Trattamento fiscale degli investimenti Aziende straniere che investono in Spagna
Concetti generali Il Trattato dell’Unione Europea (Trattato di Maastricht) proclama la piena libertà dei movimenti dei capitali. Questo si é convertito in un regime legale vigente in Spagna che ha liberalizzato gli investimenti esteri, stabilendo, generalmente, la dichiarazione degli investimenti con un meccanismo “ex-post”. Alcune legislazioni settoriali (televisione, trasporto aereo, gioco d’azzardo, sicurezza …) condizionano con speciali legislazioni gli investimenti esteri in Spagna. Il regime generale delle liberalizzazioni può essere sospeso in situazioni straordinarie (salute pubblica, sicurezza nazionale…).
Oggetto degli investimenti esteri Una azienda commerciale italiana deciderà il grado di investimento in funzione delle sue necessità e quelle dei suoi clienti. Le possibilità che si presentano sono le seguenti: Commerciale in loco con contratto di diritto spagnolo. Questa opzione permetterà avere una struttura minima sul territorio spagnolo e, sempre che il commerciale non abbia poteri per firmare contratti in nome dell’azienda non presuppone una stabile organizzazione a effetto fiscale. La merce sarà inviata dalla casa centrale in Italia. L’azienda italiana dovrà richiedere una P.IVA spagnola per versare la ritenuta IRPF del lavoratore. Indipendentemente dall’avere un commerciale in loco o meno, si possono contrattare i servizi di un magazzino logistico e avere un centro di distribuzione sul territorio spagnolo. Questa opzione non presuppone una stabile organizzazione. La merce si fatturerà senza IVA con regola del “reverse charge”. L’azienda italiana dovrà richiedere una P.IVA spagnola, dichiarare gli acquisti inter-comunitari e fatturare secondo il metodo indicato.
Indipendentemente dall’avere un commerciale in loco o meno, si può acquistare o affittare un magazzino per avere un centro di distribuzione in territorio spagnolo. Questa opzione non presuppone una stabile organizzazione ad effetto di imposte dirette, ma si per quanto riguarda l’IVA. L’azienda italiana dovrà richiedere una P.IVA spagnola, dichiarare gli acquisti inter-comunitari e fatturare secondo il metodo indicato. Creazione di una succursale dell’azienda in Spagna. Quest’operazione va fatta presso un notaio ed implica l’esistenza di una stabile organizzazione a tutti gli effetti. L’azienda sarà un soggetto passivo spagnolo a tutti gli effetti con gli obblighi fiscali e mercantili (anche se, questi ultimi, ridotti). Non esiste nessun vantaggio nella creazione di una succursale rispetto ad una filiale. Creazione di una filiale dell’azienda in Spagna. Quest’operazione va fatta presso un notaio. Si costituirà una società mercantile ed in Spagna esistono due figure principali, la “Sociedad Anonima” (SA, capitale minimo 60.000€), fondamentalmente utilizzata per grandi aziende quotate in borsa e la “Sociedad de responsabilidad Limitada” (SL, capitale minimo di 3.000€), essendo questa ultima la forma societaria più utilizzata nel corso degli ultimi anni (99,1% delle società di nuova costituzione sono SL secondo i dati dell’ “Instituto Nacional de Estadistica” relativi al 2010). L’azienda sarà un soggetto passivo spagnolo a tutti gli effetti.
Struttura del sistema impositivo spagnolo Imposte dirette: - Sul reddito dei residenti : Imposta sul reddito delle società (Aliquota generale 30%, 25% SME) Imposta sul reddito delle persone fisiche (Aliquote massima 49%) - Sul reddito dei non residenti (generalmente 24%, dividendi, capital gain ed interessi 19%) - Sul capitale (solo per le persone fisiche) : Imposta sul patrimonio netto (aliquota 0 dal 2008, reintrodotto nel 2011 per fortune di più di 700.000€ con aliquote dal 0,2 al 2,5% ) Imposta sulle successioni e sulle donazioni (aliquota in funzione del dati personali del soggetto passivo e del patrimonio) - Imposte locali (IBI, IAE, incremento valori catastali) Imposte indirette: - Sul valore aggiunto (I.V.A.) (Aliquote 18%, 8% e 4%) - Sulle trasmissioni patrimoniali e sugli atti giuridici documentati (7-8% e 1%). - Speciali su consumi specifici (petrolio, alcool,ecc).
LEGISLAZIONE DEL LAVORO E CONTRIBUTI SOCIALI I rapporti di lavoro in Spagna sono basicamente regolati dalle seguenti fonti normative: lo“Estatuto de los Trabajadores" (Statuto dei Lavoratori) ed dai contratti collettivi, negoziati tra il datore di lavoro ed i rappresentanti dei lavoratori. RETRIBUZIONI Esistono certi limiti: - il salario minimo, fissato ogni anno dal Governo, ammonta attualmente a 641,40 euro mensili. ogni anno vengono approvati contratti collettivi per settori di attività, che migliorano il minimo retributivo citato e fissano le retribuzioni a seconda della categoria professionale. Nella maggior parte dei casi, i lavoratori hanno diritto quantomeno a due retribuzioni aggiuntive, quindi la retribuzione lorda annuale viene ripartita in quattordici stipendi.
ORARIO DI LAVORO La settimana lavorativa è, per legge, di un massimo di 40 ore settimanali di lavoro effettivo. La giornata lavorativa non può eccedere le 9 ore giornaliere, salvo che l'accordo tra gli imprenditori ed i rappresentanti dei lavoratori, stabilisca una distribuzione diversa. Le ore extra non possono superare le 80 all'anno. Le ferie annuali sono, in un anno di servizio, di 30 giorni solari compresi i giorni lavorativi ed i festivi. Inoltre, durante l'anno sono riconosciute 14 feste a carattere nazionale, delle Comunità Autonome e locale. CONTRATTO DI LAVORO Il contratto di lavoro può essere stipulato a tempo determinato o indefinito. In questo caso, l’imprenditore non può rescinderlo unilateralmente, a meno che non si verifichi una delle cause indicate nello Statuto dei Lavoratori, cioè mediante licenziamento per giustificato motivo. Se il licenziamento è ritenuto arbitrario, il datore di lavoro è tenuto a risarcire il lavoratore con l’equivalente di 45 giorni di retribuzione per ogni anno di servizio, con un massimo di 42 mensilità.
Esempio 1 Investimento immobiliare: Un’azienda in possesso di un immobile urbano a sua disposizione in Spagna pagherà l’IBI (0,4% -1,25% del valore catastale) e l’imposta speciale sui beni immobili di entità non residenti (3% valor catastale), questo tributo si paga solo per società e soci non appartenenti ad un paese con il quale Spagna celebri convenzione per evitare la doppia imposizione ed intercambio di informazione. È prevista una dichiarazione annuale per comunicare questi dati. VC = 250.000€ IBI = VC x 0,8% = 2.000€ Imp. Speciale= VC x 3% = 7.500€
Un cittadino Italiano in possesso di un immobile urbano a sua disposizione tributerà alla aliquota generale (24%) per il rendimento presunto (2% del valore catastale), l’IBI e l’imposta sul patrimonio. VC = 250.000€ IBI = 2.000€ Imputazione di reddito = 2%VC = 5.000€ Quota tributaria= 24% x Imput. = 1.200€ Inposta patrimonio = 0, deduzione di 700.000€ (Si paga per la parte eccedente i 700.000€ di patrimonio)
Esempio 2 Lavoratore spagnolo: Simulazione dello stipendio mensile per un lavoratore di una impresa di servizi con 2 figli (uno di meno di 3 anni ed uno maggiore) che guadagna 60.000€ in 14 paghe. Salario lordo: 60.000,00€ lordo mensile: 4.285,71€ Contributi sociali (SS): 2.461,34€ SS: 205,11€ Ritenuta IRPF: 25% IRPF: 1.071,43€ Salario netto 3.009,17€ Quota max contributi sociali = 3.230,10€ SS a carico del lavorat. = 3.230,10 X 6,35% X 12 = 2.461,34€ SS a carico dell’azienda= 3.230,10 X 32,5% X 12 = 12.597,39€ Costo del lavoratore per l’azienda = 60.000+12.597,39 = 72.597,39€
Investire in Catalogna Localizzazione geografica strategica Piattaforma ideale per accedere ai mercati Europei nordafricani e mediorientali ed inoltre ai mercati latinoamericani Ottima rete di infrastrutture (Areoporti, Ferrovie, Porti, Autostrade) Diversificazione della struttura economica Catalana Politica del Governo di Catalogna pro-inprenditore La politica del governo stimola l’attività imprenditoriale mettendo a disposizione numerosi sussidi a fondo perso e/o prestiti a tassi ridotti o nulli che la generalità di Catalogna (Organo direttivo amministrativo della Catalunya). Eccellente qualità di vita Il fascino che la citta di Barcellona esercita a livello internazionale é aumentato esponenzialmente negli ultimi anni e permette attirare e conservare il talento di molti professionisti.
HOLDING La Spagna ha uno dei regimi fiscali più favorevoli del mondo per le holdings (ETVE entità di tenenza di valori stranieri) cioè per quei gruppi internazionali che vogliano disporre di un centro di gestione delle sue partecipazioni in diversi paesi. L’unico requisito é costituire una società spagnola e apportare valori delle aziende partecipate (minimo 5% ed obbligo di mantenerle per almeno 1 anno). Restano esenti di imposizione i dividendi distribuiti dalla filiali ed la distribuzione di questi fuori dal territorio spagnolo.