L’arte egizia 2 Ana Knežević.

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Transcript della presentazione:

L’arte egizia 2 Ana Knežević

La vita quotidiana: Il cancelliere Meketre sovrintende al conteggio del suo bestiame, circa 1975-1931. a.C, Museo Egizio del Cairo, Il Cairo

Il tempio, i templi – hram(ovi) Il grande tempio di Amon, Karnak, XIX-IV seocolo a.C.

Il grande tempio di Amon, Karnak, XIX-IV seocolo a.C.

Il grande tempio di Amon, Karnak, XIX-IV seocolo a.C.

Il grande tempio di Amon (ricostruzione), Karnak, XIX-IV seocolo a.C.

Il Grande tempio di Amon (Karnak) è un grande complesso templare egiziano situato sulla riva orientale del Nilo nella città di Luxor (antica Tebe).

Il grande tempio di Amon, Karnak, XIX-IV seocolo a.C.

Con il termine pilone, dal greco pylòn che significa portale e dal nome egizio di bekhent, viene indicato nell'architettura egizia il torrione rettangolare dal cui varco monumentale si accedeva al sacro suolo del tempio e che rappresentava quindi il confine tra il mondo degli uomini e quello degli dei. Esempio:

ITA: il abaco, il capitello, il geroglifico, la base, il loto, il papiro, la colonna

I templi di Abu Simbel Neferati (la tomba, il tempio)

Si presenta maestoso con i suoi 33 metri d’altezza e 38 di larghezza, con la facciata caratterizzata dalla presenza delle quattro statue del faraone, alte ciascuna 20 metri. Non lontano, poi, ecco un tempio più piccolo, fatto erigere dal faraone Ramses, in onore della moglie Nefertari. Si tratta dell’unico tempio egizio in cui una regina ha la stessa importanza del faraone.

Abu Simbel: Il tempio di Ramses II

Abu Simbel è un tempio egizio rupestre situato sulle sponde del lago Nasser, a 300 km dall'odierna città di Assuan. Fu costruito dal faraone Ramses II (1290 a.C.-1224 a.C.), uno dei più grandi e longevi faraoni di sempre, per divinizzare se stesso e per esaltare il suo lungo regno. Sala dei nobili, luogo in cui si trova un piccolo santuario che contiene le statue sedute di quattro divinità rivolte verso l'entrata del tempio: da sinistra a destra, Path di Menfi (Dio dell'arte e della tenebra), Amon-Ra di Tebe (Dio del Sole e di tutte le cose), Ramses II divinizzato e Ra-Harakhti (divinità nata dal sincretismo tra il Dio Ra e Harakhti, Horo all'orizzonte, probabilmente durante la V dinastia). Due volte all'anno, il 21 febbraio e il 21 ottobre, si configurava "il miracolo del Sole". All'alba di questi giorni la luce del Sole penetrava all'interno e illuminava le statue sacre ubicate all'interno del santuario.

Ogni anno, il 22 febbraio e il 22 ottobre, si verifica un fenomeno astronomico che attira curiosi da ogni angolo del pianeta. Fa una certa impressione vedere gente in fila da un giorno in attesa di poter entrare nel tempio ed assistere a questo “miracolo”. In realtà non si tratta di un fenomeno paranormale ma di precisi calcoli, realizzati dagli architetti del passato, che coincidevano con il giorno della nascita e quello dell’incoronazione del faraone.

Il primo raggio del sole colpisce il volto del faraone Il primo raggio del sole colpisce il volto del faraone. Un pò alla volta, poi, i raggi illuminano anche Amon-Ra e Ra. L’unico a rimanere in ombra è il dio Ptah, considerato dio delle tenebre. Trascorsa una mezz’ora, la luce invade ormai il tempio, le facce tornano ad essere inghiottite dall’oscurità mentre la gente continua a scattare foto all’impazzata.

I templi di Abu Simbel

Abu Simbel – il trasferimento (1964-1968)

Nel 1964, infatti, venne avviata una colossale operazione archeologica con cui i templi, smontati blocco per blocco, vennero spostati sulla riva del Lago Nasser, dove si trovano oggi, per evitare che venissero sommersi dalle acque del Nilo in seguito alla realizzazione della diga di Assuan. Un’operazione colossale realizzata anche grazie al supporto di tanti paesi europei, Italia in primis. Grazie all'intervento dell'UNESCO venne studiato un sistema per salvare il tempio, furono impiegate risorse senza precedenti e un progetto ambizioso che prevedeva lo spostamento del tempio 300 metri più indietro e 65 metri più in alto. Tra il 1964 e il 1969 duemila uomini tagliarono e spostarono il tempio pezzo per pezzo servendosi delle più avanzate tecnologie. Una volta ricomposto il tempio venne costruita un'enorme cupola di calcestruzzo per poter reggere il peso della roccia depositata per ricreare l'aspetto originale della montagna. Nonostante l'enorme sforzo e l'accuratezza nelle misurazioni servite dalla migliore tecnologia del XX secolo venne commesso un errore di orientamento. Dopo lo spostamento il "miracolo del Sole" non avvenne più nelle consuete date ma con un giorno di ritardo, il 22 febbraio e il 22 ottobre.

Il cartiglio

Sovente, cartiglio è interpretato come "cartello", in realtà, il termine è mutuato dal francese "cartouche" con riferimento alle cartucce, in modo particolare ai sacchettini di polvere da sparo in uso nei secoli scorsi. In contraddizione al nome "occidentale" di cartuccia, per gli antichi Egizi, il cartiglio era simbolo di vita. Al suo interno, infatti, era scritto il nome del faraone, dispensatore di vita e prosperità

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