V – TECNICHE DI COLTIVAZIONE

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Transcript della presentazione:

V – TECNICHE DI COLTIVAZIONE SCIENZE ERBORISTICHE Fondamenti di Agronomia e Laboratorio di Coltivazione delle Piante V – TECNICHE DI COLTIVAZIONE E) Semina docente: prof. Fabrizio Quaglietta Chiarandà

TECNICA DI SEMINA (1) A) QUANTITA’ Si deve cioè definire quanto seme distribuire o quante piante mettere a dimora per unità di superficie (= densità di semina = investimento = fittezza) Per ogni coltura esiste un investimento ottimale, cioè un numero di piante per unità di superficie che massimizza la produzione. La produzione (ad es. g m-2) può essere scomposta in una serie di componenti:

TECNICA DI SEMINA (2) Sia la fertilità ( e quindi il N° di frutti per pianta), sia il Pmedio dei frutti dipendono dal numero di piante per unità di superficie, in funzione delle loro dimensioni e della loro capacità competitiva nei confronti dei vari fattori impiegati e delle caratteristiche ambientali (ad es. radiazione). In linea di massima, più son piccole le piante, maggiore è l’investimento.

TECNICA DI SEMINA (3) Per ottenere l’investimento prefissato, però, la quantità di seme da distribuire deve essere aumentata di una certa quota che dipende da: % di germinabilità del seme (dato fornito dalla casa sementiera) condizioni ambientali (temperatura, umidità e grado di preparazione del terreno). dove: Q = quantità di seme da distribuire; Germ% = % di semi germinabili Qott = Quantità di seme corrispondente all’investimento ottimale = N° semi m -2 * Pmedio dei semi La quantità Q, poi, deve ancora essere aumentata (dal 20 al 100%) a seconda delle condizioni ambientali.

TECNICA DI SEMINA (4) B) MODALITA’ DI ESECUZIONE a spaglio: spargimento del seme su tutta la superficie. Una volta si eseguiva a mano, oggi si può fare con seminatrici a righe (da frumento) private degli organi interratori, oppure con spandiconcime. Scarsa uniformità. Necessario coprire il seme con una leggera erpicatura. Oggi si effettua solo con alcune foraggere (es: risemina di pascoli degradati). a righe: il seme viene distribuito e interrato, con seminatrici, in file continue (es: frumento) o a distanze predeterminate lungo la fila (a postarelle, semina di precisione). Le file possono essere semplici (equidistanti) o binate (riunite in coppie, bine).

TECNICA DI SEMINA (5) La seminatrice a righe è composta da un serbatoio per il seme (tramoggia) alla cui base sono situati gli organi erogatori (bocchette munite di un cilindro dentato che ruota a velocità regolabile e determina la quantità di seme da erogare) distanti una decina di cm l’uno dall’altro. Alle bocchette sono collegati, tramite un tubo flessibile, gli organi interratori (scarpette, falcioni, dischi, ecc.). La distanza tra questi è regolabile. Dietro agli organi interratori vi sono dei sistemi di varia forma e tipo che provvedono a chiudere il solchetto dove è stato riposto il seme. tramoggia falcione erogatore

TECNICA DI SEMINA (6) La seminatrice di precisione (mais, girasole, altre sarchiate a file distanti) ha una tramoggia indipendente per ogni fila (seminatrice a 2, 3, 4, ecc. file) e, nelle più moderne e costose, l’organo erogatore è pneumatico. La distanza tra le file è regolabile, come è regolabile la distanza tra i semi sulla fila). Per il resto lo schema non differisce di molto dalla precedente. Le seminatrici, sia “a righe” che “di precisione”, inoltre, possono essere: semplici: erogano solo il seme; combinate: hanno una tramoggia supplementare ed un sistema di distribuzione per la concimazione localizzata da effettuare contemporaneamente alla semina.

TECNICA DI SEMINA (7) C) SCELTA DEL MOMENTO L’epoca di semina dipende dalla caratteristiche di adattamento della coltura alle condizioni ambientali, in particolare a temperatura e disponibilità idriche. Nei riguardi della temperatura le colture si suddividono in: microterme che germinano e resistono a temperature basse (cereali autunno-vernini, favino, ecc.) e che possono essere seminate in autunno; macroterme, più esigenti, che devono essere seminate in primavera più o meno avanzata. Alcune specie, inoltre, sono talmente sensibili alle basse temperature, da richiedere la semina in semenzai ed il trapianto in campo solo dopo che si sono sufficientemente alzate le temperature.

TECNICA DI SEMINA (8) La disponibilità idrica è un problema che riguarda principalmente le colture primaverili-estive, che svolgono buona parte del proprio ciclo in un periodo in cui è inevitabile lo stress da carenza idrica. Per queste colture (mais, girasole, bietola, ecc.) può essere importante anticipare il momento della semina perchè, in tal modo, si consente loro di usufruire di una maggior quantità di piogge (in primavera) e di ridurre la parte del loro ciclo da trascorrere in estate. In linea di massima (e compatibilmente con le capacità di adattamento delle colture) è sempre conveniente anticipare le semine.

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