I DISTURBI BIPOLARI Prof. Luigi Janiri Istituto di Psichiatria

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Transcript della presentazione:

I DISTURBI BIPOLARI Prof. Luigi Janiri Istituto di Psichiatria Università Cattolica del Sacro Cuore - Roma

AFFETTIVITÀ colorito soggettivo della vita psichica, cioè la risonanza piacevole o spiacevole che eventi esterni, modificazioni biologiche, pensieri suscitano nell’individuo

AFFETTIVITÀ Emozioni stati affettivi acuti, a rapido esaurimento accompagnati da reazioni neurovegetative Sentimenti stati affettivi persistenti, con contenuti sufficientemente delineati e che possono trasformarisi in passioni (amore, odio, gelosia, tristezza, etc.) Umore stato abituale, di fondo, dell’affettività che caratterizza sia il temperamento (disposizione affettiva di base) sia uno stato temporaneo che esprime tutta l’affettività di quel momento.

UMORE Tono emotivo pervasivo che influenza profondamente l’aspetto e la percezione di sé, degli altri e dell’ambiente in generale

Mania EUTIMIA Depressione Espansività Accresciuta autostima Idee grandiose Fuga dalle idee Mania Ritmo sonno-veglia Appetito Attività sessuale Altri ritmi biologici EUTIMIA Perdita di energia e interesse Sensi di colpa Difficoltà di concentrazione Pensieri di morte o suicidio Depressione

Il Continuum dei Disturbi dell’Umore La tendenza attuale è di interpretare i disturbi dell’umore come un’insieme di condizioni allocate su un continuum di presentazione clinica con ad un estremo i quadri unipolari, caratterizzati esclusivamente da episodi a polarità depressiva ed all’estremo opposto i quadri bipolari di tipo I, con episodi depressivi ed episodi maniacali. In posizione intermedia, troviamo una serie di condizioni caratterizzate da sintomatologia attenuata depressione alternata ad episodi ipomaniacali o ciclotimia quadri depressivi seguiti da ipomania solo dopo trattamento con antidepressivi o con familiarità positiva per disturbo bipolare

Fluttuazione dell’asse timico nei disturbi dell’umore Depressione Maggiore Unipolare Disturbo Ciclotimico Disturbo Bipolare I Disturbo Distimico Disturbo Bipolare II

Disturbo bipolare e disturbi correlati (DSM-5) Disturbo bipolare I Disturbo bipolare II Disturbo ciclotimico Disturbo bipolare e disturbi correlati indotto da sostanze/farmaci Disturbo bipolare e disturbi correlati dovuto a un’altra condizione medica Disturbo bipolare e disturbi correlati con altra specificazione Disturbo bipolare e disturbi correlati senza specificazione

INTRODUZIONE Oscillazioni fisiologiche del tono dell’umore sono esperienze comuni e quotidiane e rivestono un ruolo adattivo poiché consentono di modellare le reazioni dell’individuo ai vari fattori ambientali. I cambiamenti patologici dell’umore caratteristicamente sono: - imprevedibili: fluttuanti, spesso in assenza di evidenti fattori precipitanti; - incontrollabili e inappropriati rispetto al contesto e/o agli eventi; - prolungati nel tempo; - estremi nell’intensità; - eccessivi nella frequenza; - accompagnati da altri cambiamenti associati: nel pensiero, nel comportamento, nei sistemi biologici; - sconvolgenti rispetto al normale funzionamento dell’individuo.

LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA • La prevalenza si colloca tra l’ 1 e il 6.5% della popolazione generale; • Il picco di età di insorgenza dei primi sintomi si colloca tra i 15 e i 19 anni (l’assunzione di sostanze psicoattive può anticipare l’esordio); • Intercorrono circa 5-10 anni tra l’età d’esordio delle manifestazioni cliniche e l’età del primo trattamento; • Tra primo e secondo episodio passano in media più di 4 anni ma gli intervalli di tempo che intercorrono tra gli episodi successivi si accorciano via via; • La durata media dei singoli episodi si attesta intorno a 3-5 mesi; • Tra i disturbi psichiatrici è la terza patologia più importante non solo come gravità ma anche come impatto sociale ed economico (dopo la depressione unipolare e la schizofrenia).

DISTURBO BIPOLARE I Decorso clinico caratterizzato dalla presenza di uno o più Episodi Maniacali. Spesso gli individui hanno presentato anche uno o più Episodi Depressivi Maggiori

DISTUBO BIPOLARE II Decorso clinico caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori accompagnati da almeno un Episodio Ipomaniacale

DISTURBO CICLOTIMICO Alterazione dell’umore cronica, fluttuante, caratterizzata dall’alternarsi di periodi con sintomi ipomaniacali e sintomi depressivi di moderata entità.

MANIFETAZIONI CLINICHE: ALTERAZIONE DELL’UMORE SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Depresso, irritabile o ansioso (tuttavia, alcuni pazienti possono apparire sorridenti e sminuire o negare l'alterazione soggettiva dell’umore, lamentando invece dolori oppure altri problemi o timori somatici) Crisi di pianto (tuttavia, alcuni pazienti possono lamentare l’incapacità di piangere o di provare emozioni) Euforico, irritabile o ostile Crisi di pianto momentanee (nel contesto di uno stato misto)

MANIFESTAZIONI CLINICHE: DISTURBI COGNITIVI E PSICOLOGICI SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Perdita della fiducia in sé; bassa autostima; autoaccuse Difficoltà di concentrazione; indecisione Riduzione delle fonti di gratificazione; diminuzione di interesse nelle normali attività; perdita dei legami affettivi; ritiro sociale Aspettative negative; disperazione; impotenza; aumento della dipendenza Pensieri ricorrenti di morte e di suicidio Autostima esagerata Accelerazione del flusso ideico Aumento di interesse per nuove attività; coinvolgimento maggiore con le persone (che tendono spesso a sfuggire per il comportamento invadente ed indiscreto del paziente); spese sconsiderate; frenesia sessuale; investimenti ed affari avventati Riduzione della capacità critica

MANIFETAZIONI CLINICHE: DISFUNZIONI PSICOMOTORIE E VEGETATIVE SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Ritardo psicomotorio; affaticamento Agitazione Anoressia e perdita o aumento di peso Insonnia o ipersonnia Alterazione del ciclo, amenorrea Anedonia, perdita del desiderio sessuale Accelerazione psicomotoria ed eutonia (aumentato senso di benessere psicofisico) Possibile perdita di peso per l’aumento smodato di attività e per irregolarità nelle abitudini alimentari Diminuito bisogno di sonno Aumento del desiderio sessuale

MANIFESTAZIONI CLINICHE: SINTOMI PSICOTICI SINDROME DEPRESSIVA SINDROME MANIACALE Deliri di colpa e di indegnità Deliri di riferimento o di persecuzione Idee deliranti di malattia (nichilistiche, somatiche o ipocondriache) Deliri di rovina Allucinazioni depressive della sfera uditiva, visiva e (raramente) olfatti Idee deliranti megalomaniche di talento eccezionale, di protezione da entità esterne, di riferimento e di persecuzione Idee deliranti di capacità fisiche eccezionali Idee deliranti di ricchezza, di origini nobili, altra identità megalomanica Momentanee allucinazioni visive o uditive  

Le temporalizzazioni deliranti Delirio Schizofrenico Delirio Paranoico Delirio Melancolico Delirio Maniacale Prospettico Circolarizzato Retrospettivo Momentaneizzato

NEGLI STADI PIU’ AVANZATI DELLA MANIA L’accelerazione del flusso del pensiero sfocia in una fuga delle idee, in cui i pensieri si affollano nella mente in rapida successione, senza alcun filo conduttore coerente Compaiono deragliamento, tangenzialità, allentamento dei nessi associativi, incoerenza Le alterazioni del contenuto del pensiero si manifestano prevalentemente in modo congruo al tono dell’umore (DELIRI ‘OLOTIMICI’) I deliri incongrui al tono dell’umore, ugualmente osservabili, sono caratterizzati da contenuti di nocumento, persecuzione, influenzamento (in cui è difficile riconoscere la matrice affettiva, ma è comunque sempre presente la carica megalomanica) Manca una coscienza di malattia Il soggetto non si rende conto della natura patologica della propria condizione (‘egosintonicità’): egli è convinto di stare bene, al massimo della forma, e può reagire con aggressività se viene contraddetto.

STATI MISTI Caratterizzati dalla commistione di sintomi depressivi ed espansivi Raramente consistono nella compresenza di quadri maniacali e depressivi a completa espressione sintomatologica. Più spesso si osservano alcune manifestazioni depressive in corso di mania e, viceversa, alcune caratteristiche maniacali o ipomaniacali in corso di episodi depressivi. Peculiari sono la labilità dell’umore, l’irritabilità, l’ansia, i comportamenti ostili e, meno spesso, la confusione, la perplessità, l’instabilità, l’impulsività.

L’inquadramento degli stati misti classici si deve a Kraepelin e Weygand, i quali sottolinearono la rapida e continua variazione di tre coppie di sintomi antitetici: I. umore che può variare tra depressione ed esaltazione; II. psicomotricità che può variare tra inibizione ed eccitazione; III. ideazione che può variare tra rallentamento ed accelerazione. Quando tali coppie si modificano contemporaneamente nella stessa direzione, si hanno le forme ‘pure’ di depressione o mania; quando invece vi è dissociazione, con una di queste coppie in fase opposta a quella delle altre due, si possono realizzare sei differenti tipi di ‘stato misto’

1. Mania depressiva: l’umore depresso/irritabile si associa ad agitazione motoria e accelerazione del pensiero; 2. Depressione agitata: umore malinconico, ideazione rallentata, deliri a contenuto depressivo associati ad intensa agitazione motoria; 3. Mania improduttiva: ideazione rallentata associata ad umore euforico e motricità esaltata; 4. Stupor maniacale: rallentamento motorio ed inibizione ideativa associati ad umore euforico; 5. Depressione con fuga delle idee: umore depresso e rallentamento motorio associati ad accelerazione ideativa che può giungere alla fuga delle idee; 6. Mania con inibizione motoria: inibizione motoria associata a umore euforico ed accelerazione del pensiero.

IPOTESI EZIOPATOGENETICHE ASPETTI PSICOSOCIALI IPOTESI BIOLOGICHE

FATTORI GENETICI E CORRELATI NEUROBIOLOGICI: Nei parenti di primo grado di un individuo affetto, la probabilità di sviluppare un DB è del 5-10%; il rischio sale al 40-70% per i gemelli omozigoti. Non esiste un singolo gene responsabile, molti geni agiscono assieme, generando una predisposizione su cui si innestano fattori ambientali scatenanti. I principali geni coinvolti sono implicati: nella regolazione ormonale; nella codificazione per i canali del calcio e per i recettori del glutammato, per quelli D2 della dopamina e per alcune subunità del recettore GABA; nella cascata dei secondi messaggeri intracellulari. 2. ALTERAZIONI DEI SISTEMI MONOAMINERGICI: Fasi depressive correlabili alla riduzione di noradrenalina, serotonina e dopamina. 3. ALTERAZIONI RECETTORIALI: Recettori per i neurotrasmettitori monoaminergici e sistemi di trasduzione intracellulare a cascata. 4. IPOTESI NEUROENDOCRINE: asse ipotalamo-ipofisi-surrene (aumento dei livelli di cortisolemia in fase depressiva); asse ipotalamo-ipofisi-tiroide (aumentate concentrazioni basali di TSH); GH (riduzione della secrezione durante il picco notturno); PRL (ridotta in fase depressiva).

ASPETTI PSICOSOCIALI A. INTERPRETAZIONE PSICOANALITICA: Perdita simbolica o reale di una persona amata ( oggetto libidico) avvertita come rifiuto. Freud descrive l’ambivalenza interiorizzata nei confronti dell’oggetto d’amore, tale ambivalenza può determinare una forma patologia di lutto se l’oggetto è perso o vissuto come perduto. Questo lutto prende la forma di depressione con sentimenti di colpa, indegnità e ideazione suicidaria. La mania e l’euforia sono considerate come una difesa nei confronti di una sottostante depressione.

ASPETTI PSICOSOCIALI B. INTERPREAZIONE COGNITIVA: Aaron Beck sostiene che nella depressione vi sia una distorsione della triade cognitiva: Immagine del sé negativa (“le cose vanno male perché io sono incapace”). Interpretazione negativa dell’esperienza (“tutto è sempre andato male”). Visione del futuro negativa (anticipazione dell’insuccesso). Teoria dell’impotenza appresa: la depressione insorge quando una persona non è in grado di controllare gli eventi.

ASPETTI PSICOSOCIALI C. EVENTI STRESSANTI: Gli eventi stressanti spesso precedono i primi episodi di disturbi dell’umore. Tali eventi possono causare modificazioni neuronali permanenti che predispongono la persona a successivi episodi di un disturbo dell’umore. La perdita di un genitore prima dell’età di 11 anni è l’evento della vita che maggiormente è associato a un successivo sviluppo di un disturbo depressivo, unipolare o bipolare.

RISCHIO DI SUICIDIO NEL DISTURBO BIPOLARE

ALCUNI DATI Il 15-25% dei pazienti con disturbo dell’umore non diagnosticato e non trattato commette suicidio. La depressione non diagnosticata o trattata in modo inadeguato contribuisce al 50-70% dei suicidi. Il rischio di suicidio ha una maggiore incidenza nei giovani e negli anziani che non hanno un buon supporto sociale. Tentativi di suicidio tendono a verificarsi entro 4-5 anni dal primo episodio clinico I periodi maggiormente a rischio sono la fase precoce di remissione della depressione (quando l'attività psicomotoria sta tornando normale, ma l'umore è ancora flesso), gli stati misti bipolari, la fase premestruale e gli anniversari personali significativi.

DISTURBO DA USO SOSTANZE DISTURBO BIPOLARE E DISTURBO DA USO SOSTANZE

ALCUNI DATI Il DB , fra tutti i disturbi in Asse I, è quello che presenta la più alta prevalenza di comorbilità con l’uso di sostanze*. I soggetti con DB che presentano tale comorbilità hanno avuto un esordio precoce della malattia**. Un ampio studio epidemiologico ha riportato una prevalenza di comorbilità tra DB e disturbo da uso di sostanze pari al 60%, tre volte superiore a quella riscontrata nei pazienti depressi***. Il rapporto tra la probabilità che un paziente con DB o un soggetto della popolazione generale presentino diagnosi di disturbo da uso di sostanze è di 8 a 1*. *Goldberg, F., Harrow M, (2000), I Disturbi Bipolari, decorso clinico e outcome, Raffaello Cortina Editore. **Feinman,J.A., Dunner, D:L:; (1996), The effect of alcohol and substance abuse on the course of bipolar affective disorder. J Affect Disord., 37,pp.43-49. ***Regeir, D.A., et a., (1990), Comorbidity of mental disorders with alcohol and other drug abuse: results from the Epidemiologic Cathment Area Study. JAMA, 264, pp. 2511-2518.

TRATTAMENTO TRATTAMENTO TRATTAMENTO FARMACOLOGICO PSICOTERAPEUTICO Una sinergia tra un trattamento farmacologico e un trattamento psicoterapeutico è più efficace di ciascuno dei due trattamenti da solo.

TRATTAMENTO FARMACOLOGICO N.B. I principali farmaci usati nel trattamento mirano a stabilizzare l'umore e a trattare l'episodio depressivo o quello maniacale cercando di prevenire il viraggio alla polarità opposta. LITIO VALPROATO DI SODIO ANTIPSICOTICI ATIPICI Altri farmaci anticonvulsivanti sono usati come stabilizzatori dell’umore: la lamotrigina (Lamictal), la carbamazepina (Tegretol), l’oxcarbazepina (Tolep), il topiramato ( Topamax)

TRATTAMENTO PSICOTERAPEUTICO N.B. Il trattamento psicoterapeutico non è indicato quando il paziente presenta uno stato maniacale acuto. In questa situazione, la sicurezza del paziente e delle altre persone deve essere preminente, e si devono assumere precauzioni, farmacologiche e fisiche, per proteggere e contenere il paziente.

TRATTAMENTO PSICOTERAPEUTICO Terapia cognitiva: la sua efficacia è stata studiata in relazione all’aumento della compliance nei riguardi del litio. Terapia comportamentale: può essere la più efficace durante il trattamento in ospedale dei soggetti maniacali per aiutarli a porre limiti al comportamento impulsivo o inappropriato attraverso tecniche come il rinforzo positivo o negativo. Psicoterapia ad orientamento analitico : può essere utile nella fase di guarigione e di stabilizzazione dell’umore, se il paziente è in grado di esplorare i sottostanti conflitti che possono scatenare episodi maniacali e depressivi. Può, inoltre aiutare l’individuo a comprendere i meccanismi di resistenza alla terapia e pertanto migliorare la compliance.

TRATTAMENTO PSICOTERAPEUTICO D. Psicoterapia di sostegno: è indicata soprattutto durante le fasi più acute e nell’iniziale fase di recupero. Tale terapia è particolarmente indicata nei pazienti con DB cronici che, fra un episodio e l’altro, possono avere significativi sintomi residui e deterioramento sociale E. Terapia di gruppo: può essere utile per contrastare la negazione e la grandiosità difensiva nei pazienti maniacali, nei quali è utile per migliorare problemi frequenti cime la solitudine la vergogna, l’inadeguatezza, la paura della malattia mentale e della stigmatizzazione. Utile per il reinserimento sociale dei pazienti. F. Terapia familiare: essa è fondamentale nei pazienti bipolari, poiché il loro disturbo ha una distribuzione familiare molto evidente e poiché gli episodi sia depressivi che maniacali hanno effetti altamente distruttivi sulle relazioni interpersonali e lavorative del paziente.

Areteo di Cappadocia, (100 d.C.) “La Melanconia costituisce l’inizio della Mania e ne e’ parte integrante.. Lo sviluppo della Mania rappresenta un peggioramento della Melanconia piuttosto che il passaggio ad una patologia differente.” Areteo di Cappadocia, (100 d.C.)