L'acqua: reinterpretiamo il passato Menzionando la città di Matera nell’immediato affiora alla mente lo splendido scenario dei Sassi. “Grotte naturali, architetture ipogee, cisterne, enormi recinti trincerati, masserie, chiese e palazzi, si succedono e coesistono, scavati e costruiti nel tufo delle gravine” scrive Pietro Laureano ne “I giardini di pietra”. Il capovolgimento della immagine dei Sassi rispetto alla visione di miseria e di vergogna si realizzò con l’iscrizione nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO effettuata nel dicembre 1993 Le motivazioni dell’iscrizione Unesco riconoscono nei Sassi un sistema urbano geniale prodottosi nel corso dei millenni grazie alla capacità di utilizzare in modo armonioso le rare risorse locali: l’acqua, la pietra, la luce. I Sassi sono la testimonianza della vicenda lunghissima dell’abitare umano dai primi fossati neolitici, allo scavo delle caverne, alla loro trasformazione in architetture. I Sassi sono l’esempio ancora vivente di quel mondo primordiale qui miracolosamente conservato fino alle soglie della modernità. Le popolazioni locali abitarono e scavarono le grotte per motivi climatici e difensivi, ma anche per utilizzare al meglio le potenzialità dei luoghi, captare l’acqua e risparmiare i suoli. In tutto il bacino mediterraneo meridionale, nelle sue isole e penisole, le condizioni climatiche ad andamento alterno e catastrofico, con precipitazioni concentrate in pochi mesi dell’anno e stagioni aride, imponevano una gestione accurata delle risorsa acqua non presente allo stato libero, lacustre o fluviale, e accorgimenti per controllarne la variabilità nel tempo e gli effetti dirompenti sui pendii. 1
Esigenze di strutture per raccogliere e gestire l’acqua Scelte insediative e costruttive L’ attività “L'acqua: reinterpretiamo il passato” ha inteso rivalutare il progetto di raccolta naturale delle acque e proporre un sistema di riutilizzo delle stesse, in vista del risparmio da effettuare nel Liceo Scientifico. Gli studenti, preventivamente coinvolti da architetto professionista, dott.ssa Emilia Olivieri, sull’uso del programma AutoCAD, sono stati impegnati nella ricerca delle planimetrie dell’edificio per progettare un sistema di serbatoi di raccolta delle acque bianche che dovranno alimentare i servizi igienici dell’ Istituto, o anche per irrigare gli spazi verdi. Le acque dal pendio sovrastante sono convogliate attraverso canalizzazioni 2
Forme scavate per raccolta e decantazione dell’acqua piovana Sistema di captazione dell’acqua Forme scavate per raccolta e decantazione dell’acqua piovana A partire dal V secolo, le popolazioni ricominciarono lentamente a crescere ramificandosi di generazione in generazione. Sviluppando le originarie tecniche preistoriche si realizzò nei Sassi di Matera un sistema di habitat adattato che utilizzava in modo combinato i diversi principi di produzione dell’acqua: la captazione, la percolazione e la condensazione. Villaggio Neolitico Località: Murgia Timone 3
Acqua Piovana Di falda Superficiale Canalizzazioni Terreno permeabile Fessurazioni Palombari Cisterne Palombari Pozzi Gorgo o Iurio 4
Dissabbiatore Sistemi di captazione dell’acqua: Vasche di decantazione Canalizzazioni Acqua e terra Dissabbiatore Terra Durante le piogge violente terrazzamenti e sistemi di raccolta dell’acqua proteggevano i pendii dall’erosione e convogliavano per gravità le acque verso le cisterne nelle grotte. Nella stagione secca le cavità scavate funzionavano durante la notte come aspiratori di umidità atmosferica che si condensava nella cisterna terminale degli ipogei, sempre piena anche se non collegata con canalette esterne. Serbatoio 5
Piazza Vittorio Veneto Acqua Livelli idrici raggiunti dall’acqua Di falda Terreno permeabile Palombari Pozzi Palombaro lungo Piazza Vittorio Veneto 6