Fasi storiche ed evolutive del welfare state europeo: Instaurazione Consolidamento Espansione Crisi Riforma
INSTAURAZIONE XVII sec. Poor relief/Poor laws (inghilterra ed europa) XIX sec. Crisi del paternalismo assistenziale e nascita delle prime forme assicurative e associative private Fine XIX sec. Introduzione dell’assicurazione obbligatoria in molti paesi europei. Prestazioni standardizzate a base nazionale Germania di Bismarck: 1883/malattia – 1884/infortuni - 1889/vecchiaia ed infortuni A seguito Austria, Norvegia, Finlandia, Italia seguirono iter simili alla Germania
mobilitazione dei lavoratori / costituzione di partiti operai Variabile cruciale: mobilitazione dei lavoratori / costituzione di partiti operai - Introduzione prime misure contro la disoccupazione - Superamento del concetto di disoccupazione legato a capacità meramente individuali - Gran Bretagna (1911), Italia (1919), Austria (1920)
CONSOLIDAMENTO Periodo fra le due guerre mondiali Estensione schemi assicurativi Inclusione di nuovi segmenti di popolazione oltre ai lavoratori dipendenti Assegni familiari intestati al capo famiglia ma erogabili in base ai familiari inattivi Assicurazioni sanitarie estese ai familiari Pensioni estese ai superstiti Passaggio dalla nozione di “assicurazione dei lavoratori” a quella di “assicurazione sociale”
ESPANSIONE 1945/metà anni ’70 Sviluppo generalizzato delle politiche sociali Copertura alla totalità dei cittadini Sviluppo nei paesi anglo-scandinavi del modello universalistico beverridgeano che prevede schemi onnicomprensivi, principi egualitari per le prestazioni e finanziamento attraverso gettito fiscale Sviluppo nell’Europa continentale del modello occupazionale bismarckiano basato su più schemi professionali, con prestazioni differenziate finanziate da contributi sociali Passaggio da sistema ad accantonamento a sistema a ripartizione
CRISI - anni ’70/inizio anni ’90 Passaggio da un economia in crescita a sviluppo lento o nullo Passaggio dalla società industriale fordista a quella dei servizi, del decentramento produttivo, dei consumi diversificatie della flessibilità lavorativa Mutamento istituzione familiare con l’entrata della donna nella sfera lavorativa, il declino della fertilità, l’invecchiamento della popolazione Nascita di fenomeni esogeni quali l’immigrazione Perdita di centralità dello Stato come riferimento e punta di diamante
RIASSUNTO CRITICO Nei primi cinquant’anni le politiche sociali sono essenzialmente di tipo redistributivo Dal secondo dopoguerra la logica redistributiva – in virtù dello sviluppo economico – si sposta verso la distribuzione La classe media si espande vertiginosamente e diventa principale beneficiaria e contribuente del sistema di welfare Si sviluppa uno “scivolamento distributivo” delle politiche sociali ove poca visibilità viene data ai costi Cresce la logica del DEFICIT SPENDING, ovvero di spesa pubblica non coperta da entrate tributarie – es. sistemi pensionistici a ripartizione
DUE MODELLI E TRE REGIMI Ai due modelli bismarckiano e beveridgiano si aggiunge l’analisi comparativa del periodo espansionistico di Esping Andersen sui paesi Ocse In base al vettore “demercificazione” (dipendenza o meno dal mercato) e al vettore “destratificazione” (attenuazione o meno delle differenze di status occupazionale o di classe) l’autore individua tre regimi di welfare: REGIME LIBERALE REGIME CONSERVATORE – CORPORATIVO REGIME SOCIALDEMOCRATICO
STATI UNITI, CANADA, AUSTRALIA E REGNO UNITO REGIME LIBERALE Schemi assicurativi circoscritti Destinatari ben circoscrivibili: poveri e lavoratori a basso reddito Si incoraggia il ricorso al mercato Demercificazione bassa e alta dipendenza degli individui dal mercato Destratificazione bassa: dualismo fra ricchi e poveri STATI UNITI, CANADA, AUSTRALIA E REGNO UNITO
REGIME CONSERVATORE CORPORATIVO Schemi assicurativi in rapporto alla posizione occupazionale Destinatari principali: lavoratori maschi Lo stato interviene se non vi sono risposte a livello individuale, famigliare o di associazioni intermedie Demercificazione media: dipendenza dal mercato contenuta ma esistente Destratificazione medio-bassa: si tende a preservare le differenze GERMANIA, FRANCIA, AUSTRIA,OLANDA
REGIME SOCIALDEMOCRATICO Predominanza di schemi universalistici di sicurezza sociale Destinatari: tutti i cittadini Mercato ai margini rispetto al welfare state Demercificazione alta: dipendenza dal mercato attenuata Destratificazione alta: eguaglianza di trattamento per tutti i cittadini SVEZIA, DANIMARCA, NORVEGIA
LA QUARTA EUROPA SOCIALE Spagna, Portogallo, Grecia, Italia (prima nel regime conservatore) Espansione secondo la via bismarckiana Prestazioni generose a dipendenti pubblici e delle grandi imprese Prestazioni più modeste per le categorie più deboli Sistema di protezione polarizzato Famiglia quale principale “ammortizzatore sociale” Destratificazione bassa: insiders/outsiders Istituzione dei SSN a vocazione universale fra gli anni ’70 e ’80 Basso grado di statualità: stato manipolabile da interessi organizzati Corporativismo Polarizzazione ideologica Presenza ingombrante della Chiesa cattolica POSSIBILE QUINTA EUROPA: PAESI EX-COMUNISTI…
CENNI SUL WELFARE STATE ITALIANO -Peculiarità della composizione interna della spesa: altissima per il sistema pensionistico e decisamente sottodimensionato verso famiglia, disoccupazione ed esclusione / distorsione funzionale - Netto divario di protezione fra differenti categorie occupazionali / Gruppi garantiti: lavoratori dipendenti pubblici e delle grandi imprese Gruppi semi-garantiti: lavoratori dipendenti e autonomi / pensione minima Gruppi non garantiti: lavoratori dell’economia sommersa / assegno sociale Forte logica politicizzata: partitocrazia distributiva Modalità particolaristico clientelari Forte familismo: famiglia unico ammortizzatore offerta ai giovani che rischia di trasformarsi in trappola