Austerità espansiva Alberto F.Alesina and Silvia Ardagna (2009) «Large changes in fiscal policy: taxes versus spending» NBER working paper 15438 Olivier Blanchard and Daniel Leigh (2013) «Growth forecast errors and fiscal multipliers» IMF working paper
Lavoro Alesina e Ardagna Obiettivo: quali sono gli effetti di una politica espansiva (fiscal stimulus) o restrittiva (fiscal adjustment) sull’economia di un paese e la dinamica del debito di questo paese. Premesse: il valore del moltiplicatore fiscale non è rilevante, Solo politiche fiscale anti-cicliche, le quali sono endogene allo stato economico e finanziario di un paese e esogene alle preferenze politiche e ideologiche dei governi, Focus solo sul saldo primario, neutralità al tasso d’interesse, Non si considerano i canali di trasmissione lato domanda (es.aspettative, credibilità del governo, ecc.…) e lato offerta (es. mercato del lavoro)
Definizioni Def. 1: Fiscal adjustment (stimulus): periodo è di un anno, nel quale il saldo primario, ciclicamente, aumenta (peggiora) di almeno 1,5% del PIL. Non si considerano variazioni «piccole», ma effetti durano più anni. Def.2: politiche fiscali sono espansive se media del tasso di crescita del PIL, rispetto differenza media ponderata G7, nel primo periodo e due anni dopo, è maggiore del 75th percentile della stessa variabile in tutti gli episodi. Def. 3: Successo della politica fiscale se riduzione cumulata del rapporto debito/PIL è ,dopo tre anni, più grande di 4.5%. Data panel paesi OECD (es. Italia, Germania, Giappone, USA, Australi, Francia, Uk e altri), periodo 1970-2007. Australia, Austria, Belgium, Canada, Denmark, Finland, France, Germany, Greece, Ireland, Italy, Japan, Netherlands, New Zealand, Norway, Portugal, Spain, Sweden, Switzerland, United Kingdom, and United States
Metodologia Data panel paesi OECD (es. Italia, Germania, Giappone, USA, Australi, Francia, Uk e altri), periodo 1970-2007. Definizione 2 implica: 26 anni di espansione durante «fiscal adjustment» e 20 anni di espansione durante «fiscal stimuli». Dalla def. 3 si hanno 17 periodi di successo della politica fiscale
Variazione debito è <1% con riduzione delle entrate de 2,5%, fase espansiva
Conclusioni Una politica fiscale restrittiva ha effetti positivi, ossia riduzione debito, deficit e, addirittura, aumento del Pil. Soprattutto, in una situazione di successo o espansiva. Viceversa, una politica fiscale espansiva ottiene soltanto risultati inferiori e/o inattesi rispetto a una «fiscal adjustement». Critiche: Costo sociale e canali di trasmissione (ad es.aspettative e costo debito) «Paniere» paesi e periodo scelto Problema relativo alle medie Assenza moltiplicatori fiscali Caso (negativo) Grecia
Da Alesina a Blanchard Obbiettivo del paper di Blanchard e Leigh: problemi relativi ad errori di previsioni crescita reale del PIL e previsione del consolidamento fiscale. Data la seguente equazione: Forecast Error of ΔYi,t:t+1 = α + β Forecast of ΔFi,t:t+1|t + ε i,t:t+1, ΔYi,t:t+1 crescita cumulate del Pil del paese I ΔFi,t:t+1|t consolidamento fiscale (se >0), negativo implica stimolo fiscal Ipotesi: coefficiente beta deve essere pari a zero Se non vera, previsioni sottostimano moltiplicatori fiscali, ergo relazione negativa tra C.F. e crescita PIL
Anche il problema relativo alle medie viene analizzato. Beta negativo, -1,095, implica, che 1% di C.F. aggiunto, il PIL diminuisce di 1% rispetto alla previsione. Si può notare , a differenza del lavoro di Alesina, come il problema relativo alla scelta dei paesi è importante. Anche il problema relativo alle medie viene analizzato. Trappola liquidità: paesi con tasso interesse < 1% periodo 2010-11. Periodo di tutte le osservazioni. Paesi emergenti: problema dato da numero osservazioni. Advanced Economy: Australia, Hong Kong SAR, Israel, Korea, New Zealand, Singapore, and Taiwan Province of China+ europe Emerging economies: Argentina, Brazil, Chile, China, India, Indonesia, Malaysia, Mexico, Russia, South Africa, Swaziland, Thailand, Turkey, and Ukraine
Costo del debito Beta, nei diversi casi, non cambia di molto.
Confronto pre e post crisi
Conclusioni finali Il moltiplicatore del FMI pre-crisi era, per le economie avanzate, di 0,5. Le tabelle precedenti mostrano come durante i periodi di crisi, il moltiplicatore è maggiore di 1. Inoltre, il lavoro di Blanchard e Leigh dimostra che il paper di Alesina e Ardagna presenta molti difetti dal punto di vista metodologico. Il problema principale è che le economie dei paesi sono diverse a causa, di differenze nei fattori socio-economici, ad esempio la presenza di asimmetrie cicliche (crisi SME), entità del debito, inflazione, disoccupazione e altro. L’importanza del pareggio di bilancio non può essere messa in discussione, in quanto la creazione di nuovo debito può avere effetti imprevedibili nel lungo periodo. Però, considerando la diversità presente tra paesi, politiche fiscali estreme e/o generalizzate, ad es. caso Grecia, può dar vita a problemi sociali non rilevati dal PIL o da altri indicatori economici. Ad esempio, nascita di partiti nazionalisti e/o populisti (tensioni sociali), difficile accesso a servizi basilari come sanità ed educazione. Si pone, in conclusione, il problema, che decisioni top-dow, devono considerare queste diversità.