Didattica, pedagogia speciale, ricerca educativa Arianna Taddei Università di Macerata Lezione 9/10/2018
Il processo di trasformazione del sistema scolastico italiano in prospettiva inclusiva della cooperazione internazionale e potenzialità della cooperazione internazionale Inserimento (inizio anni ’70) -inserimento degli studenti con disabilità nelle scuole comuni in contesti prevalentemente inadeguati Integrazione (dal 1977) -sfera educativa -per studenti con disabilità -interviene prima sull’individuo, poi sul contesto -incrementa una risposta specialistica Inclusione (da fine anni ’90) -sfere educativa, sociale e politica; -per tutti gli studenti -interviene prima sui contesti, poi sugli individui
Integrazione scolastica L’integrazione scolastica mira a far sì che l’allievo raggiunga il successo formativo, mettendogli a disposizione tutte le risorse, gli strumenti e i materiali necessari. E’ ancorata alla valorizzazione ed accettazione della diversità, sulla relazione di aiuto nei confronti della persona disabile
Educazione inclusiva L’educazione inclusiva interviene sui limiti e le carenze del sistema scolastico, piuttosto che sul singolo allievo. (D’Alessio, 2005). Sostituisce il concetto di relazione di aiuto con quello di diritti umani.
Educazione Inclusiva Non riguarda questioni che riguardano unicamente l’educazione e la scuola, ma investono anche il settore politico, sociale ed economico. SI PRENDE CARICO DI TUTTI GLI ALUNNI IN DIFFICOLTA’.
Per una scuola inclusiva Tale processo risente di una complessità di fattori, interni ed esterni alla scuola: Politica nazionale Valori socio-culturali promossi Contributi degli enti locali Formazione dei docenti Esperienze, valori, attitudini personali di coloro che sono coinvolti nel processo
Per una scuola inclusiva Non si può pensare che solo il docente specializzato nel sostegno ne sia l’unico garante o che sia sufficiente che l’allievo disabile sia fisicamente in classe.
Normative importanti La Legge 104/92 – Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Legge 170/2010 Legge su «Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento» 2011 Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento. DM 2012 Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica Legge 107/2015 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti Decreto attuativo n°66 della Legge 107/2015.
Legge 104/1992: mettere lampadina La Legge ribadisce che l’integrazione scolastica deve realizzarsi nelle classi comuni e che la scuola secondaria - di primo e secondo grado – deve garantire attività didattiche di sostegno realizzate con docenti di sostegno specializzati che «assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di interclasse (…)».
Legge 170/2010 e Linee Guida per gli alunni con DSA Dislessia Disgrafia Disortografia Discalculia
Disturbi Specifici dell’Apprendimento: Dislessia: prestazione lettoria molto lenta stentata e poco accurata rispetto all’età e alla classe frequentata. Discalculia: compromissioni nel processo di calcolo. Si potrebbero manifestare più o meno separatamente compromissioni dal punto di vista esecutivo e/o ortografico Disortografia Disgrafia
Per una definizione di DSA… Si tratta di disturbi «che interessano specifici domini di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale» (p.18) Adeguato funzionamento intellettivo Disturbo specifico di Apprendimento Compromissione specifica nelle abilità strumentali
E’ possibile lasciare delle tracce sulla spiaggia?
Esempio di disgrafia
Esempio di disortografia
Esempio di discalculia
DM 2012 e Bisogni educativi speciali I BES: “svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse” (D.M 2012). La direttiva estende a tutti gli studenti con difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, attraverso il Piano educativo Personalizzato.
Funzione dei PEP Il piano educativo personalizzato non può più esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale. ! Rischio dell’etichettamento degli studenti.
Superare la logica dei BES L’index for Inclusion propone una prospettiva differente: parla infatti al posto dei BES delle barriere alla socializzazione e all’apprendimento.
Decreto n.66 2017 della Legge 107/2015: il PEI a) Il piano è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità, delle figure professionali specifiche interne ed esterne all'istituzione scolastica che interagiscono con la classe e con la bambina o il bambino, l'alunna o l'alunno, la studentessa o lo studente con disabilità nonché con il supporto dell'unità di valutazione multidisciplinare;
Decreto n.66 2017 della Legge 107/2015: il PEI b) tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di funzionamento; c) individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell'interazione, dell'orientamento e delle autonomie;
Decreto n.66 2017 della Legge 107/2015: il PEI d) esplicita le modalità didattiche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata; e) definisce gli strumenti per l'effettivo svolgimento dell'alternanza scuolalavoro, assicurando la partecipazione dei soggetti coinvolti nel progetto di inclusione;
Decreto n.66 2017 della Legge 107/2015: il PEI f) indica le modalità di coordinamento degli interventi ivi previsti e la loro interazione con il Progetto individuale; g) è redatto all'inizio di ogni anno scolastico di riferimento, a partire dalla scuola dell'infanzia, ed è aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute 1e condizioni di funzionamento della persona. Nel passaggio tra i gradi di istruzione, compresi i casi di trasferimento fra scuole, è assicurata l'interlocuzione tra i docenti della scuola di provenienza e quelli della scuola di destinazione;
Decreto n.66 2017 della Legge 107/2015: il PEI h) è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell'anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche ed integrazioni educativo individualizzato (PEI)
FORMAZIONE INIZIALE DEI DOCENTI PER IL SOSTEGNO DIDATTICO NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA è annuale e prevede l'acquisizione di 60 crediti formativi universitari, comprensivi di almeno 300 ore di tirocinio, pari a 12 crediti formativi universitari;. Accedono al corso esclusivamente gli aspiranti in possesso della laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria che abbiano conseguito ulteriori 60 crediti formativi universitari relativi alle didattiche dell'inclusione oltre a quelli già previsti nel corso di laurea. Ai fini del conseguimento dei predetti 60 CFU, possono essere riconosciuti i crediti formativi universitari eventualmente conseguiti dai predetti laureati magistrali in relazione ad insegnamenti nonché a crediti formativi universitari ottenuti in sede di svolgimento del tirocinio e di discussione di tesi attinenti al sostegno e all'inclusione
La figura del docente di sostegno E’ stata istituita giuridicamente ancor prima della Legge 517/1977, attraverso il decreto del presidente della Repubblica n.970 del 1975 che lo nominava docente specialista
Alcune aree di intervento dell’insegnante specializzato nel sostegno Nella scuola e nella classe a più livelli: Con la collaborazione del dirigente e colleghi curricolari In quanto contitolare a tutti gli effetti con i colleghi, collabora nelle fasi organizzazione, progettazione, conduzione, valutazione e documentazione degli allievi in classe a favore dell’allievo con disabilità, lavorando con tutti gli allievi.
Nella scuola e nella classe Programmare tenendo presenti tutte le risorse professionali con la finalità di organizzare una rete di sostegno, rispetto alla quale il docente specializzato è sia un nodo sia un coordinatore della rete stessa
Nell’ottica della valorizzazione delle risorse professionali alcuni aspetti centrali risultano: Complementarietà e intercambiabilità di ruoli tra docenti curricolari e specializzati Complementarietà e integrazione degli interventi con le altre figure professionali per il sostegno (educatori, assistenti, tecnici della riabilitazione etc.)
All’esterno della scuola, il docente specializzato: Promuove I rapporti con le Aziende USL, gli enti locali, le agenzie formali e informali, soprattutto la famiglia, per la formazione e l’orientamento dell’allievo disabile, elaborando ed eventualmente conducendo progetti di laboratori, stage e percorsi di alternanza scuola/ lavoro.
Competenze centrali dell’insegnante di sostegno Individuare le difficoltà di apprendimento e la loro natura (difficoltà generali e specifiche) Creare percorsi che rendano significativa la presenza dell’alunno in classe Utilizzare strategie didattiche integrate Aprirsi alla ricerca e alla collaborazione professionale. Elaborazione di un progetto di vita dell’allievo disabile
Il docente curricolare si caratterizza per: La padronanza dei fondamenti episemologici della materia di studio Il saper coniugare la conoscenza dei contenuti disciplinari e la capacità di costruire legami interdisciplinari con la conoscenza della didattica della materia specifica e della didattica generale al fine di elaborare percorsi educativi che mirino al profilo di un determinato studente.
Entrambi i docenti: Cooprogettano, cooperano per l’assunzione di una metodologia didattica volta all’individualizzazione e all’inclusione Nell’ottica di una progressiva riduzione della didattica cosidetta frontale a favore del cooperative learning, del peer tutoring etc.
In sintesi per una collaborazione efficace è indispensabile che: I docenti curricolari abbiano competenze di base in merito alla Pedagogia e alla Didattica Speciale e attivino sempre di più un atteggiamento di riflessione critica verso il processo inclusivo e le proprie scelte didattiche ed educative
I docenti specializzati nel sostegno approfondiscono anche gli aspetti epistemologici e metodologici delle materie di studio per apportare un contributo competente e significativo nella progettazione di percorsi disciplinari.
Profilo dei docenti inclusivi per l’European Agency for Development in Special Needs Education (2012). 4 valori fondamentali: 1. Valorizzare la diversità dell’alunno. Aree di competenza: Opinioni sull’integrazione scolastica e sull’inclusione Opinioni personali sulla differenza che esiste nel gruppo classe 2. Sostenere gli alunni Promuovere l’apprendimento disciplinare, pratico, sociale ed emotivo Adottare approcci didattici efficaci per classe eterogenee
Profilo dei docenti inclusivi per l’European Agency for Development in Special Needs Education (2012). 3. Lavorare con gli altri Aree di competenza: Saper lavorare con i genitori e le famiglie Saper lavorare con più professionisti dell’educazione 4. Sviluppo e aggiornamento professionale Il docente come professionista capace di riflettere sul proprio ruolo ed il proprio operato Il percorso formativo iniziale è alla base dello sviluppo professionale continuo.
Per una scuola inclusiva Una scuola inclusiva deve operare sul piano del curricolo, dell’organizzazione della scuola (tempi/spazi) e degli approcci metodologici (classi aperte, tempo prolungato, laboratori, apprendimento cooperativo) intervenendo sul sistema tradizionale di fare scuola.
Il progetto di vita: quali i compiti della scuola? La progettazione di apprendimenti disciplinari in grado di rinforzare o acquisire competenze e/o far acquisire info utili per l’orientamento La progettazione di esperienze – tirocinio, stage, alternanza scuola-lavoro – per gli alunni in settori e in ambiti professionali coerenti con l’ordine di scuola frequentato, per monitorare le competenze possedute, gli interessi. L’attivazione di un accompagnamento educativo e formativo soprattutto nei passaggi nei diversi cambi formativi e lavorativi.