La Resistenza in Italia

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Transcript della presentazione:

La Resistenza in Italia   La Resistenza in Italia 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945

La guerra in Italia (1943 – 1945) Il 9 luglio 1943: gli Alleati sbarcano in Italia 25 luglio 1943: Mussolini viene arrestato dal re Vittorio Emanuele III 8 settembre 1943: l’Italia firma un armistizio con gli Alleati Il 9 luglio 1943 truppe inglesi e americane sbarcano in Sicilia fra Gela e Siracusa e senza incontrare particolari ostacoli in breve tempo occupano le principali città siciliane, passarono in Calabria e iniziarono a risalire la penisola, combattendo. Il re Vittorio Emanuele III, gli alti comandi militari e molti gerarchi fascisti volevano, a questo punto, la pace, ma si rendevano conto che Mussolini non era d’accordo. Inoltre il prestigio di Mussolini, con la guerra, era diminuito notevolmente. Il 25 luglio il gran Consiglio del Fascismo, un’assemblea presieduta da Benito Mussolini cui partecipavano solo gli alti gerarchi del partito, votò la sfiducia a Mussolini e invitò la monarchia a prendere i pieni poteri. A quel punto il re fece arrestare Mussolini e affidò il governo al generale Pietro Badoglio. Su mandato del re Badoglio iniziò le trattative per giungere a un armistizio, una pace, con gli alleati, ma segretamente perché temeva la reazione dei Tedeschi. I Tedeschi, infatti, dopo la caduta del fascismo non si fidavano degli Italiani, e facevano affluire truppe nella penisola. L’armistizio fra Alleati e Italiani fu reso noto l’8 settembre del 1943.

Il 9 settembre 1943 i giornali danno l’annuncio dell’Armistizio tra le truppe italiane e quelle anglo-americane: l’esercito rimane senza ordini; il re e la corona scappano a Brindisi; l’Italia e la sua popolazione restano nel caos.

Cosa succede in Italia dopo l’8 settembre 1943 Le truppe tedesche occupano militarmente l’Italia Il re e Badoglio scappano a Brindisi sotto la protezione degli Alleati, ormai attestati a Salerno L’esercito italiano non ha ordini e direttive sicure. È abbandonato a se stesso Mussolini viene liberato dai nazisti e portato in Germania Dalla Germania Mussolini proclama la Repubblica Sociale italiana. L’Italia è divisa in due. L’Italia sperava con l’armistizio di uscire dalla guerra e invece, non solo rimane in guerra, ma darà vita a una sanguinosa guerra civile. Al centro-nord i Tedeschi controllano militarmente il territorio e politicamente guidano Mussolini che ha formato la repubblica di Salò. Salò è una cittadina sul lago di Garda. Al Sud invece ci sono le truppe anglo-americane che stanno risalendo la penisola. A nord i partigiani organizzano la resistenza e quindi ci saranno Italiani che combatteranno contro altri Italiani. Lungo la penisola, invece, si fronteggeranno i due eserciti nemici: quello tedesco e quello alleato.

Iniziano le rappresaglie e i rastrellamenti nazisti contro la popolazione inerme

Le operazioni di guerra sul fronte italiano (1943-1944) Nell’ottobre del 1943 gli Alleati occuparono Napoli, già liberata da una insurrezione popolare contro i Tedeschi. Agli inizi dell’estate del 1944 gli Alleati, dopo massicci bombardamenti, sfondarono la linea difensiva tedesca: la linea Gustav. Il 4 giugno liberarono Roma. Il 4 agosto fu la volta di Firenze. In autunno l’avanzata anglo-americana si fermò e il fronte si attesto fra la Toscana e l’Emilia Romagna lungo l’Appennino tosco-emiliano: la linea Gotica. 10 luglio 1943: gli americani sbarcano in Sicilia

Gli italiani sono chiamati ad una scelta di campo: o con i nazifascisti o contro di loro: ha inizio la guerra partigiana Per rappresaglia nei confronti delle popolazioni civili che avevano ospitato, o dato un aiuto, ai partigiani i nazi–fascisti commisero azioni molto brutali, uccidendo vecchi, donne e bambini compresi. La lotta durò quasi due anni, alcune zone furono anche controllate temporaneamente dai partigiani, e lì sorsero «città libere» e «repubbliche» dove fu possibile riattivare le istituzioni democratiche che il fascismo aveva soppresso. Le condizioni in cui erano costretti i partigiani furono spesso disumane, soprattutto in inverno. Dopo l’inverno 1944-45 lungo la linea Gotica molti tornarono a casa e scelsero di sottomettersi. Chi rimase organizzò meglio i gruppi di combattimento, trasformandoli in un vero e proprio esercito, il Corpo dei Volontari della Libertà (CVL), mentre la direzione politica e militare fu affidata al CLN, i Comitati di Liberazione Nazionale.

La linea Gotica in una cartina anglo-americana del 1944

Molti Italiani rifiutano di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale Italiana, così come tanti soldati rifiutano di arrendersi ai tedeschi.

I primi nuclei di resistenza partigiana erano composti da coloro che rifiutarono qualsiasi forma di collaborazione con la Repubblica sociale o con i nazisti; da soldati che rifiutavano di combattere per i tedeschi; dai militanti dei partiti antifascisti, che rientravano dall’esilio e, infine, dai tanti giovani che per scelta morale e politica prendevano le armi contro la dittatura nazi–fascista.

Nascosti tra le montagne i partigiani organizzano azioni di guerriglia e di sabotaggio, spesso favoriti dalle popolazioni locali

I nazi-fascisti organizzano operazioni di rastrellamento, cioè operazioni militari di perlustrazione dei territori in cui erano presenti formazioni partigiane: è il preludio alla guerra civile.

Renato Guttuso, in un acquerello del 1944, della serie Gott mit Uns (“Dio è con noi”) che era il motto delle SS. Nel disegno, soldati nazisti dopo una esecuzione.

Renato Guttuso, ancora in un acquerello del 1944, della serie Gott mit Uns . Nell’immagine, un plotone di SS uccide per rappresaglia un gruppo di cittadini inermi.

Giacomo Manzù: Crocifissione con soldato, 1942 Giacomo Manzù: Crocifissione con soldato, 1942. Il carnefice ha l’elmo del’esercito tedesco.

Emilio Vedova, Combattimento, 1942; tempera su carta.

Anche i poeti si mobilitano per denunciare l’orrore della guerra Alle fronde dei salici, di Salvatore Quasimodo, 1945 E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.

La rappresaglia tedesca contro i partigiani Nelle regioni in cui le bande sono numerose una parte della locale popolazione maschile deve essere arrestata e in caso di violenza fucilata. Se da qualche paese si spara contro i Tedeschi, il paese deve essere bruciato. Gli attentatori e i capibanda devono essere impiccati pubblicamente. Per gli atti di sabotaggio a cavi e contro pneumatici devono essere considerati responsabili i villaggi vicini. A. Kesserling, comandante in capo delle truppe tedesche in Italia Contro il movimento partigiano, chiamato dai nazisti «banditismo», il comandante delle truppe tedesche che occupavano l’Italia, Albert Kesserling ordinò una dura rappresaglia. Questo documento che riportiamo fu emanato il 4 agosto 1944. Purtroppo le parole non rimasero inascoltate. I Tedeschi in Italia furono autori di feroci rappresaglie, le più sanguinose avvennero in Toscana, a Sant’Anna di Stazzema, in Piemonte a Boves e in Emilia a Marzabotto.

Nella primavera del 1945 gli Alleati sfondarono la linea Gotica e dilagano nella pianura Padana: fu questo il momento scelto per l’insurrezione generale, popolare e partigiana che divampò nell’Italia del nord.

La mattina del 25 aprile 1945, dopo quasi due lunghi anni di guerra civile, l’Italia intera festeggia la fine del conflitto mondiale e la fine della lotta partigiana contro i nazifascisti.

Truppe americane sfilano per le strade di Napoli Gli americani e gli inglesi entrano vittoriosi nelle città italiane accolti dalla folla festante Truppe americane sfilano per le strade di Napoli

Capi partigiani e antifascisti sfilano per le strade di Milano Il 25 aprile 1945 i partigiani liberano Milano, Torino e Genova. Quattro giorni dopo i Tedeschi trattano la resa. Capi partigiani e antifascisti sfilano per le strade di Milano In questa immagine si riconoscono il capo delle brigate Garibaldi Luigi Longo e Palmiro Togliatti

Il 27 aprile 1945 Mussolini viene catturato mentre cerca di fuggire in Svizzera. E’ fucilato su ordine del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) ed esposto alla ferocia della folla in Piazzale Loreto a Milano.

I corpi di Mussolini e Claretta Petacci, tumefatti e irriconoscibili, dopo l’accanimento feroce della folla milanese

Nonostante la tragica uccisione del Duce e la dichiarazione ufficiale della fine delle ostilità, verranno ancora mesi di vendetta tra italiani e italiani. Una lunga scia di morte si allungherà anche dopo il 25 aprile ’45, nel triangolo della morte in Emilia.

Le tre guerre della Resistenza Secondo lo storico Claudio Pavone, nella Resistenza convissero tre tipi di guerra. per la liberazione del paese dal dominio nazifascista GUERRA PATRIOTTICA tra i partigiani e i fascisti della Repubblica di Salò GUERRA CIVILE per una trasformazione della società in senso socialista GUERRA DI CLASSE

Chi sono stati gli “uomini” della Resistenza degli uomini politici del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) dei partigiani che hanno combattuto …. ma anche degli operai che hanno scioperato dei militari che non hanno ceduto le armi degli internati militari in Germania delle donne e della popolazione civile

La lotta partigiana in cifre Brigate Garibaldi: 575 Brigate autonome: 255 Brigate Giustizia e Libertà: 198 Brigate Matteotti: 70 Brigate del popolo: 54 Combattenti in Italia e all’estero: 256. 000 Caduti: 70. 930