Lo spreco alimentare: cause, impatti, proposte
Che cosa s’intende per sprechi alimentari? Accezione comune: cibo acquistato e non consumato che finisce nella spazzatura Definizione FAO: qualsiasi sostanza sana e commestibile che, invece di essere destinata al consumo umano, viene sprecata, persa, degradata o consumata da parassiti in ogni fase della filiera agroalimentare
Food losses: perdite a monte della filiera alimentare; legate a semina, coltivazione raccolta, trattamento conservazione. Dovute a fattori difficilmente comprimibili Food waste: sprechi dovuti alla trasformazione industriale, alla distribuzione ed al consumo finale.
Dispersione a livello globale Le informazioni sono scarse per quanto riguarda le perdite delle prime fasi della filiera. Diventano più precise quando si fa riferimento ai consumi finali
In Europa Stime della composizione percentuale del food waste a livello europeo Livelli di sprechi alimentari pro capite (Kg/anno)
In Italia La disponibilità calorica media per ogni italiano è di circa 3700 Kcal con un surplus di circa 1700 Kcal che provocano sovralimentazione e spreco La scarsità di informazioni rende difficile identificare le voci preponderanti di questi sprechi
Lo spreco domestico: confronto nei paesi occidentali Totale 27.5 286 milioni di abitanti 323 milioni di abitanti
Differenze fra paesi sviluppati ed in via di sviluppo Food losses e food waste pro capite nelle diverse regioni del mondo (Kg/anno) Collocazione di perdite e sprechi lungo la filiera: differenze fra paesi sviluppati ed in via di sviluppo
Le cause L’urbanizzazione provoca l’allungamento della filiera agroalimentare Variazione della composizione della dieta legata all’aumento del reddito disponibile (particolarmente nei paesi in via di sviluppo) La globalizzazione del commercio e la diffusione della grande distribuzione
Coltivazione e raccolto Paesi in via di sviluppo: Agricoltura su scala ridotta poco efficiente Raccolti prematuri a causa dell’urgenza del cibo Scarse infrastrutture e mezzi di trasporto Carenti tecniche immagazzinamento Scarsa capacità di controllare le infestazioni da parassiti Mancanza di strutture per garantire la corretta conservazione durante il trasporto Paesi sviluppati: Offerta superiore alla domanda Mancato rispetto degli standard qualitativi per il consumo umano Bisogna soddisfare i requisiti estetici della clientela Programmazione agricola sbagliata
Trasformazione agricola ed industriale Paesi in via di sviluppo: Malfunzionamenti tecnici Inefficienze nei processi produttivi Scarse infrastrutture e mezzi di trasporto Paesi sviluppati: Errori che determinano perdite di peso, forma o confezionamento del prodotto Distribuzione e vendita Paesi in via di sviluppo: Totale assenza o inefficienza della grande distribuzione Mercati piccoli, affollati con caratteristiche igieniche carenti Paesi sviluppati: Errata previsione della domanda alimentare Danni dovuti al trasporto Ritiro di prodotti dal commercio perché non adeguati agli standard
Consumo domestico e ristorazione Paesi sviluppati: Il cibo viene cucinato in quantità superiori alle necessità Vengono acquistati troppi alimenti, che arrivano a scadenza senza essere consumati Paesi in via di sviluppo: Sono molto scarsi. Lo scarso reddito delle famiglie rende inaccettabile lo spreco del cibo.
Impatto ambientale Un esempio: la Gran Bretagna Gli sprechi possono essere valutati anche dal punto di vista ambientale, economico e sociale Un esempio: la Gran Bretagna Carbon footprint e water footprint degli sprechi in fase di consumo
Impatto economico L’ esempio dell’Italia Impatto economico dello spreco alimentare nei settori principali della filiera
Impatto sociale La necessità media di calorie di un individuo è di circa 2700. Le risorse alimentari attualmente prodotte sono in grado di sopperire a questo fabbisogno e invece: Esistono popolazioni malnutrite e denutrite per difficoltà di accesso al cibo (guerre) o per povertà Esistono popolazioni a rischio di obesità endemica Secondo uno studio FAO la quantità di cibo buttato nei paesi industrializzati (222 milioni di tonnellate) è pari alla produzione alimentare dell’Africa sub-sahariana
Alcune iniziative per ridurre lo spreco alimentare
Fuori dall’Europa: Brasile: Fra i primi produttori alimentari mondiali spreca annualmente 12 miliardi di dollari di cibo. Il Governo sostiene 67 banche alimentari e punta su un programma di educazione alimentare e a leggi per la corretta conservazione e distribuzione dei cibi. India: Terzo maggior produttore di cibo. Gli sprechi derivano da mancanza di infrastrutture. Il governo si sta impegnando a migliorare queste strutture e a stimolare la donazione del cibo. Molte città sono attrezzate per la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta.
Lo spreco alimentare è un fenomeno che solleva profondi interrogativi dal punto di vista sociale. Infatti, considerando il problema della denutrizione che affligge circa un miliardo di persone nel mondo, l’aumento dello spreco alimentare anche sotto forma di eccessiva nutrizione appare quanto mai inaccettabile. La piramide del recupero dello spreco alimentare
Suggerimenti: Capire le cause. nel dettaglio degli sprechi alimentari nelle varie filiere agroalimentari e valutarne meglio gli impatti. Ridurre per recuperare meno. Investire prima nella riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari e poi sul loro recupero. (Ri)utilizzare. Avviare iniziative di recupero degli sprechi non ancora eliminati Una priorità politica. Governare la riduzione dello spreco a livello istituzionale, anche assicurando che l’adozione di standard non introduca perdite e sprechi ingiustificati lungo la filiera agroalimentare. Cooperare per risparmiare. Sviluppare accordi di filiera tra agricoltori, produttori e distributori per una programmazione più corretta dell’offerta alimentare. Informare per educare. Rendere il consumatore consapevole dello spreco e insegnargli come rendere più sostenibili l’acquisto, la conservazione, la preparazione e lo smaltimento finale del cibo.