Haemophilus influenzae Sono bacilli pleomorfi( spesso coccobacilli), Gram negativi, immobili, asporigeni, abitualmente non capsulati, aerobi facoltativi, appartenenti al genere Haemophilus. Per svilupparsi nei terreni di coltura, necessitano di particolari fattori di crescita ( X-V), e cioè protoporfirine e NAD, presenti nei globuli rossi del sangue. CLASSIFICAZIONE - 6 sierotipi (a-f) in base alla differente composizione dei polisaccaridi capsulari - Sierotipi non tipizzabili (acapsulati) HABITAT H. influenzae fa parte della flora normale delle mucose delle vie respiratorie superiori del bambino e dell'adulto. La colonizzazione inizia subito dopo la nascita e prosegue lungo tutta la vita.
MANIFESTAZIONI PATOLOGICHE La colonizzazione delle mucose delle vie respiratorie superiori potrà costituire il punto di partenza, tanto delle manifestazioni invasive, che delle infezioni broncopolmonari e ORL. H. influenzae può anche colonizzare la mucosa vaginale, sorgente possibile di infezioni genitali e neonatali Possibili anche quadri setticemici da H. influenzae . Haemophylus influenzae sierotipo b (infezioni pediatriche): - meningiti (massima incidenza 2 mesi-3 anni); - laringiti ostruttive (epiglottidi); - otiti purulente; - setticemie con possibilità di: polmoniti, artriti e pericarditi Altri sierotipi e ceppi acapsulati (infezioni dell’adulto): - bronchiti croniche; - sinusiti; - congiuntiviti; - otiti medie…,
FATTORI DI VIRULENZA - Capsula: Responsabile dell’attività antifagocitaria - Lipopolisaccaride: endotossina - Proteasi: enzima extracellulare che degrada le immunoglobuline umane IgA - Pili
DIAGNOSI DI LABORATORIO Esame microscopico diretto (sul liquor o altri campioni): batteri Gram negativi pleomorfi Esame colturale: semina in agar cioccolato ed incubazione in atmosfera di CO2 Tests rapidi (evidenziano gli antigeni capsulari): agglutinazione al lattice, test immunoenzimatici SENSIBILITA’ AGLI ANTIBIOTICI H. influenzae è una specie naturalmente sensibile a numerosi antibiotici: ß-lattamine quali penicilline (amoxicillina), cefalosporine di terza generazione (cefotaxime); negli ultimi anni però aumento dei ceppi beta lattamasi produttori Cloramfenicolo Tetracicline Sulfamidici da soli o associati al trimethoprim Fluorochinoloni come la ciprofloxacina, levofloxacina…,
E' un parassita endocellulare facoltativo BRUCELLA La brucellosi umana è una antropozoonosi: una infezione degli animali che puo' accidentalmente interessare l'uomo. I più esposti sono gli allevatori, gli agricoltori, i macellai, i veterinari. Negli animali la brucellosi è essenzialmente una malattia della riproduzione: epididimiti, orchiti, sterilità, infezione del feto e aborto. Morfologia : Coccobacilli Gram negativi 0,5-0,7 X 0,6 à 1,5 µ non capsulati, non sporulanti, immobili, aerobi. Caratteri colturali : Hanno bisogno di un terreno ricco in aminoacidi e di fattori di accrescimento e si sviluppano lentamente > 3 giorni à 37°C; esigenza di CO2 per B. abortus. E' un parassita endocellulare facoltativo
Epidemiologia Serbatoio naturale animali domestici → trasmessa all’uomo (eccezionale trasmissione interumana) Nell’animale le brucelle provocano aborto Eliminate in abbondanza con prodotti abortivi, secrezioni vaginali, feci, urine e latte; anche le carni degli animali malati sono infette Nelle zone endemiche nell’ambiente le brucelle possono sopravvivere a lungo (settimane nella polvere, mesi nell’acqua) e contaminare anche alimenti vegetali (ortaggi) L'uomo può infettarsi: - per via cutaneo-mucosa (contatto con un animale infetto o con oggetti contaminati); -per via digestiva (ingestione di alimenti contaminati, soprattutto latte non trattato e suoi derivati, ma anche la carne cruda...); - per via aerea inalando polveri di escrementi o secrezioni varie; - per inoculazione, ovviamente accidentale, a carico soprattutto di addetti a laboratori e veterinari;
Le brucelle danno patologie acute, subacute o croniche DECORSO CLINICO Le brucelle danno patologie acute, subacute o croniche Il decorso clinico è spesso inapparente. La sintomatologia si manifesta, dopo un periodo di incubazione estremamente variabile (da pochi giorni a qualche mese). . L’esordio può essere acuto o insidioso: sono presenti astenia, malessere generale, cefalea, algie muscolari, brividi, febbre che generalmente segue una curva ondulante, alta al pomeriggio, bassa la notte( ma non è la regola). Poi possono manifestarsi forme con “localizzazione d’organo” a carico di linfonodi, di milza, fegato, endocardio e dell’apparato locomotore. Possono anche comparire problemi al sistema nervoso sia centrale che periferico.
DIAGNOSTICA MICROBIOLOGICA La diagnostica più frequentemente utilizzata è quella indiretta: sierodiagnosi di Wright, con cui si ricercano la presenza di anticorpi verso la brucella; ma solo la diagnostica batteriologica con coltura e isolamento del ceppo consentirà una diagnosi di certezza. Diagnostica batteriologica Specificare la “ricerca per brucella” al laboratorio di microbiologia Prelievi: emocoltura (soprattutto nella brucellosi acuta con batteriemia continua) Forme con localizzazione d’organo: LCR, pus, liquido articolare,… Terreni: ricchi 37°C, incubare in atmosfera arricchita in CO2 (B. abortus), almeno per 15 giorni
- Bollitura e pastorizzazione del latte SENSIBILITA’ AGLI ANTIBIOTICI Le Brucelle sono sensibili in vitro a numerosi antibiotici tra cui le ß-lattamine, ma bisogna ricordare che sono parassiti intracellulari facoltativi, per cui occorre impiegare nella terapia antibiotici con capacità di penetrare nelle cellule. Il trattamento antibiotico deve essere sufficientemente lungo( diverse settimane) e si utilizzano associazioni di farmaci: streptomicina+tetraciclina, doxiciclina+rifampicina,… Profilassi - Bollitura e pastorizzazione del latte - Controllo dei lavoratori a rischio - Diagnosi della malattia negli animali - Vaccinazione degli animali
CHLAMYDIA GENERALITÀ Famiglia Chlamydiaceae un tempo le clamidie erano considerate virus, poichè molto piccole e parassiti intracellulari obbligati. Gli involucri esterni delle Chlamydie sono quelli caratteristici dei batteri Gram negativi, risultano privi della componente peptidoglicanica della parete cellulare, di norma sostituita con uno strato di proteine ricche in cisteina, che sembra rappresentare un equivalente funzionale del peptidoglicano. Dotate di numerose potenzialità metaboliche e biosintetiche, le Chlamidie non sono in grado di produrre ATP, per cui devono necessariamente approvvigionarsi a spese della cellula parassitata.
Ciclo vitale dimorfico contempla due forme: un corpo elementare ( CE) molto piccolo, di forma rotondeggiante, di aspetto denso e compatto, relativamente inerte dal punto di vista metabolico, sopravvive in ambiente extracellulare; si lega ai recettori presenti sulla superficie delle cellule dell’epitelio mucoso mediante legame delle MOMP : è la forma infettante il corpo elementare, una volta introdotto nella cellula, inibisce la fusione del fagosoma con i lisosomi cellulari impedendo la lisi intracellulare e dopo 6-8 ore dall’entrata nella cellula la maggior parte dei corpi elementari si idratano, si accrescono e si trasformano in forme metabolicamente attive: i corpi reticolari (CR). I CR si dividono per scissione binaria per le successive 18-24 ore. Il CR è la forma non infettante importante per la sopravvivenza intracellulare Il fagosoma in cui si accumulano i CR viene detto “inclusione” ed è visibile al microscopio ottico. Dopo circa 24 ore i corpi reticolari vanno incontro a condensazione riformando CE che vengono liberati per autolisi cellulare
INFEZIONI UMANE DA CHLAMYDIA - 1 C. trachomatis Caratteristica delle infezioni genitali da C. trachomatis è l’elevata frequenza di infezioni clinicamente asintomatiche che ne favoriscono la notevole diffusione. - Nell’uomo, la patologia più frequente è rappresentata da una uretrite scarsamente purulenta (uretrite non-gonococcica) che, talvolta può residuare ad una uretrite purulenta causata da una doppia infezione da N. gonorrhoeae e C. trachomatis, non adeguatamente diagnosticata sotto il profilo etiologico, dopo il trattamento con beta-lattamici attivi su N. gonorrhoeae ma non su C. trachomatis (uretrite post-gonococcica). L’infezione uretrale può essere occasionalmente complicata da epididimite e, meno frequentemente, da prostatite. - Nella donna la patologia più frequente è rappresentata da una cervicite paucisintomatica (leucorrea), alla quale però può seguire una endometrite, con propagazione dell’infezione alle tube falloppiane, dove esiti fibrotico cicatriziali del processo flogistico possono dar luogo a problemi alla mobilità e alla fecondazione ovulare. L’infezione da C. trachomatis rappresenta la principale causa di infertilità da alterata pervietà tubarica. Attraverso le tube l’infezione può arrivare al peritoneo con la comparsa della PID(pelvic infiammatory disease). - Nel neonato l’infezione è acquisita durante il passaggio nel canale del parto infetto (infezione perinatale), e può dar luogo a congiuntivite da inclusioni e ad una forma di polmonite interstiziale.
INFEZIONI UMANE DA CHLAMYDIA - 2 C. pneumoniae: patogeno respiratorio causa una forma di polmonite di modesta gravità. La maggior parte delle infezioni sono asintomatiche, o con andamento clinico benigno e autolimitante; l’infezione è molto diffusa e la presenza di anticorpi è dimostrabile nella maggior parte dei soggetti che abbiano superato l’adolescenza. C. psittaci: l’infezione umana è detta ornitosi o psittacosi è in genere conseguente al contatto con uccelli (pappagalli, colombi, anatre, tacchini), si manifesta con una polmonite interstiziale con andamento clinico molto grave, spesso complicata da segni di una estesa compromissione sistemica . DIAGNOSI DI LABORATORIO: Rivelazione antigenica: mediante immunofluorescenza diretta Sonde di acidi nucleici: ricerca del DNA batterico mediante tecniche di amplificazione Test sierologici: di importanza limitata perché, spesso, non in grado di differenziare tra infezione in corso ed infezione pregressa; il rilevamento però di IgM per C. trachomatis è utile per la diagnosi di infezione neonatale TERAPIA I farmaci di elezione sono rappresentati dalle tetracicline, farmaci di seconda scelta sono i macrolidi o il cloramfenicolo.
LEGIONELLA GENERALITÀ La Famiglia Legionellaceae e il genere Legionella sono stati creati nel 1979 per comprendere un nuovo batterio: la Legionella pneumophila, patogeno respiratorio per l’uomo, isolato dal tessuto polmonare di soggetti deceduti per una forma di polmonite manifestata in forma di focolaio epidemico, tra i partecipanti ad un convegno di ex combattenti del Vietnam ( definiti anche con il nominativo di Legioinaires ) riuniti in un albergo di Filadelfia nel 1976, ed etichettata come "malattia dei legionari". Sono state identificate 34 specie diverse di legionella, distinte in circa 50 gruppi sierologici; da materiali di provenienza umana sono state isolate oltre una dozzina di specie diverse di legionella, anche se circa l’85% dei casi clinici sono riferibili a L. pneumophila e a L. micdadei. Sono bastoncini Gram negativi, aerobi, sottili e pleomorfi, mobili per uno o più flagelli polari o laterali, estremamente esigenti per la coltivazione in terreni di coltura complessi
l’infezione asintomatica (frequente in tutti i gruppi d’età) PATOGENESI Parassiti intracellulari facoltativi, si moltiplicano nei fagosomi dei monociti e dei macrofagi alveolari. Hanno capacità di invasività cellulare e di sopravvivenza e moltiplicazione intracellulare; e producono di una serie di enzimi proteolitici (fosfolipasi C, metallo-proteasi) in grado di danneggiare gravemente le cellule parassitate. L’infezione in soggetti debilitati avviene per inalazione di batteri presenti nell’aerosol prodotto da sistemi di condizionamento o docce contaminati. SINDROMI CLINICHE In seguito ad infezione di legionella si possono verificare quadri clinici diversi: l’infezione asintomatica (frequente in tutti i gruppi d’età) una grave forma di polmonite purulenta acuta interessante gli alveoli, detta "malattia dei legionari“ ( in causa soprattutto L. pneumophila sierotipi 1 e 6. La malattia si osserva negli individui di oltre 55 anni; i fattori di rischio sono il fumo, bronchite cronica, enfisema, terapia con steroidi, diabete mellito; spesso è complicata da lesioni renali ed epatiche e può presentare una mortalità elevata in assenza di pronto intervento terapeutico. una forma febbrile con sintomatologia simil-influenzale, con tendenza spontanea alla guarigione, nota come "febbre di Pontiac"
DIAGNOSI DI LABORATORIO Campioni: liquido pleurico, liquido di lavaggio bronchiale, frammenti bioptici polmonari e sangue. Esame microscopico: dimostrazione diretta nei campioni clinici mediante immunofluorescenza diretta Esame colturale: crescita lenta, formazione di piccole colonie con aspetto di vetro smerigliato. Rivelazione antigenica: è possibile dimostrare la presenza di antigeni di Legionella nelle urine dei pazienti con metodi immunologici. Test sierologici: ricerca di anticorpi specifici mediante reazioni di immunofluorescenza indiretta TERAPIA In vitro le legionelle sono sensibili ad un ampio spettro di farmaci antibatterici. Va ribadito però che, anche se i test in vitro possono indicare una sensibilità, le penicilline, le cefalosporine, l'imipenem e gli aminoglicosidi non sono adeguati per il trattamento della legionellosi. Per la loro localizzazione intracellulare, in vivo sono sensibili a: macrolidi, chinoloni e rifampicina.
MICOPLASMI GENERALITÀ Classe Mollicutes, Famiglia Mycoplasmataceae, generi Mycoplasma ed Ureaplasma. Sono ubiquitari, parassiti di diverse specie di animali e vegetali. 11 specie colonizzano o causano malattia nell’uomo; tra queste le più importanti sono: M. pneumoniae, che provoca infezioni all’apparato respiratorio, M. hominis, M. genitalium e U. urealyticum, che provocano infezioni genitourinarie. MORFOLOGIA e CRESCITA: Sono i più piccoli batteri liberi, si differenziano da tutti gli altri procarioti per la totale assenza di parete cellulare (che li rende resistenti a penicilline, cefalosporine, vancomicina e ad altri antibiotici che interferiscono con la sua sintesi) ed il possesso di una membrana cellulare contenente steroli. Sono filamenti pleomorfi con un diametro di circa 0,1-0,3µm, si dividono per scissione binaria, crescono su terreni acellulari artificiali, contengono sia DNA che RNA, sono aerobi obbligati (M. pneumoniae) o aerobi-anaerobi facoltativi, sono Gram negativi Nelle colture in terreni solidi crescono molto lentamente e danno luogo a colonie a forma di “uovo fritto” costituite da una zona centrale approfondata nell’agar, opaca e granulare, corrispondente alla zona di crescita in iniziale del microrganismo, e da una zona periferica, di aspetto piatto e trasparente, in cui avviene la moltiplicazione in superficie dei microrganismi.
DIAGNOSI DI LABORATORIO PATOGENESI M. pneumoniae aderisce all’epitelio respiratorio mediante uno specifico fattore di attacco proteicoterminale (adesina); è l’agente eziologico della polmonite atipica primaria, che colpisce soprattutto i giovani (polmoniti comunitarie). Talvolta nelle fasi iniziali della infezione si ha il mantenimento di buone condizioni generali, per cui i soggetti colpiti continuano nella normale attività favorendo l’aggravamento e il precipitare della sintomatologia verso manifestazioni più gravi. Micoplasmi genitali: U. urealyticum, M. hominis, M. genitalium, e altri, possono essere isolati dall’apparato genitale. M. hominis e U. urealyticum sono quelli isolati più di frequente e, almeno per U. urealyticum, è ormai accertato un ruolo patogeno in alcune forme di uretrite non gonococcica e non sostenuta da C. trachomatis (soprattutto negli uomini). DIAGNOSI DI LABORATORIO Esame colturale: nella routine clinica solo per i micoplasmi genitali. Test di amplificazione diretta con tecniche biomolecolari per M. pneumoniae Test sierologici: sono disponibili solo per M. pneumoniae TERAPIA M. pneumoniae: infezioni trattate con eritromicina, tetracicline, fluorochinoloni. U. urealyticum: trattato con eritromicina o spectinomicina per ceppi resistenti alle tetracicline.