Istruzione e ciclo di vita

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Transcript della presentazione:

Istruzione e ciclo di vita Il ruolo del tempo, dell’eterogeneità nell’offerta di lavoro e/o dell’informazione asimmetrica Attenzione, queste diapositive vanno integrate con lo studio del cap.2 del libro di testo Pepi De Caleo/Luchino Brucchi o cap. 6 Borjas

Argomenti di discussione Differenziali salariali e forza lavoro eterogenea L’istruzione non misura solo l’eterogeneità: è anche una forma di investimento→ il CAPITALE UMANO La scelta d’investimento: Quanto rende l’istruzione superiore? Qualche strumento di misura a confronto: Il successo occupazionale Il successo reddituale, Il successo “produttivo” Quanto ne beneficia il sistema economico e sociale? Criteri di efficienza: un’introduzione

Lavoro omogeneo ed eterogeneo Un passo indietro: l’equilibrio con lavoratori omogenei, lavoratori e imprese tra loro identici, quindi offerta e domanda aggregata = somma di O e D individuali La destinazione dei profitti dell’impresa e la fonte dei redditi non da lavoro coincidono = i lavoratori detengono l’intera proprietà delle imprese L’equilibrio si ottiene dall’uguaglianza tra domanda e offerta aggregate di lavoro che dipendono dalla retribuzione reale di equilibrio o prezzo relativo (W*/P) Modello molto efficace come prototipo al quale paragonare modelli più realistici, poiché la legge del prezzo unico spiega bene sia l’allocazione efficiente che l’ottimo paretiano Un passo avanti: Modello concorrenziale ma posti di lavoro eterogenei o lavoratori eterogenei

Estensione del modello di base: più input Nel caso più realistico di più input di produzione e varie tipologie di lavoro, L1 (operai), L2 (impiegati), L3 (dirigenti).. si hanno varie relazioni di complementarietà/sostituibilità tra coppie di fattori (si misurano con le elasticità di sostituzione) nel discreto: E nel continuo sij= dlog(Li/Lj)/dlog (Wj/ Wi) se sij>0 fattori sostituti se sij<0 fattori complementi

Lavoratori diversi o Posti di lavoro diversi Li e Lj sono diversi perché: provengono da regioni/paesi diversi (migrazioni interne o internazionali) I posti di lavoro sono diversi (per diverso livello di rischio) O perché i lavoratori sono diversi (diverso capitale umano) Un diverso contenuto di capacità e/o di rischio implica considerare le differenze retributive dovute a caratteristiche non monetarie

Lavoratori eterogenei per capacità Mondo reale: lavoratori sono diversi (per capacità) e anche i posti di lavoro sono diversi (offrono job amenities: un insieme di benefici non salariali, come il prestigio o condizioni lavorative particolarmente favorevoli) => nel mercato del lavoro non c’è un unico salario Ciò influenza la natura di equilibrio del mercato del lavoro: i differenziali salariali che si osservano in equilibrio hanno una natura compensativa: servono a compensare i lavoratori per le caratteristiche non salariali del posto di lavoro o delle capacità del lavoratore Ma come si rivelano le capacità del lavoratore e come si confrontano lavoratori diversi? Il caso del capitale umano e della sua formazione

Innanzitutto vediamo le statistiche per verificare alcuni aspetti del capitale umano L’Istruzione è equamente distribuita in Europa e in Italia? Quanto è importante per la crescita del paese (aumento del benessere) e per il bilancio pubblico? Quanto è importante per accrescere il benessere individuale e non solo le prospettive e le condizioni occupazionali? …Infatti nei documenti della Commissione Europea si legge: “l’istruzione non dovrebbe limitarsi a migliorare l'occupabilità; dovrebbe nel contempo promuovere lo sviluppo personale e la cittadinanza attiva”

L’istruzione:qualche dato a confronto Il nostro Paese soffre di un livello medio di istruzione troppo basso Persone con titolo di studio limitato (istruzione pre-primaria, istruzione primaria e secondaria I° grado, % popolazione con + di 15 anni) Trieste, 2013 Prof.ssa Laura Chies

DATI ISTAT 2017: situazione in miglioramento Popolazione in età 25-64 anni che ha conseguito al più un livello di istruzione secondario inferiore (percentuale)

Cosa prevede la nuova strategia europea 2020? Uno dei fattori chiave per accelerare la crescita economica e favorire l'occupazione nell'Unione europea è garantire ai cittadini dell'UE le competenze necessarie per affermarsi nel mercato del lavoro. Al tal fine, la strategia dell'UE per la crescita (Europa 2020) ha definito due obiettivi che gli Stati membri dovranno realizzare collettivamente entro il 2020 nel settore dell'istruzione: ridurre la dispersione scolastica ad un tasso inferiore al 10% assicurare che almeno il 40% delle persone nella fascia di età tra i 30 e i 34 anni abbia completato il ciclo di istruzione superiore: in Italia è tutto ok?

Percentuale della popolazione 18-24 anni con al più la licenza media, che non ha concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione di durata superiore ai 2 anni e che non frequenta corsi scolastici o svolge attività formative

Fascia d’età 30-34 e istruzione terziaria 27% Obiettivo Italia 2020

Qualche dato per chiarire Perché studiare? Qualche dato per chiarire

Perchè l’aumento dell’istruzione traina la crescita economica Trieste, 2013 Prof.ssa Laura Chies

Perché conviene alle casse dello Stato! ITALIA Trieste, 2013 Prof.ssa Laura Chies

… si guadagna di più 2017) Trieste, 2013 Prof.ssa Laura Chies

Si hanno maggiori incentivi a lavorare Trieste, 2013 Prof.ssa Laura Chies

E Nonostante tutto anche i giovani sono pochi Italia 26%, UE 40%, OECD 43% Trieste, 2013 Prof.ssa Laura Chies

Una situazione in miglioramento: dopo la scuola secondaria quasi l’80% si iscrive all’università

Scontiamo l’ignoranza del passato? Genitori poco istruiti

O le scelte errate: Tassi di abbandono della scuola superiore Nel 2014 la dispersione scolastica è stata pari al 27,3 per cento e corrisponde a 163.589 ragazzi che non siedono più sui banchi delle quinte classi rispetto ai 598.747 che risultavano iscritti al 1° anno nel 2010-11. Mentre UE…

ed anche le scelte errate all’Università ABBANDONI DURANTE L’ANNO D’IMMATRICOLAZIONE (2003-2014) 14.1 Fonte: Ns. elaborazioni su dati Archivio UniTS Trieste, 2013 Prof.ssa Laura Chies

L’Istruzione rende più «ricchi» Dai dati alla teoria: le determinanti della scelta e il capitale umano L’Istruzione rende più «ricchi»

Formazione, Capitale umano e scelte d’investimento condizionate: la lettura teorica Fondamenti teorici Jacob Mincer: "Investment in Human Capital and Personal Income Distribution", 1958 Gary Becker: Human Capital, 1964 James J. Heckman and Daniel L. McFadden lavori anni ’70-‘80 … ma anche A. Sen lavori anni ’70 E poi molti altri colleghi

Questioni di efficienza: Capitale umano o capacità umana? Amartya Sen: «Se l’istruzione rende una persona più efficiente nella produzione di beni, ciò si traduce in un aumento di capitale umano. Questo può accrescere il valore della produzione nell’economia (rendimento sociale) e anche il reddito (rendimento privato) della persona che è stata istruita. Tuttavia, anche con il medesimo livello di reddito una persona può trarre beneficio dall’istruzione nella lettura, nella comunicazione, nell’esporre le proprie idee, nell’essere capace di effettuare scelte in un modo più consapevole, nell’essere considerato più seriamente dagli altri e cosi via.»

Le misure dell’efficienza dell’istruzione: il capitale umano La teoria del capitale umano suggerisce una visione più limitata, in cui sia i singoli individui, che la società, traggono beneficio economico dall’investire (in istruzione) nelle persone, ma vi è un importante problema di misurabilità, perchè Il capitale umano è diverso da quello fisico per i problemi connessi Con la sua proprietà e disposizione; Con lo spreco di risorse nei paesi in cui il capitale umano non è adeguatamente valorizzato (overeducation: ITALIA), Con la disuguaglianza nella distribuzione di ricchezza, che una sua utilizzazione può determinare

La scuola di Chicago (Becker) offre una soluzione… Il contributo dell’istruzione e della scienza al benessere economico è ipotizzato come un vantaggio diretto e può essere calcolato quantificando la differenza nei guadagni conseguiti dai singoli individui in rapporto al loro grado di istruzione L’economia dell’istruzione degli anni Sessanta evidenziava che i vantaggi dell’istruzione potevano essere interpretati come: i) consumi attuali; ii) consumi futuri (e, quindi, investimenti); iii) capacità produttive future (e, quindi, anch’essi investimenti) La iii) interpretazione è più orientata a far emergere la definizione di skill, che rappresenta in effetti una categoria centrale per l’analisi dell’economia del lavoro Ma qui consideriamo per ora la scelta di istruirsi

Il residuo di Solow: l’esternalità positiva dell’istruzione La convinzione che il lavoro e il capitale non fossero i soli fattori di produzione, trovò un’importante conferma con un lavoro di Solow sulla crescita economica (1957) Solow tratta il progresso tecnico in maniera autonoma (residuale) rispetto agli altri fattori della produzione, e quindi della crescita economica dei Paesi Ciò costituisce una chiave di volta nella spiegazione delle variazioni del prodotto sociale non dovute ai fattori tradizionali Ma veniamo a qualche dato storico per l’Italia… è andato tutto così male?

Atteggiamento verso l’istruzione superiore

…. E l’università

Fatti stilizzati Nella scuola superiore, la quota di ragazze iscritte sale da 7 su 100 del 1950/51 (contro 12 per gli uomini) fino a superare, all’inizio degli anni Novanta, quella maschile. Motivi Riforma scuola media (1962) Innalzamento dell’età di obbligo scolastico (1999/00 e 2007) L’iscrizione all'università nell'a.a.1950/51 per una donna era un fatto eccezionale (le studentesse universitarie erano infatti solo il 2,1 per cento delle giovani tra i 19 e i 25 anni, contro il 6 per cento dei maschi). Oggi le studentesse universitarie sono 45,7 su 100, mentre i ragazzi sono solo 34. Motivi: Aumento scolarità superiore Liberalizzazione accessi universitari (1969) Istituzione di sussidi per lo studio Motori dell’aumento della scolarizzazione: Crescita economica Trasformazione della percezione del servizio da “servizio di lusso” a “servizio di largo consumo”.

Scelta formativa e vantaggi privati Cosa determina la scelta di istruirsi? Preferenze rispetto allo studio dopo la scuola dell’obbligo (utilità ricavata dallo studio): U(Si) Rendimento dell’istruzione superiore e universitaria (investimento sul futuro): I (Si) Quali sono i vantaggi in termini economici? Differenziali stipendiali maggiori al crescere degli anni di studio Maggiore probabilità di occupazione Minor rischio di disoccupazione

Divario confermato da dati più recenti

… differenziale che permane

E continua a crescere negli anni…

Ma le imprese italiane apprezzano l’elevata istruzione?

E quindi il tasso di occupabilità è p. 81, Rapporto Excelsior 2014

Non tutti gli indirizzi sono uguali….

Le ragioni della domanda di lavoro: vale per tutti i settori?