L’oggetto politico più importante della carta è il confine, tanto che è uno dei pochissimi elementi immateriali sulle carte
Il mondo “spartito”
Il crescere dell’importanza dei confini sulle carte ha accompagnato l’affermazione degli Stati nazionali
Quando il mondo non era ancora stato spartito Abramo Ortelio, Theatrum Orbis Terrarum, 1584
Il discorso dello stato nazionale moderno si è avvalso del concetto di confine per alimentare la narrazione di un mondo composto da tanti soggetti politici sovrani quanti sono gli stati, ognuno avente piena ed esclusiva sovranità su un territorio specifico e definito da ben precisi confini lineari
Come tutte le narrazioni, anche quella dello stato territoriale moderno è stata trasmessa attraverso un’appropriata iconografia. Tra le icone più importanti per evocare il concetto di confine vi è la carta geografica confine
Rispetto a tutte le altre icone del confine la carta possiede una spiccata valenza performativa: offre un’interpretazione della realtà spacciandola per un dato inconfutabile
la narrazione dello stato ha puntato molto sulle carte geografiche, come dimostra il fatto che: la nascita della cartografia moderna è coincisa con l’affermazione del modello organizzativo dello stato centralizzato la produzione cartografica è sempre stata prodotta e controllata fino a oggi dagli apparati statali
Poiché la cartografia moderna si è sviluppata in base agli interessi e ai bisogni dello Stato, il concetto di confine di stato è sempre stato enfatizzato sulle carte e il relativo segno è stato uno dei più visibili e marcati