Scienza Politica (M-Z) A.A

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Transcript della presentazione:

Scienza Politica (M-Z) A.A. 2016-2017 Filippo Tronconi Italia

1943-48: Il ritorno della democrazia 25 luglio 1943: Destituzione di Mussolini 8 settembre 1943: Armistizio 25 aprile 1945: Liberazione 2 giugno 1946: Elezioni Ass. Costituente e Referendum istituzionale 31 maggio 1947: IV governo De Gasperi (il primo senza il PCI) 31 dicembre 1947: Approvata la Costituzione 18 aprile 1948: Prime elezioni politiche

I caratteri fondamentali L’incertezza alla vigilia delle elezioni del 1948; l’imperativo di evitare una nuova tirannia Una democrazia (relativamente) accentrata e negoziale Stato unitario (regioni nel 1970, Corte Cost nel 1956) Sistema proporzionale, esecutivo debole, centralità del parlamento Garantire le parti in conflitto piuttosto che promuovere la competizione Una democrazia senza alternanza per 50 anni

La «mappa concettuale» di Lijphart

Il sistema elettorale Sistema proporzionale basato su grandi circoscrizioni (M=19), senza soglie legali, con recupero dei resti a livello nazionale, con voto di preferenza Uno dei sistemi più proporzionali al mondo: soglia implicita spesso al di sotto dell’1% dei voti Al Senato un sistema solo formalmente maggioritario (ma sarà il grimaldello per cambiare la legge elettorale nel 1993) La mancata riforma del 1953 (la «legge truffa») 65% dei seggi al partito/coalizione che ottiene la maggioranza assoluta Il premio non scatta, la riforma viene abolita

Il sistema partitico Il Pluralismo polarizzato: Centro «occupato» da un grande partito (DC) e dai suoi alleati (PSDI, PRI, PLI) Due opposizioni anti-sistemiche (PCI e MSI) distanti ideologicamente ed escluse a priori dal governo (la «conventio ad excludendum») La DC governa ininterrottamente dal 1948 al 1994 Il PSI dall’orbita del PCI all’area di governo (fine anni 50)

La geografia elettorale e le «subculture» Due aree molto stabili, con partiti predominanti: Il nord-est: l’Italia bianca Il centro: l’Italia rossa Due aree instabili, fluidità delle scelte individuali e competizione: Il nord-ovest: l’Italia industriale Il sud: l’Italia in cerca di sviluppo (ma con differenze fra le aree urbane e quelle rurali)

Tre tipi di elettori (Parisi e Pasquino 1977) Di appartenenza: identificato con un partito, alle elezioni più che scegliere conferma la sua fedeltà all’ideologia e/o alla comunità di riferimento. Proletariato industriale e agricolo. Soprattutto zone rossa e bianca (centro e nord-est). Di opinione: rimane nella stessa area politica, ma di volta in volta valuta l’offerta politica di partiti e candidati e quindi è limitatamente mobile. Ceti medi-superiori altamente scolarizzati. Soprattutto zona industriale (nord-ovest). Di scambio: accorda consensi a singoli candidati in grado di soddisfare un suo specifico interesse. Soggetti in posizioni socialmente periferiche: piccoli paesi, campagna, sottoproletariato. Soprattutto zona meridionale.

Il governo: formule di coalizione Quattro fasi nella Prima Repubblica 1948-1963 Centrismo (dominio DC e partiti satelliti PLI-PSDI-PRI) 1963-1976 Centro-sinistra (asse DC-PSI) 1976-79 Solidarietà nazionale (il PCI nell’area di maggioranza) 1979-1994 Pentapartito (DC-PSI e “partiti laici”). Nel 1981 il primo PM non DC (Spadolini) L’alternanza inizia solo nella Seconda Repubblica, a partire dal 1996 (e di nuovo nel 2001, nel 2006 e nel 2008)

Le radici del governo debole Risultati elettorali non assegnano mai (dopo il 1948) la maggioranza assoluta dei seggi ad un partito Nessun limite ai tentativi di formazione del governo Non c’è sfiducia costruttiva Il governo (o il Presidente del Consiglio) non hanno potere di scioglimento delle Camere

Le caratteristiche di un governo debole Governi sovradimensionati o governi monocolore Dc di minoranza Frequenti crisi (47 governi in 45 anni) e “rimpasti”, ma stabilità delle formule di coalizione… …e del personale politico Vertici di maggioranza, “manuale Cencelli” Governo collegiale e dissociazione fra carica di primo ministro e di leader del partito di maggioranza

Il Parlamento (I) Bicameralismo simmetrico Commissioni forti (sede deliberante/legislativa) Il 75% delle leggi approvate in commissione negli anni 70 Non si possono approvare leggi in commissione senza il via libera del Pci 74% delle leggi approvate con il consenso dell’opposizione nelle prime 4 legislature Agenda parlamentare fissata all’unanimità Voto segreto come regola (fino al 1988) Indisciplina parlamentare

Il Parlamento (II) Risultato: molti veto-points Legislazione ipertrofica, ma orientata in larga parte a misure micro-distributive (leggine) Razionalizzazione a partire dalla fine degli anni 80: Ridotto il ricorso alla sede deliberante Agenda parlamentare fissata a maggioranza Tempi di approvazione delle leggi contingentati (decide la conferenza dei capigruppo) Voto palese come regola (dopo il 1988) Ricorso frequente al decreto legge + questione di fiducia

La “Seconda Repubblica”: una nuova transizione 17 febbraio 1992: arrestato Mario Chiesa, è l’inizio dell’operazione Mani Pulite 1992: Maxiprocesso confermato in Cassazione: le prime condanne definitive per i capi mafiosi. Omicidio Salvo Lima (marzo), Falcone (maggio) e Borsellino (luglio) 1993: Referendum su legge elettorale 1993: Governo Ciampi (il primo dei «governi tecnici») 1993: Il centro-sinistra stravince le elezioni amministrative 1994: La «discesa in campo» di Berlusconi http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/tangentopoli/1108/default.aspx

Perché la Seconda Repubblica? Perché finisce la Prima Repubblica? Cause prossime e remote Mani pulite 1989: Cade il Muro di Berlino: la fine del «pericolo rosso» 1992: Il Trattato di Maastricht e i suoi vincoli finanziari Ma già negli anni 80… Diminuzione della partecipazione elettorale Secolarizzazione Allentamento delle identificazioni partitiche Emergono i primi «partiti nuovi»: Verdi e Leghe (in Veneto e poi in Lombardia)

Partecipazione elettorale 1970-2015

Il cambiamento aggregato nel voto

La Seconda repubblica La Seconda repubblica: un nuovo sistema elettorale, un nuovo sistema partitico, ma nessuna riforma costituzionale Le conseguenze più vistose della riforma: coalizioni pre-elettorali, bipolarismo e alternanza al governo Nel 2001: riforma del Titolo V della Costituzione: verso un sistema federale? 2015-16: nuovo sistema elettorale e riforma costituzionale. La trasformazione decisiva?

I sistemi elettorali: Mattarella 1993: referendum sul sistema elettorale, si afferma il maggioritario Mattarella: sistema elettorale misto (quasi) parallelo 75% dei seggi attribuiti in collegi uninominali 25% dei seggi attribuiti in circoscrizioni proporzionali Leggi maggioritarie anche per Comuni (1993) e Regioni (1995) Si vota per i consigli con formula proporzionale, ma anche per il vertice dell’esecutivo Alle liste collegate al sindaco/presidente eletto è attribuito un premio di maggioranza Turno unico per il presidente di regione; doppio turno per il sindaco

I sistemi elettorali: Calderoli 2005: ancora una riforma (del centrodestra, che ottiene risultati sistematicamente peggiori nei collegi uninominali) Legge Calderoli: proporzionale con liste bloccate + premio di maggioranza Alla Camera: 26 circoscrizioni plurinominali (+VdA uninominale + 4 circoscrizioni estere) La lista/coalizione che ottiene più voti si aggiudica il premio (340 seggi, 54%). I rimanenti seggi sono distribuiti proporzionalmente. Le soglie: 10% (coalizioni); 2% (partiti coalizzati); 4% (partiti non coalizzati)

La lotteria del premio al Senato Art. 57 Cost: Il Senato è eletto su base regionale Al Senato: 309 seggi eletti in 17 circoscrizioni regionali (+ VdA+ Molise+ TAA + 6 nelle circoscrizioni estere) Il premio (54% dei seggi) è attribuito su base regionale: affinché una lista/coalizione ottenga il 54% dei seggi al Senato è necessario vincere tutti i 17 premi regionali! Le soglie: 20% (coalizioni); 3% (partiti coalizzati); 8% (partiti non coalizzati)

I pericoli del bicameralismo perfetto Anno Camera Senato Coalizione 1994 CD Nessuno 1996 CS CS+sin radicale 2001 2006 CS (risicata) 2008 2013 CS+CD

Sistema partitico e governo Il «bipolarismo frammentato» Tendenzialmente due grandi coalizioni che si fronteggiano Molta eterogeneità all’interno delle coalizioni e molti piccoli partiti con potere di veto I «terzi poli» non hanno successo fino al 2013 Elezioni decisive (ma non nel 2013) e alternanza (nel 1996, 2001, 2006, 2008) ma governi ancora instabili Tutti i partiti ammessi (potenzialmente) alle coalizioni di governo I governi tecnici (Ciampi 1993, Dini 1995, Monti 2011): crepe nella forma di governo parlamentare?

Partiti e coalizioni nella Seconda repubblica 1994 1996 2001 2006 2008 2013

Le regioni 1948: Cost. prevede 5 regioni speciali (istituite subito o quasi - Friuli-VG nel 1964) e 15 regioni ordinarie (non istituite) 1970/77: Istituite le 15 regioni, nel 1977 la prima vera devoluzione di poteri e risorse Art. 117 Cost: «la Regione emana … norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con leggi dello stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l’interesse nazionale…»

La riforma del 2001 Art. 117 Cost.: Competenze esclusive statali, concorrenti, esclusive regionali Rimangono allo stato le funzioni tipiche (difesa, ordine pubblico, giustizia), passano alle regioni le funzioni che prima erano concorrenti Molte le funzioni concorrenti, che generano contenzioso fra Stato e regioni Teoricamente le regioni possono attribuirsi nuove competenze (art. 116) Federalismo fiscale (l. 42/2009): limitata autonomia impositiva delle regioni

La riforma del 2015 Abolita la legislazione concorrente. Molte materie tornano alla competenza statale previdenza complementare, sicurezza sul lavoro, politiche attive del lavoro, ordinamenti universitari e ricerca scientifica, protezione civile, grandi reti e infrastrutture di trasporto, produzione e trasporto dell’energia Torna la clausola di supremazia: «Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale.» Abolite le province

2013: I risultati elettorali, Camera Coalizione Voti % Ingroia 765,188 2.25 Bersani 10,047,808 29.5 Monti 3,591,607 10.6 Grillo 8,689,458 25.5 Berlusconi 9,922,850 29.2

Voti e seggi, Camera

2013: I risultati elettorali, Senato Coalizione Voti % Ingroia 549.995 1,8 Bersani 9.686.471 31,6 Monti 2.797.486 9,1 Grillo 7.285.850 23,8 Berlusconi 9.405.894 30,7

I «premi» al Senato

Voti e seggi, Senato

Quanto ricambio parlamentare?

La rappresentanza femminile

% di donne per partito (C+S)