Presenza di arsenico inorganico in mitili (Mytilus galloprovincialis) allevati in Campania M. Esposito1, Y. Proroga1, T. Bruno1, L. Baldi1, E. Suffredini2, F. Cubadda2 1) Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno – Portici (NA) 2) Istituto Superiore di Sanità – Roma Keywords: mitili, arsenico, HPLC- ICP-MS Introduzione La dieta è la principale fonte di esposizione all’arsenico inorganico (As-i), un agente chimico a cui sono associati effetti cancerogeni e una varietà di altri effetti avversi a seguito di esposizione orale cronica, dipendenti dall’intensità e dalla durata dell’esposizione. Per valutare l’esposizione occorre distinguere l’As-i da quello organico, il quale ha tossicità inferiore o nulla. Quest’ultimo è la forma prevalente nel pesce e nei prodotti ittici, per i quali l’analisi di speciazione e la determinazione selettiva di As-i è indispensabile per valutare il rischio. I molluschi bivalvi – e in particolare i mitili – sono buoni accumulatori di As-i e contribuiscono significativamente all’esposizione, anche per la popolazione italiana [1]. La molluschicoltura rappresenta la principale voce dell’acquacoltura in Campania, con una produzione basata principalmente sui mitili (Mytilus galloprovincialis). Il Golfo di Napoli e in particolare il litorale flegreo, costituiscono un’importante zona di produzione, di antica tradizione e nota sin dal'antichità anche per la sua intensa attività vulcanica. La zona è molto attiva anche per le emissioni idrotermali e le emissioni gassose sia in mare che sulla terraferma come testimoniato dagli impianti termali presenti già in epoca romana. Questa peculiare caratteristica può determinare aumentati livelli ambientali di As-i nelle aree costiere e difatti, precedenti studi hanno evidenziato la presenza di livelli di As-i particolarmente elevati nei mitili ivi allevati [2]. Il progetto di ricerca corrente IZSME 04-15 si è posto tra gli obiettivi, lo studio dei livelli di As-i nei mitili in un’ottica di prevenzione, a tutela della salute pubblica. Materiali e metodi I campioni di mitili raccolti su base mensile in vari impianti nelle diverse aree di studio sono stati omogeneizzati, estratti in condizioni ossidative (pre-estrazione overnight con una miscela HNO3 1% e H2O2 1%, e poi in bagno riscaldante con agitazione per 1 h, 95 °C) e filtrati. Nelle condizioni ossidanti utilizzate l’arsenico trivalente viene convertito quantitativamente in arsenico pentavalente che è stato determinato selettivamente mediante analisi di speciazione in HPLC-ICP-MS, utilizzando cromatografia di scambio anionico per la separazione dalle specie arsenicali organiche. Analisi HPLC-ICP-MS 36 e 44 ng/g 394 ng/g media 45 ng/g range 27 – 72 ng/g media 85 ng/g range 39 – 158 ng/g media 172 ng/g range 154 – 191 ng/g media 106 ng/g range 58 – 134 ng/g Risultati e discussione L’ area primaria oggetto di studio è rappresentata dalla zona di Lucrino, interessata da una più intensa attività vulcanica.; dei cinque siti individuati, ben quattro presentavano un valore medio di As-i superiore a 150 ng/g. Livelli di As-i paragonabili sono stati riscontrati nei mitili provenienti dall’area di Bacoli (Centocamerelle), pure interessata da fenomeni di natura vulcanica con risalita di fluidi profondi arricchiti in arsenico. L’area di Monte di Procida (Acqua Morta), allo spartiacque fra il Golfo di Pozzuoli e il litorale a nord, presenta valori decisamente inferiori, con un solo campione superiore a 150 ng/g. Valori analoghi si trovano nei mitili di Varcaturo sul litorale a nord, sebbene anche in quest’area i livelli di fondo siano superiori a quelli (nell’ordine dei 5-20 ng/g) riscontrabili in aree descritte in letteratura con scarsa abbondanza geochimica di arsenico. L’area con livelli più contenuti è quella del Lago Fusaro. Un caso particolare è quello di Nisida (Punta Cavallo), dove i livelli sono generalmente non molto elevati ma nel campione raccolto nel mese di marzo, si riscontra una concentrazione di As-i ragguardevole (394 ng/g), decisamente superiore a quella degli altri due campioni raccolti in mesi diversi (36 e 44 ng/g). La vicinanza con l’area di Bagnoli e con alcuni scarichi civili può fare ipotizzare un’origine antropica puntiforme. Le aree con abbondanza di arsenico derivante da fenomeni di vulcanismo attivo (Lucrino, Bacoli) fanno registrare quindi valori medi di As-i generalmente superiori ai 150 ng/g per i mitili in accrescimento e quelli alla taglia commerciale. Il seme appena impiantato presenta livelli decisamente inferiori, che tuttavia in breve tempo sembrano aumentare per l’esposizione degli organismi a condizioni ambientali contraddistinte da abbondanza naturale di arsenico. Livelli di As-i in ng/g nei mitili allevati nella zona di Lucrino Sito n Media Min Max 1 (5 ) 124 110 136 2 (3 ) 235 78 496 3 (4 ) 196 88 277 4 (1 ) 168 5 (2) 153 106 200 Conclusioni I siti di Lucrino (in particolare i siti più vicini alla costa) e l’area di Bacoli sembrano meritevoli di attento monitoraggio nel prosieguo del progetto, allo scopo di comprendere l’origine, l’estensione e l’entità della contaminazione riscontrata nei mitili e quindi garantire la sicurezza alimentare, proteggere la salute pubblica ed evitare impatti negativi generalizzati sulla filiera di produzione. Saranno altresì approfonditi i processi di depurazione dei mitili rispetto al tenore di As-i, valutando la concentrazione di As-i prima e poi a diversi intervalli di tempo. Bibliografia [1] Cubadda F. et al. (2016). Dietary exposure of the Italian population to inorganic arsenic: The 2012-2014 Total Diet Study. Food Chem Toxicol 98:148-158. [2] Orletti R et al. (2015) Arsenico totale e inorganico nei mitili italiani. Convegno Arsenico nelle catene alimentari. Roma. Riassunti. (ISTISAN Congressi 15/C 3).