Corso di Diritto costituzionale comparato Lezione 20 marzo 2018

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Transcript della presentazione:

Corso di Diritto costituzionale comparato 2017-2018 Lezione 20 marzo 2018 Roberto Scarciglia Università di Trieste Dipartimento di Scienze politiche e Sociali Piazzale Europa, 1 34100 TRIESTE e-mail: roberto.scarciglia@dispes.units.it

DIRITTO INGLESE E BREXIT

Che cosa significa Brexit? L’anglicismo Brexit indica l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, scelta dai cittadini britannici con il referendum del 23 giugno 2016. La parola è in uso in inglese dal 2012, inizialmente nella forma alternativa Brixit. È stata formata dalla fusione di British+exit sul modello di Grexit (Greek o Greece+exit), che però descriveva la possibile uscita della Grecia non dall’Ue ma dall’eurozona. Il Regno Unito ha avuto per decenni un rapporto ambiguo con l’Unione europea. Sin dal dopoguerra il Regno Unito non è stato particolarmente attivo nel favorire l’affermarsi dei primi soggetti giuridici comunitari.

Nel 1950, le Nazioni europee cercavano ancora di risollevarsi dalle conseguenze devastanti della Seconda guerra mondiale. Per la volontà comune di impedire il ripetersi di un simile conflitto, alcuni governi europei svilupparono l’idea che la fusione delle produzioni di carbone e acciaio avrebbe fatto sì che una guerra tra Francia e Germania, storicamente rivali, diventasse materialmente impossibile. Si pensava, giustamente, che mettere in comune gli interessi economici avrebbe contribuito ad innalzare i livelli di vita e sarebbe stato il primo passo verso un'Europa più unita. L’adesione alla CECA era aperta ad altri paesi.

La Dichiarazione Schuman, rilasciata dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman il 9 maggio 1950, proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell'acciaio, i cui membri avrebbero messo in comune le produzioni di carbone e acciaio. La CECA (paesi fondatori: Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) è stata la prima di una serie di istituzioni europee sovranazionali che avrebbero condotto a quella che sarebbe divenuta l’Unione europea.

18 aprile 1951 Sulla base del Piano Schuman sei Paesi firmano un Trattato per riunire le rispettive industrie pesanti sotto una gestione comune. In questo modo, nessuno di essi può fabbricare per sé armi da guerra da utilizzare contro gli altri, come in passato. I sei sono la Germania, la Francia, l’Italia, i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo.

Lo EUROPEAN COMMUNITY ACT del 1972 è entrato in vigore il 1 gennaio 1973 e introduce nel sistema giuridico inglese il principio della diretta applicabilità del diritto comunitario.   L’art. 2 dell’ECA recita: “tutti i diritti, poteri, responsabilità e restrizioni derivanti dai Trattati e tutti i rimedi e le procedura di volta in volta previsti dai Trattati sono, senza necessità di ulteriore promulgazione, efficaci nel Regno Unito e devono essere quindi riconosciuti e applicati”. Il Trattato di Lisbona – firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007, e composto dal Trattato dell'Unione europea (TUE) e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione – entrato in vigore il 1° dicembre 2009, introduce per la prima volta una clausola di recesso dall’Unione.

Clausola di recesso L'articolo 50 del trattato sull’Unione europea prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall'Unione europea (UE). Il paese dell'UE che decide di recedere, deve notificare tale intenzione al Consiglio europeo, il quale presenta i suoi orientamenti per la conclusione di un accordo volto a definire le modalità del recesso di tale paese. Tale accordo è concluso a nome dell'Unione europea (UE) dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo. Qualsiasi Stato uscito dall'Unione può chiedere di aderirvi nuovamente, iniziando una ulteriore procedura di adesione.

I trattati cessano di essere applicabili al paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell’accordo di recesso o due anni dopo la notifica del recesso. Il Consiglio può decidere di prolungare tale termine. CHE COSA È ACCADUTO IN GRAN BRETAGNA? Come abbiamo rilevato a proposito di metodologia, il diritto costituzionale e la sua comparazione comporta un rapporto con la storia. Possiamo in proposito prendere in considerazione la storia dell’adesione del Regno Unito alla CEE e alle altre Comunità negli anni 1971-1973 per vedere come gli organi costituzionali hanno esercitato le attribuzioni loro spettanti.  

Nel 1975, si era già tenuto un referendum per restare a far parte delle Comunità europee – Do you think that the United Kingdom should stay in the European Community (the Common Market)? – che ha registrato il seguente risultato: United Kingdom European Community (Common Market) membership referendum, 1975 Choice Votes  % SI 17,378,581 67.23 NO 8,470,073 32.77 Voti validi 25,848,654 99.79 Voti invalidi o schede bianche 54,540 0.59 Totale dei voti 25,903,194 100.00 Votanti registrati 40,086,677 64.67

Per comprendere la vicenda occorre partire dalla stipula da parte del Regno della “Nuova Intesa per il Regno Unito nell’Unione europea”, le cui trattative hanno avuto inizio nel 2015 e hanno trovato esplicita formalizzazione in occasione del Consiglio europeo del 18-19 febbraio 2016. Non si trattava di una decisione giuridicamente vincolante non avrebbe trovato attuazion in caso di formalizzazione del recesso da parte della Gran Bretagna, cui si riconosceva uno status (ulteriormente) privilegiato al Regno Unito in quattro settori: materia finanziaria, sovranità, welfare state e immigrazione.

Il progetto di referendum è incluso nel Discorso della Regina del 27 maggio 2015 (Queen’s Speech) all’insediamento del Governo Cameron.   Il governo di Cameron ha poi confermato la convocazione entro la fine del 2017 di un referendum sull’appartenenza del Regno Unito all'Ue. “Una legge sarà presentata per organizzare un referendum sul mantenimento del Regno Unito nell'Unione Europea prima della fine del 2017” Dopo il referendum, seguirà una fase di rinegoziazioni delle condizioni di appartenenza del Regno Unito al gruppo dei 28. Il “governo rinegozierà le relazioni del Regno con l'Unione Europea e proseguirà la riforma dell'Ue”. Il discorso della Regina segna anche l’apertura del nuovo Parlamento uscito dalle elezioni del 7 maggio.

l’intesa raggiunta con il Regno Unito era volta ad assicurare a quest’ultimo ulteriori garanzie nel senso di mantenere una condizione differenziata circa l’attuazione delle politiche europee La trattativa e la conseguente adozione di tali misure rivelavano un atteggiamento di aperta diffidenza del Regno Unito nei riguardi della creazione di un “even closer Union”, confermando l’orientamento assunto in ordine al processo di integrazione europea sin dalla sua partecipazione allo stesso con l’approvazione dello European Community Act del 1972.