Adolescenza “Chi sei?” chiese il bruco.

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Transcript della presentazione:

Adolescenza “Chi sei?” chiese il bruco. Alice rispose, intimidita: “Io… ecco… in questo momento non lo so… però so chi ero quando mi sono alzata, stamattina, ma da allora ci sono stati molti cambiamenti”. Lewis Carroll Abbiamo scelto questo dialogo tra Alice (nel paese delle meraviglie) e il brucaliffo in cui la bambina fa riferimento ai molti cambiamenti avvenuti nel corso di una sola giornata. Questo dialogo è dunque una sorta di metafora dei cambiamenti (fisici, psicologici e relazionali, ecc.) portati dall’adolescenza e dalla relativa crisi di identità (personale e spesso anche familiare).

Questo gruppo di paracadutisti rappresenta la famiglia dell’adolescente nella fase precedente l’adolescenza quando la famiglia è ancora fondamentalmente l’unico punto di riferimento. I legami con i genitori sono ancora saldi, non ancora messi in discussione dal nuovo sguardo alla propria famigli; i fratelli sono ancora un punto di riferimento.

Questa selezione di immagini rappresenta il momento in cui l’adolescente si affaccia alla vita, ai suoi nuovi compiti evolutivi, quando si inizia a strutturare il contraddittorio con le figure genitoriali, potendo contare il più delle volte su una base sicura.

In queste immagini, metaforicamente, l’adolescente spicca il volo: prende le misure del suo nuovo corpo, diventa più autonomo,manifesta una forte tendenza alla sperimentazione, alla provocazione e allo scontro per misurare appunto le sue capacità e i suoi limiti.

Queste immagini rappresentano l’importanza del gruppo di pari, il tempo trascorso con gli amici alla ricerca di nuovi modelli di identificazione e il pensiero onnipotente che si traduce in atti provocatori e di sfida.

In questa diapositiva l’immagine si ricompone come a rappresentare la possibilità di un riconoscimento finale della famiglia come base sicura, composta da adulti significativi, in grado di tollerare rifiuti e disconoscimenti e integrarli con l’accoglienza e la comprensione.

Adolescenza… …disagio… …durata indefinita… ..fase di passaggio.. .. identità.. …disagio… L’adolescenza è come questa immagine: una ragazza indecisa, non sa ancora di che colore comprare le scarpe. Il processo di formazione dell’identità si conclude quando il soggetto è in grado di selezionare tra le diverse identificazioni che, fin dall’infanzia sono state fondamentali, quelle che ritiene più coerenti con i propri desideri e capacità. L’adolescenza finisce quando la ragazza davanti alla vetrina sceglie il colore delle scarpe senza troppe esitazioni forse… 

È importante riuscire a distinguere tra ciò che appartiene alla fisiologia del percorso di crescita adolescenziale e i pensieri, le emozioni e le azioni che possono invece essere considerati espressione di disagio e sofferenza. L’estrema vulnerabilità e il modo d’agire dell’adolescente non definiscono di per sé una patologia, poiché assumono una valenza di ricerca di un proprio autonomo modo di collocarsi nel mondo. L’adolescente può alternare picchi di insicurezza, prese di posizione precise seguite da profonde incertezze. La crisi sopraggiunge quando la logica precedentemente utilizzata non funziona più.

RICERCA DI UNA PROPRIA IDENTITA’ FISICHE SESSUALI Compiti evolutivi Nuove competenze La crisi e la ricerca della propria identità investono molte aree, tra cui quelle evidenziate in questa diapositiva. SOCIALI RELAZIONALI RICERCA DI UNA PROPRIA IDENTITA’

Cambiamenti fisici Adolescente Famiglia Cambiamenti nella relazione con il proprio figlio e nuove modalità relazionali Ridefinizione della propria identità Possibili sentimenti di tradimento Differente intimità/imbarazzo “Prendere le misure” con un nuovo corpo In questa e nelle tre diapositive successive viene descritto il cambiamento che occorre nell’adolescente e come reagisce la famiglia. “Prendere le misure” con il nuovo corpo del proprio figlio Possibili sentimenti di tenerezza e/o rischio di sottostimarne i vissuti emotivi Esigenza di maggiore riservatezza

Cambiamenti cognitivi Adolescente Famiglia Ragionamento ipotetico-deduttivo, di astrazione e simbolizzazione in fase di formazione Maggiori possibilità di confronto tra “adulti” (tenendo conto delle oscillazioni pensiero concreto / astratto) Accettazione del punto di vista dell’altro e disponibilità a mettere in discussione le proprie opinioni Aumentate capacità/possibilità di reperire maggiori e differenti informazioni (competenze tecnologiche) Permanere del ruolo di guida e di protezione nel selezionare e discutere le informazioni che i figli recuperano

Autonomia Adolescente Famiglia Possibili sentimenti di tradimento Corrispondente maggiore autonomia della famiglia Maggiore richiesta di autonomia Esigenza di essere meno dipendenti (ambivalenza) Minore dipendenza dal ruolo/immagine di genitori Ricerca di nuovi modelli di identificatori (altri adulti significativi, gruppo di pari, coppia) Necessità di contrattare e nuove modalità di porsi nei confronti del proprio figlio

Uno sguardo diverso ai propri genitori Adolescente Famiglia Passaggio dall’idealizzazione del genitore dell’infanzia alla (estrema) svalutazione Essere coscienti dei propri limiti e delle proprie risorse, recuperando un’immagine più realistica di sé Ricerca di un equilibrio (limiti/risorse) in un’immagine più realistica di sé e degli altri Analoghi sentimenti di perdita che la naturale spinta all’autonomia del proprio figlio comporta. È importante che l’adulto continui ad essere un ruolo di riferimento, nonostante si trovi a sostenere comportamenti di sfida e di messa in discussione Sentimenti di perdita e di abbandono dovuti alla messa in discussione del genitore come punto di riferimento (incertezza)

Pensiero onnipotente Da questa diapositiva in poi vengono presentate e brevemente descritte le caratteristiche di pensiero, atteggiamento e comportamento dell’adolescente.

La modalità di pensiero onnipotente, tipica della fase adolescenziale, porta solitamente il soggetto a credere di poter comunque controllare il rapporto con la sostanza, qualunque essa sia, sottovalutando così la possibilità che questa ha di condurre ad un uso problematico. L’adolescente è alla ricerca di emozioni forti, sempre nuove…

Le sostanze sono assunte per lo più per aumentare il divertimento in contesti ludico – ricreativi, anche attraverso la caduta dei freni inibitori e la sensazione di essere in maggior sintonia con il prossimo; è possibile porre un limite al loro utilizzo grazie alla forza di volontà. È presente in tale convinzione un paradosso: il pensare di essere in grado di controllare una perdita di controllo.

Ragionamento ipotetico-deduttivo

È rappresentato dalla capacità di simbolizzazione e di astrazione: durante l’adolescenza questi due elementi sono in fase di formazione e di sviluppo. L’adolescente incomincia ad acquisire questa capacità, ma può continuare ad oscillare tra pensiero concreto e pensiero astratto. Per questo motivo spesso il ragazzo non riesce a vedere le conseguenze a medio e lungo termine.

In alcuni momenti continua a prevalere la tendenza a fermarsi al dato concreto, all’immediatezza dell’esperienza, senza che possa essere messo sul piatto della bilancia anche una valutazione delle conseguenze delle proprie azioni ed una possibilità di riflessione sui rischi.

La dimensione egocentrica

La dimensione egocentrica è un retaggio infantile che porta l’adolescente a vedere solo il suo punto di vista. Quando si presenta qualche effetto indesiderato legato all’uso di sostanze (un attacco di panico, un malore), se viene raccontato al ragazzo, perde di valore, proprio in virtù del pensiero concreto e della difficoltà a credere all’altrui punto di vista, essendo concentrato sul proprio.

Tendenza alla sperimentazione

Tanti nuovi compiti e tante prove, tante “prime volte”: guai se non si sperimentasse! In questa sperimentazione può inserirsi anche l’uso di sostanze, che può rimanere circoscritta il più delle volte proprio ad una prova che attrae per quel che di proibito e lontano dalle “leggi” familiari comporta.

Trasgressione

Le condotte trasgressive possono essere considerate un tentativo di affermare una propria individualità, in contrapposizione con le regole e le leggi familiari da cui il ragazzo tenta di affrancarsi. E’ allo stesso tempo una modalità con cui mantenere un rapporto con l’adulto. La comunicazione viene in effetti fatta passare attraverso la trasgressione e gli agiti. Per esempio dalla bugia al “tagliare” scuola, fino al consumo di sostanze proibite, dalla legge e/o dalle regole familiari). Il vivere il conflitto è fondamentale per l’adolescente perché permetter di affrontare la dialettica intrinseca alla scoperta e di sviluppare un pensiero critico – creativo. Diversamente c’è il rischio per l’adolescente di metabolizzare le frustrazioni.

Il gruppo dei pari Contribuisce a strutturare un senso di identità Fornisce e rafforza valori e modelli Influenza comportamenti ed attitudini Ha una funzione transizionale

Autonomia – dipendenza

L’attenzione si focalizza sul profondo desiderio di cambiare, affrancarsi dalla famiglia, e contemporaneamente sulla difficoltà a farlo: istanze di conservazione sembrano in alcuni momenti avere la meglio. La crisi adolescenziale ha un significato di conflitto tra il desiderio di autonomia e la rinuncia alla protezione dell’adulto che infonde sicurezza, ma che al contempo induce un fastidioso senso di dipendenza e costrizione.

Anche se il modo d’agire dell’adolescente è una componente quasi fisiologica del processo di crescita, è tuttavia importante non liquidarla come una fase che si risolverà e si concluderà da sé. L’adolescente ha bisogno di attraversare questa fase potendo contare su adulti significativi, competenti, sensibili, pronti a mettersi in gioco e ad accompagnarli. L’immagine scelta per chiudere questa riflessione sull’adolescenza è quella di una giostra con un “perno” centrale, che pur permettendo a chi sale di divertirsi, e perdere il controllo, è in sicurezza. Fuor di metafora l’adolescente “può” sperimentare, trasgredire, esagerare se può contare su adulti competenti e disponibili a mettersi in gioco. Inoltre avere una relazione significativa con un adulto esterno alla famiglia può essere un fattore di protezione rispetto all’abuso di sostanze.