La stilistica audiovisiva

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Transcript della presentazione:

La stilistica audiovisiva Teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo

Storico/discorsivo the WHAT of the narrative is called STORY the HOW is called DISCOURSE storia (What is told?) narrative form discourse (How is it told?)

Storico/discorsivo campo narrativo storia eventi esistenti discorso

storia Storico/discorsivo interventi discorsivi narrativi interventi discorsivi non narrativi

stilistica interventi discorsivi non narrativi stilistica campo visivo campo sonoro

Stilistica del campo visivo CV messa in scena messa in quadro messa in serie

Stilistica del campo sonoro CS suono verbale suono fonico suono musicale

Messa in scena messa in scena regia recitazione scenografia

regia Organizzazione dettagliata e direzione dei movimenti di scena e del rapporto fra attori e ambienti in funzione della ripresa, al fine di trasformare un campo narrativo CN in un campo visivo CV.

regia sistema dinamico della scena sistema dinamico della ripresa

Funzioni attoriali WHY WHERE WHEN HOW THE ACTOR MOVES

why where Funzioni attoriali problema ostacolo collocazione spaziale obiettivo Dove avviene il negoziato a monte? CN (story concept) why collocazione spaziale CN CV (messa in scena) where

when how Funzioni attoriali azioni a tempo: il concetto di BEAT Dove avviene il negoziato? CN, CV (regia) when stile di recitazione CV (regia) how

ambienti denso rarefatto

ambienti reale artificiale

Ambienti e personaggi sintonia contrasto

Ambienti e personaggi Realismo: l’ambiente esiste in sé senza esprimere nulla Impressionismo: l’ambiente è scelto per accordarsi alla psicologia dei personaggi Espressionismo: l’ambiente è deformato in funzione simbolica

Ambienti e personaggi Domande analitiche L’ambiente è naturale, parzialmente modificato o interamente ricostruito? Se ricostruito, quali ne sono le cause e le conseguenze? È naturalistico, imita cioè un luogo reale, o esplicitamente artificiale? Instaura un rapporto di subordinazione coi personaggi, dandosi nelle forme della sintonia, del contrasto o in altre ancora? Oppure è indifferente alla realtà dei personaggi? Lo possiamo definire realista, impressionista o espressionista?

Recitazione e ambiente: gli oggetti Ogni attore, in qualsiasi modo reciti, qualsiasi parte e qualsiasi scena interpreti, agisce sempre in uno spazio e stabilisce un rapporto con tutte le cose che gli stanno intorno.

Recitazione e ambienti: gli oggetti uso indifferenza

Recitazione: i gesti azioni sottogesti consci inconsci gesti sottolineature

Recitazione: soma e psiche tecnica di riduzione sensazioni fisiche effetto di trascinamento stati d’animo

L’inquadratura Un film è composto di immagini in movimento che prendono il nome di INQUADRATURE. L’INQUADRATURA è l’unità visiva minima di un film e può essere definita come LA RAPPRESENTAZIONE IN CONTINUITÀ DI UN DATO SPAZIO IN UNA CERTA DURATA. A livello spaziale, l’inquadratura è costituita dalla porzione di realtà rappresentata e delimitata (inquadrata) dalla cornice costituita dai quattro bordi dell’inquadratura: a livello temporale, l’inquadratura è costituita dalla durata compresa fra il suo inizio e la sua fine.

I FORMati: academy, panoramico, scope

CAMPO E FUORI CAMPO L’inquadratura delimita uno spazio IN CAMPO, ciò che è visibile sullo schermo nella durata dell’inquadratura; e uno spazio FUORI CAMPO, ciò che non è visibile sullo schermo nella durata dell’inquadratura.

Fuori campo

Campo/fuoricampo Interazioni tra campo e fuori campo: Entrate e uscite di campo Sguardo e gesto del personaggio Suoni fuori campo Movimenti di macchina

Campo/fuoricampo FC ATTIVO: ci chiediamo cosa accade fuori dall’inquadratura FC PASSIVO: l’inquadratura è chiusa in se stessa ed esauriente FC ESTERNO: fuori dai bordi dell’inquadratura FC INTERNO: ciò che non è visibile all’interno dell’inquadratura, impedito allo sguardo per esempio da una tenda o da una porta FC CONCRETO: ciò che non è inquadrato al momento, ma che abbiamo visto in precedenza FC IMMAGINARIO: ciò che non è inquadrato e che non abbiamo ancora visto

TASSONOMIA DELLE INQUADRATURE SCALA DEI CAMPI E DEI PIANI GRADI DI ANGOLAZIONE GRADI DI INCLINAZIONE ALTEZZA

SCALA DEI CAMPI E DEI PIANI La scala dei campi e dei piani distingue le inquadrature in base alla distanza fra la macchina da presa e il soggetto rappresentato. I campi fanno riferimento all’AMBIENTE, i piani alla FIGURA UMANA. CAMPO LUNGHISSIMO (CLL): inquadratura di un paesaggio ampio, con o senza figure umane, comunque non riconoscibili. CAMPO LUNGO (CL): inquadratura di un ambiente con una certa riconoscibilità delle figure e dei loro movimenti. CAMPO MEDIO (CM): la figura occupa almeno un terzo o metà dell’altezza del quadro TOTALE (TOT): rappresenta per intero un ambiente interno o un ambiente esterno molto circoscritto (una veranda, un cortile), in cui si svolge la scena per intero.

Scala dei campi e dei piani FIGURA INTERA (FI): la figura umana è inserita per intero nell’inquadratura, occupando un’altezza pari a due terzi o più della verticale dell’immagine. PIANO AMERICANO (PA): inquadratura del personaggio dalle ginocchia in su. MEZZA FIGURA (MF): inquadratura del personaggio dalla vita in su. PRIMO PIANO (PP): inquadratura del volto, a includere le spalle. PRIMISSIMO PIANO (PPP): inquadratura del solo volto umano. PARTICOLARE (PART): inquadratura ravvicinata di un particolare del corpo. DETTAGLIO (DETT): inquadratura ravvicinata di un oggetto o parte di esso.

CLL

CL

CM

TOT

FI

PA

MF

PP

PPP

part

dett

angolazione Inquadratura FRONTALE Inquadratura LATERALE Inquadratura en PLONGÉE (angolata dall’alto) Inquadratura en CONTRE-PLONGÉE (angolata dal basso) Inquadratura ZENITALE (perpendicolare dall’alto) Inquadratura SUPINA (perpendicolare dal basso)

frontale

laterale

PLONGÉE

CONTRE-PLONGÉE

zenitale

supina

inclinazione L’inclinazione dipende dal rapporto tra la base del rettangolo dell’inquadratura e la linea dell’orizzonte. Se la base giace su un piano parallelo all’orizzonte, abbiamo un’inclinazione NORMALE. Se la base interseca l’orizzonte abbiamo un’inclinazione OBLIQUA. Se la base è perpendicolare all’orizzonte abbiamo un’inclinazione VERTICALE. Se la base è parallela ma il quadro è capovolto abbiamo un’inclinazione ROVESCIATA.

NORMALE

obliqua

verticale

rovesciata

Bilanciamento compositivo: centrato

BILANCIAMENTO COMPOSITIVO: DECENtrato

Regola dei terzi

Regola dei terzi

Movimenti di macchina La prima questione che ci poniamo a proposito dei movimenti di macchina è la relazione che esiste fra il sistema dinamico della scena e il sistema dinamico della ripresa. Possiamo avere quattro casi Scena STATICA – Ripresa STATICA Scena DINAMICA – Ripresa STATICA Scena STATICA – Ripresa DINAMICA Scena DINAMICA – Ripresa DINAMICA

Movimenti di macchina La seconda questione che ci poniamo riguarda l’interdipendenza fra i movimenti di scena e i movimenti di macchina. I movimenti di macchina sono legati ai movimenti dei personaggi o sono indipendenti da essi? I movimenti SUBORDINATI sono quelli in cui la macchina da presa si sincronizza sul movimento di un personaggio. Gli altri movimenti sono LIBERI.

Movimenti di macchina I principali movimenti della macchina da presa sono: PANORAMICA: la macchina da presa è fissata su supporto e ruota sul proprio asse in senso orizzontale o verticale; avremo pertanto panoramiche verso destra, sinistra, alto e basso. CARRELLO: la macchina da presa si muove su binari, procedendo in avanti, indietro, a destra, a sinistra, in senso obliquo o circolare. Se il carrello descrive il movimento del personaggio affiancandolo di lato e muovendosi su una traiettoria parallela, è un carrello laterale; se il carrello precede il personaggio inquadrandolo frontalmente è un carrello a precedere; se invece lo segue, inquadrandolo di spalle, è un carrello a seguire. Ogni movimento di macchina composto da una combinazione di panoramica e carrello è definito genericamente TRAVELLING.

Movimenti di macchina Nell’analizzare i movimenti di macchina dobbiamo rispondere alle seguenti domande: Come operano nell’ambito dei rapporti tra campo e fuori campo? Sono subordinati o indipendenti rispetto ai movimenti di scena? Che traiettorie seguono? Dove partono, dove arrivano, che cosa ci mostrano nel loro percorso? Che relazioni rappresentano? Rivelano qualcosa di cui i personaggi non sono a conoscenza? Assumono una valenza simbolica o affettiva? Quanto durano? Sono veloci, lenti, ritmati?

POSIZIONE della MDP E PUNTO DI VISTA Una domanda fondamentale a cui rispondere analizzando un’inquadratura è: chi guarda? La maggior parte delle inquadrature cinematografiche sono attribuibili a un punto di vista OGGETTIVO, non riferito ad alcun personaggio. Ci sono inquadrature, al contrario, in cui la macchina da presa ci mostra il punto di vista di un personaggio, per cui lo spettatore vede con i suoi occhi: queste inquadrature sono dette SOGGETTIVE. Abbiamo poi il caso ibrido della SEMI-SOGGETTIVA, un’inquadratura in cui la macchina da presa include il personaggio, per esempio in un carrello a seguire, con una tale prossimità con il personaggio stesso da darci un’impressione di soggettività.

Dall’inquadratura alla scena Un’inquadratura costituisce nella maggior parte dei casi un segmento di durata inferiore alla scena; ne deriva che una scena è costituita da più inquadrature. Le diverse inquadrature di una scena vengono concepite in fase di ripresa per assicurare la continuità spazio-temporale della scena; e vengono successivamente assemblate al montaggio.

Continuità visiva Una scena è costituita da vari tipi di inquadratura: per esempio in una scena con due personaggi che dialogano possiamo avere un totale e una serie di primi piani. Per avere una continuità spaziale, è fondamentale sul set suddividere lo spazio in due parti, seguendo la regola dei 180°. Una linea immaginaria attraversa lo spazio, di solito la linea di sguardo dei personaggi. La macchina da presa potrà posizionarsi esclusivamente in una delle due parti.

Regola dei 180°

Regola dei 180°

Regola dei 180°

Regola dei triangoli

Regola dei triangoli

La luce storica discorsiva

Caratteristiche della luce qualità direzione sorgente colore LUCE

Qualità della luce contrastata diffusa

contrastata

diffusa

Direzione della luce FRONTALE: elimina le ombre e appiattisce l’immagine LATERALE: scolpisce i tratti del volto e accentua i chiaroscuri CONTROLUCE: stacca la figura dallo sfondo e ne evidenzia i contorni LUCE DAL BASSO: distorce i tratti del volto creando effetti drammatici LUCE DALL’ALTO: suggerisce la presenza di una fonte luminosa storica Tendenzialmente però lo spazio dell’inquadratura non è mai illuminato da una sola fonte di luce: come minimo abbiamo una KEY LIGHT (fonte di luce primaria) e una FILL LIGHT (luce di riempimento).

frontale

laterale

controluce

Dal basso

Dall’alto

SISTEMA A TRE LUCI Tendenzialmente però lo spazio dell’inquadratura non è mai illuminato da una sola fonte di luce: come minimo abbiamo una KEY LIGHT (fonte di luce primaria) e una FILL LIGHT (luce di riempimento). Il cinema americano classico ha introdotto un sistema a tre luci per ogni inquadratura: KEY LIGHT frontale, FILL LIGHT laterale, BACK LIGHT alle spalle del personaggio. In questo sistema l’attore è messo in evidenza dalla key light, scolpito dalla fill light e staccato dallo sfondo dalla back light.

sorgente storica discorsiva

sorgente reale artificiale

fuoco a fuoco sfocato

Profondità di fuoco shallow deep

Shallow focus

Deep focus

colore naturale artificiale

artificiale

colore caldo freddo

colore

colore dominante bilanciato

Dominante/bilanciato

Campo sonoro CS parola rumore musica

Campo sonoro denso rarefatto

suono storico discorsivo

Suono in CV f. CV

PUNto d’ascolto oggettivo soggettivo

Suono e tempo sincrono fuori sincrono

Trasformazioni differenziali del suono verbale musicale

Trasformazioni differenziali del suono verbale fonico

Trasformazioni differenziali del suono musicale verbale

Trasformazioni differenziali del suono musicale fonico

Trasformazioni differenziali del suono fonico verbale

Trasformazioni differenziali del suono fonico musicale

La messa in serie (montaggio) Il montaggio è l’operazione che assembla le inquadrature per comporre le scene, e le scene per comporre il testo audiovisivo finito. Il montaggio stabilisce la durata della singola inquadratura e il suo rapporto con la precedente e la successiva. Il montaggio gestisce lo spazio del film, ricostruendone l’integrità e la continuità, o al contrario sottolineandone la frammentazione e la discontinuità. Il montaggio gestisce il tempo del film: per es. montaggio ellittico, montaggio alternato. Il montaggio può mettere le inquadrature in una relazione simbolica.

CONTINuità e raccordi I raccordi devono mantenere gli elementi di continuità fra un’inquadratura e l’altra. RACCORDO DI SGUARDO: un’inquadratura ci mostra un personaggio che guarda qualcosa, l’inquadratura successiva ci mostra questo qualcosa. RACCORDO SUL MOVIMENTO: un gesto iniziato dal personaggio nella prima inquadratura si conclude nella seconda. RACCORDO SULL’ASSE: la prima inquadratura e la seconda riprendono il soggetto sullo stesso asse, ma a una distanza differente. RACCORDO SONORO: parola, rumore o musica si sovrappongono alla transizione fra due inquadrature, legandole così fra loro. RACCORDO DI POSIZIONE: nello stacco tra un’inquadratura e l’altra, personaggi e oggetti mantengono la loro posizione nello spazio (REGOLA DEI 180°).

Continuità e raccordi RACCORDO SCALARE: come il raccordo sull’asse ma il soggetto rappresentato non giace sullo stesso asse. In generale, quando si stacca da un’immagine a un’altra (più stretta o più larga) con lo stesso contenuto, o ci si mantiene sul medesimo asse oppure, se si varia l’angolazione, l’incremento deve essere compreso fra i 30° e i 90° (REGOLA DEI 30°). Se si raccordano inquadrature con una differenza di angolazione minore di 30° si crea un effetto di “salto” dell’immagine (che può essere assolutamente voluto) che si chiama JUMP CUT. RACCORDO DI CAMPO-CONTROCAMPO: due soggetti dialoganti ripresi con la regola dei 180°.

PUNteggiatura Tra un’inquadratura A e un’inquadratura B possiamo avere vari tipi di transizione. STACCO: passaggio secco e istantaneo da un’inquadratura all’altra ASSOLVENZA: transizione dal nero all’immagine DISSOLVENZA: transizione dall’immagine al nero DISSOLVENZA INCROCIATA: transizione da un’inquadratura all’altra con sovrapposizione delle due. TENDINA: un’immagine si sostituisce a un’altra, occupando progressivamente il campo visivo.