© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara IL TESTO NARRATIVO I testi narrativi si distinguono dagli altri testi in quanto raccontano una storia. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Narratore e autore Il narratore è una voce creata dall’autore, quindi una finzione letteraria; questa voce può appartenere a un personaggi che fa parte della storia stessa (narratore interno) o a qualcuno che ne è al di fuori (narratore esterno). L’autore è colui che ha inventato e scritto materialmente la storia ed è una persona realmente esistente o esistita. Narratore e autore coincidono solo nella narrazione autobiografica. A volte l’autore sente il bisogno di intervenire direttamente a commentare ciò che sta accadendo nella storia: questi sono interventi “fuori campo” che si pongono completamente al di fuori della storia. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
Narratore e punto di vista Si chiama punto di vista l’occhio attraverso il quale vengono presentate le vicende raccontate. Il punto di vista cambia a seconda che l’autore scelga di utilizzare un narratore interno o un narratore esterno. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Se l’autore sceglie un narratore interno, il punto di vista sarà quello del personaggio e in questo caso l’autore potrà far vedere solo ciò che quel personaggio conosce. Se l’autore sceglie un narratore esterno il punto di vista può essere: quello di un osservatore distaccato che vede solo ciò che oggettivamente è possibile vedere dall’esterno; quello di un occhio che sa tutto e vede ogni cosa e può entrare nella mente e nel cuore di ogni personaggio (narratore onnisciente); quello di un personaggio, cioè pur narrando in terza persona il narratore sceglie di raccontare la vicenda come l’ha vissuta quel personaggio, calandosi nei suoi panni. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Il punto di vista può quindi essere: limitato quando è esterno, ed è quello di un osservatore che vede solo ciò che si può oggettivamente vedere interno, e coincide con quello di un personaggio; illimitato quando il narratore è esterno e onnisciente. L’adozione di ciascuno di questi punti di vista permette di ottenere effetti diversi. Il punto di vista è dunque un elemento fondamentale per costruire la tensione narrativa. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara I personaggi I personaggi possono essere distinti in due grandi categorie: i personaggi a tutto tondo cui l’autore da una personalità ricca e complessa e che si trasformano in conseguenza delle vicende che accadono; i personaggi piatti, o tipi, che hanno un unico tratto dominante e che nelle vicende restano sempre uguali a se stessi. Per costruire un personaggio a tutto tondo l’autore deve creare momenti e occasioni per far sì che egli esprima pensieri, sentimenti e i tratti del proprio carattere. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Un autore può dar voce alle parole e ai pensieri dei suoi personaggi attraverso alcune particolari tecniche espressive: il discorso diretto; il discorso indiretto; il discorso diretto e indiretto libero; il monologo interiore; il flusso di coscienza. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Il discorso diretto Il narratore cede la parola al personaggio e riporta esattamente quello che in quel momento della storia dice o pensa. Il discorso indiretto Il narratore riferisce con la propria voce le parole o i pensieri del personaggio facendoli precedere da verbi dichiarativi e da congiunzioni subordinanti. Il discorso indiretto libero Il narratore riferisce le parole o i pensieri dei personaggi senza introdurli con verbi dichiarativi e senza legami sintattici, ma riprendendo le parole e lo stile espressivo dei personaggi stessi. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Il discorso diretto libero Le parole del personaggio sono inserite tra virgolette nel racconto senza essere annunciate dai verbi dichiarativi. Il monologo interiore È uno degli strumenti con cui gli attori cercano di rappresentare il pensiero dei personaggi e lo strumento attraverso il quale molti scrittori hanno cercato di rendere in modo sempre più realistico il procedere disordinato e confuso del pensiero. Il flusso di coscienza Consiste nel tentativo di registrare direttamente sulla pagina i pensieri dei personaggi così come si affacciano alla mente, senza dare loro ordine logico né sintattico e spesso anche senza segni di interpunzione. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
Stile e scelte linguistiche Ogni scrittore usa la lingua in modo particolare, ha una maniera personale di utilizzare le parole, ha, cioè, un proprio stile. Le caratteristiche stilistiche di uno scrittore derivano dall’epoca in cui egli vive, dalle correnti letterarie a cui si ispira, al genere letterario a cui appartiene il testo che scrive. Le scelte linguistiche che un autore compie si realizzano principalmente su due piani: quello della sintassi (che riguarda la combinazione delle parole nelle frasi e delle frasi nei periodi) e quello del lessico. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara La sintassi Permette di dare alla narrazione un ritmo. A seconda dei suoi scopi o delle sue preferenze personali lo scrittore può scegliere: una sintassi complessa: i periodi sono lunghi e articolati, ricchi di subordinate e incisi; una sintassi semplice: i periodi sono brevi, con poche subordinate e una preferenza per la coordinazione; le frasi sono composte di pochi elementi, disposti in ordine lineare e consueto; una sintassi frammentata, che si trova soprattutto nella narrativa contemporanea e che rispecchia il modo di pensare e di esprimersi verbalmente. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Il lessico Le scelte lessicali risentono dell’epoca in cui i testi vengono scritti, ma anche degli scopi che uno scrittore si prefigge. In genere possiamo distinguere un lessico medio, in cui prevalgono parole semplici e comuni, e un lessico alto, ricco di termini precisi e a volte rari. Il lessico di alcuni scrittori privilegia termini concreti e precisi; per rappresentare in modo più plausibile ambienti e personaggi possono essere utilizzate parole o espressioni tratte dal parlato, dai dialetti o dai gerghi. Nella narrativa contemporanea spesso di utilizzano termini espliciti, diretti, crudi, a volte volgari. Infine, quando uno scrittore vuole cogliere le sfumature degli stati d’animo e dei sentimenti usa un lessico ricco di termini vaghi e suggestivi. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
I simboli e le allegorie Poiché ci sono aspetti della vita di ogni essere umano di cui è difficilissimo parlare perché sembra che le parole non riescano a rappresentarne la profondità e la complessità, è talvolta necessario ricorrere a simboli e allegorie. Il simbolo è qualcosa che rinvia, in modo vago e allusivo, a qualcos’altro; si tratta cioè di un oggetto, una situazione… attraverso il quale se ne richiama un altro di cui si vuole parlare. L’allegoria è un discorso, un racconto che ha un significato letterale compiuto, ma che nasconde dietro ogni suo aspetto un altro significato, più profondo. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara I generi narrativi Un genere è un insieme di opere che hanno caratteristiche comuni sia di forma sia di contenuto. La distinzione in generi letterari serve a dirigere con sicurezza le nostre scelte, a predisporci alla lettura e al “patto narrativo” che ogni esperienza di lettura richiede; inoltre, conoscere le caratteristiche di un genere crea nel lettore delle precise aspettative. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
© 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara Le opere letterarie prodotte negli ultimi secoli si raccolgono in tre grandi blocchi: Per quanto riguarda la narrativa, se consideriamo la forma, riconosciamo due generi fondamentali: narrativa POESIA TEATRO IL ROMANZO forma di narrazione lunga, con molti personaggi e una vicenda complessa. IL RACCONTO forma di narrazione breve, in genere un solo episodio, con un numero minore di personaggi. © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
romanzo o racconto psicologico romanzo o racconto realistico-sociale Per stabilire a quale genere appartenga un’opera narrativa dobbiamo considerare i soggetti trattati, il modo di rappresentarli, lo stile. Tra i generi narrativi maggiori, ve ne sono alcuni nati tra ’700 e ’800 ancora oggi molto diffusi: romanzo storico romanzo d’avventura romanzo o racconto psicologico romanzo di formazione romanzo o racconto realistico-sociale romanzo di costume © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara
genere fantascientifico Nella narrativa contemporanea abbiamo poi molto altri sottogeneri. I principali sono: genere fantascientifico poliziesco genere fantasy genere horror genere rosa © 2011 De Agostini Scuola Spa – Novara