“Le Religioni storiche”

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Transcript della presentazione:

“Le Religioni storiche” ITN "DUCA DEGLI ABRUZZI" “Le Religioni storiche” (Romani) 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana I romani erano profondamente religiosi e ritenevano di doversi muovere sempre in rapporto con il mondo del divino, vivendo con giustizia e praticando la pietas, il sentimento religioso tipico del mondo romano, che si esprime nell'onore e nella venerazione dovuta agli dei, nello zelo per le azioni rituali, la preghiera, il sacrificio. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana La religione romana più antica con­sisteva nella credenza in numerose potenze ultraterrene (numi), con le quali l'individuo do­veva mantenere buoni rapporti e il cui culto era il compito più importante dello Stato. La divinità suprema era Giove, dio del fulmine e della pioggia, garante dei patti, dei matri­moni e della pace. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Giove era associato ad altre due divinità maschili: Marte, il dio italico della guerra, e Quirino, dio protettore di Roma (da cui prese il nome uno dei colli, il Quirinale). Dopo il III se­colo a.C. Quirino venne considerato un'immagine di Romolo, il mitico fondatore di Roma. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Più tardi Giove venne associato a due divinità femminili, Giunone, dea della nascita, e Minerva, dea protettrice degli artigiani. Era la triade capitolina cui venne innalzato un tempio sul Campidoglio. Altre importanti divinità di stato erano Giano, Saturno e Vesta. Giano era il dio rappresentato con due volti: era il dio delle porte e dei cancelli e proteggeva le partenze e gli arrivi dai viaggi. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Saturno era il protettore del lavoro dei campi: ogni anno, tra il 21 e il 27 dicembre, si svol­gevano i Saturnalia, grande festa in suo onore. Vesta era la dea del fuoco e il suo tempio era custodito dalle vergini Vestali, sei sacerdotesse scelte tra le famiglie patrizie, consacrate a lei dall'età di sei anni sino ai trent'anni e adibite alla custodia del fuoco sacro, che non doveva mai spegnersi. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Accanto a questi dei ne esistevano altri: Fortuna, dea da cui di­pendevano gli eventi imprevedibili e la buona sorte, Venere, considerata dal III secolo in poi dea protettrice della città, in quanto madre del mitico eroe troiano Enea, da cui i romani vantavano di discendere, e anche dea della vittoria. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Diana, dea lunare, Mercurio dio del commercio e del guadagno, Cerere, dea della crescita e della fertilità del suolo. Quando l'influsso culturale del mondo greco fu più forte, gli dei romani finirono per essere identificati con gli dei greci. Sopra gli dei stava il Fato, misterioso e insondabile. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Accanto agli dei venerati da tutta la comu­nità, vi erano anche gli dei familiari cui veni­vano rivolti riti privati: i Mani, che erano gli spiriti dei morti, i Lari, che proteggevano i territori abitati e la famiglia, i Penati, dei del padre di famiglia e dei suoi parenti, che ve­nivano trasmessi in eredità e le cui statuette venivano custodite in ogni casa. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Vi erano anche Lari e Penati pubblici, dello Stato romano, cui venivano offerti sacrifici. Secondo i romani la forma più semplice con cui l'uomo poteva entrare in contatto con il divino era la preghiera, che veniva recitata a capo coperto e che non doveva subire interruzioni. Si facevano inoltre voti per raggiungere determinati fini: si promettevano sacrifici al dio, se questi avesse esaudito la preghiera. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana I sacrifici avevano la massima importanza in quanto dovevano garantire i buoni rapporti tra giudei e gli uomini, servivano da preghiera, da ringraziamento e da espiazione. Normalmente il sacrificio consisteva in un'offerta di cibo: dolci di cereali, farina, sale, miele, frutti, vino, formaggio o latte. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana In particolari occasioni venivano sacrificati animali, bianchi per gli dei celesti, neri per quelli degli inferi. Prima del sacrificio l'animale era adornato con ghir­lande e condotto in processione all'altare. Quando il fedele aveva ultimato le sue preghiere, un sacerdote e i suoi assistenti uccidevano l'animale. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana In particolari occasioni venivano sacrificati animali, bianchi per gli dei celesti, neri per quelli degli inferi. Prima del sacrificio l'animale era adornato con ghirlande e condotto in processione all'altare. Quando il fedele aveva ultimato le sue preghiere, un sacerdote e i suoi assistenti uccidevano l'animale. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Dopo la sua morte, il corpo dell'ani­male veniva tagliato a pezzi e un particolare sacerdote, l'aruspice, ne esaminava le interiora, e dalla forma e dalla sistemazione delle viscere poteva predire se la divinità avrebbe gradito sacrificio. La carne veniva poi cotta e mangiata. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana I primi templi consistevano semplicemente in grotte e boschi, in cui venivano eretti al­tari. Successivamente venne introdotto l'uso di immagini sacre e di templi, costruiti su al­ture, dedicati alle varie divinità. Vi erano inoltre apposite nicchie, addossate ai muri esterni delle case o ai confini delle proprietà, dette larari, in cui venivano venerati i Lari. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Ogni casa aveva poi un altare domestico. Nel culto domestico il capofamiglia (pater familias) era il capo costituito di tutti gli atti cultuali. Per quanto riguarda il culto pubblico, al vertice stava il re dei sacrifici, gran sacerdote di Giano. Venivano poi i flamini di Giove, Marte e Quirino, cui seguiva il pontefice massimo, considerato lo sposo di Vesta. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana I sacerdoti erano divisi in gruppi o collegi a seconda dei compiti; istruivano il popolo circa il modo e il tempo con cui celebrare gli atti di culto e furono gli ideatori del calendario. Gli auguri si occupavano della divinazione, cioè interpretavano i segni, chiamati presagi (ad esempio i tuoni) che gli dei inviavano per far conoscere la loro volontà; gli aruspici, invece, cercavano di interpretare la volontà degli dei dalle viscere di animali appena uccisi. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Durante tutto l'anno si svolgevano feste solenni che dovevano servire a procurare la bene­dizione degli dei alla città e ai suoi abitanti, favorendo la fecondità delle donne, degli animali e dei campi e la vittoria sui nemici. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Le cerimonie sacre si celebravano in determinati periodi, chiamati secondo il calendario dies nefasti, in cui era proibito occuparsi delle proprie attività. Ogni mese era dedicato alla celebrazione di riti particolari. Ad esempio febbraio era dedicato alle lustrationes, purificazioni rituali con acque consacrate; maggio era dedicato ai parentalia, celebrazioni in onore dei parenti defunti. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana I romani crearono una ricca letteratura in lingua latina da cui si ricavano molte informazioni di carattere religioso, ma non possedevano scritti sacri spe­cifici. Anche i romani ebbero però la loro poetessa ispirata da Apollo: la Sibilla cumana, che vaticinava a Cuma, in Campania. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Avrebbe offerto al re Tarquinio il Superbo nove libri di oracoli (i Libri sibillini), e ne avrebbe bruciati sei al suo rifiuto di acquistarli. Infine Tarquinio ne ebbe tre e li fece deporre nel tempio di Giove capitolino, dove un apposito colle­gio di sacerdoti era incaricato della loro consulta­zione e della loro interpretazione. Nel mondo greco-romano vi furono altre famose sibille, come quella persica e quella libica. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Secondo i romani i morti vegetavano tristemente nel mondo degli inferi. Si temeva che potessero ritornare sulla terra e si cercava di propiziarseli con un sacrificio offerto nove giorni dopo la sepoltura; inol­tre, in determinate festività si compivano riti parti­colari per convincere i morti a lasciare in pace i vivi. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana Durante i parentalia ogni famiglia onorava la tomba degli antenati con fiori e cibi, per otte­nerne protezione e nei pressi della tomba si consumava un banchetto chiamato refrigerium. Gli inferi erano divisi in: Campi lugentes, per coloro che erano morti giovani; Tartaro per i malvagi e Campi Elisi, per i giusti. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana "O padre Marte, ti prego e ti chiedo di essere benevolo e propizio verso di me, verso la nostra casa e la nostra famiglia. A tal fine ho ordinato di compiere i sacrifìci intorno ai miei campi, alla mia terra, alle mie proprietà, affinchè tu fermi, respinga ed espella le malattie visibili e invisibili, la carestia e la desolazione, 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana le calamità e le intemperie, e affinchè tu permetta ai prodotti, grano, viti, germogli, di crescere e di giungere a buon fine; affinchè tu conservi sicuri i pastori e il bestiame ed elargisca sicurezza e buona salute a me, alla nostra casa e alla nostra famiglia. 19/09/2018 prof. Antonio Izzo

La Religione romana A tali fini, per punticare i campi, la mia terra e le mie proprietà e per compiere la purificazione, come ho detto, sii onorato mediante il sacrificio di agnelli e vitelli lattanti". (Catone, De agri cultura, Mondadori, Milano 2000, p. 183) 19/09/2018 prof. Antonio Izzo