Il mercato dei prodotti biologici: i trend della domanda e la dinamica dei prezzi Enrico De Ruvo – Ismea SANA - Bologna, 10 settembre 2010 Buongiorno a tutti, ringrazio gli amici del CCPB per l’invito. Agenda: Breve quadro internazionale a livello strutturale e di mercato Quadro nazionale – consumi Quadro nazionale – prezzi Interrelazioni tra andamento dei consumi e dei prezzi
Agenda Aspetti strutturali e di mercato del biologico a livello internazionale; La situazione nazionale: Evoluzione ed analisi dei consumi domestici (2009-2010 in particolare); L’andamento dei prezzi all’origine ed al consumo nel 2009-2010. INTRODUZIONE: fotografia mercato bio internazionale inquadrando l’Italia in tale contesto, scendendo poi nel dettaglio del mercato italiano. I dati diffusi recentemente al Biofach di Norimberga confermano il ruolo importante dell’Italia nell’ambito del comparto biologico europeo ed internazionale. Con oltre 1 milione di ettari di superfici bio ed un valore del mercato che nel complesso sfiora i 2 miliardi di euro (ad esclusione dell’export e del catering), il nostro paese si colloca rispettivamente al secondo ed al quarto posto in Europa ed in posizioni di rilievo a livello mondiale. Mentre però in termini di superfici nel 2008 l’Italia è il solo paese in Europa (insieme al Portogallo) che registra una flessione, sul fronte del mercato i numeri continuano ad essere positivi. Risultano in crescita infatti oltre che il valore del mercato, come si vedrà tra poco, anche la spesa pro-capite (33 euro a persona nel 2008) e l’incidenza del bio sul totale del mercato, giunta ad una quota del 3%, secondo i dati diffusi al Biofach da Agramarkt Informations.
Le prime dieci nazioni per superfici bio nel 2008 (milioni di ha) Totale mondiale: 35 milioni di ha e 1,4 milioni di aziende Crescita delle superfici mondiali biologiche di quasi 3 milioni di ettari (+9% sul 2007); Crescita delle superfici in quasi tutti i continenti; Gli incrementi più alti delle superfici si registrano in America Latina (+1,4 milioni di ha) e Europa (+0,5 milioni di ha); Aumento anche del numero di operatori di circa 200 mila unità (+16,7%). Commento a questa slide: Forti incrementi in Argentina (+1,2 milioni di ettari), Spagna (+320 mila ettari), Cina, Usa. L’Italia si colloca all’8°posto a livello mondiale. Nel 2009 le superfici in Italia sono ammontate a 1,106 milioni di ettari con una crescita del 10,4% Fonte: FlBL-IFOAM
Le prime dieci nazioni per aziende bio nel 2008 (n. aziende) L’Italia si colloca al 7°posto a livello mondiale. Nel 2009 gli operatori erano 43.026 con un calo del 3%. Fonte: FIBL-IFOAM
Il mercato mondiale del biologico Valore stimato complessivo 2008: 50,9 miliardi di $ (+10,4% sul 2007) Fonte: “The world of Organic Agriculture” ed. 2010, FIBL-IFOAM
Le vendite bio in Europa nel 2008 (milioni di euro) Valore complessivo: 17,9 miliardi di euro (+10% sul 2007) Anche in Europa crescita, valore…. Italia 4° posto Un elemento è, per cosi dire, “di conforto” per il mercato biologico italiano: paesi come la Germania e il Regno Unito, che sviluppano fatturati più elevati dell’Italia (rispettivamente 5,85 e 2,49 miliardi di euro) stanno risentendo anche nel comparto biologico degli effetti della crisi economica, cosa che invece non sta accadendo in Italia. Il Regno Unito è stato il mercato più colpito dalla crisi, in seguito alla quale i supermercati convenzionali hanno ridotto di molto il loro assortimento bio; inoltre la vendita diretta bio, che registrava ottime performance qualche anno fa, è in sofferenza. In Germania la situazione del biologico è migliore, ma non ci sono più i tassi di crescita a due cifre degli anni passati, calano i consumi nei discount ed il consumatore sta rivedendo i prodotti da acquistare, tornando a comprare di più i prodotti “di base”. Fonte: Agramarkt Information, presentazione al Biofach 2010
La spesa pro-capite bio in Europa nel 2008 Media europea: 25,8 €/anno Dal punto di vista della spesa pro-capite per prodotti biologici l’Italia non si colloca nelle primissime posizioni della graduatoria europea, con un valore (33 euro annui) che è pari a meno della metà di quello tedesco, inferiore a nazioni come il Regno Unito (40,8 euro) e molto lontano dai paesi leader come Danimarca e Svizzera che si attestano su valori pro-capite pari rispettivamente a 132 e 119 euro, anche se in riferimento ad una numerosità della popolazione molto più contenuta di quella italiana. In Italia comunque crescita della spesa pro-capite: era infatti di 32 euro nel 2007 Fonte: Agramarkt Information, presentazione al Biofach 2010
Superfici bio = 8% circa del totale SAU agricola nazionale Evoluzione del numero di aziende e delle superfici biologiche in Italia Superfici bio = 8% circa del totale SAU agricola nazionale Calo delle superfici del 12,8% nel 2008: la sola nazione in Europa insieme al Portogallo a registrare un calo nel 2008. -1,2% gli operatori. Nel 2009 invece crescono le superfici di oltre il 10% e calano gli operatori di un 3% circa. Sembrano quindi crescere le dimensioni medie delle aziende bio. Tali trend sono dovuti comunque come sempre all’andamento dei contributi a favore del settore. Il settore bio a livello strutturale sembra quindi ancora fortemente dipendente dai contributi comunitari e ancora poco legato ed orientato al mercato. Fonte: Mipaaf-Sinab
Evoluzione dei consumi domestici di prodotti bio confezionati (dati indicizzati, 2000=100) +6,9% +5,2% (I semestre 2010: +9%) Premessa: si tratta di bio confezionato nei canali non specializzati. Osservando l’andamento dei consumi di biologico negli ultimi anni, si nota che soltanto nel 2003-2004 vi è stata una battuta d’arresto, mentre da quel periodo in poi si è assistito ad una progressiva crescita, ad un ritmo del 7,5% all’anno (tasso di variazione medio annuo 2004-2009). Secondo i dati provenienti dal panel Ismea/Nielsen, gli acquisti domestici di prodotti biologici confezionati sono aumentati in termini monetari del 6,9%[1] nel 2009, registrando quindi un incremento superiore a quello rilevato nel 2008 (+5,2%). Il buon andamento dei consumi è stato anche favorito da una discesa complessiva dei prezzi al dettaglio, che si è verificata in molte categorie di prodotti bio. [1] Gli acquisti in quantità sono invece cresciuti dell’8,5%. Nel I semestre 2010 la crescita è stata anche più alta (+9%), mentre in volume si registra un incremento dell’11,3%, con un calo dei prezzi medi al dettaglio quindi di circa il 2%. Fonte: Ismea/Nielsen
Dinamiche (in valore) degli acquisti domestici in alcuni comparti dell’agroalimentare L’incremento degli acquisti di prodotti bio nel 2009 acquisisce una valenza maggiore se si inquadra in un ambito più ampio che è quello dei consumi alimentari nel complesso e degli altri prodotti a qualità certificata. Nel 2008 il comparto bio aveva registrato performance più favorevoli rispetto a quasi tutti i comparti esaminati, anche in un contesto economico non positivo. La stesso orientamento si è verificato e rafforzato anche nel 2009, in cui si evidenzia, come si osserva dalla slide, un peggioramento rispetto all’anno precedente in tutti i comparti ad eccezione di quello bio, che rimane il settore in cui si registrano gli incrementi decisamente più elevati e le performance più favorevoli. Analoga situazione si è verificata nel I sem. 2010 * I semestre 2010
(% calcolate sui dati in valore) Tendenze delle varie categorie di prodotti bio in Italia nel 2009 e nel I semestre 2010 (% calcolate sui dati in valore) I trend in termini monetari discendono dai forti aumenti fatti registrare da alcuni dei principali comparti bio. In particolare crescono sia nel 2009 che nel I semestre 2010 in linea con il trend medio del totale prodotti bio, gli acquisti di ortofrutta fresca e trasformata, di bevande, uova, miele, pane e sostituti. Alcune categorie invece registrano delle flessioni (quasi sempre contenute) nel 2009 e aumenti nel I semestre 2010. Ciò si verifica per lattiero-caseari, prodotti per la prima colazione, prodotti per l’infanzia, pasta e riso, oli. Per quanto riguarda la distribuzione della spesa bio, nel 2009 è l’ortofrutta fresca e trasformata a costituire la categoria a maggior consumo con un peso del 23%, seguita dai prodotti lattiero caseari con il 18,2% e dall’aggregato dei prodotti della prima colazione con il 13%. Il comparto è quindi concentrato: le prime tre categorie coprono oltre il 54% del totale. Fonte: Ismea/Nielsen
(% calcolate sui dati in valore) I dieci prodotti bio confezionati più consumati in Italia nel 2009 e nel I semestre 2010 (% calcolate sui dati in valore) Dalla presente slide si evince sia la graduatoria dei prodotti bio confezioanti più consumati sia le tendenze nel 2009 e nel primo semestre 2010. Crescono in entrambi i periodi uova e miele come già sottolineato e latte fresco e confetture. La gran parte dei restanti prodotti esaminati presenta invece un andamento positivo nel I sem. 2010 a fronte di un 2009 negativo. Succede il contrario solo per le bevande alla frutta. Fonte: Ismea/Nielsen
(Var.% sul 2008 e sul I semestre 2009) Variazione degli acquisti bio per area geografica nel 2009 e nel I semestre 2010 (Var.% sul 2008 e sul I semestre 2009) Andamento quasi sempre più positivo nel I sem. 2010 che nel 2009. Buona ripresa nel Sud e Sicilia dopo il calo del 2009, ma le variazioni sono associate a un ammontare degli acquisti ancora basso (il Sud ha un peso tra il 7,5 e l’8,5% del totale). I pesi delle aree nei due periodi vedono prevalere nettamente il Nord con un peso del 71% circa in entrambi i casi. 2009 I sem 10 Nord Ovest 43,1 42,7 Nord Est 27,9 28,4 Centro+Sardegna 21,6 20,2 Sud+Sicilia 7,5 8,6 Fonte: Ismea/Nielsen
(Var.% sul 2008 e sul I semestre 2009) Tendenze degli acquisti di prodotti bio confezionati in alcuni* canali distributivi nel 2009 e nel I semestre 2010 (Var.% sul 2008 e sul I semestre 2009) L’andamento nel 2009-2010 dei consumi distinto per canale distributivo evidenzia una crescita delle vendite in quasi tutti i canali monitorati[1]. Migliore l’andamento negli iper rispetto ai supermercati, mentre molto più forte si rivela l’aumento nelle superette. Ad un forte calo nei negozi tradizionali nel 2009 si è contrapposto invece un aumento più che proporzionale nel I sem.2010. Tali ultime variazioni, tuttavia, in entrambi i canali sono associate a livelli di acquisto modesti. Crescono inoltre i consumi anche nei discount, ma di meno nel I semestre 2010. Tuttavia anch’essi rivestono un ruolo ancora limitato nell’ambito del biologico. [1] Non sono però rilevati gli acquisti nei negozi specializzati. * non sono monitorati gli acquisti nei negozi specializzati Fonte: Ismea/Nielsen
I canali alternativi di vendita e i canali extradomestici bio in Italia Sono in crescita anche molti canali alternativi di vendita che presentano ancora quote di mercato limitate ma che attirano comunque un crescente interesse da parte del consumatore. In crescita anche alcuni canali extradomestici, in particolare le mense che sviluppavano nel 2007 il valore significativo di 300 milioni di euro (VERIF). Per le mense il numero si riferisce ai comuni in cui sono presenti mense scolastiche bio.
L’andamento dei prezzi bio nel 2009-2010 Cali piuttosto consistenti alla produzione nel 2009 per i principali prodotti bio, accompagnati da flessioni molto più contenute al consumo (-1,7% in media ponderata); Andamento meno negativo o a volte positivo nel I semestre 2010 per i prezzi alla produzione, con una flessione maggiore rispetto al 2009 per i prezzi al consumo; Il differenziale al consumo bio-convenzionale è aumentato nel 2009 in quasi tutti i “top ten bio”, ma a causa quasi sempre di una maggiore flessione dei prezzi del convenzionale; Riepilogo di quello che verrà esposto nelle prossime slide. Punto 2: è stata effettuata la media ponderata per i valori di tutti i prezzi dei circa 160 prodotti confezionati presenti in banca dati. I prezzi al consumo del convenzionale sono scesi del 2%.
(Var.% rispetto al 2008 e al primo semestre 2009) Le tendenze dei prezzi all’origine nel 2009 e nel I semestre 2010 per alcuni prodotti biologici (Var.% rispetto al 2008 e al primo semestre 2009) . Fonte: Ismea/Nielsen
(Var.% rispetto al 2008 e al primo semestre 2009) Le tendenze dei prezzi al consumo nel 2009 e nel I semestre 2010 per alcuni prodotti biologici (Var.% rispetto al 2008 e al primo semestre 2009) Calo maggiore dei prezzi bio al consumo nel I semestre 2010. In rosso sono indicati i segni meno e vedete che c’è una prevalenza di segni rossi. Quindi diffuso calo dei prezzi che può giustificare almeno in parte il continuo aumento dei consumi di prodotti bio. Nel primo semestre 2010 in alcuni comparti (lattiero-caseari, prodotti per l’infanzia, pane e sostituti) i prezzi sono scesi fino al 9%. Fonte: Ismea/Nielsen
Analisi del differenziale % bio-convenzionale al consumo per i prodotti biologici più consumati Il differenziale è quasi sempre più alto nel 2009 che nel 2008 a causa quasi sempre di una flessione dei prezzi al dettaglio del convenzionale maggiore di quella del biologico. Non vi è quindi un aumento dei prezzi bio, ma una flessione meno evidente rispetto al convenzionale. Evidentemente i consumatori hanno comunque apprezzato il calo dei prezzi bio, anche se quelli convenzionali sono scesi di più. Per le confetture, invece, si è registrato un forte calo dei prezzi del bio non compensato da un altrettanto forte calo nel convenzionale. Per le bevande alla soia, invece, si registra un calo dei prezzi del bio a fronte di un aumento più che proporzionale dei prezzi del convenzionale. Fonte: Ismea/Nielsen
La relazione tra prezzi al consumo e quantità acquistate bio nel 2009 Nella slide si mettono in relazione le variazioni dei prezzi e delle quantità nel 2009. La variazione del prezzo per ogni categoria è stata calcolata costruendo degli indicatori di prezzo per comparto sulla base della media ponderata dei prezzi dei singoli prodotti. Dal grafico si nota che per il totale prodotti biologici e per la maggior parte dei prodotti si registra un comportamento che ci si può attendere: ad un calo di prezzo corrisponde un aumento delle quantità. In che misura (elasticità) lo vedremo nella prossima slide. In pochi casi (pane e sostituti, biscotti, dolciumi e snack, altri prodotti bio) si registra il fenomeno opposto (aumentano i prezzi, cala la domanda), anche qui con comportamento che segue la legge della domanda e dell’offerta. Invece per miele, prodotti dietetici e bevande alcoliche ad un aumento del prezzo aumentano anche le quantità, mentre per la pasta ed il riso ad un calo dei prezzi corrisponde anche un calo delle quantità. Fonte: Ismea/Nielsen
L’elasticità della domanda al prezzo per i prodotti bio nel 2009 I prodotti bio sono generalmente prodotti a domanda elastica: ad un variazione del prezzo corrisponde una variazione più che proporzionale delle quantità (in valore assoluto). In media l’intero comparto ha una domanda che risulta elastica rispetto al prezzo. In generale quindi la variazione del prezzo al consumo ha un effetto importante rispetto alla variazione dei consumi. Non mancano però categorie a domanda rigida come i lattiero-caseari (dove risiedono prodotti importanti come il latte o i formaggi), gli oli o il miele. Fonte: Ismea/Nielsen
ALCUNI PUNTI DI DEBOLEZZA Conclusioni ALCUNI PUNTI DI DEBOLEZZA A livello strutturale vi è ancora troppa dipendenza dai contributi legati al settore; Permane ancora un forte squilibrio, che tende ad accentuarsi, tra il livello dei consumi interni al Nord e quello delle altre aree del Paese. ALCUNI PUNTI DI FORZA Andamento positivo del mercato nelle fasi più a valle della filiera, dove la domanda interna sta tenendo molto bene e quella estera è sempre dinamica; Crescita di alcune forme alternative di vendita (es. vendita diretta, gruppi di acquisto, mercatini) e nel canale extradomestico; Prezzi al consumo in flessione. Da quanto finora è stato detto, si evince che vi è un insieme di punti di forza e debolezza che caratterizzano il comparto. Commento finale: Un mercato quindi è tutto sommato in buona salute, soprattutto sul fronte commerciale, anche se permangono ancora dei punti di debolezza. In conclusione, quindi, emerge attualmente per i prodotti biologici un quadro positivo sul fronte del mercato, con un buon andamento anche in confronto ai comparti convenzionali, ad altre categorie di prodotti di qualità e ad altre nazioni europee dirette concorrenti del nostro paese.
Grazie per l’attenzione Enrico De Ruvo Via Cornelio Celso, 6 00181 – ROMA Tel. 06 855 68 460 e.deruvo@ismea.it