Le Emozioni e l'Intelligenza Emotiva

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Transcript della presentazione:

Le Emozioni e l'Intelligenza Emotiva Dott. Carrieri Angelo Email: a.carrieri@unimc.it SEMINARIO DI STUDIO Psicologia sociale e della famiglia

Le Emozioni L’emozione è un costrutto ipotetico cioè un’entità non direttamente osservabile ma inferibile dai diversi indicatori emozionali e dalla loro interazione

…/2 Con il termine emozione si indica un processo che comporta cambiamenti piuttosto ampi e interrelati in vari sottosistemi dell’organismo e che si verifica in risposta ad un evento scatenante, che ha un significato fondamentale per l’individuo in termini di sopravvivenza biologica o psicologica l’emozione, pertanto, si configura come un processo dinamico e adattivo di risposta ad una situazione di crisi

…/3 La sincronizzazione dei processi psicologici e fisiologici al fine di mobilitare tutte le risorse di un organismo per affrontare un evento significativo comporta dei costi si impedisce ad alcuni sottosistemi di eseguire la loro normale funzione (per es. non possiamo digerire o pensare con lucidità quando siamo in preda ad una forte emozione) la forte mobilitazione di energie riduce le risorse dell’organismo per questa ragione l’attivazione prolungata delle emozioni costituisce una fonte di stress

Le teorie psicologiche La teoria periferica La teoria centrale La teoria cognitivo-attivazionale Le teorie dell’appraisal Le teorie psico-evoluzionistiche Le teorie costruttivistiche

La teoria periferica Nel 1884 James propose per primo una definizione empirica e verificabile di emozione emozione = «sentire» le modificazioni periferiche dell’organismo (teoria periferica o teoria del feedback) Di conseguenza: «non tremiamo perché abbiamo paura, ma abbiamo paura perché tremiamo» Evento emotigeno->modificazione neurovegetativa s.n.periferico Dall’evento semplicemente percepito all’evento emotivamente sentito = percezione di modificazioni neurovegetative James propone una radicazione biologica dell’emozione (concetto di attivazione fisiologica), soprattutto nei visceri

Teoria periferica/2 A ogni emozione corrisponde una distinta e specifica configurazione di attivazioni neurofisiologiche La formulazione della teoria di James fu testata sperimentalmente da Sherrington e da Cannon e fu ritenuta infondata perché: cani con midollo spinale e nervo vago reciso: hanno reazioni emotive i visceri hanno: una sensibilità troppo scarsa, una risposta troppo lenta e una motilità troppo indifferenziata Tuttavia il punto di vista periferico è rimasto attivo con teorie più recenti e più elaborate

La teoria centrale In opposizione alla teoria periferica, Cannon propone la teoria centrale delle emozioni Le emozioni sono attivate e regolate a livello del sistema nervoso centrale, e nello specifico a livello della regione talamica (≠attivazione viscerale, s.n.periferico) Cannon studiò in particolare la reazione di emergenza, ponendo in evidenza le funzioni dell’arousal simpatico: configurazione di risposte neurofisiologiche che covariano simultaneamente alla comparsa dell’emozione: > battito cardiaco, respirazione, sudorazione, vasocostrizione gastroenterica e cutanea, incremento valori glicemici, diminuzione salivazione, dilatazione pupilla e piloerezione Osservato da Cannon nelle emozioni fondamentali e nelle forme di eccitamento (fame, sessualità)

Teoria cognitivo-attivazionale Schachter (1962): concezione psicologica delle emozioni attraverso la teoria cognitivo-attivazionale o teoria dei due fattori L’emozione è la risultante di due componenti distinte: 1 componente di attivazione fisiologica dell’organismo (AROUSAL) 2 componente Ψ cognitiva di percezione dello stato di attivazione fisiologica e sua spiegazione in funzione di un evento emotigeno In questo processo particolare attenzione è dedicata all’attribuzione causale che stabilisce una connessione fra queste due componenti, in modo da attribuire (SPIEGARE) la propria attivazione corporea a un evento emotigeno VALUTAZIONE COGNITIVA DELLA SITUAZIONE E ETICHETTAMENTO DELL’ESPERIENZA EMOTIVA

Teoria cognitivo-attivazionale/2 2 modalità con cui emozione ha origine Tipica- vita quotidiana: processo rapido e quasi non consapevole: valutazione situazione, percezione attivazione e sua attribuzione causale Sono consapevole del risultato “mi sento arrabbiato” Arousal non spiegato: Processo maggiormente consapevole e deliberato di attribuzione causale del proprio arousal a qualche situazione/evento farmaci, fluttuazioni ormonali,etc. modificano arousal Arousal non spiegato A che cosa lo attibuisco? A quale situazione/evento? In funzione della situazione cui lo attribuisco  EMOZIONE

Teoria cognitivo-attivazionale/3 Sulla base di questi assunti: 1) se un individuo è indotto ad attribuire erroneamente un’attivazione non spiegata a una situazione emotivamente pertinente, la sua risposta sarà emotiva  ATTRIBUZIONE IN FUNZIONE DEGLI INDIZI EMOTIVI del CONTESTO 2) se l’attivazione fisiologica VIENE ridotta, risulterà ridotta anche l’intensità dell’esperienza emotiva

Teorie dell'”appraisal” Le emozioni dipendono dal modo con cui gli individui valutano e interpretano gli stimoli del loro ambiente. Questa concezione si contrappone a quella della psicologia ingenua, secondo cui le emozioni sono passioni irrazionali, di breve durata, simili ad attività istintuali, che sorgono in modo involontario e automatico, senza che siano richieste dall’individuo. Le teorie dell’appraisal sottolineano invece il legame fra gli aspetti emotivi e gli aspetti cognitivi, poiché l’elaborazione cognitiva è sottesa all’esperienza emotiva.

Teorie dell'appraisal/2 le emozioni dipendono dalla valutazione cognitiva (appraisal) degli stimoli/situzaioni L’appraisal degli antecendenti situazionali orienta e qualifica l’esperienza emotiva del soggetto Il termine “appraisal” indica un atto diretto e immediato di conoscenza che integra la percezione e del quale si può diventare consapevoli solo a percorso concluso. Legame fra gli aspetti emotivi e gli aspetti cognitivi, poiché la VALUTAZIONE cognitiva è sottesa all’esperienza emotiva ≠ Esperienza emotiva derivano da ≠ nel modo con cui si interpretano le situazioni

Teoria psico-evoluzionistica Tomkins (anni 60) riprende il pensiero di Darwin concezione psicoevoluzionistica delle emozioni:emozioni sono strettamente associate alla realizzazione di scopi universali, connessi con la sopravvivenza della specie e dell’individuo I suoi allievi, Ekman e Izard, hanno dato particolare sviluppo a questa prospettiva teorica con la tesi innatista dell’espressione facciale delle emozioni che rafforza l’ipotesi dell’esistenza di emozioni primarie (gioia, collera, paura, disgusto, tristezza, sorpresa, disprezzo); le altre emozioni sono considerate miste o secondarie o complesse (miscela di diverse emozioni primarie discrete - “teoria tavolozza”)

Teoria costruttivistica Averill, Harrè, Mandler Contrapposizione a pdv psicoevoluzionista Emozioni = prodotti eminentemente sociali e culturali servono più a regolare interazioni che a salvaguardare sopravvivenza biologica derivano dalle pratiche sociali e dalla condivisione di specifici sistemi di credenze e valori: ogni cultura ha sua configurazione emotiva Emozioni = sindromi socialmente costituite e ruoli sociali transitori, in quanto disposizioni momentanee a comportarsi secondo date regole

EMOZIONE = PROCESSO COMPLESSO E MULTIFATTORIALE In sintesi: EMOZIONE = PROCESSO COMPLESSO E MULTIFATTORIALE Emozioni = processi complessi e multifattoriali, composti da: valutazione della situazione attivazione dell’organismo espressione e manifestazione delle risposte emotive prontezza e preparazione all’azione Per la sua complessità è corretto parlare di esperienza emotiva Particolare importanza assume in questo ambito il processo di valutazione dell’evento: le emozioni sorgono in relazione agli interessi dell’individuo in un processo di mediazione fra evento e interessi