INTRODUZIONE A CODING E PIXEL ART

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Transcript della presentazione:

INTRODUZIONE A CODING E PIXEL ART

I.C. PERUGIA 12 PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE 11 APRILE 2018 h. 15.00 – 17.00 02 MAGGIO 2018 h. 16.00 – 18.00 FALOCI FRANCESCA

CODING E PENSIERO COMPUTAZIONALE Il Coding si inserisce nell’ambito del ‘Pensiero computazionale’ che può essere definito come: l’insieme di abilità cognitive con le quali possiamo analizzare una grande varietà di problemi e sviluppare delle soluzioni intendendo con “problemi” non soltanto quelli matematici

Il pensiero computazionale si caratterizza per l’utilizzo di alcuni processi mentali quali: Scomporre un problema complesso in parti più piccole Analizzare i dati e organizzarli Rappresentare le informazioni attraverso codici o altri sistemi simbolici Costruire algoritmi ovvero sequenze di semplici istruzioni per risolvere problemi

Il Coding, dall’inglese “code” = codice, è l’insieme delle procedure per la creazione di programmi finalizzati a risolvere dei problemi attraverso l’uso di linguaggi di programmazione, anche visuali.

BREVE EXCURSUS STORICO Già nel 1962 l’informatico statunitense Alan Perlis sosteneva la necessità di imparare la programmazione e la teoria della computazione. La locuzione computational thinking è stata usata per la prima volta nel 1980 da Seymour Papert, padre della teoria dell’apprendimento chiamata costruzionismo, una declinazione del costruttivismo (vedi Piaget), teorie che ritengono che la conoscenza non sia trasmessa ma costruita con l’esperienza diretta.

Papert aveva sviluppato il linguaggio di programmazione didattica LOGO in cui si danno comandi ad una “tartaruga” che disegna forme geometriche sullo schermo: è stato utilizzato in tutto il mondo (anche in Italia) negli anni Settanta, Ottanta, Novanta per introdurre i bambini alla realizzazione di forme geometriche digitali in maniera costruttiva. Purtroppo dopo gli anni Novanta si è assistito ad un cambio di rotta per quel che riguarda l’informatica a scuola: il focus è stato spostato sull’alfabetizzazione all’uso di sistemi operativi e software (come il pacchetto Office) o sull’utilizzo del computer come strumento per fruire di contenuti multimediali e della rete Internet.

Il problema è stato riportato all’attenzione della comunità scientifica nel 2006 dalla scienziata informatica americana Jeannette Wing in un breve ma significativo articolo “Computational Thinking” che fa riemergere l’importanza del pensiero computazionale come “abilità indispensabile per tutti, non solo per gli informatici, che può essere usata nella vita di tutti i giorni per riformulare un problema apparentemente difficile in uno che siamo in grado di risolvere, anche riducendolo, trasformandolo o simulandolo” e propone che venga insegnato come “quarta abilità di base” insieme a saper leggere, scrivere e calcolare.

Nella legge 107/15 (c.d. “Buona Scuola”) all’articolo 1, comma 7 vengono delineati i seguenti obiettivi formativi: sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale; potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio.

Nel Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), il documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale, presentato nell’ottobre 2015, vengono specificate le seguenti azioni: #6 politiche attive per il BYOD (Bring Your Own Device) #15 scenari innovativi per lo sviluppo di competenze digitali applicate #17 Portare il pensiero logico-computazionale a tutta la scuola primaria per permettere ad ogni studente della scuola primaria di svolgere un corpus di 10 ore annuali di logica e pensiero computazionale.

PERCHÉ IL CODING A SCUOLA? L’informatica pervade il mondo del lavoro: è difficile immaginare un mestiere del futuro che non richieda un minimo di conoscenze informatiche Programmare è un potente strumento di pensiero: prima si può imparare a programmare e poi si può programmare per imparare Imparare a programmare può essere un potentissimo strumento di espressione e crescita personale: si procede per prove e tentativi accettando gli errori

Alcune attitudini che il Coding punta a far emergere e che ne motivano l’introduzione a scuola sono: Atteggiamento di apertura e iniziativa di fronte a situazioni complesse Perseveranza di fronte a problemi complessi Tolleranza della frustazione per l’errore e sua rielaborazione in chiave positiva Abilità di utilizzare linguaggi e codici comunicativi diversi Disponibilità e capacità di progettare e coordinarsi in gruppo per raggiungere un obiettivo comune

GIOCHIAMO CON IL CODING

Per comunicare tra di noi usiamo un linguaggio fatto di parole, in italiano, in inglese, in francese, di parole mute fatte con gesti se la persona con cui comunichiamo è per esempio sordomuta, o di immagini se la persona con cui comunichiamo non riesce a parlare. Comunichiamo anche con gli animali e loro comunicano con noi con un linguaggio fatto di suoni. Ma noi riusciamo a comunicare anche con gli oggetti. Gli oggetti con cui riusciamo a comunicare sono oggetti SMART che contengono al loro interno un elemento che si chiama MICROPROCESSORE che consente all'oggetto di fare alcune azioni. Ma per far fare all'oggetto tali azioni, il microprocessore deve essere PROGRAMMATO. La PROGRAMMAZIONE è appunto il LINGUAGGIO DELLE COSE.

SEMPLICI, CHIARE, DETTE UNA ALLA VOLTA e UNIVOCHE Per creare un PROGRAMMA dobbiamo mettere una di seguito all'altra delle ISTRUZIONI che devono essere SEMPLICI, CHIARE, DETTE UNA ALLA VOLTA e UNIVOCHE cioè una stessa istruzione non può essere data in modi diversi. Inoltre queste istruzioni devono essere date secondo una sequenza logica, in modo da definire un PROCEDIMENTO o ALGORITMO detto anche LINEA DEL CODICE. Ad esempio ad una persona che deve vestirsi non potremo dire "INFILA LE SCARPE" e poi "INFILA LE CALZE" ma dovremo dare le istruzione nel giusto ordine perché l'azione sia effettuata nel modo corretto.

Si tratta del CODING UNPLUGGED cioè senza connessione. Il gioco, con i movimenti prima e con i disegni poi, serve a sperimentare quello che significa programmare, cioè impartire istruzioni ad un ESECUTORE, che di solito ai bambini piace chiamare "robottino", da parte del PROGRAMMATORE. Si tratta del CODING UNPLUGGED cioè senza connessione. Ricordiamoci che la macchina, che esegue le istruzioni grazie al microprocessore che viene programmato, non può sbagliare a meno che noi non gli impartiamo istruzioni errate, non chiare o non nel giusto ordine.

Facciamo sperimentare i bambini in palestra o in aula dove comunque si possa avere un pavimento con mattonelle quadrate e scegliamo un bambino robottino ed un bambino programmatore. Seguendo un disegno scelto ed un codice prestabilito di movimenti da eseguire, per esempio VAI AVANTI, GIRA A DESTRA, GIRA A SINISTRA, il programmatore impartisce le istruzioni al robottino.

Con il disegno invece si sceglie un artista, che in questo caso diventa il robottino, e si consegna ai compagni un disegno, che l'artista non deve vedere. I disegni hanno una griglia e ogni riga ed ogni colonna sono numerate.

L'artista di ogni classe avrà un foglio quadrettato, è preferibile utilizzare un foglio a quadretti grandi da un centimetro, con scritti i numeri della riga e della colonna. A partire dalla casella corrispondente alla riga 1, colonna 1 l’artista-robottino dovrà seguire le istruzioni, precedentemente concordate secondo un codice prestabilito, dei compagni che ora sono i programmatori.

I compagni possono fare una specie di staffetta in cui ognuno detta una riga di codice.  Per esempio, in riferimento al disegno di Hello Kitty, il primo compagno dovrà leggere la prima riga e dire: avanti, avanti, avanti….per nove volte ma non bisogna dire «per nove volte» in quanto bisogna ripetere ogni volta la parola «avanti», poi scegli colore nero, colora, colora, avanti, colora, avanti, avanti… A quel punto finita la prima riga, l’artista dovrà posizionarsi nella casella corrispondente alla riga 2, colonna 1 e il secondo compagno dovrà leggere la seconda riga e dire: avanti, avanti, avanti, avanti…E così via.

Se si fa una sfida tra gruppi, a chi finisce prima si può assegnare un bonus di 5 punti e poi per ogni casella giusta si aggiunge un punto. Sempre nel caso di Hello Kitty, i pixel totali sono 18x16 ovvero 288 punti totali. Dunque il gruppo che finisce per primo e non sbaglia nessuna casella avrà 293 punti. Vince chi fa più punti. Si tratta ancora di coding unplugged che in questo caso specifico viene detto PIXEL ART

IL CODING IN RETE

PROGRAMMA IL FUTURO http://www.programmailfuturo.it/ Nel panorama degli strumenti a disposizione degli insegnanti molto importante è il progetto ‘Programma il Futuro’ ideato e realizzato dal Miur in collaborazione con il CINI – Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica. L’iniziativa, ispirata dall’esperienza avviata negli Stati Uniti nel 2013 con il portale Code.org ed inserita nel PNSD, rappresenta una risorsa per le scuole che vogliano introdurre, attraverso attività di coding, percorsi per l’approfondimento dei concetti di base dell’informatica.

Il sito fornisce informazioni sul progetto e guida gli utenti alle modalità di utilizzo. La registrazione al sito consente al docente di attivare una sezione personalizzata, ‘il cruscotto dell’insegnante’, dal quale gestire le iscrizioni degli studenti, attivarne i corsi e seguirne i progressi. Inoltre ogni studente avrà un accesso personale che gestirà attraverso il proprio nome utente e password e gli consentirà di svolgere le attività in modo autonomo.

CODE.ORG https://studio.code.org/ Il sito ‘Programma il Futuro’ rimanda al cosiddetto sito di fruizione ‘Studio.code’ che propone attività di facile utilizzo e che non richiedono un'abilità avanzata nell’uso del computer. E’ un progetto pensato per diffondere in maniera capillare il coding e il pensiero computazionale a tutti gli studenti di tutto il mondo. I percorsi sono organizzati in modo sequenziale e inseriti in diverse tipologie di corsi che l’insegnante può attivare e associare alla classe. Esistono corsi adatti a tutte le età, dai 4 anni in su.

L’ORA DEL CODICE L'Ora del Codice è la modalità base di avviamento al pensiero computazionale consistente nello svolgimento di un'ora di attività che l’anno scorso si suggeriva di svolgere nelle settimane 7-22 ottobre 2017 oppure 4-10 dicembre 2017, in concomitanza con analoghe attività in corso in tutto il mondo: CODEWEEK.EU ad ottobre e THE HOUR OF CODE a dicembre. I prossimi appuntamenti sono: 6-21 ottobre 2018 (vedi codeweek.it) e 3-9 dicembre 2018 (vedi thehourofcode.com/it)

CODYROBY Il metodo CodyRoby si basa sulla presenza di una pedina a forma di robot detto Roby che si muove su una scacchiera eseguendo le istruzioni impartite dal programmatore Cody. Le istruzioni elementari sono 3: vai avanti A, girati a sinistra S, girati a destra D. Il metodo utilizza anche un’applicazione gratuita di realtà aumentata: CodyDiario3D utilizzabile nel Diario e nel Calendario del Coding http://codemooc.org del professore Alessandro Bogliolo

SCRATCH E SCRATCH JUNIOR Scratch è un linguaggio di programmazione visuale (non testuale) a blocchi, realizzato dal gruppo di ricerca Lifelong Kindergarten del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston diretto dal professor Mitchel Resnick. Scratch Junior nasce per iniziativa del MIT Media Lab e della Tufts University ed è la versione per i bambini più piccoli che non sanno ancora leggere.

L’obiettivo dell’uso di ambienti come Scratch e Scratch Junior è quello di sviluppare già nei primi anni di età il pensiero computazionale, un modo nuovo di approcciarsi alla realtà che ci circonda e di risolvere i problemi. Il coding dunque – fatto con Scratch o con altri strumenti – consente di ottenere più obiettivi: imparare a programmare, imparare attraverso la programmazione, sviluppare l’abitudine a risolvere problemi più o meno complessi. E tutto questo avviene in un contesto ludico capace di calamitare l’attenzione dei bambini da sempre attratti da tutto quello che di più tecnologico c’è intorno a loro.

Gli strumenti di programmazione visuale consentono di risolvere schemi di gioco impartendo istruzioni ad un personaggio e di scrivere perciò veri e propri programmi tramite blocchi colorati composti sullo schermo. Il personaggio utilizzato per creare animazioni o progetti è un gattino, che si può anche cambiare, che si muove su uno sfondo o palcoscenico (stage). Si può condividere il progetto creato nella community o cercare un progetto di un dato argomento che interessa per poi modificarlo (remix).

PIXEL ART ESADECIMALE La ‘Pixel Art Esadecimale’ utilizza un codice di: 10 cifre 0-1-2-3-4-5-6-7-8-9 e sei lettere A-B-C-D-E-F Ogni lettera corrisponde ad un numero a due cifre: A=10 – B=11 – C=12 – D=13 – E=14 – F=15 Il codice viene scritto in uno schema in cui ogni riga ha 4 quadretti Il primo quadretto vale 8, il secondo vale la metà 4, il terzo la metà 2 e il quarto la metà 1 In questo modo ad ogni numero dettato devono essere colorati uno o più quadretti, p.es. se dico 5 si devono colorare i quadretti 4 e 1, mentre se dico B, che corrisponde al numero 11, vanno colorati i quadretti 8, 2 e 1.

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GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE E LA PARTECIPAZIONE