tecnologia ed esseri viventi (Gelhem ) Gehlen* (1957) sostiene che l’uomo vive in un mondo artificiale che è fatto di oggetti, che egli stesso ha costruito per poter interagire con quello naturale che lo vede mancante di articolazioni vitali. L’uomo, a differenza degli animali che riescono a vivere nel mondo organico (naturale) o per lo meno nel loro segmento di mondo, è manchevole di autosufficienza, allora deve ricorrere alla realizzazione di artefatti che possano aiutarlo in questo. *Gehlen A., 1957, Die Seele im technischen Zeitalter; trad. it. di Pansera M. T. P., 2003, L’Uomo nell’era della tecnica, prefazione, Armando, Roma.
tecnologia ed esseri viventi (Gelhem ) Ne deriva che la possibilità di sopravvivenza dell’uomo è data dalla sua capacità di capire quali siano le sue esigenze e soddisfarle con la progettazione e la realizzazione di questi oggetti. Gelhem (2003, pag. 32), dice che «mancando di organi ed istinti specializzati, l’uomo non è naturalmente adattato a uno specifico ambiente, peculiare della sua specie, e di conseguenza non ha altra risorsa che trasformare con la sua intelligenza qualsiasi condizione naturale precostituita. Povero di apparato sensoriale, privo di armi, nudo, embrionale in tutto il suo habitat, malsicuro nei suoi istinti, egli è l’essere la cui esistenza dipende necessariamente dall’azione». Quindi la tecnica nasce dalle imperfezioni degli organi umani che sono costretti all’azione, nel costruirle, per emanciparsi dal loro stato manchevole.
tecnologia ed esseri viventi (Gelhem ) Gelhem parla di 3 principi: di sostituzione: costruire degli arnesi che si sostituiscono alle carenze dell’uomo; di potenziamento, che fortifica alcune caratteristiche umane. «Il martello, il microscopio, il telefono non fanno che potenziare facoltà esistenti nel corpo umano» (ibidem); di agevolazione, che permea le tecniche «volte ad alleggerire la fatica dell’organo, a disimpegnarlo e quindi in generale a permettere un risparmio di lavoro, come un veicolo su ruote rende superfluo trascinare a mano oggetti pesanti» (ivi, pag. 33).
tecnologia ed esseri viventi (Gelhem ) In definitiva l’uomo, essere imperfetto, si emancipa dalla natura creando oggetti artificiali per sopravvivere alla stessa natura; crea uno strato, nature artificielle, che alimenta e nel quale vive; diviene esso stesso nature artificielle con il suo continuo interagire con questo strato. Si sostanzia in esso e la sua missione è l’agire e produrre in esso e per esso.