Roma, visita didattica 2A-C 31/10/2018 e 07/11/2018 Campo Marzio Roma, visita didattica 2A-C 31/10/2018 e 07/11/2018
Stazione S. Pietro, Corso Vittorio, Piazza Navona, S Stazione S.Pietro, Corso Vittorio, Piazza Navona, S.Eustachio, Via del Corso (via Lata)
Campo Marzio 1 In origine l'area compresa tra la grande ansa del Tevere a ovest, il Pincio e il Quirinale a nord e ad est e il Campidoglio a sud, era una vasta pianura alluvionale alla quale venne dato il nome di Campus Martis a causa della presenza di un antico santuario dedicato al dio Marte. Questo altare era connesso con la funzione principale di questa pianura, quella militare, tanto importante da dare il nome alla zona. Come campo militare decadde assai presto e con l'aumento della cavalleria disposto da Giulio Cesare. Tutta questa pianura rimase per lungo tempo al di fuori delle mura e vi si svolgevano tutte quelle manifestazioni che comportavano un notevole afflusso di popolo, ad esempio riti e cerimonie pubbliche e sacre (i Ludi Saeculares), giochi e gare specialmente di corse, come quelle delle trighe, i carri a tre cavalli, che si svolgevano nel Trigarium, riunioni e assemblee politiche e di espletamento di importanti funzioni pubbliche come l'assemblea annuale dei Comizi Centuriati (nel grande recinto dei Saepta) durante la quale venivano elette le magistrature cittadine e il censimento quinquennale della popolazione. Mura ‘Serviane’ IV sec. a.C., fatte costruire da Tarquinio Prisco, secondo la tradizione, poi ampliate e dotate di un ampio fossato dal successore, Servio Tullio, dal quale presero il nome.
Campo Marzio 2 Verso la seconda metà del V secolo a.C., venne avviata la costruzione di alcuni edifici come ad esempio il Tempio di Apollo, e agli inizi del II secolo a.C. viene dato avvio a una vera e propria opera di urbanizzazione alla quale parteciparono personaggi importanti della politica dell'antica Roma come Pompeo e Cesare
Campo Marzio 3 Nella divisione amministrativa e urbanistica di Augusto tutta la pianura venne divisa tra la IX regione, denominata Circus Flaminius, dal nome dell’edificio costruito nel 221 a.C. da C. Flaminio nella parte meridionale della zona e la VII, via Lata, dall’asse principale costituito dalla via Flaminia che nel primo tratto appunto assunse il nome di via Lata. L’area era in origine occupata da paludi: nella parte centrale (corrispondente all’incirca alla zona occupata poi dal Pantheon, dalle terme di Agrippa e dal teatro di Pompeo) vi era la Palus Caprae. Quest’ultima, bonificata da Agrippa, fu trasformata nello Stagnum, probabilmente la natatio delle terme da lui fatte costruire, dal quale usciva l’Euripus (inizialmente canale scoperto, poi cloaca) che convogliava le acque verso il Tevere presso l’attuale Ponte Vittorio Emanuele.
L’Euripo di Marco Vipsanio Agrippa Dallo Stagno di Agrippa un canale artificiale attraversava il Campo Marzio convogliando le acque in eccesso verso il Tevere. L’Euripo, costruito in età augustea e alimentato dall’Aqua Virgo, svolse un ruolo di rilievo nel programma edilizio di Agrippa nel Campo Marzio occidentale, nell’uso dell’acqua come elemento di caratterizzazione urbanistica, secondo un modello di ispirazione tipicamente ellenistico. Scoperto e navigabile, aveva un bacino largo poco più di tre metri per una profondità di circa m.1,70, con banchine laterali in blocchi di travertino. Due lunghi muri (uno in opera reticolata e uno in blocchi di tufo) lo fiancheggiavano, mentre sul lato settentrionale correva una via lastricata. Una serie di ponticelli di marmo e travertino erano posti corrispondenza degli attraversamenti stradali. Il canale segue parzialmente l’andamento dell’attuale Corso Vittorio Emanuele II, dividendo i due settori urbanistici del Campo Marzio centrale e occidentale. La realizzazione dell’Euripo si rese necessaria per recuperare i terreni acquitrinosi della palude Caprea di cui Agrippa aveva necesssità per realizzare il suo grandioso programma costruttivo che comprendeva, oltre al Pantheon anche le terme ed i giardini, tutti edifici che egli lasciò in eredità al popolo di Roma.
Marco Vipsanio Agrippa Il Pantheon di Adriano, che riporta sulla trabeazione l'iscrizione del precedente tempio costruito da Agrippa M·AGRIPPA·L·F·COS·TERTIVM·FECIT ("Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, fece")
Via Lata
La statua parlante di Pasquino Pasquino è la più celebre statua parlante di Roma. Tra il XVI e il XVIII sec. ai piedi della statua, ma più spesso al collo, si appendevano nella notte fogli contenenti satire in versi, dirette a pungere anonimamente i personaggi pubblici più importanti. Erano le cosiddette "pasquinate", dalle quali emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere. I cartelli e i manifesti satirici erano attaccati durante la notte su statue posizionate in luoghi frequentati della città, in modo che al mattino successivo potessero essere visti e letti da chiunque, prima che la polizia dell'epoca li asportasse.
Pasquinata per la fontana dei fiumi Recita così un’amara pasquinata relativa alla "Fontana dei Fiumi", che paragona lo sfoggio di magnificenza alla situazione reale della plebe romana del tempo. Altro volemo che guje (guglie) e fontane; pane volemo, pane, pane, pane!
Bernini, Fontana dei fiumi, 1648-1651, piazza Navona, Roma
Il gruppo scultoreo fa da supporto all’obelisco egizio che si vede nell’immagine. In pieno stile barocco, si tratta di un ‘pieno’ che si regge sopra un ‘vuoto’. Sopra uno scoglio spezzato, si erge l’obelisco del papa Innocenzo X Pamphili. Negli angoli dello scoglio sono scolpiti 4 colossi in marmo che rappresentano i 4 principali fiumi del mondo.
Bernini, Fontana dei fiumi, il Danubio
Bernini, Fontana dei fiumi, il Gange
Bernini, Fontana dei fiumi, il Rio della Plata
Bernini, Fontana dei fiumi, il Nilo
Bernini, Fontana dei fiumi, serpente marino