Come nasce un presepe in terracotta Si ringraziano i maestri artigiani dei gruppi di CIAP, Manos Amigas e Minka per la gentilezza e disponibilità dimostrate
La tradizione artigianale della ceramica e terracotta peruviana è antichissima, risalendo alle civiltà precolombiane. Nel 2000 a.C. si hanno le prime testimonianze relative alla produzione di ceramica, tuttavia è con le culture Chavin (a partire dal 300 a.C. circa) e Wari che le tecniche migliorano notevolmente, raggiungendo livelli raffinati. L’apogeo si raggiunge con il fiorire della civiltà Inca (XIII - XVsec. d. C.) e la successiva costituzione del Tahuantinsuyo, il Grande Impero Inca, che dominerà una vasta e lunghissima area, dall’Ecuador al Cile, fino al 1535, anno della caduta dell’ultimo imperatore (Atahualpa), ad opera dei conquistadores spagnoli guidati da Francisco Pizarro.
Si parte da differenti tipi di argilla, la maggior parte acquistati già pronti per la modellazione sul mercato, oppure preparati a partire da blocchi grezzi, spesso comprati da cave vicine ai “talleres”, a cui si aggiunge acqua. L’argilla (composta da vari silicati di alluminio, magnesio, ferro, sodio e potassio) può essere bianca o rossa, a seconda della presenza più o meno marcata di ossidi di ferro. La più diffusa è quella rossa, a cui viene aggiunta, per una migliore resa in fase di modellatura e cottura, sabbia e “chamota”, vale a dire scarti di precedenti lavorazioni della ceramica. Curiosità: la ceramica “Shipibo”, tipica delle comunità della foresta amazzonica (soprattutto al nord), si presenta di colore grigiastro perché ad essa viene aggiunta della cenere di derivazione vegetale (ciò migliora la resistenza alla cottura, soprattutto nel caso di forni a legna, in cui è più difficile garantire una temperatura uniforme). Si preleva l’argilla
Si mette l’argilla in acqua Nel caso di argilla autoprodotta, la pasta liquida viene messa a riposo in appositi recipienti quadrati (processo del “secado”) per favorire l’evaporazione dell’acqua e l’addensamento della massa (questa fase richiede alcuni giorni). Si mette l’argilla in acqua
L’impasto viene mescolato
L’impasto argilloso liquido viene prelevato,
quindi viene filtrato,
e fatto solidificare.
Ecco i blocchi d’argilla pronti per l’uso
Si preparano i pezzi per gli stampi La modellatura è uno dei passaggi più delicati, e varia molto a seconda delle forme che si desiderano realizzare. Nel caso di ceramica per uso quotidiano o da decoro (vasi, piatti, bicchieri, ecc.) il lavoro viene eseguito a mano, oppure al tornio (elettrico o a pedali), mentre per la produzione di piccoli oggetti e presepi si ricorre sempre a stampi che vengono prodotti quasi sempre dagli artigiani stessi (in genere è il maestro artigiano o il capo bottega che si incaricano della preparazione degli stampi). Nel caso di ceramica decorativa e da utilizzo, tuttavia, si ricorre sempre più agli stampi, così da standardizzare sempre più forme e dimensioni Il modello grezzo può essere ulteriormente lavorato per eseguire fregi, incisioni o altro che sia richiesto dalla figura. Si preparano i pezzi per gli stampi
Si scelgono gli stampi adatti ai personaggi
Vengono preparati gli stampi
Si modella lo stampo
Si estrae la figura dallo stampo e la si rifinisce La fase successiva è quella della pulizia (“acabado preliminar”), un passaggio delicato sulle forme con spugne, al fine di eliminare eventuali residui e perfezionare le sbavature. Le forme così ottenute sono lasciate essiccare per un tempo variabile da due a quattro giorni, dopo di che si passa alla cottura in forno (la “quema”). Si estrae la figura dallo stampo e la si rifinisce
La cottura avviene nel forno a legna La cottura è, dopo la modellazione, la fase più delicata, e richiede molta esperienza per gestire bene tempi e temperature. Nei “talleres” si trova generalmente una vasta gamma di tipi di forno, alimentati, a seconda delle possibilità economiche, con forni a legna, gas o elettrici. I vari tipi di forno possono essere impiegati in base alle differenti linee di prodotti, ed è per questo che, normalmente, gli artigiani “generalisti”, (cioè che producono un po’ di tutto, dai presepi agli articoli per la casa) hanno nei loro laboratori più tipi di forno. La cottura avviene nel forno a legna
oppure nei forni elettrici o a gas I forni a gas ed elettrici sono quelli che permettono un maggior controllo della temperatura e, quindi, dell’uniformità della cottura. Le temperature raggiunte variano considerevolmente: 850– 900° C. nei forni a legna, 950-1000°C con il gas e fino a 1200° C. con i forni elettrici. oppure nei forni elettrici o a gas
Si procede alla decorazione e pittura Terminata la cottura si passa al disegno e alla pittura, che può essere “a freddo” - vale a dire dopo l’intervento si secca e si fissa a temperatura ambiente - oppure “a caldo” e in questo caso è richiesto un secondo passaggio al forno. Al disegno e alla pittura possono accompagnarsi altre operazioni, come ulteriori incisioni, sabbiature, affumicature, ecc. Si procede alla decorazione e pittura
I presepi vengono imballati e spediti L’ultima fase è quella del “acabado”, cioè l’intervento rifinitore finale, che può consistere in svariati interventi, a volte molto delicati e sofisticati: bruniture (con pietre tonde e leggermente abrasive), cerature (con tele cerate), laccature (con derivati quasi sempre vegetali), smaltature, vetrificazioni e impermeabilizzazioni varie. Quindi I presepi sono pronti per essere imballati e spediti I presepi vengono imballati e spediti