Epistemologia dell’archiviazione: archeologia dei database
… ? Perché un seminario sull’epistemologia dell’archiviazione? 1) una problematica personale (ancora lontana dall’essere risolta) … interpretazione ? archiviazione …
Perché un seminario sui database? 2) basi dati come uno dei concetti di più consolidata tradizione nell’ambito dell’informatica: modello gerarchico (fine anni ’60) modello relazionale (inizio anni ’70) altri modelli (es. database a oggetti) 3) Data Base Management Systems come una delle applicazioni di maggior successo: Giasone – Università di Pisa Nike – Scuola Normale superiore di Pisa Aladino – Università di Bologna DB di scavo – Università di Siena
Cos’è un’archeologia dei database? Senso comune: accezione negativa: cose polverose, questioni obsolete e inutili, troppo estranee alle drammatiche tensioni del mondo moderno accezione positiva: romantico entusiasmo per un idoleggiato e sempre un po’ misterioso passato, al quale accostarsi con l’avventura dell’esplorazione. Tucidide (I, 8, I): Arkcaiologia come discorso, indagine, sulle cose del passato, antiche esempio di deduzione storica da un dato archeologico: I Fenici ed i Carii erano i pirati che abitavano in età remota la maggior parte delle isole dell’Egeo “ed eccone la prova. Quando, durante questa guerra gli Ateniesi purificarono Delo e tolsero tutte le tombe dall’isola, oltre la metà delle salme apparvero di Carii, riconoscibili dall’armatura sepolta con essi e dal sistema col quale seppelliscono ancora adesso” (I, 8, 1) Attualmente: Le archeologie: versante “tradizionale” (periodi, culture, aree geografiche, …); versante teorico e metodologico Nel nostro caso: cercare di rintracciare se nel passato dell’uomo c’è qualche evidenza (cultura materiale) dell’esistenza di meccanismi cognitivi, organizzativi e di rappresentazione delle informazioni che possano essere avvicinati per analogia ad alcuni fondamenti concettuali dei data base.
Alcuni spunti per un’archeologia dei database (1) “Noi diamo per scontato il nostro mondo tecnologico, e i sistemi di memoria di cui in esso ci serviamo. Lasciamo messaggi per amici assenti a segreterie telefoniche o a computer, consultiamo le nostre agende per sapere se in certi giorni e in certe ore siamo liberi da impegni, e scriviamo biglietti a colleghi per organizzare un pranzo, una serata a teatro o un convegno; guardiamo in frigorifero e prepariamo una lista per la spesa. Ognuna di queste cose è un atto di memoria individuale, ma un atto in cui abbiamo manipolato tecnologie esterne a noi stessi per aiutare, o integrare, o sostituire il nostro sistema interno della memoria cerebrale.” S. Rose, La fabbrica della memoria. Dalle molecole alla mente, p. 81
Alcuni spunti per un’archeologia dei database (2) “Nello svolgimento di ogni attività, sia a livello individuale sia in organizzazioni di ogni dimensione, sono essenziali la disponibilità di informazioni e la capacità di gestirle in modo efficace; ogni organizzazione è dotata di un sistema informativo, che organizza e gestisce le informazioni necessarie per perseguire gli scopi dell’organizzazione stessa. L’esistenza di un sistema informativo è in parte indipendente dalla sua automazione. […] Nelle attività umane più semplici, le informazioni vengono rappresentate e scambiate secondo le tecniche naturali tipiche delle attività stesse: la lingua, scritta o parlata, disegni, figure, numeri. In alcune attività, può addirittura non esistere una rappresentazione esplicita dell’informazione, che viene ricordata a memoria, in maniera più o meno precisa. In ogni caso possiamo dire che, a mano a mano che le attività si sono andate sistematizzando, sono state individuate opportune forme di organizzazione e codifica delle informazioni. Nei sistemi informatici, per ragioni che in parte sono tecnologiche e in parte sono legate alla semplicità dei meccanismi di gestione, il concetto di rappresentazione e codifica viene portato all’estremo: le informazioni vengono rappresentate per mezzo di dati, che hanno bisogno di essere interpretati per fornire informazioni. Varie accezioni sono possibili per questo termine [basi di dati]; secondo la più generale di esse, una base dati è una collezione di dati, utilizzati per rappresentare le informazioni di interesse per un sistema informativo. P. Atzeni, S. Ceri, S. Paraboschi, R. Torlone, Basi di dati. Concetti, linguaggi, architetture, cap. 1.1
Archeologia dei db Alcuni spunti per un’archeologia dei database (3) ma un atto in cui abbiamo manipolato tecnologie esterne a noi stessi per aiutare, o integrare, o sostituire il nostro sistema interno della memoria cerebrale la disponibilità di informazioni e la capacità di gestirle in modo efficace indipendente dalla sua automazione a mano a mano che le attività si sono andate sistematizzando organizzazione e codifica dati una base dati è una collezione di dati, utilizzati per rappresentare le informazioni di interesse per un sistema informativo quando posso osservare per la prima volta l’uso di una tecnologia esterna per aiutare, integrare o sostituire il sistema interno della memoria cerebrale? riesco a rintracciare un momento nella storia umana in cui posso affermare che le attività si sono sistematizzate ed hanno richiesto l’organizzazione e la codifica delle informazioni? quando le informazioni cominciano ad avere un ruolo centrale? quando posso osservarne una gestione efficace? efficace all’interno di quale contesto? da quando posso parlare di dati? da quando posso parlare di un sistema informativo? se lo trovo, esistono collezioni di dati che rappresentino, per esso, informazioni di interesse? Archeologia dei db