L’islam in Europa (2015).

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Transcript della presentazione:

L’islam in Europa (2015)

Migrazioni vs “immigrazione” È dagli anni '60 in poi che l’Europa si popola di cittadini di altre nazionalità, per motivi prettamente economici, dovuti al bisogno di manodopera per la ricostruzione postbellica. Vari Stati nordeuropei stringono accordi con i paesi del Vicino Oriente e nel giro di una trentina d'anni questi immigrati diventano sette-otto milioni che si stabiliscono secondo precise relazioni internazionali. Il passato coloniale è chiaramente determinante per le strategie migratorie.

Francia, Germania e Gran Bretagna sono i primi paesi interessati, che “accolgono” il maggior numero di immigrati (musulmani) e i primi a regolamentare il flusso degli arrivi. L’Italia conosce il fenomeno migratorio in particolare dopo gli anni ’90. L’identità religiosa si scoprirà successivamente: dal migrante lavoratore al migrante “musulmano”.

La posizione delle istituzioni europee di fronte alla questione religiosa Articolo 17 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), introdotto dal trattato di Lisbona (2007) 1. L'Unione rispetta e non pregiudica lo status di cui le chiese e le associazioni o comunità religiose godono negli Stati membri in virtù del diritto nazionale. 2. L'Unione rispetta ugualmente lo status di cui godono, in virtù del diritto nazionale, le organizzazioni filosofiche e non confessionali. 3. Riconoscendone l'identità e il contributo specifico, l'Unione mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare con tali chiese e organizzazioni.

Indice di religiosità in Europa

Percentuali e percezioni

Caratteristiche associate a ‘occidentali’ e ‘musulmani’

Una fotografia del musulmano europeo: (Francia, 2009)

L’islam in Europa o l’islam europeo: una sfida nuova È necessario ripensare alla sfera religiosa all’interno della cittadinanza, allo spazio multiculturale, multilinguistico, multiconfessionale, multietnico. È necessario ripensare al significato dell’Europa: le religioni si nazionalizzano? Quale umma?

La sua sede attuale è nel Regno Unito. Un esempio di Islam organizzato in Europa: il Consiglio europeo per la fatwa e la ricerca La sua sede attuale è nel Regno Unito. Il presidente è Yusuf Al-Qaradawi, egiziano, membro prestigioso dei Fratelli Musulmani dei FM. http://fatwaislameuropa.blogspot.it/2011/01/consiglio-europeo-per-la-fatwa-e-la.html

Obiettivi Raggruppare gli studiosi che vivono in Europa e tentare di unificare le opinioni giuridiche in relazione ai principali enunciati del fiqh. Emettere fatwa collettive che vadano incontro alle esigenze dei musulmani in Europa, risolvano i loro problemi e regolino la loro interazione con le società europee, in riferimento alla shari‘a. Pubblicare studi giuridici e ricerche. Guidare i musulmani in Europa e chi opera in cointesto islamico, diffondendo la conoscenza e fornendo responsi su questioni legali.

L’Islam in Italia Alla fine del 2015, poco più di 5 milioni di stranieri risultano residenti in Italia, con incidenza dell’8,3% sulla popolazione italiana (stima complessiva di 5.421.000 persone, fonte Dossier Caritas Migrantes). il 32,2% - ovvero circa un milione e 600.000 persone - sono di cultura e religione musulmana, concentrati soprattutto nelle regioni settentrionali e nel Lazio (Roma). Si tratta della minoranza religiosa più consistente in assoluto: l’Islam è la seconda religione in Italia per numero di aderenti.

I temi della cittadinanza e della libertà religiosa Riconoscimento dei diritti civili e religiosi: pratica e luoghi di culto, matrimonio, sepoltura, festività, assistenza spirituale. Matrimoni misti (conversioni) Nuove generazioni Abbigliamento Cibo Libertà di espressione e radicalismo?

L’Intesa con lo Stato italiano Art. 8 Costituzione: Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Dai Patti Lateranensi del 1929 al nuovo Concordato del 1985 che sancisce l’indipendenza rispetto alla Santa Sede. Non esiste ancora l’Intesa con la comunità islamica, non omogenea, che conta in Italia oltre un milione e mezzo di fedeli.

Le Intese in Italia Tavola valdese Assemblee di Dio in Italia (ADI) Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno Unione Comunità Ebraiche in Italia (UCEI) Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia (UCEBI) Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni Chiesa Apostolica in Italia Unione Buddista italiana (UBI) Unione Induista Italiana Intesa firmata (2007), ma non ancora approvata: Congregazione cristiana dei testimoni di Geova

Principali associazioni islamiche in Italia L’UCOII, Unione delle comunità islamiche in Italia, nata nel 1990, con l’intenzione di fornire alle comunità e ai musulmani una serie di servizi: Unicità di rappresentanza di fronte alle istituzioni dello Stato Orientamento tecnico-legale e amministrativo Organizzazione di attività culturali comuni e mediazione culturale Relazioni economiche tra mondo produttivo italiano e paesi islamici Il suo attuale presidente è Izzeddin Elzir, di origine palestinese. È anche imam di Firenze.

La COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana E’ un’associazione di natura religiosa e culturale, senza fini di lucro, con lo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi di religione, culto e cultura degli aderenti alla religione islamica in Italia, nonché di promuovere iniziative di carattere intellettuale, accademico e scientifico utili alla conoscenza dell’Islam in Italia e in Europa Costituitasi nel 1993 con il nome di Associazione Italiana per l’Informazione sull’Islam (AIII), nel 2000 ha modificato il proprio statuto, prendendo il nome di attuale, al fine di essere riconosciuta dal Presidente della Repubblica Italiana come un ente morale di culto islamico. E’ costituita essenzialmente da convertiti italiani all’Islam.

GMI, Giovani musulmani d’Italia E’ un’associazione di promozione sociale nata nel 2001, promuove l’educazione e l’impegno civile dei giovani musulmani (seconde generazioni) all’interno della società italiana. GMI è un’associazione libera, indipendente e apartitica ed è trasversale ad ogni altra forma associativa musulmana presente sul territorio italiano con 51 realtà locali, costituite esclusivamente da giovani dai 14 ai 26 anni con oltre 1200 soci. I GMI sono tra i fondatori del FNG – Forum Nazionale dei Giovani – unica piattaforma nazionale di organizzazioni giovanili e promotori della Rete G2, che include tutte le realtà etnico-linguistico culturali minoritarie presenti nel nostro Paese tutelando i diritti dei nuovi italiani. Nadia Bouzekri, 24 anni, è la prima donna presidente dell’Associazione. 

Mentre il Corano esorta… "O uomini, in verità Noi v'abbiam creato da un maschio e da una femmina e abbiam fatto di voi popoli vari e tribù a che vi conosceste a vicenda, ma il più nobile tra voi è colui che più teme Iddio. In verità Dio è sapiente e conosce." (sura 49: 13).

Sitografia www.pewresearch.org (in) www.eurel.info (fr) www.cesnur.org www.caritas.it www.musulmaniinitalia.it www.islamonline.com ; islam-online.it www.fatwaislameuropa.blogspot.it

Amina Wadoud guida la preghiera del venerdì, Oxford, Inghilterra

DA LEGGERE http://www.pewforum.org/2010/09/15/muslim-networks-and-movements-in-western-europe/ “Muslim Networks and Movements in Western Europe”