La “normalizzazione” della violenza nei media Soprattutto contro le donne Soprattutto di tipo sessuale Soprattutto agita dagli uomini La “estetizzazione”: trasformazione della violenza (maschile) contro le donne in spettacolo, spesso erotico Esempi tratti da serie TV si paesi diversi, soprattutto crime (“crime porn”) Moltissime quelle che iniziano così, e la morte femminile è trasformata in spettacolo erotico anche laddove sopravvenga in circostanze prive di connotazioni sessuali Fred Vargas: Crime Collection (Sotto i venti di Nettuno/1, France 2, 2008, Francia) Hannibal (Nbc, 2013-2015, USA)
In alcuni casi l’estetizzazione è esplicita e il corpo femminile privo di vita trasformato in oggetto “glamour”/opera d’arte (invita sguardo necrofilo) The Fall (2013-2016, Uk/Irlanda, Bbc, 1x2) Castle (Abc, 2009-2016, USA)
50 Sfumature di grigio, L. E. James, 2011 Primo della trilogia (10 milioni di copie!)
Occhi coperti = sottolineano incapacità della donna di reciprocare lo sguardo, di esserne soggetto Potenzia il suo essere oggetto dello sguardo (di uno spettatore ideale concepito come maschio e eterosessuale) Tradizionale economia della visione (maschile attivo/femminile passivo) Bronfen, 1992, “Over Her Dead Body”: se morte e femminilità costituiscono due enigmi centrali del discorso occidentale, in una cultura di stampo patriarcale un bel corpo femminile privo di vita costituisce immagine perfetta: sollecita e solletica lo sguardo di uno spettatore ideale (maschio e eterosessuale), messo in condizioni di guardare la donna e meditare sul mistero della morte da una distanza di sicurezza Anche un altro elemento concorre con forza alla costruzione di questa “distanza di sicurezza” e al piacere visivo…
Dalla pittura alle serie TV alla pubblicità l’estetica rimane immutata… AN-ESTETIZZAZIONE: Hanno subito violenza ma non ne recano i segni (violenza sterilizzata, edulcorata, anestetizzata) Oppure esibiscono lividi e rivoli di sangue, e tuttavia ci sorridono ammiccanti
In molti media lo spettacolo del dolore si costruisce, paradossalmente, attraverso la rimozione della sofferenza