GIOVANNI VERGA Catania 1840 – Catania 1922

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Transcript della presentazione:

GIOVANNI VERGA Catania 1840 – Catania 1922

Trascorre la giovinezza nella città natale Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza di Catania, senza terminare però i corsi 1^ FASE: fase romantica dell’apprendistato catanese: gli anni catanese – fiorentini e i romanzi mondani (1865- 1871) Apprendistato catanese: i romanzi giovanili Amore e patria (1856-57), rimasto inedito I carbonari della montagna Romanzi in cui predomina l’elemento patriottico

Gli anni fiorentini (1865-1871) Firenze capitale del Regno d’Italia Prima nel 1865, poi vi ritornò nel 1869 Periodo fondamentale per la maturità artistica dello scrittore I romanzi mondani - Una peccatrice 1866 - Storia di una capinera 1871 Romanzi sentimentali, che si rivolgono a un pubblico borghese con lo scopo di intrattenerlo per cui spesso esasperano situazioni e caratteri. Drammi passionali calati nella società borghese e mondana contemporanea

2^ FASE: fase tardoromantica e scapigliata Periodo milanese (1872-1879) Milano capitale dell’editoria Contatti con gli Scapigliati, tra cui Arrigo Boito e frequentazione dell’amico Capuana Sempre romanzi mondani, detti anche PREVERISTI Eva (1873) romanzo già iniziato a Firenze Storia di un giovane pittore siciliano che a Firenze brucia le sue illusioni e i suoi ideali artistici per amore di una ballerina, simbolo di una società materialistica, che vive di piaceri effimeri e nel disprezzo per l’arte - rappresenta per molti aspetti un “ritratto dell’autore da giovane” - protesta per la nuova condizione dell’intellettuale emarginato dalla società - critica aspra (influenza Scapigliatura) della società post-unitaria e quella milanese in particolare, alla ricerca di benessere, lusso e piaceri volgari = degenerazione morale Brano antologia pag. 343 (Prefazione Eva)

I primi romanzi realisti Eros (1874) storia dell’inaridirsi progressivo di un giovane dell’aristocrazia, corrotto da una società senza valori Tigre reale (1875) analisi del traviamento di un giovane che si è innamorato di una donna “fatale”, divoratrice di uomini Romanzi accolti dalla critica come es. di realismo e di analisi coraggiosa delle piaghe psicologiche e sociali - romanzi di analisi di sottili passioni mondane - narrazione oggettiva, condotta da voce narrante esterna

novella definita da Verga “bozzetto siciliano” Nedda 1874 novella definita da Verga “bozzetto siciliano” L’ambientazione non è più urbana, ma rurale La storia non è più ambientata al Nord, ma in Sicilia I protagonisti sono umili contadini La protagonista è sempre una donna, ma la situazione è tragica e concreta, non astratta e sentimentale Limite della novella, per cui ancora non si può parlare di fase verista: anche se gli ambienti sono mutati, permangono i toni melodrammatici dei primi romanzi “mondani”, che erano l’opposto rispetto all’impersonalità verista.

PRIMA OPERA DELLA NUOVA MANIERA VERISTA In realtà Verga sta attraversando un momento di crisi e dopo un silenzio di 3 anni, uscirà nel 1878 la novella Rosso Malpelo PRIMA OPERA DELLA NUOVA MANIERA VERISTA = 3^ FASE (1879-1893) Adesione al Verismo Il cambio così evidente di temi e linguaggio in Rosso malpelo spesso interpretato come una vera “conversione”, ma in realtà No frattura netta perché già ai tempi di Eva, Eros e Tigre reale si proponeva di ritrarre il “vero” prima però mancavano gli strumenti concettuali e stilistici caratteristici del Verismo perché ancora approssimativi e poco personali. Necessario attendere che Verga se ne appropri in modo maturo. E questo avviene solo in Rosso malpelo (- acquisizione tecnica impersonalità - concezione materialistica)

LE OPERE VERISTE dopo Rosso Malpelo Racconti pubblicati su varie riviste tra il 1879 e il 1880, che verranno poi raccolti in un volume unico nel 1880 dal titolo Vita dei campi Rosso Malpelo Cavalleria rusticana La lupa Jeli il pastore Fantasticheria …. Nel 1883 uscirà la 2^ raccolta nel volume Novelle rusticane DIFFERENZA TRA LE DUE RACCOLTE DI NOVELLE + CICLO DEI VINTI

Ritorno a Catania 1893-1902 Dal 1893 Verga torna a vivere definitivamente a Catania, lasciando Milano, dove aveva soggiornato lunghi periodi fin dal ’72. Verga dedica la sua vita in questo periodo ala cura delle sue proprietà agricole ed è ossessionato dalle preoccupazioni Economiche. Muore nel gennaio del 1922, l’anno della marcia su Roma e della salita al potere del governo fascista.

IL VERISMO DI VERGA Adesione al Verismo dovuta a 3 principali fattori: l’uscita de L’Assomoir di Zola, che Capuana propone come modello ai narratori che seguono una poetica del “vero” La formazione di un gruppo, tra cui Capuana e Verga, che intende creare in Italia il “romanzo moderno” ispirandosi alla lezione zoliana Scoppio della “questione meridionale” dalla quale Verga trae spunto per le sue opere La nuova poetica rivela un’impostazione POSITIVISTICA MATERIALISTICA DETERMINISTICA Concezione nettamente antiromantica, in quanto esclude l’idealismo,nel quale sono gli ideali a modificare la realtà. Ora invece è la realtà a determinare i comportamenti dell’uomo

Caratteristiche nuova poetica: Verga dichiara di voler gettare in faccia al pubblico borghese una “narrazione vera” = già nella prefazione a Eva 1873 Brano antologia pag. 343 (Prefazione Eva) Ripresa teoria flaubertiana e zoliana dell’IMPERSONALITA’ Brano fornito in fotocopia Lettera a Salvatore Farina nella prefazione a L’amante di Gramigna in Vita dei campi 1880 = documento che meglio esprime il nuovo programma letterario La fiumana del progresso: progresso visto come un’onda e inarrestabile che travolge senza pietà i più deboli. Il progresso genera un’insoddisfazione dello stato attuale, il bisogno di migliorare le proprie condizioni Tema della “Roba”: nei personaggi di Verga si nota un attaccamento eccessivo alle piccole proprietà di famiglia, alla “roba” appunto. Ma non è grettezza, è attaccamento alla vita Tema dell’ostrica: è il fondamento del pessimismo di Verga. Chi cerca di migliorarsi e di ribellarsi viene sconfitto dalla vita. Solo chi resta attaccato al suo misero scoglio può avere speranze (v. Alessi ne I Malavoglia) Su questo tema si basa il “ciclo dei vinti”

IL CICLO DEI VINTI Parallelamente alle novelle Verga inizia a delineare il progetto di un Ciclo dei Vinti di romanzi (mai terminati) che riprende il modello già affermato dai Rougon-Macquart di Zola Il Ciclo dei Vinti è un gruppo di cinque romanzi a definizione tematica che comprende:  - I Malavoglia  rappresentanti della vita di pescatori e contadini.  - Mastro don Gesualdo centrata sulla borghesia di provincia.  - La duchessa de Leyra ha come protagonista la nobiltà cittadina.  - L'onorevole Scipioni ambientata nel mondo parlamentare romano.  - L'uomo di lusso rappresentato dagli scrittori e gli  artisti, uomini raffinati.   

Motivo dell’incompiutezza del Ciclo dei Vinti: L'intera serie, una volta completata, avrebbe rispettato l’impostazione scientifica dell’analisi dal semplice al complesso, in questo caso dai contadini agli artisti; inoltre avrebbero dovuto avere come comune denominatore il tema comune e universale dell'indiscussa lotta dell'uomo vinto dalla grande fiumana del progresso. A differenza di Zola, Verga però, non pone al centro del suo ciclo l’intento scientifico di seguire gli effetti dell’ereditarietà, bensì esclusivamente la volontà di tracciare un quadro sociale, di delineare la “fisionomia della vita italiana moderna”, passando in rassegna tutte le classi sociali. Criterio unificante è il principio della lotta per la sopravvivenza, che lo scrittore ricava dalle teorie di Darwin sull’evoluzione delle specie animali ed applica alla società umana: tutta la società, ad ogni livello, è dominata da conflitti di interesse ed il più forte trionfa, schiacciando i più deboli. Motivo dell’incompiutezza del Ciclo dei Vinti: Doveva illustrare per tutte le classi sociali gli sconfitti dalla vita Ma quando Verga cominciò ad esaminare le classi più elevate non trovò il linguaggio per esprimersi e dovette abbandonare Il linguaggio infatti doveva adeguarsi, secondo i canoni di verità (identità fra contenuto e stile), alla classe sociale dei personaggi

Sono tutti coloro che vengono travolti dall’inarrestabile CHI SONO I VINTI? Sono tutti coloro che vengono travolti dall’inarrestabile fiumana del progresso. Si tratta dei”deboli” e dei “fiacchi” che soccombono ai “vincitori d’oggi”, i quali a loro volta saranno sconfitti domani (= LOTTA PER LA VITA e PESSIMISMO DI VERGA) Con Verga quindi il mito del positivismo e la fede nel progresso, inteso come graduale e certo miglioramento delle condizioni della vita umana,viene decisamente ridimensionato. Il progresso viene visto come un’onda immensa e inarrestabile che è determinata dalla ricerca del benessere (= dalle necessità più elementari fino a quelle più raffinate) e che travolge senza pietà i più deboli.

I MALAVOGLIA Il titolo  Significa ‘ingiuria’, soprannome scherzoso sull’ uso di quelli impiegati nel linguaggio popolare siciliano. Composizione Dal 1878 al 1880 (esce nel febbraio 1881) Struttura  15 capitoli 1)parte iniziale protagonista padron ‘Ntoni 2)parte centrale 3)parte finale protagonista nipote ‘Ntoni 

Sistema dei personaggi Il sistema dei personaggi si basa sull’opposizione tra famiglia Malavoglia vs comunità del paese (cioè valori disinteressati vs logica economica) Questa opposizione generale si articola poi in una serie di opposizioni più particolari tra singoli personaggi dei due diversi campi, che sono posti in antitesi ideologicamente e moralmente (vedi schema di seguito) L’opposizione dà vita a un gioco di punti di vista opposti: la realtà è ora vista secondo l’ottica dei malavoglia, cioè secondo l’etica dei valori, ora secondo l’ottica del paese, cioè la logica economica. Caratteristica CAMALEONTICA DEL NARRATORE: ora il suo punto di vista si assimila alla visione dei Malavoglia, ora a quella del paese PUNTO DI VISTA CORALE: secondo Leo Spitzer mentre gli altri scrittori introducono il discorso indiretto libero occasionalmente, riferendolo alle parole o ai pensieri di questo o quel personaggio, e per il resto riservano al narratore un punto di vista proprio, Verga opera “una filtrazione sistematica della sua narrazione di un romanzo intero, dal primo fino all’ultimo capitolo, attraverso un coro di parlanti popolari semi-reale”. L’identificazione della voce del narratore con quella di questo “coro” consente di leggere il romanzo come un ininterrotto discorso indiretto libero. NUCLEO MALAVOGLIA VILLAGGIO Padron ‘Ntoni Longa – Mena Padron ‘Ntni – Mena Mena - Nunziata Zio Crocifisso Venera Zuppidda – Barbara Padron Cipolla – Brasi Vespa - Mangiacarrubbe

C’è però un personaggio che non è riducibile a questi due termini di opposizione il giovane ‘Ntoni = Egli non accetta la religione della famiglia e del nido domestico, l’etica del lavoro, del dovere e del sacrificio, ma non coincide neppure del tutto con l’ottica del villaggio, perché non accetta la concezione statica di un ordine sociale che fissa ciascuno alla propria condizione, senza possibilità di mutamento. Egli rappresenta un elemento perturbante e dinamico: la volontà di spezzare l’immobilismo della tradizione, di uscire dai confini del villaggio, di far fortuna, di salire nella scala sociale (anche se senza risultato): per ben 3 volte, a differenza di tutti gli abitanti, esce dai confini del paese, l’ultima per non farvi più ritorno.

Tempo e spazio Sono presenti due cadenze temporali, come sostiene Luperini: 1) Un tempo segnato dal ritmo delle stagioni,dei lavori agricoli e della pesca, delle feste religiose: è un tempo non rettilineo, ma circolare, che torna sempre su se stesso, senza sviluppi 2) Un tempo storico: la vicenda raccontata si svolge tra il 1863 e il 1878 e vede le tappe del calvario della famiglia, che si intreccaino con gli eventi storici (battaglia di Lissa, colera, ricordo di Garibaldi…)    Per quanto riguarda lo spazio, si passa da uno spazio geografico preciso Trezza,Catania,Etna…) ad una geografia indeterminata, quasi misteriosa, che assume toni di favola popolare. Opposizione tra: 1) Spazio interno, noto e rassicurante, che presenta però anch’esso conflitti feroci: è anch’esso lotta per la vita, né più né meno di quello esterno, delle grandi città e del progresso 2) Spazio esterno, indeterminato e, dunque, minaccioso

L’insuccesso dei Malavoglia Vedi lettera a Felice Cameroni «Fiasco pieno e completo», fornito in fotocopia Sconvolgente novità delle scelte linguistiche e delle tecniche narrative per un pubblico abituato alle forme tradizionali del romanzo La crudezza della raffigurazione della vita del popolo Nonostante Verga fosse consapevole della confusione che la novità del suo stile avrebbe generato, rimane comunque “nauseato” dall’indifferenza del pubblico e della critica, perché sicuro del valore del suo lavoro.

MASTRO DON GESUALDO Storia dell’ascesa sociale di un muratore che, con la sua intelligenza e energia instancabile, accumula enormi ricchezze, ma va incontro a un tragico fallimento ella sfera degli affetti familiari. Il titolo  la parola “mastro”(dal latino magistrum = maestro) indica le umili origini di Gesualdo Il significato di “don” è da attribuirsi alla sua scalata sociale (titolo riservato ai notabili).   La composizione  - prima edizione nel 1888 pubblicata a puntate sulla rivista “Nuova Antologia”  - seconda edizione pubblicata dopo una revisione del testo nel 1889    Tempo e luogo  - l’azione si svolge a Vizzini nei pressi di Catania, anche se il luogo non è precisato  - l’arco di tempo preso in considerazione copre circa 30 anni (dal 1820 al 1849)  Struttura e la trama 21 capitoli suddivisi in quattro parti, ognuna delle quali rappresenta una fase della vita di Gesualdo.   Prima parte: l’ascesa economica fino al matrimonio di Gesualdo con Bianca Trao   Seconda parte: il lavoro di imprenditore e le ostilità dei parenti   Terza parte: la vita della figlia Isabella; l’infelicità coniugale di Isabella  Quarta parte: la malattia e la scomparsa di Gesualdo

Differenze tra i romanzi… MALAVOGLIA MASTRO DON GESUALDO - ambiente popolare - Principio impersonalità: straniamento del narratore e punto di vista corale (narratore “mimetico”) -romanzo corale, con moltissimi personaggi, di cui solo i componenti della famiglia Malavoglia sono visti dall’interno - Bipolarità tra i personaggi (tra famiglia Malavoglia e personaggi del villaggio) - Pessimismo, ma lieto fine perché Alessi riesce a ricomprare la casa del nespolo? - Ambiente borghese e aristocratico - Resta principio impersonalità, ma non più tecnica corale, perché c’è un solo protagonista. Dunque narratore esterno, anonimo e impersonale,che spesso cede la parola ai personaggi. - Al centro c’è la figura del protagonista (è infatti la storia di un individuo eccezionale, de la sua ascesa e della sua caduta) Il conflitto tra i due poli si interiorizza, passa all’interno di un unico personaggio, Gesualdo (Luperini) - Il pessimismo è diventato assoluto

Conclusione Malavoglia Alessi riesce a ricomprare la casa del nespolo. Dunque lieto fine? Russo: celebrazione della sacralità della casa e della famiglia, una sorta di “cerimonia religiosa”, in cui il tempio che era stato violato viene riconsacrato Bàrberi Squarotti: non è un ritorno esatto al punto di partenza: la famiglia è dispersa e la casa di Alessi è la casa “di tempi nuovi” Luperini:il romanzo non si conclude con la ricostruzione del”nido” familiare, ma con la partenza di ‘Ntoni = distacco definitivo, addio amaro a quel mondo arcaico. Questa conclusione rappresenterebbe per Luperini il distacco definitivo di Verga dal Romanticismo Conclusione Mastro don Gesualdo La logica della “roba” porta a una totale sconfitta umana: il padre invidia le fortune del figlio e gli volta le spalle persino sul letto di morte, i fratelli mirano a depredarlo delle sue ricchezze, la moglie non lo ama, la figlia (che non è sua figlia) si vergogna di lui, i figli naturali avuti da Diodata lo odiano. Dalla sua lotta epica per la “roba” Gesualdo non ha ricavato che odio.