Organizzazione giuridica del territorio

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Transcript della presentazione:

Organizzazione giuridica del territorio Solitamente confiscato e destinato all’ager Publicus 1/3 o 2/3 del territorio dei popoli vinti; Ager privatus o viritanus: terra distribuita in piena proprietà a cittadini romani; Ager publicus: territorio conquistato e amministrato dal Senato; Ager occupatorius: terre incolte o meno produttive che venivano lasciate all’occupazione di privati che ne divenivano giuridicamente possessori (godimento tutelato con interdetti possessori, trasmissibile tra vivi e mortis causa).

II sec. a.C.: crisi dell’agricoltura 10 iugeri in media l’estensione modestissima dei terreni assegnati in proprietà ai veterani; I veterani esercitavano la pastorizia e coltivavano anche parte delle terre confiscate ai vinti (ager publicus e ager occupatorius); Tendenza dei ricchi ad appropriarsi dell’ager publicus e di quello occupatorius; Sviluppo di aziende agricole destinate a colture pregiate; Sviluppo attività industriali e commerciali; Occupazione del proletariato urbano nello svolgimento dei lavori pubblici.

Riforme agrarie 367 a.C.: lex Licinia Sextia de modo agrorum; Lex innominata (primi decenni del secondo secolo): rinnova l’antico divieto di possedere più di 500 iugeri; stabilisce il divieto di immissione di 100 capi di bestiame grosso e 500 di bestiame minuto; prevede l’ingaggio di persone libere per la sorveglianza; 140 a.C.: proposta di riforma agraria di Gaio Lelio; 133 a.C.: lex Sempronia agraria;

Lex Licinia - Lex Sempronia Limite alle occupazioni di ager publicus: 500 iugeri. Limite alle occupazioni di ager publicus: - 500 iugeri per pater familias; - 250 iugeri per ogni figlio maschio; Terreno eccedente il limite: espropriato e redistribuito in lotti inalienabili da 30 iugeri (?) ai contadini poveri; Triumviri agris dandis adsignandis iudicandis: commissione affidataria dell’esecuzione del provvedimento.

133 a.C.: - muore Attalo III re di Pergamo lasciando il regno in eredità a Roma; - veto del tribuno Marco Ottavio all’approvazione della legge agraria; - lex Sempronia de magistratu M.Octavio abrogando; - ricandidatura al tribunato anche per il 132 a.C. per conservare sacrosanctitas; - rifiuto del console Publio Mucio Scevola di eseguire il senatusconsultum ultimum; - evocatio del pontefice massimo Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione nel corso di una assemblea elettorale (per sancire la legittimità della rielezione?); - uccisione di Tiberio Gracco.

Senatusconsultum ultimum (de re publica defendenda) Giuridicamente un richiamo, un puro e semplice consilium del senato ai magistrati all’adempimento dei propri doveri; Dall’88 a.C. resa esplicita e autonoma la dichiarazione di hostis rei publicae che trasformava i nemici di classe in nemici esterni della repubblica privandoli del diritto della provocatio ad populum; Col tempo si affermò la convinzione che il senatusconsultum ultimum fosse fonte di poteri eccezionali.

129 a.C. lex(?) de lege Sempronia agraria abrogranda; 123 a.C. legge agraria di Gaio Gracco: - restituzione ai triumviri del potere giudiziario (?); - nuove modalità assegnazione e regolamentazione del regime delle terre distribuite con pagamento di un vectigal (?); - fondazione di colonie in varie zone d’Italia (?).

Politica di Gaio Gracco: Sottrazione dei fertili terreni italici alle appropriazioni indiscriminate dei più ricchi; Ricerca di intese politiche (equites e oligarchie municipali) al fine di rimuovere ostacoli all’attuazione del piano di riforme.

Legislazione di Gaio Gracco: Lex Sempronia de provincia Asia: trasmissione dal senato ai concilii plebei della competenza a stabilire la condizione giuridica dei territori ereditati da Attalo III; Lex Sempronia de novis portoriis: nuove imposte e regolamentazione dell’obbligo del rendiconto dei pubblicani; Lex Sempronia frumentaria: assegnazione a prezzo politico, inferiore a quello di mercato, di 5 modii di grano al mese ad ogni proletario; Lex de capite civis: maggiore garanzia della provocatio; Lex de abactis: divieto per magistrati destituiti di accedere ad altre magistrature.