”

Comune di Curno (Lombardia) 7700 abitanti “Il mio Comune collabora ad un progetto di accoglienza diffusa per 4 richiedenti asilo, ma non ha aderito allo SPRAR perché in scadenza di mandato e in Lombardia alcune forze politiche impediscono di affrontare la questione con razionalità e ragionevolezza”

Comune di Nembro (Lombardia) 11700 abitanti “Condizioni di premialità per i Comuni che aderiscono con fondi dedicati all’inclusione delle fasce deboli”

Osservazioni La mancanza di strutture adeguate, sia pubbliche che private, rappresenta un ulteriore motivo per il quale i piccoli Comuni non hanno aderito allo SPRAR; Difficoltà relative alle procedure burocratiche La crisi economica e le recenti catastrofi avvenute in Italia influenzano ancora di più in negativo l’opinione pubblica e rappresentano una difficoltà oggettiva sia per l’adesione allo SPRAR, sia per il dopo SPRAR (quali possibilità di inserimento lavorativo per i beneficiari in uscita?)

Allargare la rete SPRAR e migliorare i servizi di assistenza e integrazione Maggiori trasferimenti di fondi destinati ad interventi di carattere sociale/forme di premialità con fondi dedicati alle fasce deboli per i Comuni aderenti Incentivi per recupero di abitazioni private e vuote dei centri storici per accogliere un numero di persone proporzionato alla popolazione

Allargare la rete SPRAR e migliorare i servizi di assistenza e integrazione In assenza di un meccanismo di ripartizione obbligatoria tra i diversi enti locali sulla base della popolazione residente, applicazione effettiva della clausola di salvaguardia (circolare Ministro Alfano)