quest'ultimo incontro parleremo di: SPIRITUALITA’ ANTROPOLOGICA

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Transcript della presentazione:

quest'ultimo incontro parleremo di: SPIRITUALITA’ ANTROPOLOGICA ETICA

SPIRITUALITA’ ANTROPOLOGICA È l’insieme delle caratteristiche comportamentali umane trasmesse nella filogenesi e nell’ontogenesi, può essere definita come la “cultura umana esistente”, essa fa sì che: l’uomo sia diverso da tutta l’altra vita che lo circonda…. Vladimir Hudolin, 1994

La spiritualità è: quella parte dell’uomo che non si può definire in termini materiali che non si può vedere ne toccare ma che ognuno sente dentro di se che ci rende uguali e ci accumula aldilà delle caratteristiche che ci rendono unici. La spiritualità è: emozioni, sentimenti, valori, fede, coscienza e scelte etiche, ciò che sentiamo per gli altri la nostra idea della vita, tutte cose più profonde di noi. La spiritualità è: tutto ciò che ci permette di capire e aiutare gli altri. Vladimir Hudolin, 1994

Il disturbo o disagio spirituale è un disagio del comportamento accompagnato da un senso di impotenza davanti ai problemi gravi e comporta la incapacità di accettare e comprendere persone e famiglie in tali situazioni; nel disagio spirituale ci sono problemi provocati dalla: non accettazione di se, del proprio ruolo nella comunità, della cultura sociale esistente, della giustizia sociale prevalente. V.Hudolin

Vladimir Hudolin Assisi 1994 La Spiritualità Antropologica attuale o “Cultura Sociale” nel mondo lascia molto a desiderare e desta viva preoccupazione oscillando tra la necessità di accettarla o di promuovere la trasformazione per non essere schiacciati o assuefatti dagli stili di vita esistenti quali: - aumento dei problemi alcolcorrelati e complessi - riduzione o mancanza di giustizia sociale - aumento dell’uso di sostanze psicoattive - sfruttamento umano e dell’ambiente - diffusione del terrorismo - violenze sui bambini - guerre diffuse e molti altri problemi Vladimir Hudolin Assisi 1994

o ci si oppone chi siamo? o ci si abitua dove andiamo? o si reagisce Questo mondo è il nostro mondo ci appartiene ne siamo e ne facciamo parte e a queste ingiustizie: incominciamo da noi stessi interroghiamoci su: o ci si oppone chi siamo? o ci si abitua dove andiamo? o si reagisce che cosa facciamo? interroghiamo la nostra coscienza, la nostra condizione umana, interroghiamo in primo luogo la nostra situazione nel mondo (che ci stiamo a fare)

quale ruolo ha il club di fronte a tutto questo? il club di oggi ha evidentemente un compito importante nel creare pace e benessere spirituale, quella cultura umana generale che, come ricordava il prof. Hudolin, può spesso imbarbarirsi oppure risorgere a seconda dello sforzo quotidiano di ognuno di noi. Il club è tutto impostato in termini di proposta di pace: è una porta aperta verso il cuore di amici che non ti chiedono di vedere la tua tessera di partito, non ti scelgono in base alla religione che professi o al modo di pensare il senso dell’esistenza, ma ti chiedono un cammino di sobrietà (come stile relazionale prima che come semplice non uso di alcol), che inevitabilmente porta alla pace per cerchi concentrici. P. Danilo Salezze “Il Club nel mondo”, Camminando insieme n°3 Settembre 2002

nei club prendiamo iniziative per rendere migliore questo nostro mondo, noi stessi, le nostre famiglie e le nostre comunità, nei club si impara a sentirsi responsabili di una cultura umana (uno star bene umano) da proteggere, da migliorare e da promuovere, nei club si impara non giudicare, ma a farsi carico e accettare le “storie” delle persone e delle famiglie “tu sei importante per me, io mi prendo cura di te” ad ascoltare e a comprendere.

GLI OBIETTIVI anzitutto, l’essere famiglia e comunità quindi avere cura delle relazioni, coltivare la solidarietà, l’amicizia, la condivisione, la serenità, la ricerca della pace individuale e familiare, l’accoglienza di ogni diversità per una convivenza pacifica, è bene avere un fine verso il quale dirigersi, ma in fondo, quello che conta è il cammino. (U.K. Le Guin)‏

Un vecchio camminava sulla battigia allo spuntar del sole quando vide davanti a se, un giovane che raccoglieva le stelle marine e le lanciava in mare; raggiuntolo gli chiese perché lo facesse; cerco di salvare le stelle marine prima che sorga il sole gli rispose il giovane; ma la spiaggia è lunghissima, e di stelle marine ce ne saranno a milioni, che differenza puoi fare tu lo apostrofò il vecchio; il giovane, raccolta una stella marina, la pose sul palmo della mano, la guardò e quindi la lanciò in mare “per questa” disse “fa la differenza”. se qualcosa non fa la differenza, se non porta cioè un cambiamento, questo qualcosa è irrilevante. qualsiasi cosa, per essere rilevante dal punto di vista etico, deve fare la differenza. da Ethical Decision Making in Nursing, 1991

dobbiamo ribellarci ad un mondo senza giustizia sociale non c’è E senza giustizia sociale non c’è la

SOLIDARIETA’ Questa dunque, non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone vicine o lontane, al contrario è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché TUTTI SIAMO veramente responsabili di TUTTI ( Giovanni Paolo II, 1987

SOLIDAIETA’ è triste constatare che spesso l’occidente riesce a trovare grandi solidarietà quando deve bombardare, quando deve inviare le imprese a sfruttare i paesi del terzo mondo, quando c’e da scaricare in quei paesi rifiuti speciali e scorie radioattive, quando deve prendere il PETROLIO, al contrario tutto diventa difficile quando deve collaborare alla rinascita di quei luoghi che la parte del mondo più evoluta a contribuito in maniera determinante a rendere (terzo mondo) per arricchirsi ci devono esistere molti poveri. A. Gani

logica di guerra logica di pace - attribuire all’altro tutta la responsabilità - cercare di comprendere la propria parte di responsabilità - argomentare per aver ragione, giudicare accusare ricattare - cercare la comunicazione ed il dialogo per comprendersi - non ascoltare cercare di imporre le proprie idee ad ogni costo - ascoltare cercare di capire il punto di vista dell’altro - pretendere che l’altro cambi il proprio comportamento - cercare noi di cambiare il nostro comportamento - ricerca di interessi contrastanti - ricerca di interessi comuni - io vinco gli altri perdono (APPARENTEMENTE) - TUTTI GUADAGNANO

PACE Dobbiamo trovare la pace nel nostro interno, nel profondo del cuore, nelle nostre famiglie nelle nostre comunità, quando l’avremo trovata potremo offrirla a gli altri Hudolin ci ha lasciato una visione della persona come essere umano che chiede rispetto profondo. Che è tante cose contemporaneamente, “non alcolista, fumatore o tossicodipendente” ma UOMO. Vladimir Hudolin

Diritti umani Articolo4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di lingua, opinioni politiche e di condizioni personali e sociali

Berlino 1932 poi vennero a prendere i comunisti prima vennero a prendere gli zingari e stetti zitto perché rubacchiavano poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici Bertold Brecht poi vennero a prendere i comunisti e stetti zitto, perché non ero comunista poi tocco agli omosessuali e non parlai perché mi erano fastidiosi infine vennero a prendere me non era rimasto nessuno a protestare

l’etica va vissuta e non detta l’etica consiste nella pratica del comportamento umano ad un fine che si presuppone sia il raggiungimento di un bene personale, ma anche di un bene comune; quindi del comportamento finalizza-to ad una condotta di vita migliore nell’interesse di tutta la comunità: l’agire personale e collettivo verso la finalità comune rispettosa della vita e del bene di tutti; l’etica non è fare grandi cose ma semplici azioni quotidiane di vita. l’etica va vissuta e non detta

Non c’è pace senza giustizia sociale Può darsi che non siate responsabili ma lo divenite se non fate qualcosa per cambiare Martin Luter King ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali.

non avrei finito grazie a tutti ma, basta così