IL TESTO NARRATIVO Lettura & Scrittura

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Transcript della presentazione:

IL TESTO NARRATIVO Lettura & Scrittura - Immagini utilizzate a scopo esclusivamente didattico -

IL TESTO NARRATIVO SI CLASSIFICA IN: Non letterario Letterario

TESTO NARRATIVO ‘NON LETTERARIO’ Racconta lo svolgimento di uno o più fatti relativi ad una vicenda accaduta Scopo primario “pratico”: informare con chiarezza su un fatto accaduto Scopi secondari: trasmettere emozioni, ricordi…(solo per alcuni testi)

TIPI PIU’ COMUNI DI TESTO NARRATIVO NON LETTERARIO Cronache giornalistiche Biografie Autobiografie Corrispondenze giornalistiche di Inviati speciali

Diari personali Racconti di viaggi, esplorazioni, Cronache di città antiche (ossia storie dalla fondazione..)

IL TESTO NARRATIVO LETTERARIO E’ UN TESTO CHE RACCONTA UNA “STORIA” (NON NECESSARIAMEN- TE “VERA”) TIPOLOGIE PIU’ DIFFUSE: RACCONTI,NOVELLE, ROMANZI….

GLI SCOPI DEL TESTO NARRATIVO LETTERARIO ESPRESSIVO: TRASMETTERE IL PIACERE DI LEGGERE UNA STORIA ‘BEN SCRITTA’ …

EMOTIVO: TRASMETTERE EMOZIONI CON UNA STORIA AVVINCENTE, CHE CONTIENE VALORI, SENTIMENTI, RIFLESSIONI “UNIVERSALI”…

I…PROFESSIONISTI DELLA SCRITTURA..alcuni nomi famosi!

IN QUESTO MODULO: Apprenderemo le caratteristiche strutturali di un testo narrativo letterario (come è costruito,da quali parti è formato…) e quelle stilistico-espressive (come è scritto…)

Leggeremo testi narrativi e li analizzeremo, scomponendoli nella loro struttura e individuandone le tipicità

…racconti o stralci di romanzo tratti dall’antologia di narrativa…

IL TESTO NARRATIVO LETTERARIO

TESTI NARRATIVI LETTERARI PIU’ COMUNI: GENERI: 1. Racconto /novella(= narrazione “breve”) 2. Romanzo(= narrazione lunga) Alcuni “SOTTOGENERI”: 1. Comico /satirico -fantastico -realistico/sociale-psicologico -poliziesco /giallo 2. D’avventura -Storico-realistico-psicologico-poliziesco /giallo -fantastico (fantasy)-di fantascienza*-dell’orrore*

CARATTERISTICHE serie di eventi (cosa succede?) narratore (chi racconta?) serie di eventi (cosa succede?) personaggi (a chi succede?) tempo (quando succede?) (quanto dura la vicenda?) (quanto dura la narrazione?)

luogo+ambiente(dove succede luogo+ambiente(dove succede?) /“contesto” reale immaginario o sfondo (sociale/umano) dove agiscono i personaggi trama (fabula, intreccio /sequenze.,macrosequenze )

SCOMPONIAMO IL TESTO LE MACROSEQUENZE: GROSSE parti /blocchi UNITARI in cui si può dividere un brano narrativo letterario: in ogni macrosequenza possono essere inseriti molti eventi (vedi ad es. nei “P.Sposi”)

SCOMPONIAMO IL TESTO LE SEQUENZE: Parti più piccole in cui si può dividere un brano narrativo letterario: Sono di due tipologie fondamentali: 1.DINAMICHE = FANNO “ANDARE AVANTI” LA STORIA. 2.STATICHE = RALLENTANO LA STORIA

Statiche o dinamiche? 1.descrittive (di luoghi, personaggi..) quale effetto danno sul “ritmo” della storia narrata: che tipo di sequenze sono? 2.riflessive (commenti, stati d’animo dei personaggi..): sequenze di tipo ? 3.dialogate /dialogiche (discorso diretto fra virgolette tra personaggi): sequenze di tipo? 4.puramente narrative(dove la “storia” va avanti solo con il racconto dei fatti /eventi) : sequenze di tipo?

LA TRAMA E’ TUTTO ciò che “succede” nel racconto. Essa segue spesso uno SCHEMA TIPICO in 5 parti

SCHEMA TIPICO DELLA TRAMA: Facciamo un esempio con un ROMANZO (‘Congo’): 1.Situazione iniziale: una spedizione di scienziati americani nel Congo alla ricerca dei diamanti blu 2 Rottura dell’equilibrio: giunti nei pressi delle rovine di una antica e misteriosa città, gli esploratori sono attaccati da gorilla assassini

3 Evoluzione vicenda (processi positivi o negativi): nella zona imperversa la guerriglia; si verifica un’eruzione vulcanica 4 Ricomposizione dell’equilibrio: la lava seppellisce tutto: le rovine, i diamanti, i gorilla assassini 5 Situazione finale: una parte della spedizione riesce finalmente a salvarsi

Questo schema può subire delle VARIANTI E’ generalmente utilizzato in romanzi o racconti piu’ “semplici ”come fiabe, leggende, narrazioni d’ avventura, racconti polizieschi......

LA FABULA E L’INTRECCIO… LA FABULA: è rappresentata dai SINGOLI FATTI (li chiameremo genericamente “eventi”) DELLA STORIA PURA E SEMPLICE COSI’ COME L’HA INVENTATA LO SCRITTORE, IN ORDINE CRONOLOGICO, SENZA AGGGIUNGERE NULLA.

ESEMPIO:“Dracula” (liberamente semplificato a scopo didattico) 1.Situazione iniziale: Evento A: Harker è un giovane di Londra, da poco diventato avvocato Evento B: Harker viene mandato in Transilvania al castello di D. per l’acquisto di una casa a Londra Evento C: Harker giunge al castello Evento D: Harker conosce Dracula Evento E:Harker trascorre la prima notte al castello

2.Rottura dell’equilibrio Evento F: Dracula si rivela un vampiro 3 Evoluzione vicenda (processi positivi o negativi) Evento G: Harker sposa Mina Evento H:Dracula giunge a Londra Evento I:.viene uccisa un’amica di Mina Evento L:tentativi per neutralizzare il mostro

4 Ricomposizione dell’equilibrio Evento M: uccisione del mostro 5 situazione finale Evento N: la vita riprende senza più il mostro

L’INTRECCIO… L’INTRECCIO: è la fase di “MONTAGGIO” : OGNI PEZZO DELLA FABULA (singoli eventi A.B.C.D.....N) + ELEMENTI VARIABILI (= DIALOGHI, DESCRIZIONI, RIFLESSIONI, FLASH BACK .... che CHIAMEREMO X Y Z W K J...) Dal MONTAGGIO / INTRECCIO nasce la “narrazione” nel suo complesso, come noi la leggiamo

ES.ELEMENTI VARIABILI / intreccio di “Dracula”: X = descrizione del castello / Y= descrizione di Dracula / Z= dialogo Harker-Dracula/ W= riflessioni di Harker durante la notte.... K= Harker ricorda quando è diventato avvocato...J = Harker spiega quando gli hanno affidato l’incarico di raggiungere Dracula...

CI SONO DUE TIPI DI INTRECCIO a seconda di come avviene il montaggio: 1.SE NEL MONTAGGIO (FABULA + ELEMENTI VARIABILI): NON CI SONO FLASH BACK E/O ANTICIPAZIONI (=contrario del flash back) ma VI SONO SOLO ARRICCHIMENTI COME DIALOGHI, DESCRIZIONI, RIFLESSIONI CHE NON CAMBIANO L’ORDINE CON CUI MAN MANO SI RACCONTANO I FATTI, allora L’INTRECCIO RISPETTA l’ordine dei singoli fatti puri e semplici della fabula/ SI DICE CHE E’ “PARALLELO” ALLA FABULA

ESEMPIO 1. -INTRECCIO parallelo alla fabula: (“Dracula”) Evento A Harker lavora come particante di uno studio legale; è diventato da poco avvocato Evento BHarker, viene mandato in Transilvania al castello di D.per l’acquisto di una casa a Londra Evento C. Harker giunge al castello Elemento variabile X = descrizione del castello

Evento D. Harker conosce Dracula Elemento variabile Y= descrizione di Dracula Elemento variabile Z= dialogo Harker-Dracula Evento E. Harker trascorre la prima notte al castello Elemento variabile W= riflessioni di Harker durante la notte.... ecc...

2.SE NEL MONTAGGIO (FABULA + ELEMENTI VARIABILI): CI SONO FLASH BACK E/O ANTICIPAZIONI DI EVENTI CHE ACCADRANNO IN UNA FASE SUCCESSIVA o SI PARTE ADDIRITTURA DAL FINALE (=rovesciamento totale dell’ordine)(AD ESEMPIO NEI GIALLI, DAL DELITTO, PER RISALIRE AL COLPEVOLE..) OPPURE DA UN ALTRO MOMENTO CENTRALE DELLA STORIA (=rovesciamento parziale), PER POI RIANDARE NEL PASSATO O AVANTI…

Allora L’INTRECCIO SI SFASA, CIOE’ NON COINCIDE più con l’ordine dei singoli fatti puri e semplici della fabula / SI DICE CHE NON E’ “PARALLELO” ALLA FABULA

ESEMPIO 2 - INTRECCIO. Sfasato rispetto alla fabula (“Dracula”) Evento B. Harker giunge al castello Elemento variabile K -‘flash back’ = Harker ricorda quando è diventato avvocato Elementovariabile flash back J = Harker spiega quando gli hanno affidato l’incarico di raggiungere Dracula... Elemento variabile X = descrizione del castello Evento C. Harker conosce Dracula

Elemento variabile Y= descrizione di Dracula Elemento variabile Z= dialogo Harker-Dracula Evento D. Harker trascorre la prima notte al castello Elemento variabile W= riflessioni di Harker durante la notte.... ecc...

DEFINIZIONI Flash back o analessi = nella narrazione si recupera un evento già passato Anticipazione o prolessi= si narra già prima un fatto accadrà successivamente Analessi e prolessi sono DUE METODI per cambiare l’ordine naturale della narrazione e per sfasare così l’ intreccio rispetto alla fabula pura e semplice

I PERSONAGGI Vi sono modi e tecniche diversi per presentarli in un racconto o in un romanzo. Uno scrittore li sceglie a seconda del personaggio che deve “introdurre”: PERSONAGGI PRESENTATI DAL NARRATORE (esposizione in genere “oggettiva” o “obiettiva”, aderente a come ‘effettivamente’ è il carattere del personaggio) PERSONAGGI PRESENTATI DA ALTRI PERSONAGGI (esposizione in genere NON “oggettiva” ma SOGGETTIVA, aderente a come viene “visto” e considerato” il personaggio da parte di chi lo presenta)

ALCUNI PERSONAGGI SI PRESENTANO DA SOLI

LE CARATTERISTICHE DEI PERSONAGGI: Si possono cogliere direttamente, se c’è una sequenza DESCRITTIVA, oppure indirettamente, a seconda di come si comportano e si atteggiano durante la vicenda

ASPETTI CHE CARATTERIZZANO i PERSONAGGI: caratterizzazione fisica caratterizzazione psicologica (stati d’animo, emozioni, sentimenti, reazioni...) caratterizzazione sociale (la condizione economica, come e in quale ambiente sociale vivono...) caratterizzazione culturale (livello di istruzione e di cultura, modo di parlare...) caratterizzazione ideologica (gli ideali politici, i valori in cui crede...) NB: queste caratterizzazioni NON sono NECESSARIAMNETE sempre TUTTE presenti in un testo !!!!!!!!!!!

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI: “LIVELLI” diversi PER IMPORTANZA principale secondari comparse

LE FUNZIONI E I RUOLI DI BASE DEI PERSONAGGI 1.) protagonista-tipico “eroe” – funzione primaria nella narrazione 2.) antagonista in contrasto con 1.) / crea ostacoli / spesso provoca la rottura dell’equilibrio 3.) oggetto “scopo” del desiderio del 1.) / spesso è la “causa” per cui si scatena tutta la vicenda 4.) aiutanti figure che “collaborano” con 1.) o con 2.)

NB: talvolta le distinzioni fra questi RUOLI non sono sempre così nette ! A volte 4.) può essere di aiuto prima all’antagonista, poi, ad un certo punto, al protagoniosta (cfr. ad esempio i “P.Sposi”)

IL TEMPO DELLA STORIA L’epoca in cui si ambienta la vicenda (ad es. “P.Sposi” nel 1600, “Congo” più o meno nella nostra epoca.....)

La durata della storia Il tempo in cui si sviluppano gli EVENTI della storia narrata: ad esempio una vicenda dura un mese, un anno, tanti anni, poche ore.....

Durata reale e durata della narrazione… LA DURATA REALE della STORIA NON E’ UGUALE al TEMPO che si impiega per raccontarla e per leggerla: ad es. se la storia dura tre anni, NON dura necessariamente TRE anni la sua lettura! Dipende da COME VENGONO NARRATI I VARI FATTI della fabula: lentamente, in modo approfondito, con tante sequenze e con un intreccio complesso oppure in modo veloce, con poche sequenze e un intreccio ridotto al minimo

SOLO NEI DIALOGHI DURATA DELLA NARRAZIONE =DURATA REALE DELLA STORIA (il dialogo coincide con la storia che procede)

Velocizzare o rallentare la narrazione… LA DURATA REALE può essere VELOCIZZATA o RALLENTATA DURANTE IL RACCONTO IN QUATTRO MODI: 1. ELLISSI NARRATIVA ad un certo punto del racconto si salta un lungo periodo di tempo ad es. “Dieci anni dopo...” 2. SOMMARIO ad un certo punto del racconto viene riassunto in poche righe un lungo periodo di tempo ad es. “Trascorsero così tre lunghi inverni” -

3. ANALISI ad un certo punto il racconto entra nei dettagli e un evento o momento che di per sè dura poco viene narrato in molte pagine 4.DIGRESSIONE ad un certo punto il racconto viene quasi “interrotto”e la narrazione si sofferma a lungo su considerazioni o riflessioni provocate dal racconto (esempio “P.Sposi” “digressioni sulla carestia e la peste nel 1600”)

Luoghi e ambienti fanno da “sfondo” agli eventi / talvolta servono per caratterizzare alcuni personaggi (vedi ad.es. spazio -castello Dracula) o rendere più “realistica” ed efficace la narrazione.

LUOGHI /SPAZI APERTI (tipici della narrativa d’avventura, per intrecci ricchi di azione,pieni di sequenze DINAMICHE) CHIUSI (tipici della narrativa a sfondo psicologico, horror...per intrecci caratterizzati da sequenze meno DINAMICHE)

L’AUTORE è lo scrittore che realmente ha ideato la fabula, poi ha “montato” l’intreccio e ha scritto il racconto o il romanzo

Il narratore è una figura non reale / ha il “compito” di raccontare la storia

I TIPI DI NARRATORE (O “VOCE NARRANTE”): 1.) INTERNO: un personaggio della storia / narra in prima persona 2.) ESTERNO: estraneo alla storia / narra in terza persona 2 A) ESTERNO “PALESE”(=visibile, percepibile): si fa “notare” o si rivolge al lettore con commenti, giudizi,spiegazioni ulteriori ai fatti (ad es. “P.Sposi”) 2 B) ESTERNO “OCCULTO”(=nascosto): non si fa “notare” e non si rivolge mai al lettore con commenti, giudizi,spiegazioni ulteriori ai fatti - si limita a narrare solo i fatti

IL NARRATORE ESTERNO funziona COME SE RIPRENDESSE CON UNA VIDEOCAMERA – A SECONDA DI COME “RIPRENDE” GLI EVENTI CHE NARRA, PUO’ RACCONTARLI E RIFERIRLI COMPLETAMENTE SECONDO UN PUNTO DI VISTA o DIVERSI PUNTI DI VISTA:

Il punto di vista o focalizzazione Il PUNTO / I PUNTI DI VISTA SI CHIAMANO FOCALIZZAZIONI. Esse cambiano a seconda della parte o del punto di vista da cui il narratore si mette a raccontare: LE FOCALIZZAZIONI SONO PRINCIPALMENTE TRE: 1) FOCALIZZAZIONE INTERNA quando il narratore, PUR ESSENDO ESTERNO - racconta secondo il punto di vista di UNO DEI PERSONAGGI e dunque narra secondo quello che è possibile sapere o percepire da quel punto di vista e non da altri (come se “entrasse nei pensieri di quel personaggio).

ESEMPIO 1: da “Congo” “Era ESEMPIO 1: da “Congo” “Era....vero che c’erano molte ossa, e Kruger non aveva idea del perché...ma viveva da tempo in Africa e di cose inspiegabili ne aveva viste tante”(sembra che lo dica o lo pensi Kruger stesso)

2) FOCALIZZAZIONE “ZERO” (cioè “totale”, secondo tutti i punti di vista possibili) quando il narratore e’ ONNISCIENTE ossia sa TUTTO di TUTTI e narra mettendo a fuoco sempre TUTTO l’insieme e NON solo da un punto di vista: ESEMPIO 2: modificato da “Congo” “Era....vero che c’erano molte ossa...ma Kruger non sapeva perché, nonostante fosse un uomo che viveva da tanto in Africa...”

3)FOCALIZZAZIONE ESTERNA il narratore non è in alcun modo “percepibile” e così il suo punto di vista (cioè è occulto)

Come vengono fatti “parlare” o “pensare” i personaggi… 1) DISCORSO DIRETTO (introdotto dal narratore con verbo (pensare,dire...ecc.)+ riferito testualmente tra virgolette: ESEMPIO allora pensò:”Mi sono innamorato!” 2)DISC.INDIRETTO (introdotto e riferito dal narratore con verbo (pensare...ecc.)+ che/di : ESEMPIO –disse che si era innamorato di lei

3)DISC.INDIRETTO LIBERO (il narratore riferisce i pensieri del personaggio in TERZA PERSONA SENZA virgolette, SENZA verbi introduttivi: ESEMPIO - si era innamorato.....sì! si era proprio innamorato! Che gioia!- 4) SOLILOQUIO/MONOLOGO il narratore riferisce i pensieri del personaggio che parla in PRIMA PERSONA SENZA virgolette, SENZA verbi introduttivi: ESEMPIO .............Giunse a casa soddisfatto. Mi sono innamorato finalmente!

5) FLUSSO DI COSCIENZA: il testo risulta come una “registrazione” disordinata, caotica, e senza collegamenti di tutti i pensieri che passano continuamente nella testa del personaggio, con pochissima punteggiatura (tipico della narrativa primo Novecento...): ESEMPIO agitato paura forte sentimento amore....