Stereotipi e pregiudizi a carattere etnico-razziale Intreccio fra dinamiche socio-strutturali, psicologiche e culturali. La relazione con l’Altro. Vecchio e nuovo razzismo: dal pregiudizio manifesto al pregiudizio latente - non per questo meno pericoloso.
La definizione di Marie Jahoda (1960): «C’è pregiudizio quando l’attitudine ostile verso un ‘fuori-gruppo’ non può essere modificata dall’esperienza e svolge una funzione psicologica in colui che l’adotta» (vedi Taguieff, Il razzismo, 1999)
Un’espressione del pregiudizio etnico-razziale oggi: evitare ogni contatto con l’altro straniero; scoraggiare il coinvolgimento. Esclusione e discriminazione si ripresentano per questa via (fuga dall’altro).
Le definizioni utili per capire il pregiudizio razziale Etnocentrismo Tendenza dei membri di un gruppo umano a credersi migliori dei membri di altri gruppi. Attitudini favorevoli verso l’endogruppo (il gruppo di appartenenza), sfavorevoli verso gli esogruppi. Verso questi ultimi (sulla base di stereotipi e pregiudizi) c’è disprezzo e avversione.
Xenofobia Ostilità verso gli stranieri (e verso ciò che è percepito come straniero). L’altro, che non appartiene al proprio gruppo, è percepito come una minaccia, come un nemico. Per questo suscita paura e/o odio.
Razzismo Oggi uso generico del termine – come sinonimo di rifiuto, ostilità, odio, paura fobica e disprezzo. Insufficienza delle definizioni classiche («dottrina che afferma una gerarchia tra le ‘razze’ umane»). Necessità, in primo luogo, di considerare le sue radici storiche: l’imperialismo coloniale, il sistema schiavistico, il nazionalismo.
Quali sono le nuove forme di razzismo: xenofobia anti immigrati, mobilitazione etniche o etnonazionalistiche. Il razzismo ‘classico’ (inteso come gerarchia razziale) ai nostri giorni si nasconde e si maschera. Presenza implicita, ma non meno potente, del razzismo nella vita quotidiana.
Il tema dell’ineguaglianza biologica tra le razze è stato sostituito da quello dell’assolutizzazione delle differenze tra culture. Questo è il modo prevalente di praticare il razzismo nell’epoca postnazista, caratterizzata da un consenso generalizzato verso il rifiuto del razzismo (e da forme di socializzazione fondate su questo rifiuto).
Come conseguenza, l’antirazzismo classico, fondato sul culturalismo e il differenzialismo, finisce per confondersi con il neo-razzismo. Necessità di approfondire i modi di espressione del razzismo oggi (dis-velare: togliere il velo a queste forme) (Taguieff)
Che cos’è allora il razzismo differenzialista: ciascuna cultura è diversa, per queste le culture (e i gruppi che ne sono portatori) devono restare separati. Politica segregazionista come risultato. In sintesi: Alla costruzione della diversità corrisponde per lo più una gerarchia. I migranti, di conseguenza, vengono percepiti come individui di categoria sociale inferiore.
In generale: distorsione nella percezione e nella valutazione dei fenomeni che riguardano le minoranze (vedi le forme di devianze). In questa visione sarebbero le differenze etniche a ‘causare’ determinati comportamenti – negativi o, eventualmente, positivi. Risultato: cresce la distanza sociale.
Stereotipi e pregiudizi come produttori di discriminazione sociale a livello quotidiano (attraverso un processo culturale quotidiano). Conoscere il loro funzionamento per promuovere maggiore tolleranza e comprensione reciproca tra le culture.