I Figli non hanno “cariche”. Il Regno non è una serie di “misteri” in cui credere, comandamenti a cui obbedire perché minacciati, gerarchie a cui sottomettersi, riti da compiere. Il Regno è vivere con gioia il quotidiano. Forse è proprio questa la sua maggior novità: il Regno è la quotidianità, tutto può essere “il Regno”, non ci vuole altro che viverlo da Figli. Nel Regno non ha spazio quanto è “incarico”, “retribuzione”, “castigo”, “vendetta”. Tutto ciò vale in altri ambiti; il Regno non ha precedenze. I Figli non hanno “cariche”. Comportarsi come Figlio non è un merito, ma un dono. Non ci si impegna per ottenere ma perché già abbiamo ricevuto. José Enrique Ruiz de Galarreta. Testo: Matteo 6, 24-34. 8 Tempo Ordinario –A- Commenti e presentazione: M.Asun Gutiérrez. Musica: Mozart. Divertimento in Do.
Gesù sale sul monte, si avvicinano per ascoltarlo ed Egli insegna Gesù sale sul monte, si avvicinano per ascoltarlo ed Egli insegna. Presenta la vera felicità delle Beatitudini (Mt 5,1-12), dell’impegno fraterno (Mt 5,21-26); dell’amore per i nemici (Mt 5,43-48); del riconoscere e tendere a Dio come Padre (Mt 6,5-13). E ora, continuando il Sermone della Montagna, va al fondo: Amore e fiducia assoluta in Dio... ; questa dev’essere la prima preoccupazione dei suoi seguaci, la preoccupazione centrale, quella vera e importante. Vista dalla cima del monte delle beatitudini
Matteo 6, 24-34 Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. DIO Denaro Gesù sa che la seduzione della ricchezza presenta la vita dal punto di vista del guadagno e dell’accumulare sempre di più, ignorando gli altri. Questo mette a confronto la fedeltà a Dio e l’idolatria del danaro. Si deve scegliere. Seguire Gesú è incompatibile con il seguire due padroni così diversi come Dio e l’idolo della ricchezza. Abbiamo atteggiamenti tolleranti o indifferenti rispetto al terribile idolo del capitalismo e posizioni molto accomodanti in temi dottrinali, sessuali, morali..? Coincide questo atteggiamento con i comportamenti e le raccomandazioni di Gesù?
Gesù sa che cibo e vestito sono necessari e sono per tutti un diritto. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Gesù sa che cibo e vestito sono necessari e sono per tutti un diritto. Il testo è un invito a distinguere il fondamentale dal secondario. A vivere in modo più sereno dando a ogni cosa l’importanza che ha davvero. Ci sono cose che valgono ben di più di ciò che si può acquistare, come l’amicizia, la famigliarità, i “momenti speciali" con gli amici, la capacità di gioire delle cose più semplici e profonde che ci vengono offerte dalla vita, dalle persone, dalla natura.
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Gesù mi ripete: non lasciarti “preoccupare”, non inquietarti. Sono libero in relazione al denaro e ai beni materiali? Che cosa mi preoccupa? Che cosa mi sconvolge? Si tratta di non fissarmi solo sulle cose mie per essere libero e restare attento e disponibile ai bisogni altrui. Non preoccuparmi, senza tralasciare di “occuparmi”.
E perché vi affannate per il vestito E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Gesù è convinto che la felicità non dipende dai beni materiali, per quanti siano. La voglia di accaparrare, usurpare, accumulare possessi e privilegi rende schiavi, allontana dall’amore generoso e gratuito del Padre e rompe la solidarietà tra i fratelli. Gesù ci assicura che l’avidità, l’ansietà, l’ambizione, la voracità, la prepotenza, l’affanno per dominare non è la via per la felicità. Il rispetto di se stessi e degli altri fa felice l’uomo; praticare la generosità, la bontà, l‘amore..., ponendo le attese nelle sue mani ci fa veri cristiani. Solo l’amore è sicuro costruttore di uomini.
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo. Che cosa berremo Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Gesù non ci spinge ad essere passivi, alla irresponsabilità, a incrociare le braccia aspettando l’azione della provvidenza divina. E’ un invito alla fiducia piena e attiva in Dio, collaborando al suo progetto di costruire un mondo più giusto, più solidale, più amabile, più umano per tutti.
Cercando prima di tutto il Regno di Dio, e Dio ci darà il resto. La chiave fondamentale di questo testo è la chiamata a cercare prima il regno di Dio e quanto gli appartiene: la giustizia, la austerità, la solidarietà..., tutto quanto trasforma il mondo secondo il punto di vista e il desiderio di Dio, per cambiare ogni situazione di ingiustizia e di egoismo fin dalla radice con il sistema che le produce. Cercare e costruire il Regno è continuare il compito di consolare, ascoltare, curare, liberare, accarezzare, lavare piedi, dar da mangiare, dar da bere, avere compassione, regalare gioia e speranza..., affidando il presente e il futuro nelle mani di Dio. Come Gesú.
Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. Ogni giorno è un dono nel quale posso godere della vicinanza e della tenerezza di Dio. Condividere l’amore, il buonumore, i propri sentimenti migliori. Adoperare il gioco, il riso, la musica, il passeggio, il tempo con le persone che cerco e che incontro sulla via. Ogni giorno è una chiamata a seguire Gesù, a seminare, a costruire i valori del Regno lasciando che Dio, Padre/Madre, programmi liberamente il mio futuro.
UNA BUONA NOTIZIA Signore, Rabbunì e Maestro: Ogni giorno, ogni notte, bussi alla nostra porta per chiamarci alla presenza del Dio vivo. Ma vedendoci preoccupati, e ossessionati, per quelle che chiamiamo necessità fondamentali - il mangiare, il vestire, la salute, il lavoro ...-, ti sorprende la nostra sofferenza, e ci parli del Padre con un linguaggio e un tono che rompe il nostro ritmo di vita. “Egli si occupa dei passeri e li nutre. E osserva i fiori del campo lodandone la bellezza... Egli conosce sempre le nostre necessità. E per Lui valiamo molto più dei passeri e dei fiori, non vuole che camminiamo appesantiti nella vita. Cerchiamo prima, però, che regni la sua giustizia...” ...//... Egli si interessa di quanto ci preoccupa e ci chiede che ci occupiamo di quanto interessa Lui. Singolare scambio, comprensibile solo nella povertà e nell’insoddisfazione che proviamo e nell’amore suo che riceviamo gratuitamente! Ulibarri Fl.